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Autore: Gillian_Lightman    22/09/2012    5 recensioni
questa non è come il titolo potrebbe lasciar intendere una OS montata sulla gelosia…In realtà è una delle mie FF nella serie “How Many Times” e qui presenta un aggiunta al finale (perfido e squallido va bene?) della 3x05…E il titolo è semplicemente una frase che mi ha fatto sciogliere nella puntata e che naturalmente verrà ripresa nella storia, anche se solo marginalmente.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'How Many Times*'
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Salve a tutti! Premetto che questa non è come il titolo potrebbe lasciar intendere una OS montata sulla gelosia…In realtà è una delle mie FF nella serie “How Many Times” e qui presenta un aggiunta al finale (perfido e squallido va bene?) della 3x05…E il titolo è semplicemente una frase che mi ha fatto sciogliere nella puntata e che naturalmente verrà ripresa nella storia, anche se solo marginalmente.
Un ultima cosa…Questo per me è un periodo fra il depresso e il malinconico, tanto che avevo già in mente una FF su quel genere, ma ho deciso che se già sono triste di mio forse è meglio scrivere una OS allegra! Quindi eccomi qua…Ma non essendo io felice spero di aver reso comunque l’ atmosfera giusta! Buona lettura.
 
 
Giù le mani dal mio socio!
 
 
Erano le otto di mattina. Gli impiegati erano alle loro postazioni, con una tazza di caffè in mano e il mouse nell’ altra; svolgevano lo stesso lavoro di sempre, battevano sulla stessa tastiera di sempre e giravano per i soliti corridoi.
 Al Lightman Group nulla lasciava intendere che quella mattinata fosse diversa dalle altre.
Eppure regnava uno strano silenzio, quasi surreale. Sembrava che per qualche motivo l’ atmosfera si fosse raggelata, e anche se nessuno capiva quale fosse tutti avevano la stessa sensazione.
Quando ci si abitua alla routine capita che anche un piccolo dettaglio fuori posto metta in moto il cervello, avvisandolo che qualcosa non va.
Era forse il fatto che per la prima volta il Dottor Lightman non torreggiava nei corridoi ad aver messo in allarme i dipendenti? O magari la totale assenza del conosciuto ticchettio emesso dai tacchi della Dottoressa Foster?
Nessuno sapeva il perché, ma tutti sapevano che quella mattinata era in qualcosa diversa dalle altre…
 
 
Il Dottor Lightman buttò giù il secondo bicchierino di Scotch. Erano solo le otto di mattina e non beveva mai a quell’ ora. Ma oggi era diverso, non era un giorno come gli altri. Non aveva dormito neanche un’ ora quella notte; per quanto si sforzasse di chiudere gli occhi e scacciare con quel piccolo gesto i tormentati pensieri tutto lo riportava a quella sera.
Anche adesso, malgrado gli sforzi, stava tornando con la mente a quei pochi minuti che avevano significato cosi tanto…
 
La guardò. Anche da ubriaca rimaneva sempre stupenda. L’ abbraccio di pochi istanti prima l’ aveva intontito. Era tanto, troppo tempo che non la sentiva così vicino a se, che non la stringeva così forte. E le aveva chiesto scusa. Cosa gli era saltato in mente? Erano anni che non si scusava con qualcuno...Ma lei non è qualcuno…Lei è Gill!
Adesso lo stava fissando. All’ incontro con gli occhi della donna lo investì un brivido, e gli sembrò di perdersi come tante volte era successo in quei bellissimi occhi blu oltreoceano.
Ora sembrava voler dire qualcosa. Lentamente esordì:
“Non vedo l’ ora che sia domani”
Nonostante l’ evidente ubriachezza a Cal sembrava ancora lucida, in un certo senso…
“Perché? Che succede domani?” domandò lui curioso.
“Divento ogni giorno più bella”.
Si guardarono nuovamente negli occhi, e Cal le sorrise mentre lei si avvicinava per spegnare la luce dell’ elmetto che portava sul capo.
Cal la guardò di nuovo, dritta negli occhi. Stava aspettando. Lei stava aspettando quello che lui attendeva da mesi. Senza pensarci, quasi meccanicamente, come se fosse la cosa più ovvia e giusta da fare si pose in avanti per baciarla.
 All’ inizio gli parve che Gill si stesse ritraendo, ma poi senza smettere di fissarlo si avvicinò, chinando la testa lateralmente. Gli sembrava di essere in un film surreale, mentre tutto accadeva lentamente. Gillian oramai era a pochi centimetri di distanza, e gli aveva avvolto le braccia intorno al collo; poteva sentire su di se il suo respiro affannoso, che lo cullava come una carezza.
Stava per farlo. Finalmente stava per baciarla, per baciare Gill…L’ unica cosa che desiderava con tutta l’ anima era sentire le sue labbra premute contro quelle di lei.
Ma quell’ istinto, quel dannato istinto cavalleresco che tendeva a nascondere saltò fuori un’ altra volta, impedendogli di andare fino in fondo.
In silenzio le accarezzò le guancie con entrambe le mani, proseguendo lungo le braccia e raggiungendo le mani di lei, ancora cinte al suo collo.
Gliele afferrò delicatamente e le premette ancora più forte su di se, per beneficiare di quella inimitabile sensazione che era sentire il suo dolce tocco.
Poi le diede un bacio sulla guancia, si tolse la giacca e gliela porse dicendo:
“Vieni, tesoro, ti accompagno a casa”.
Ma Gill non accennava a muoversi. Restava li ferma a fissarlo.
“Io ti voglio Cal tutto per me Cal, adesso”
“Esatto Gill…Mi vuoi adesso” replicò lui con il cuore che si spezzava in mille pezzi, scheggiandolo ovunque “Io ti voglio in ogni singolo istante della mia vita, e non desidero altro che baciarti. Ma sei ubriaca, non sei te stessa stasera, altrimenti molto probabilmente…Anzi sicuramente non mi avresti mai permesso di avvicinarmi e quasi baciarti. Ti amo tesoro, ma non voglio averti così…E se ti dico queste cose è solo perché domani te le dimenticherai…Altrimenti non avrei mai il coraggio di guardarti negli occhi, darti in mano il mio cuore e vederti restituirmelo”
Cal aveva gli occhi lucidi. Non stava piangendo…Era in uno di quei momenti in cui sai che potresti scoppiare da un momento all’ altro ma qualcosa te lo impedisce.
Gillian lo fissava in silenzio. Poi iniziò a sbadigliare, così Cal la prese in braccio e la caricò in macchina.
Giunti a casa di lei la adagiò sul letto e rimase per qualche istante a contemplarla.
Poi le diede un malinconico bacio sulla guancia esordendo “Notte tesoro”, prima di sparire nella notte
 
 
 
Toc Toc. Il suono della porta lo fece ritornare alla realtà.
Ma non voleva parlare ne vedere nessuno “Fuori dai piedi”.
Nonostante fosse girato di spalle, riesce a sentire distintamente il cigolio della porta. Si volta subito furioso, pronto a sfogarsi su un qualche malcapitato del suo ufficio…Ma le parole gli muoiono in gola: sulla porta, cè un incerta Gill che lo sta fissando.
“Ah sei tu“ dice Cal distogliendo lo sguardo.
“Posso entrare?” domanda l’ altra ansiosa.
“Certo, chiudi la porta”.
Mentre si accomodano sul divano, come hanno già fatto decine di altre volte, Cal nota qualcosa di diverso. Non sa dire esattamente cosa, perché come al solito non riesce a decifrare lo sguardo impenetrabile di Gill, ma qualcosa non gli torna.
Subito lo assale il panico: che si ricordi la sera precendente?
“A-Allora tesoro…Di cosa volevi parlarmi?”
“Di ieri sera” dice guardando da un'altra parte.
Cal non sa che cosa dire, così aspetta che sia lei a prendere la parola.
“Io ecco…Credo di aver bevuto troppo”
“Tu credi?” ridacchia Cal. Lei in risposta gli da una pacca sulla spalla, e si ritrovano quasi abbracciati, Gillian con le ginocchia fra le mani e la testa vicina al braccio di Cal.
“Comunque ecco…Dio quant’ è difficile! Insomma io mi ricordo che sei arrivato tu e abbiamo parlato e ti ho spento la luce nel casco e…” sembrava incapace di proseguire, Cal ascoltava con il cuore a mille “E…E poi non mi ricordo più niente”.
La frase era terminata, ma a Cal pare chiaro che la domanda sia sottointesa.
“Poi ti sei addormentata, così ti ho presa in braccio e riaccompagnata a casa.” Esita per un attimo, poi aggiunge titubante “Non mi sarei mai approfittato di te, tesoro”.
Quella arrossisce violentemente e inizia a balbettare “No..Io…Certo che no, non intendevo questo, so che non avresti mai…Solo che sai non bevo spesso e l’ alcool non ha un buon effetto su di me…”
Si guardano negli occhi, ma qualcosa è cambiato. Entrambi capiscono che hanno definitivamente aperto una porta, quella porta, e che indietro non possono più tornare.
Se prima avevano ancora una chance di preservare quell’ amicizia oramai precaria, ora erano definitivamente andati oltre, trovandosi davanti ad una strada con due uscite, che poteva condurli finalmente alla felicità della loro vita come trascinarli nel baratro più oscuro.
L’ atmosfera era tesa, faceva scintille, ed a aumentare la tensione si aggiungeva quel leggero imbarazzo che aleggiava nell’ aria e innescava il tutto come una micia.
“Ho saputo che mi hai difeso ieri…” scandisce ad un certo punto Cal, che non sopportava più quel silenzio opprimente.
“Come?”
“Si beh…Torres mi ha detto che hai contrattato bene con il simpaticone dell’ FBI perché ci lasciasse in pace -Non le permetterò mai di toccare il mio socio-”.
Gill era imbarazzata, Cal le era grato. “Suppongo di doverti ringraziare...”
“Ringraziare di nuovo Cal” replica lei maliziosa “Tu che mi ringrazi…Dio quando avrei voluto una telecamera! Avrei appiccicato i fotogrammi in camera!” aggiunge gongolante.
“Ma proprio quello dovevi ricordarti! Adesso me lo rinfaccerai in ogni singolo istante della mia vita!”
<< in ogni singolo istante della mia vita>>
<< Io ti voglio in ogni singolo istante della mia vita>>
Per Gillian fu come una sberla in faccia. Improvvisamente le immagini di quella notte le si stampano nella mente una dopo l’ altra, e tutto le è chiaro.
“Gill…Gill ti senti bene?”
Nonostante fossero seduti sul divano Cal la stava sorreggendo, guardandola preoccupata.
“Cos? Ah sisi, tutto bene”
No che non andava tutto bene. Ora non aveva idea di come comportarsi. Non poteva dirgli di ricordarsi tutto…Come diavolo avrebbe fatto? D’ altro canto lui non le avrebbe ripetuto quelle cose ora che era sobria…Glielo aveva garantito la sera precedente! Merda! Che fare allora?
Trae un profondo respiro e poi domanda titubante “Cal…Che ci sta succedendo?”
“Che vuoi dire?”
“Non siamo più…Più gli stessi di prima…Non siamo gli amici di una volta…Che cosa siamo?”
“Sai tesoro…Mi accorgo che litighiamo sempre più spesso, che stiamo diventando iperprotettivi a vicenda…E” sembrava incapace di continuare “…E per quanto mi riguarda non sopporto di vedere altri uomini che ti gironzolano intorno”
I loro cuori battevano a mille. Probabilmente compievano, in due, i battiti che normalmente ne fanno dieci.
“Bhe visto che siamo in vena di sincerità…Non è che Wallosky mi piaccia troppo”
“Wallosky non è la mia…Hai capito”
“Com..? Io credevo che…?”
“Ho preso le distanze…Ecco diciamo che quando hai in testa una persona nessun altra ti interessa”
“Quindi cè una persona che non riesci a levarti dalla testa” Il cuore di Gillian aveva raggiunto le cento pulsazioni al minuto, e quello di Cal le stava alle costole.
“Non ci ho nemmeno provato…La voglio troppo per levarmela dalla testa” le prende la mano “Ti voglio troppo per levarti dalla mia testa, tesoro”.
Prosegue “Se la nostra amicizia sta diventando precaria è solo perché io non lo accetto più, non mi basta più…Ho cercato di ignorare ciò che provavo perché non volevo rovinare tutto…Ma non ci riesco più” quelle che seguono sono le parole più difficili della sua vita “Mi sono innamorato di te, Gillian”.
Lei aveva gli occhi lucidi, e lo fissava…Lo fissava come se lo vedesse veramente per la prima volta.
“Ho mentito” dice con un filo di voce “Me lo ricordavo cosa mi hai detto ieri”
“E perché hai detto di nono ricordartelo?”
Sorride “Volevo sentirti dire che mi amavi…Per poterti dire ti amo anche io”
Questa volta il cuore di Cal salta un battito, mentre Gill pronuncia una frase, quella frase. “Ti amo anch’ io”.
Lentamente, si avvicinano, e senza smettere di guardarsi negli occhi finalmente intrecciano le labbra in qualcosa di magico, che il caso ha voluto si chiamasse bacio.

Lo avevano sempre saputo, infondo. Lo sapevano da mesi. Avevano litigato, discusso, sofferto, si erano protetti a vicenda…E tutto, solo per questo momento.
 
Note dell’ autrice: allora? Che ve ne pare? Sicuramente lo avrete notato…Nella parte centrale oltre alla tensione ho aggiunto un’ atmosfera di imbarazzo…Perché ho pensato che se Cal e Gill si trovassero soli a parlare di quella sera e dei loro sentimenti…Bhe, diciamo che senza imbarazzo per me era troppo surreale!
Spero comunque vi sia piaciuto e vorrete lasciare una recensione :)
Jenny
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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