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Autore: evilangel    23/09/2012    3 recensioni
[Storia di due amici virtuali.]
Parlare in chat era più facile, poteva far finta di essere felice o triste anche quando non lo era. Ma quando Narukami gli chiedeva di venirlo a trovare non sapeva che fare. Diventava irritabile e diceva cose sbagliate, giustificandosi col fatto che non sapesse di che parlare con una persona che abitava lontano.
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'Giorno gentaglia ♥ Ebbene sì, una OtoKami (Otomura e Narukami, il tizioconlecuffierosa della Mary Times Memorial e iltizioconicapelliviola della Royal.)
Quei due insieme mi piacciono un sacco, sono i miei cuffiomani òvò
Spero che la Fic sia carina, perché sono abbastanza felice del risultato -cosarara-.
Scusate se manco da un po' çç Abbiate una buona giornata~
Deb.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[bluesky entra in chat.]
[hello entra in chat.]
 
bluesky: Il tuo nickname fa schifo.
hello: Il tuo è troppo poetico.
bluesky: Non dire cazzate. Cambialo.
hello: No.
 

Chat.

 
 
Se non avesse accettato di perdere tempo con l’altro, quel pomeriggio sarebbe passato al negozio di dischi, e avrebbe comprato quell’album che gli premeva di comprare da mesi.
 
hello: Che stai facendo?
bluesky: Idiota.
hello: Ti voglio bene anch’io.
 
I soldi li aveva, sapeva dove andare a cercare, la voglia di uscire dall'Internet Point era maggiore a qualsiasi altro desiderio terreno. E mentre le persone desideravano un buon lavoro, un futuro, la pace nel mondo, l’amore della loro vita, Otomura poggiava la testa sulla tastiera in modo elegante.
 
bluesky: y67tgggggyhtttt
hello: Oddio.
 
Poi c’erano quelle persone a cui piaceva fantasticare su quello che non poteva essere il loro futuro. Chi sognava di avere una band famosa, chi di essere popolare in improbabili condizioni, chi voleva mangiare tutto senza ingrassare, ed era abbastanza sicuro che saltando gli allenamenti per andarsene a zonzo con quel ragazzo non avrebbe raggiunto nessuno di quei desideri impossibili. Anche se non aveva una band, non voleva essere popolare, e Tsunami gli diceva che se non avesse mangiato di più sarebbe diventato anoressico.
Ma io non sono anoressico.
Fratello, sei troppo magro, assaggia questo.
No, non lo voglio.
Ripensò al fatto che ogni volta che vedeva Narukami beveva sempre cioccolata calda, quasi fosse una specie di rito tutto loro. Che fosse estate, inverno o qualsiasi altro periodo dell’anno, Narukami sembrava non stancarsi mai di bere litri di cioccolata in sua presenza. 
Cosa vuoi?, gli chiedeva, quando arrivava la cameriera.
Una cioccolata.
Due cioccolate, per favore. E detto questo la cameriera sorrideva. Scriveva l’ordine assurdo sul taccuino e si rifugiava dietro al bancone, dove avrebbe potuto domandarsi il perché della bevanda. Questo era quello che s’immaginava, mentre le persone fuori si sentivano sciogliere al sole come statue di cera.
Guardava il ragazzo sedutogli davanti, impegnato nella ricerca di una canzone, anche se sapeva che stava continuando a cliccare sul tasto PLAY. E se era abbastanza vicino, gli scompigliava i capelli e gli faceva cadere le cuffie, schivava lo sguardo azzurro spento e intraprendeva una battaglia col tasto MENU. Cliccandolo così tante volte, forse, sarebbe riuscito in qualche modo magico a far arrivare l’ordine prima che il tutto diventasse imbarazzante.
 
bluesky: t55rfffffkijj
hello: Che stai facendo?
 
Tutto quel pensare a cioccolate e giorni rubati all’allenamento avevano allontanato il contatto troppo ravvicinato con la tastiera del computer dai suoi pensieri più immediati. Rialzò la testa solo per vedere Narukami che si alzava –lo vedeva dalla chioma viola che era spuntata dall’altra parte della stanza- dalla sua postazione per controllare che cosa stesse combinando. Appena lo vide avvicinarsi, poggiò la testa sul tavolo nuovamente.
  «Otomura, non fare lo scemo.»
Il ragazzo osservò la lunga sfilza di lettere incomprensibili che storpiavano la chat. Otomura lo sentì ridere, cercando di passare inosservato, mentre gli sfilava le cuffie dalla testa.
  «Puoi provarle solo quando te lo dico io.» Il fiato sfiorò il legno del tavolo.
  «Se le tieni su troppo ti fanno male.»
  «No.»
  «Te l’avevo detto che sei più simpatico in chat.»
  «E’ stata un’idea idiota.»
  «Quale?»
Quella di venire qui, ovvio.
  «Visto? Non mi rispondi nemmeno.»
Narukami si sedette nella postazione accanto ad Otomura, con le cuffie rosa in mano. Fece un’espressione stile cucciolo abbandonato anche se il turchesino non poteva vederlo.
   «Gakuya.»
Oddio, non chiamarmi per nome.
   «Se fai il bravo ce ne andiamo.»
   «Non trattarmi come si fa con i cani.»
  Fece dondolare un po’ le cuffie da una mano all’altra. «Nella realtà sei più irritabile.»
Otomura allungò una mano e riprese le cuffie,  mentre chiudeva la scheda della chat. «Non è vero.»
Si alzò, e iniziò a frugare nella borsa in cerca del portafogli. E quando Narukami gli chiese se poteva pagare anche per lui, poco sarebbe importato se tutti i clienti dell’Internet Point si sarebbero voltati per osservare la fine dell’essere Narukami.
Muri verde sbiadito e bianco, lunghi tavoli in legno, una ventina di computer. E quella luce obliqua che entrava dalla grande finestra in entrata, che sembrava esporli ai passanti. Guardate, ci sono ancora persone che vanno negli Internet Point. Non siate timorosi ed entrate.
  «Tu mi hai trascinato qui.» Sentiva un sentimento vicino alla rabbia salire in gola, scendere verso le mani e cercare di non strangolare il ragazzo. E quell'inspiegabile demoralizzazione nel non saper intrattenere un discorso che non fosse virtuale. Era davvero così incapace di persona?, da costringere Narukami ad usare una chat solo per dire qualcosa.
  «Oggi mi sembravi scocciato, e non riuscivo a parlarti.»
  «E avevi bisogno di internet per questo?»
Il ragazzo sorrise, come una scusa.
 «Non è che tu mi abbia detto granché, comunque.»
Parlare in chat era più facile, poteva far finta di essere felice o triste anche quando non lo era. Ma quando Narukami gli chiedeva di venirlo a trovare non sapeva che fare. Diventava irritabile e diceva cose sbagliate, giustificandosi col fatto che non sapesse di che parlare con una persona che abitava lontano.
E quando l’altro gli rispondeva che di solito parlavano anche per ore, ritrovava qualche appiglio a cui aggrapparsi per una conversazione, e lo trovava quasi sempre nella musica.
Narukami abbassò lo sguardo un attimo, mentre si alzavano e andavano a pagare.
Appena i loro portafogli si alleggerirono di qualche soldo, uscirono in strada. Il sole da sei del pomeriggio sembrava essere quello delle sette, probabilmente per il cambio di stagione improvviso. Colpiva gli oggetti e allungava le ombre delle persone che camminavano cercando di non scontrarsi nella via che non era una delle più larghe. Faceva quasi caldo, e quando i due iniziarono a camminare, sembrò esserci un po’ di vento.
  «Senti, Otomura, perché non andiamo da qualche parte prima che torni a casa?» Lo guardò di soppiatto con quegli occhi da cucciolo, mentre l’amico metteva su una canzone.
  «Il mio bus passa alle sei e mezza.»
  «Ci vorrà solo un attimo.»
  «Non andiamo a prendere nessuna cioccolata?»
  «No.»
  «Se vuoi parlarmi non chattare. Sono qui.»
Narukami sorrise. «Nemmeno quello.»
Otomura non fece in tempo a comprenderne le intenzioni, Narukami aveva svoltato l’angolo e l’aveva trascinato in un negozio di musica. Un negozio nuovo, piccolo, con le pareti tra il grigio e l’azzurro e il pavimento pulito. La musica pirata o per via multimediale ormai è in voga, ma si accorse di quante poche persone frequentassero quei posti, soprattutto in confronto a prima. O forse era Narukami che era un incompetente e l’aveva portato in un negozio poco visitato. Il ragazzo salutò il commesso dietro al bancone, che dopo un sorriso sparì dalla porta sul retro.
  «Cosa stiamo facendo qui?» S’intrufolò tra gli scaffali, portando le cuffie al collo. Osservò tutti i cd disposti sugli scaffali, tutte le varie copertine e i nomi conosciuti, e un posto vuoto quando andò a cercare il suo oggetto dei desideri. Forse era per quello che era così irritabile quel giorno, perché Narukami l’aveva voluto vedere, al posto di lasciargli cercare con calma quell’album introvabile.
Qualche giorno prima era riuscito a trovarne una copia su internet, in un negozio. E quel giorno sarebbe dovuto andare a ritirarla.
Mentre dava un’occhiata agli scaffali più in basso, sentì Narukami che gli si accostava, passava un cd sotto ai suoi occhi.  
  «Come facevi a saperlo?»
  «Me l’hai detto qualche settimana fa che lo cercavi.»
Si sorprese del fatto che riuscisse a ricordarsi qualcosa del genere, che aveva nominato distrattamente in una delle loro conversazioni virtuali.
Sorrise un po’. «Grazie.»
 
~
[bluesky entra in chat.]
 
bluesky: Grazie ancora per oggi. In fondo è stata una bella giornata, scusa se ero un po’ irritabile. Se abitassi più vicino lo sarei meno, ma forse è meglio così :)
 
[hello entra in chat.]
 
hello: ♥.

 

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Sono fiera. Ho finito C’:
E’ da un po’ che non scrivo OneShot, e sono anche molto inattiva nel Fandom, chiedo perdono çç
Ma volevo scrivere questa NaruMura già da un bel po’ -tipo un mese-, io li adoro quei due insieme, anche se sono crack ♥
Che poi loro abitano lontano èvè
E non importa se le crack sono di moda e questa passa inosservata, amepiace. Asdjaosnad.
Poi oggi pomeriggio cambierò il titolo là sopra con un’immagine più carina, ma ora non ho proprio tempo .3.
Magari controllate più tardi (??).
SHIPPIAMO CON TANTO LOV.
Grazie a tutti quelli che hanno letto, see ya~
 
Deb. /passa tram che la investe.

   
 
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