Libri > 1984
Ricorda la storia  |      
Autore: Lord Larry    07/04/2007    16 recensioni
Se avete letto il capolavoro di George Orwell, 1984, probabilmente siete rimasti piuttosto turbati dal finale, come me. si tratta di un libro che, d’altro canto, è parecchio angosciante nella sua interezza; così ho pensato che forse un finale alternativo lo avrebbe sdrammatizzato un po’… Vi avverto che anche se forse non è ancora demenziale, si tratta di una storia un po’ idiota. Non leggete se non sopportate che accada qualche assurdità. Buona lettura! All'interno un breve riassunto del libro per chi non l'ha letto.
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Se avete letto il capolavoro di George Orwell, 1984, probabilmente siete rimasti piuttosto turbati dal finale, come me. si tratta di un libro che, d’altro canto, è parecchio angosciante nella sua interezza; così ho pensato che forse un finale alternativo lo avrebbe sdrammatizzato un po’…


Vi avverto che anche se forse non è ancora demenziale, si tratta di una storia un po’ idiota. Non leggete se non sopportate che accada qualche assurdità. Buona lettura! P.S. : Il personaggio di Ciccio u' Bombularo è di frisulimite ed è usato col suo permesso.


Qui, per chi non l’ha letto, c’è un breve riassunto del libro tratto da Wikipedia, che dovrebbe comunque rendervi godibile la mia fiction.


In un futuro prossimo (l'anno 1984) la Terra è suddivisa in tre grandi potenze totalitarie perennemente in guerra tra loro: Oceania, Eurasia ed Estasia. In Oceania, la cui capitale è Londra, la società è amministrata secondo i principi del Socing (il socialismo inglese) e governata da un onnipotente partito unico comunista con a capo il Grande Fratello, un personaggio che nessuno ha mai visto e che tiene costantemente sotto controllo la vita di tutti i cittadini (la sua figura somiglia molto a quella di Josif Stalin). I suoi occhi sono le telecamere che spiano la vita di qualunque cittadino e il suo braccio la psicopolizia che interviene in ogni situazione sospetta. Ovunque vi sono grandi manifesti che ritraggono il Grande Fratello e gli slogan del partito: «la guerra è pace», «la libertà è schiavitù», «l'ignoranza è forza». (un altro degli slogan afferma che, se lo dice il Partito, due più due può fare cinque N.d.A.)


Il protagonista del romanzo, Winston Smith, è un membro subalterno del partito, incaricato di censurare i libri e gli articoli dei giornali non in linea con la politica ufficiale. Apparentemente docile, in realtà mal sopporta i condizionamenti del partito. Accanto a lui agiscono altri due personaggi: Julia, della quale Winston è innamorato malgrado il partito vieti il sesso, e O’Brien, un importante funzionario che il protagonista crede amico.


Nonostante il partito imponga la castità (il sesso è permesso al solo scopo di procreare) Winston e Julia diventano amanti e decidono di collaborare con un'organizzazione clandestina di resistenza chiamata "Confraternita" (che si ispira alle teorie espresse nel suo libro da tale Goldstein N.d.A.). Ma una volta confidati con O’Brien si scopre che questi è un membro della psicopolizia, governata dal Minamor (il Ministero dell'Amore, la cui funzione è torturare i dissidenti). Il fine di O'Brien è insegnare a Winston la tecnica del Bipensiero attraverso tre fasi: apprendimento, comprensione, accettazione.


La prima fase consiste nell'infliggere un dolore di intensità sempre crescente al condannato in modo che egli accetti una realtà che non è tale.


 


…Ed è qui che mi ricollego alla storia originale con le mie assurde modifiche. Winston è ora prigioniero ormai da un po’, ed è costantemente torturato da O’Brien. L’inizio è una citazione dal libro; ma non illudetevi, cambierà presto.


 


 


1984: Alternative ending



Winston se ne stava anche allora, come sempre, steso sulla schiena. Ma i suoi legacci erano ora un po’ più lenti. Lo tenevano ancora saldamente assicurato al letto, ma poteva muovere un po’ le ginocchia, poteva volgere la testa di qua e di là e, a partire dal gomito, poteva anche sollevare le braccia. Il quadrante aveva perduto qualcosa del suo aspetto terrificante. Winston avrebbe anche potuto evitare gli spasimi se avesse avuto abbastanza presenza di spirito. Era, infatti, soltanto quando dava prova aperta di stupidità, che O’Brien faceva pressione sulla leva. C’erano anche occasioni in cui per tutt’intera una seduta non si faceva mai uso del quadrante. Winston non poteva ricordarsi bene a quante sedute fosse stato sottoposto. Tutto il procedimento sembrava essersi protratto per un tempo indefinito, ma comunque esteso… probabilmente settimane… e gli intervalli fra una seduta e l’altra potevano essere stati talvolta di qualche giorno, talvolta di qualche ora soltanto.

- Stando steso come sei steso ora. – disse O’Brien. – ti sei chiesto più d’una volta (e spesso l’hai anche chiesto a me) perché il Ministero dell’Amore sprechi tanto tempo e fatica con te. E quand’eri libero ti sei spesso smarrito a chiederti sostanzialmente la stessa cosa. Potevi afferrare il meccanismo della società nella quale vivevi, ma te ne sfuggivano le ragioni segrete. Ricordi d’aver scritto nel tuo diario: "Capisco come: non capisco perché? E appena ti chiedesti "perché" dubitasti prima della tua ragione. Tu hai letto il libro di Goldstein, o almeno una parte di esso. Ti ha forse rivelato qualcosa che tu non sapevi già? –

- L’hai letto, tu? – chiese Winston.

- Io l’ho scritto. Cioè, ho collaborato alla sua redazione. Nessun libro viene scritto da un singolo individuo, come sai benissimo. –

- È vero quel che dice? –

- Per quel che riguarda le descrizioni, sì. Il programma che difende, naturalmente, è tutta una sciocchezza. Quel mettere da parte una serie di conoscenze segrete, quella graduale diffusione di una verità, e da ultimo quella rivolta proletaria e il rovesciamento del Partito… Tu stesso prevedevi benissimo che avrebbe detto quelle cose, no? Bè, sono sciocchezze. I prolet non si ribelleranno mai, nemmeno fra mille anni, nemmeno fra un milione di anni. Non lo possono. Non c’è bisogno che te ne spieghi la ragione: la sai già. Se hai mai accarezzato alcun sogno d’insurrezione violenta, bisogna che lo metta definitivamente da parte. Non c’è nessun modo per rovesciare il Partito. Il dominio del Partito è per sempre (come un diamante N.d.A.). cerca di mettere questo concetto a fondamento di tutti i tuoi pensieri. –

- S’avvicinò al letto. – Per sempre. –


 


Qualche ora prima, nei laboratori dell’antartico…

- Perfetto!- esclamò lo scienziato in camice bianco osservando la coltura di scarabei stercorari nella teca di vetro – Gli esperimenti procedono bene, Dottor Ciccio u’ Bombularo – l’omaccione grasso, calvo e vagamente somigliante a zio Fester accanto a lui fece un sorriso ebete (tanto per cambiare) e soggiunse: - Tutto merito suo, dottor Madman! Lei è un genio! - - Grazie, grazie, Ciccio. Ma è tutta la collettività che contribuisce alla riuscita dell’esperimento. Presto il Partito riuscirà ad eliminare anche il desiderio sessuale e ad affermare il proprio dominio sull’umanità! MWAHAHAAHA! –

Ciccio u’ Bombularo lo fissò ammirato e disse: - Ma che bella risata maniacale, dottore! Me la insegna? – il dottore sorrise soddisfatto e replicò: - Dunque, devi gonfiare bene il petto con tutta l’aria che puoi, dopo di che appoggi in maschera, lavori di diaframma e… MWWWAAHAHAHAHAHAHAAAA! – prese fiato, poi disse: - Avanti prova. – tremante dall’emozione, Ciccio tirò un profondo respiro, in un’atmosfera quasi irreale, e dopo qualche secondo proruppe in un fragoroso: - AHAHAHAHAH! - - Avanti, puoi fare di meglio! - fece il dottor Madman – Riprova. - - MUAHAHAHAH! – fece Ciccio. – No, no, no, no. Diaframma, diaframma. Così: MWWWAHAHAHAHAH!!! - - MWAHAHAEEHAEEAH! – fece Ciccio - MWAHAHAHAHAHA!!! – ribattè Madman - MUAHOHOHOIHOIIIOHO! - - MWAHAHAHAHAHAAAAAH!!!! - - MWUUUAAAHAHAH… -

- Oh, ci si diverte qui! – intervenne un terzo scienziato entrando nella stanza. I due lo fissarono con aria vagamente imbarazzata, poi il dottor Madman tossicchiò e disse: - Emh… eravamo euforici per i successi del Partito, dottor O’Crazy. - - Ma che dice? – lo corresse Ciccio u’ Bombularo – Mi insegnava a fare le risate malvag… OUCH! – un calcio negli stinchi da Madman lo mise a tacere. – abbiamo notato… - riprese Madman - … Che gli scarabei più intelligenti sono anche quelli che provano meno desiderio sessuale. Pensavo di somministrare loro un farmaco per potenziarne l’intelligenza, e vedere i risultati. - - Bene. Vuol farlo subito? – rispose O’Crazy – Oh, no… può occuparsene il dottor u’ Bombularo, mentre noi andiamo a prendere un caffè cancerogeno alla macchinetta. Allora, dottor u’ Bombularo, vuole somministrare due gocce di potenziatore cerebrale a quegli insetti? - - Solo due? - Intervenne l’altro scienziato – Ma sono poche! Ne servono almeno altre due! - - Mmmmhh… in effetti… - fece Madman - E va bene, faccia come ha detto il dottore, Dottor u’ Bombularo. Ma non una goccia di più, potrebbe essere pericoloso. – Ciccio fece le feste come un cagnolino e prese a saltellare per la stanza, mentre i due ne uscivano e si allontanavano per il corridoio.

- Ma dove l’hanno trovato quel perfetto deficiente? – disse O’Crazy rivolto a Madman – È un raccomandato. – rispose quello – Pare sia il marito della figlia del cugino di secondo grado di un collega dell’impiegato delle poste che era vicino di casa del defunto zio del Grande Fratello. Ma sono voci. Ora godiamoci questo caffè. – e così dicendo tirarono fuori i bicchieri di plastica dalla macchinetta nel corridoio e li fissarono con aria schifata. – Beh… - fece Madman – Se il partito dice che è buonissimo, è buonissimo! – i due sorrisero forzatamente e bevvero tutto d’un fiato. Poi vomitarono ciascuno sui vestiti dell’altro.

Nel frattempo il nostro Ciccio stava rovistando tra le boccette sul tavolo alla ricerca del potenziatore cerebrale – Dunque… siero della verità… essenza di dolore… allucinogeni… peste mutante, vaiolo… Coca Cola Light, Caffè Agh… Potenziatore cerebrale per scarabei stercorari! Trovato! – prese la boccettina contenente un liquido verde trasparente e si avvicinò alla teca " Allora…" pensò " Hanno detto due gocce… e poi altre due. Lo slogan del Partito dice che due più due può fare anche cinque. Quindi… -

Se Ciccio avesse avuto un Q.I. sopra il 23, forse avrebbe stappato la bottiglietta e versato solo quattro gocce. Se il suo Q.I. fosse stato sopra il 17, magari si sarebbe limitato a cinque, come diceva il Partito. Caso volle che Ciccio avesse un Q.I. ben al di sotto di questa soglia. Così, aperta la bottiglia, cominciò a versarne il contenuto, canticchiando: - Prima si beve per chi deve pagare, e poi bevono i libertini, poi si beve una volta per chi sta in galera e tre volte per chi è vivo, quattro volte per il Partito e cinque per i defunti, sei volte per le sorelle vane e sette per i soldati nei boschi, otto volte per i fratelli perversi… - e avrebbe continuato a lungo, anche dopo aver raggiunto la ragguardevole cifra di 36 gocce, se, per l’emozione, non gli fosse caduta tutta la bottiglietta nella teca. – Cazzo. – fece un po’ deluso, osservando il liquido che si spandeva e gli scarabei che bevevano avidamente – E beh… E per il Grande Fratello bevono tutti senza freni! –

In quel momento entrò il dottor Madman, con una faccia stravolta e una strana macchia verde-gialla sul camice – Buonissimo… buonissimo quel caffè… semplicemente squisito… - farfugliò, portandosi poi una mano davanti alla bocca per trattenere un conato. – Problemi, dottor Madman? – fece Ciccio ingenuamente – NO! – rispose quegli con aria irritata – NESSUN PROBLEMA! NON ESISTONO I PROBLEMI! E IO NON HO IL CANCRO PER VIA DI TUTTI I CAFFÈ COME QUESTO CHE HO BEVUTO, CHIARO?! – e così facendo si portò nuovamente la mano alla bocca. – Piuttosto… hai messo quattro gocce, vero? Quanto era buono, quel caffè, però! - - Emh… sìiii… certamente. Proprio quattro. Solo quattro. - - Bene… proprio un buon lavoro. Buono quasi come quel caffè di prima. Ma… un momento! Dove sono gli scarabei?! –

Ciccio, che aveva distolto temporaneamente lo sguardo dalla teca, tornando a guardarla si avvide che effettivamente essa era ora vuota, eccezion fatta per la bottiglietta priva del contenuto. – Ciccio… - fece Madman con aria terrorizzata – Quante gocce hai messo? – il sosia di Fester intrecciò le dita e rispose: - Emh… forse qualcuna in più. Ma poche. – Madman si sforzò di mantenere la calma: - Ciccio, lo sai che ora quegli scarabei sono probabilmente più intelligenti di te? - - Onestamente credo lo fossero anche prima. – rispose lui. - Ciccio, ora sono più intelligenti anche di me, anche di ogni essere sulla Terra. Probabilmente potranno prendere il controllo del pianeta in poche ore e farci tutti schiavi. Non sei preoccupato neanche un po’? – fece il dottore con voce tremante e un tic all’occhio. Ciccio parve rifletterci un attimo su, poi disse. – In effetti una cosa che mi assilla c’è. Se avevamo un’arma simile, perché non l’abbiamo usata noi? - - IO TI UCCIDO!!!- disse il dottor Madman mettendo le mani al collo di Ciccio, ironia della sorte, proprio l’unica volta in cui aveva fatto una domanda intelligente. Comunque non ebbe il tempo di realizzare i suoi comprensibilissimi intenti omicidi, poiché in quel momento il terreno sotto di loro si aprì in due ne emerse una sorta di carro armato a sei zampe sormontato da un altoparlante, da cui venne una voce:

- ATTENZIONE, UMANI! NOI SCARABEI STERCORARI ABBIAMO RIPRODOTTO IL POTENZIATORE CEREBRALE E ORA LO STIAMO DIFFONDENDO A TUTTI I NOSTRI SIMILI! NOI, LA NUOVA SPECIE DOMINANTE, SFERRIAMO OGGI IL NOSTRO ATTACCO ALL’UMANITÀ! –

Poi l’altoparlante si riposizionò in direzione di Ciccio u’ Bombularo e riprese.

- TU, CICCIO U’ BOMBULARO, IN QUANTO LIBERATORE DELLA RAZZA STERCORARIA, SARAI DA NOI RISPARMIATO E TRATTATO CON OGNI ONORE. CHE L’ATTACCO COMINCI! –


Qualche ora dopo, al Ministero dell’Amore…


- Hai capito Winston? Nessun umano può sconfiggere il partito! Esso durerà per SEMPRE! –

- No, non ci riuscirete! Qualcosa vi sconfiggerà! –

- Seeeee… voglio proprio vedere. Quando siete messi alle strette cominciate tutti a sparare cazzate. –

- Ma esiste qualcosa! Qualcosa di bello, nobile, generoso, qualche principio superiore a me e a voi, che vi sconfiggerà! –

O’Brien sbuffò e fece scattare la leva un paio di volte, così, per divertimento. Poi disse:

- Senti, ora basta con le cazzate. Eravamo rimasti che due più due fa cinque, no? –

- Veramente no. –

O’Brien fece scattare la leva

- Dicevi? -

- Ovviamente sì. Ma ricorda che c’è un principio… -

- EMMOBBASTAVERAMENTEPERÒ! E c’hai cacato proprio, cazzo di menagramo! – E così dicendo diede una vigorosa toccata. Alla leva, ovviamente. Ma fu in quel momento che qualcosa accadde.

Il principio superiore era arrivato. Sottoforma di un grosso carro armato a sei zampe che spaccò il pavimento.

- ATTENZIONE, UMANI! NOI SCARABEI STERCORARI ABBIAMO RIPRODOTTO IL POTENZIATORE CEREBRALE E ORA LO STIAMO DIFFONDENDO A TUTTI I NOSTRI SIMILI! NOI, LA NUOVA SPECIE DOMINANTE, SFERRIAMO OGGI IL NOSTRO ATTACCO ALL’UMANITÀ! –

- N-no… Non è possibile! – esclamò O’Brien – Ma io lo sapevo che eri pericoloso, Winston! Tu sei potente, maledetto Iettatore! Possa tu rinascere scarabeo stercorario! –

- QUALCOSA CONTRO GLI STERCORARI? – domandò l’altoparlante del carro armato.

Winston, dal canto suo, non ascoltava più, preso com’era da un attacco di riso convulso.

- E TU CHE CAZZO TI RIDI? –

- È arrivato il principio superiore! –

L’altoparlante si girò verso O’Brien

- MA CHE SI RIDE? È SCEMO O CHE ALTRO? –

- Che altro. – rispose pacatamente O’Brien

- VABBÈ. RAGAZZI, MANGIAMOCELI TUTTI E DUE. TANTO SONO UNO PIÙ PEZZO DI MERDA DELL’ALTRO. –

Winston rise. O’Brien lo mandò sottovoce a fanculo. Gli scarabei si leccarono le antenne. E quel giorno il Grande Fratello finì.


Bel finale vero? Invece no! Perché, alcuni anni più tardi…



Wilson se ne stava anche allora, come sempre, steso sulle elitre. Ma la colla era ora un po’ più fluida. Lo teneva ancora saldamente assicurato alla carta moschicida, ma poteva muovere un po’ le zampette, poteva volgere gli occhi composti di qua e di là e, a partire dal tarso, poteva anche sollevare i cuscinetti appiccicosi sotto le zampe. Il quadrante aveva perduto qualcosa del suo aspetto terrificante. Wilson avrebbe anche potuto evitare gli spasimi se avesse avuto abbastanza presenza di spirito. Era, infatti, soltanto quando dava prova aperta di stupidità, che O’Beatle faceva pressione sulla leva. C’erano anche occasioni in cui per tutt’intera una seduta non si faceva mai uso del quadrante. Wilson non poteva ricordarsi bene a quante sedute fosse stato sottoposto. Tutto il procedimento sembrava essersi protratto per un tempo indefinito, ma comunque esteso… probabilmente ore, o addirittura giorni. Quasi una vita intera… e gli intervalli fra una seduta e l’altra potevano essere stati talvolta di qualche minuto, talvolta di qualche secondo soltanto.

- Stando steso come sei steso ora. – disse O’Beatle. – ti sei chiesto più d’una volta (e spesso l’hai anche chiesto a me) perché il Ministero del Ferormone sprechi tanto tempo e fatica con te. E quand’eri libero ti sei spesso smarrito a chiederti sostanzialmente la stessa cosa. Potevi afferrare il meccanismo della società di insetti nella quale vivevi, ma te ne sfuggivano le ragioni segrete. Ricordi d’aver scritto nel tuo diario: "Capisco come: non capisco perché? E appena ti chiedesti "perché" dubitasti prima della tua ragione. Tu hai letto il libro di Blattstein, o almeno una parte di esso. Ti ha forse rivelato qualcosa che tu non sapevi già? –

- L’hai letto, tu? – chiese Wilson.

- Io l’ho scritto. Cioè, ho collaborato alla sua redazione. Nessun libro viene scritto da un singolo insetto, come sai benissimo. –

- È vero quel che dice? –

- Per quel che riguarda le descrizioni, sì. Il programma che difende, naturalmente, è tutta una sciocchezza. Quel mettere da parte una serie di conoscenze segrete, quella graduale diffusione di una verità, e da ultimo quella rivolta larvale e il rovesciamento del Partito… Tu stesso prevedevi benissimo che avrebbe detto quelle cose, no? Bè, sono sciocchezze. I bruchi non si ribelleranno mai, nemmeno fra mille anni, nemmeno fra un milione di anni. Non lo possono. Non c’è bisogno che te ne spieghi la ragione: non hanno manco le ali o le zampe, con quei loro cortissimi e inutili pseudopodi… - Così dicendo, O’Beatle si strinse le zampe al torace e comincio a mimare il bruco – Guarda, sono un bruco! Non ho manco le zampe ma mi ribello perché non voglio mangiare la merda! Gnegnegne! – Ciò detto, smise la vocina stridula e si sforzò di apparire serio, di fronte agli occhi perplessi di Wilson – Eheheh… ma te l’immagini? Certo che sono troppo comico! Ridi, Wilson! - - Ma non fa ridere! E poi noi scarabei non possiamo ridere! – protestò Wilson - Ho detto ridi! Il Partito dice che puoi, quindi ridi e applaudi come un demente! Oppure… - e così dicendo accarezzò minacciosamente la leva – AHAHAHAHAHAH! Clap clap clap. - - Visto che potevi? Ora torniamo alle cose serie. Dunque, dicevo che se hai mai accarezzato alcun sogno d’insurrezione violenta, bisogna che lo metta definitivamente da parte. Che mai ti puoi aspettare da dei tizi che quando strisciano sembra che misurino il terreno? Non c’è nessun modo per rovesciare la Grande Blatta. Il dominio del Partito è per sempre (come una palla di sterco N.d.A.). cerca di mettere questo concetto a fondamento di tutti i tuoi pensieri. –

S’avvicinò alla carta moschicida. – Per sempre. –


Qualche stanza più in là…


- Ragazzi… - disse Ciccio u’ Bombularo al cameriere scarabeo ai suoi piedi – Questa cremina marrone che mi date da mangiare è… squisita, davvero. Ma a volte, sapete, viene voglia di qualcosa di diverso. Sì, lo so che deriva ogni giorno da animali diversi, tuttavia… non mi soddisfa appieno, ecco. –

Il cameriere fece ruotare le antennine in un gesto dal duplice significato. Da un lato somigliava a una bracciata, dall’altro voleva dire, in neolingua stercoraria, "Se non volevi mangiare merda di vacca potevi anche evitare di trasformare gli stercorari nella razza dominante! E comunque si mangia tutto con gusto, quando lo si può innaffiare con lo squisito caffè della macchinetta nel corridoio."

Ormai avvezzo all’essenzialità della lingua stercoraria, Ciccio decise di seguire il consiglio (anche se non aveva ben compreso la definizione "merda di vacca"), e si diresse quindi alla celebre macchinetta cancerogena, che un tempo si era trovata nella base dell’antartico ed era stata conservata come monumento. Inserì la moneta, digitò un tasto, che emise un piacevole bip, ed estrasse il bicchiere di caffè. Vi guardò dentro con aria schifata, poi disse – Beh… se il Partito dice che è buono, è buono. –

Lo bevve tutto d’un sorso. Poi, come prevedibile, si vomitò sulle scarpe " Era meglio la cremina marrone. Questa è una cacca al confronto!" pensò fra se. Poi però si corresse "Ma no! il Partito dice che è buonissimo! Quasi quasi ne prendo un altro!" pigiò nuovamente il tasto, che rimandò il suo piacevole bip. " però, che bel suono!" pensò Ciccio, e pigiò di nuovo. "Che figata!" bip! Bip!BIP!

Improvvisatosi compositore, Ciccio si lasciò trasportare per un po’ dall’armonia di quelle note, poi, a malincuore, decise di cominciare a bere gli innumerevoli caffè che la macchinetta stava sfornando "No… non potrò mai berli tutti! Non ce la farò! Accidenti, se solo qualcuno mi mettesse in salvo!"

In quel momento il soffitto fu sfondato da un raggio laser con una fragorosa esplosione; e Ciccio, ripresosi dallo stupore, poté vedere un’ombra proiettarsi sulle pareti, e una passerella protendersi all’interno dello squarcio. Sulla passerella apparve un orrido essere gelatinoso, con un numero imprecisato di occhi, e avvolto in un grumo di bava verdastra. L’essere si avvicinò minaccioso a Ciccio e farfugliò:

- Mussfragts%ve&ì*è+àù1"2ofhsdjjfi!! (trad: noi, il nobile popolo dei Bavosoidi Schifoserrimi, siamo giunti sin qui da oltre gli oscuri confini dell’universo, ansiosi di placare la nostra infinita sete di conquista! Sei tu l’umano che ha usato il nostro segreto codice, composto di una sequenza di bip, per richiamarci qui?) -

Ciccio inarcò un sopracciglio, poi disse: - Eh? –

- Prc ptt6"nona)( !!! (trad: acciderbolinapiripiccola! Col tuo discorso hai dimostrato senza ombra di dubbio e con infallibili argomentazioni che sei tu quell’uomo, e che questo pianeta è ideale per essere colonizzato da noi, i Bavosoidi Schifoserrimi! Sarai per questo risparmiato, e trattato con ogni onore!) –

- Ah. – fece Ciccio, fingendo abilmente di aver capito.


Torniamo a Wilson e a O’Beatle:

Qualche ora dopo, al Ministero dell’Amore…


- Hai capito Wilson? Nessun insetto può sconfiggere il partito! Esso durerà per SEMPRE! –

- No, non ci riuscirete! Qualcosa vi sconfiggerà! –

- Seeeee… voglio proprio vedere. Quando siete messi alle strette cominciate tutti a sparare cazzate. –

- Ma esiste qualcosa! Qualcosa di bello, nobile, generoso, qualche principio superiore a me e a voi, che vi sconfiggerà! –

O’Beatle sbuffò e fece scattare la leva un paio di volte, così, per divertimento. Poi disse:

- Senti, ora basta con le cazzate. Eravamo rimasti che due più due fa cinque, no? –

- Veramente no. –

O’Beatle fece scattare la leva

- Dicevi? -

- Ovviamente sì. Ma ricorda che c’è un principio… -

- EMMOBBASTAVERAMENTEPERÒ! E c’hai cacato proprio, cazzo di menagramo! – E così dicendo diede una vigorosa toccata. Alla leva, ovviamente. Ma fu in quel momento che qualcosa accadde.

Il principio superiore, bello, nobile e generoso era arrivato. Sottoforma di alieno bavoso armato che faceva esplodere la porta.

- Ferm*-tuttf65gldinatr+$oia!!! (trad: mani… cioè, zampe in alto, infimi terrestri! Avete davanti il grande Gldf"1uhj&&gjjv, del pianeta Hhifgjgjjk, patria dei Bavosoidi Schifoserrimi! Con questo atto noi vi dichiariamo guerra e ci impossessiamo del vostro pianeta! MWHAHAHAHA!)

Ciccio u’ Bombularo fece timidamente capolino da dietro l’alieno e fece: - Oh… (trad: Ma che bella risata maniacale! Me l’insegna?) –

L’alieno gorgogliò soddisfatto poi disse: - Jsdfjs**hgfl632(lfj…(trad: Dunque, devi gonfiare bene le fossette respiratorie con più bava che puoi, dopo di che appoggi in maschera, lavori di diaframma e… MWWWAAHAHAHAHAHAHA!)

- Scusate… - intervenne O’Beatle – Non vorrei disturbare, ma qui noi si stava facendo un lavaggio del cervello… -

Wilson scoppiò a ridere, tanto il Partito aveva detto che poteva. L’alieno per tutta risposta li fucilò tutti e due. Poi chiamò i suoi simili e conquistarono il pianeta. E la Grande Blatta finì.


Splendido finale anche questo. Se fosse il finale. Perché alcuni anni galattici standard più in là…


(N.d.A.: per comodità, il linguaggio alieno, eccetto alcuni termini intraducibili, sarà da me tradotto in tempo reale. Non ringraziatemi.)

Jfkeo7]owmdj se ne stava anche allora, come sempre, tutto raggrumato sul brupl. Ma i suoi costrittori energetici erano ora un po’ più lenti. Lo tenevano ancora saldamente assicurato al brupl, ma poteva muovere un po’ i tentacoli, poteva volgere gli innumerevoli occhi di qua e di là e, a partire dal fradz, poteva anche sollevare l’organo copulatore. Il quadrante olografico aveva perduto qualcosa del suo aspetto terrificante. Jfkeo7]owmdj avrebbe anche potuto evitare gli spasimi se avesse avuto abbastanza presenza di spirito. Era, infatti, soltanto quando dava prova aperta di stupidità, che O’Tblf%dgi98oiso faceva pressione sulla leva. C’erano anche occasioni in cui per tutt’intera una seduta non si faceva mai uso del quadrante. Jfkeo7]owmdj non poteva ricordarsi bene a quante sedute fosse stato sottoposto. Tutto il procedimento sembrava essersi protratto per un tempo indefinito, ma comunque esteso… probabilmente protli… e gli intervalli fra una seduta e l’altra potevano essere stati talvolta di qualche scergd, talvolta di qualche muttro soltanto.

- Stando raggrumato come sei ora. – disse Tblf%dgi98oiso. – ti sei chiesto più d’una volta (e spesso l’hai anche chiesto a me) perché il Ministero dell’Agl@#fsd§fe sprechi tanto tempo e fatica con te. E quand’eri libero ti sei spesso smarrito a chiederti sostanzialmente la stessa cosa. Potevi afferrare il meccanismo della società nella quale vivevi, ma te ne sfuggivano le ragioni segrete. Ricordi d’aver scritto nel tuo diario: "Capisco come: non capisco perché?" E appena ti chiedesti "perché" dubitasti prima della tua ragione. Tu hai letto il libro di Tyobacldi?ifj=gk, o almeno una parte di esso. Ti ha forse rivelato qualcosa che tu non sapevi già? –

- L’hai letto, tu? – chiese Jfkeo7]owmdj.

- Io l’ho scritto. Cioè, ho collaborato alla sua redazione. Nessun libro viene scritto da un singolo alieno, come sai benissimo. –

- È vero quel che dice? –

- Per quel che riguarda le descrizioni, sì. Il programma che difende, naturalmente, è tutta una sciocchezza. Quel mettere da parte una serie di conoscenze segrete, quella graduale diffusione di una verità, e da ultimo quella rivolta klipsonmfhr^jfina e il rovesciamento del Partito… Tu stesso prevedevi benissimo che avrebbe detto quelle cose, no? Bè, sono sciocchezze. I Klips non si ribelleranno mai, nemmeno fra mille anni intergalattici standard, nemmeno fra un milione di anni intergalattici standard. Non lo possono. Non c’è bisogno che te ne spieghi la ragione: la sai già; anche se i lettori non sanno manco che sono, i Klips. Se hai mai accarezzato alcun sogno d’insurrezione violenta, bisogna che lo metta definitivamente da parte. Non c’è nessun modo per rovesciare il Grande Kjuhijfg77sdf65888NF87)(]]hgord. Il dominio del Partito è per sempre (come un brugillio granulare stroboscopico N.d.A.). cerca di mettere questo concetto a fondamento di tutti i tuoi pensieri. –

S’avvicinò al brupl. – Per sempre. –


Forse potrete immaginare che accadde alle magiche parole "Per sempre", ma io ve lo dico lo stesso.


Il buon vecchio Ciccio u’ Bombularo era attualmente l’attrazione principale del Grande Museo delle Civiltà Perdute o Accidentalmente Distrutte che il Partito aveva recentemente messo su. Altri interessanti cimeli erano le mutande del Grande Fratello, il letto delle torture del Ministero dell’Amore, la macchinetta del caffè della base antartica. Nella sua nuova condizione Ciccio non stava poi così male, in fondo. In pratica svolgeva le funzioni di custode del museo, e ogni tanto, fra una spolverata alle mutande del Grande Fratello e un caffè alla macchinetta (buonissimo secondo il Partito, e quindi buonissimo in generale), firmava un autografo alle comitive di piccoli alieni allo stato pupale in visita.

Eppure, a Ciccio pareva che in quella sua vita così piacevole e ricca di soddisfazioni mancasse un qualcosa di indefinibile. Ma tutto ciò stava per cambiare.

Quella sera, il nostro uomo era intento a contemplare un antichissimo affresco rappresentante un curioso cerchio arzigogolato, e si domandava insistentemente dove cominciasse quel cerchio. Mentre era immerso in tali pensieri, avvicinò il bicchiere di bollente caffè cancerogeno che aveva in mano alla bocca, e ne prese un sorso. Ora, la temperatura del caffè in questione era intorno ai 1200 Kelvin, per massimizzarne gli effetti tumorigeni. Non ci stupiremo, dunque, se il nostro si lasciò cadere il caffè di mano e lanciò un urlo raccapricciante. Il caffè, sfortunatamente, gli cadde sulla gamba, ustionandola gravemente, e Ciccio se la prese fra le mani prendendo a saltellare su un piede solo di fronte all’affresco, gridando cose tipo: - AAHHHOOOHIIIOJHHGFGUJKPPOOOOUIUUUHII!!!! – dopo alcuni secondi di saltelli dementi, Ciccio si arrestò, notando che il curioso affresco davanti a lui si stava illuminando di una luce sinistra. Poco dopo una grande luce illuminò la stanza, tanto che Ciccio fu costretto a chiudere gli occhi; poi, quando li riaprì, fissò nuovamente l’affresco, e vide…

Niente!

- Fiuuuu… - fece Ciccio – Mi aspettavo qualche disastro. Invece non c’è nessuno. –

- E noi saremmo nessuno? –

Ciccio chinò la testa verso la vocina stridula che aveva interrotto il suo pensare ad alta voce, e vi vide degli strani ometti con la barba rosso fuoco e i vestiti verdi.

- M-ma voi chi siete? –

- Non far finta di non saperlo! – fece uno degli ometti - Sei tu che hai aperto il magico portale dietro il quale noi Leprecauni eravamo stati rinchiusi millenni fa dal Mago Gigione, ripetendo l’antica danza e invocando l’antichissima formula magica! –

- Ah… -

- Tu ci hai liberato dal maleficio, umano, e sei evidentemente la reincarnazione del grande sovrano dei leprecauni Fester I. Per questo sarai da noi risparmiato e trattato con tutti gli onori, dopo che avremo riconquistato il mondo in superficie. Qualche domanda? –

Ciccio ci pensò un attimo, poi fece:

- È vera la storia della L ? –

- Ma che dici? –

- Ma sì, che quelli bassi compensano con … -

- Sì, è vera. Compensiamo con il cervello. –

- Oh. Pensavo, sai… -

- Ora partiremo alla conquista del mondo! MWAHAHAHAHA! –

- Ma che bella risata maniacale! Me l’insegni? –

- Dunque, devi gonfiare bene il petto con tutta l’aria che puoi, dopo di che appoggi in maschera, lavori di diaframma e… MWWWAAHAHAHAHAHAHAAAA! –

- Bene. Prima o poi imparerò. –


Più in la, al Ministero dell’ Agl@#fsd§fe …


- Hai capito Jfkeo7]owmdj? Nessun alieno può sconfiggere il partito! Esso durerà per SEMPRE! –

- No, non ci riuscirete! Qualcosa vi sconfiggerà! –

- Seeeee… voglio proprio vedere. Quando siete messi alle strette cominciate tutti a sparare cazzate. –

- Ma esiste qualcosa! Qualcosa di bello, nobile, generoso, qualche principio superiore a me e a voi, che vi sconfiggerà! –

O’Tblf%dgi98oiso sbuffò e fece scattare la leva un paio di volte, così, per divertimento. Poi disse:

- Senti, ora basta con le cazzate. Eravamo rimasti che due più due fa cinque, no? –

- Veramente no. –

O’Tblf%dgi98oiso fece scattare la leva

- Dicevi? -

- Ovviamente sì. Ma ricorda che c’è un principio… -

- EMMOBBASTAVERAMENTEPERÒ! E c’hai cacato proprio, cazzo di menagramo! – E così dicendo diede una vigorosa toccata all’organo copulatore.

Quando qualcosa accadde. Il Principio superiore era arrivato: sottoforma di bassi ometti fuori moda con la barba da capra.

- Fermi tutti! – fece uno di loro – Questo è il ritorno del Piccolo Popolo! –

- Ma chi sono questi cosi?! – disse O’Tblf%dgi98oiso

- Il principio superiore! – disse il prigioniero ridacchiando ed emettendo bava da tutti i pori

- Ma che dici!? Sono creature disgustose! –

- Sarai bello tu! – intervenne il leprecauno – ora vi sconfiggeremo con la sempre efficace formula magica, Sim Sala Bim! –

- AAAAARGGHHH! – fece O’Tblf%dgi98oiso stramazzando a terra, mentre Jfkeo7]owmdj rideva come un cestrillo di blipio.

- E tu che cazzo ti ridi? ABRACADABRA! –

- OOOOORGGGGHHHHH!!! – è l’alieno schiattò

- E il meglio deve ancora arrivare!! SALACADULA! MAGICABULA! BIDIBIBOBIDIBÙ! Fa la magia tutto quel che vuoi tu, bibidibobidibù! –

Migliaia di urli di alieni riempirono la città, mentre il leprecauno canticchiava:

- Alakazam! Ocheti pocheti ocheti wa, abracabracabracà, se ciascuno morirà, il posto a tutti si troverà! Igitus igitus igitusdù, Prestidigitorium! –

E quella sera il Grande Kjuhijfg77sdf65888NF87)(]]hgord finì.


FINE


 


 


 


 


 


INVECE NO! VI PIGLIAVO PER IL CULO!

Perché, pochi cicli lunari dopo…


 


Brufolo se ne stava anche allora, come sempre, steso sulla schiena. Ma i suoi legacci erano ora un po’ più lenti. Lo tenevano ancora saldamente assicurato al letto, ma poteva muovere un po’ le ginocchia, poteva volgere la testa di qua e di là e, a partire dal gomito, poteva anche sollevare le braccia. Il quadrante aveva perduto qualcosa del suo aspetto terrificante. Brufolo avrebbe anche potuto evitare gli spasimi se avesse avuto abbastanza presenza di spirito. Era, infatti, soltanto quando dava prova aperta di stupidità, che O’Brontolo faceva pressione sulla leva. C’erano anche occasioni in cui per tutt’intera una seduta non si faceva mai uso del quadrante. Brufolo non poteva ricordarsi bene a quante sedute fosse stato sottoposto. Tutto il procedimento sembrava essersi protratto per un tempo indefinito, ma comunque esteso… probabilmente secoli… e gli intervalli fra una seduta e l’altra potevano essere stati talvolta di qualche lustro, talvolta di qualche anno soltanto.

- Stando steso come sei steso ora. – disse O’Brontolo. – ti sei chiesto più d’una volta (e spesso l’hai anche chiesto a me) perché il Ministero dell’Amore sprechi tanto tempo e fatica con te. E quand’eri libero ti sei spesso smarrito a chiederti sostanzialmente la stessa cosa. Potevi afferrare il meccanismo della società nella quale vivevi, ma te ne sfuggivano le ragioni segrete. Ricordi d’aver scritto nel tuo diario: "Capisco come: non capisco perché? E appena ti chiedesti "perché" dubitasti prima della tua ragione. Tu hai letto il libro di Dotto, o almeno una parte di esso. Ti ha forse rivelato qualcosa che tu non sapevi già? –

- L’hai letto, tu? – chiese Brufolo.

- Io l’ho scritto. Cioè, ho collaborato alla sua redazione. Nessun libro viene scritto da un singolo individuo, come sai benissimo. –

- È vero quel che dice? –

- Per quel che riguarda le descrizioni, sì. Il programma che difende, naturalmente, è tutta una sciocchezza. Quel mettere da parte una serie di conoscenze segrete, quella graduale diffusione di una verità, e da ultimo quella rivolta dei goblin e il rovesciamento del Partito… Tu stesso prevedevi benissimo che avrebbe detto quelle cose, no? Bè, sono sciocchezze. I goblin non si ribelleranno mai, nemmeno fra mille anni, nemmeno fra un milione di anni. Non lo possono. Non c’è bisogno che te ne spieghi la ragione: la sai già. Se hai mai accarezzato alcun sogno d’insurrezione violenta, bisogna che lo metta definitivamente da parte. Non c’è nessun modo per rovesciare il Gran Leprecauno. Il dominio del Partito è per sempre (come una pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno N.d.A.). cerca di mettere questo concetto a fondamento di tutti i tuoi pensieri. –

- S’avvicinò al letto. – Per sempre. –


Nel frattempo, in un limbo senza tempo ove è custodito tutto il sapere dell’universo…

Ciccio u’ Bombularo, come tutte le reincarnazioni degli antichi re dei Leprecauni, era stato investito di un compito che necessitava di astuzia, intelligenza e senso di responsabilità: fare la guardia alla Sala del Destino. In questa sala erano custoditi due antichi e preziosi manufatti: uno era la celebre Macchinetta del Caffè Cancerogeno, l’altra era l’antico Libro del Destino. Questo manufatto, creato dal grande Iluvatar prima di ogni tempo, custodiva lo sconfinato potere capace di modificare ciò che è stato, ciò che è e ciò che sarà. Niuno aveva mai osato toccarlo, e interferire così con le trame del tempo. Fino ad allora…

Ciccio u’ bombularo era ormai custode della Sala da tempo immemorabile (almeno una settimana), ed è comprensibile che a quel punto si annoiasse parecchio.

Così passava le sue giornate a passeggiare per gli ampi colonnati della sala, e ogni tanto sfogliava curiosamente le pagine del Libro sorseggiando uno squisito Caffè della Macchinetta. Quella sera si stava giusto facendo quattro risate leggendo di un tale Mastella che sarebbe vissuto una quindicina d’anni dopo, quando fu preso dal desiderio di leggere qualcosa che lo riguardasse personalmente. Tornò quindi indietro di alcuni anni e lesse la parte in cui lui esagerava un peluzzo nella dose di potenziatore cerebrale da dare agli scarabei. Mentre faceva questo, prese l’ennesimo sorso dell’ennesimo caffè, pensando fra sé e sé : " È buonissimo, mai assaggiato niente di più buono, davvero squisito…". Fu interrotto dal curioso sentore di un gorgoglio allo stomaco. "Non può essere un problema, il partito dice che i problemi non esistono, e che il caffè della macchinetta è incredibilmente salutare!" Probabilmente Ciccio cambiò idea dopo che un considerevole conato di vomito fuoriuscì dalla sua bocca, andando a imbrattare la pagina del Libro del Destino.

- Oh cazzo. – considerò saggiamente Ciccio, osservando le scritte che svanivano, e il destino del mondo che prendeva un’altra piega.



Winston se ne stava anche allora, come sempre, steso sulla schiena. Ma i suoi legacci erano ora un po’ più lenti. Lo tenevano ancora saldamente assicurato al letto, ma poteva muovere un po’ le ginocchia, poteva volgere la testa di qua e di là e, a partire dal gomito, poteva anche sollevare le braccia. Il quadrante aveva perduto qualcosa del suo aspetto terrificante. Winston avrebbe anche potuto evitare gli spasimi se avesse avuto abbastanza presenza di spirito. Era, infatti, soltanto quando dava prova aperta di stupidità, che O’Brien faceva pressione sulla leva. C’erano anche occasioni in cui per tutt’intera una seduta non si faceva mai uso del quadrante. Winston non poteva ricordarsi bene a quante sedute fosse stato sottoposto. Tutto il procedimento sembrava essersi protratto per un tempo indefinito, ma comunque esteso… probabilmente settimane… e gli intervalli fra una seduta e l’altra potevano essere stati talvolta di qualche giorno, talvolta di qualche ora soltanto.

- Mi sembri distratto, Winston. – disse o’Brien – Non va affatto bene. –

- No, è che, onestamente… beh, il fatto è che ho un deja-vu. –

- Sciocchezze, non esistono i deja-vu, il Partito dice che non esistono. Comunque, stando steso come sei steso ora. – disse O’Brien. – ti sei chiesto più d’una volta (e spesso l’hai anche chiesto a me) perché il Ministero dell’Amore sprechi tanto tempo e fatica con te. E quand’eri libero ti sei spesso smarrito a chiederti sostanzialmente la stessa cosa. Potevi afferrare il meccanismo della società nella quale vivevi, ma te ne sfuggivano le ragioni segrete. Ricordi d’aver scritto nel tuo diario: "Capisco come: non capisco perché? E appena ti chiedesti "perché" dubitasti prima della tua ragione. Tu hai letto il libro di Goldstein, o almeno una parte di esso. Ti ha forse rivelato qualcosa che tu non sapevi già? –

- L’hai letto, tu? – chiese Winston.

- Io l’ho scritto. Cioè, ho collaborato alla sua redazione. Nessun libro viene scritto da un singolo individuo, come sai benissimo. –

- È vero quel che dice? –

- Per quel che riguarda le descrizioni, sì. Il programma che difende, naturalmente, è tutta una sciocchezza. Quel mettere da parte una serie di conoscenze segrete, quella graduale diffusione di una verità, e da ultimo quella rivolta proletaria e il rovesciamento del Partito… Tu stesso prevedevi benissimo che avrebbe detto quelle cose, no? Bè, sono sciocchezze. I prolet non si ribelleranno mai, nemmeno fra mille anni, nemmeno fra un milione di anni. Non lo possono. Non c’è bisogno che te ne spieghi la ragione: la sai già. Se hai mai accarezzato alcun sogno d’insurrezione violenta, bisogna che lo metta definitivamente da parte. Non c’è nessun modo per rovesciare il Partito. Il dominio del Partito è per sempre (come un diamante N.d.A.). cerca di mettere questo concetto a fondamento di tutti i tuoi pensieri. –


- S’avvicinò al letto. – Per sempre.


Nel frattempo, nella base antartica…


- Abbiamo notato… - disse Madman - … Che gli scarabei più intelligenti sono anche quelli che provano meno desiderio sessuale. Pensavo di somministrare loro un farmaco per potenziarne l’intelligenza, e vedere i risultati. - - Bene. Vuol farlo subito? – rispose O’Crazy – Oh, no… può occuparsene il dottor u’ Bombularo, mentre noi andiamo a prendere un caffè cancerogeno alla macchinetta. Allora, dottor u’ Bombularo, vuole somministrare due gocce di potenziatore cerebrale a quegli insetti? - - Solo due? - Intervenne l’altro scienziato – Ma sono poche! Ne servono almeno altre due! - - Mmmmhh… in effetti… - fece Madman - E va bene, faccia come ha detto il dottore, Dottor u’ Bombularo. Ma non una goccia di più, potrebbe essere pericoloso. – Ciccio fece le feste come un cagnolino e prese a saltellare per la stanza, mentre i due uscivano dalla stanza e si allontanavano per il corridoio.

Ciccio u’ Bombularo prese la bottiglietta col potenziatore cerebrale e si massaggiò il mento.

- Quanto farà due più due…? – Si chiese, poi gonfiò bene il petto con tutta l’aria che poté, appoggiò in maschera, lavoro di diaframma e… - MWWWAAHAHAHAHAHAHAAAA! -



FINE?

  
Leggi le 16 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > 1984 / Vai alla pagina dell'autore: Lord Larry