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Autore: 48crash    23/09/2012    1 recensioni
"Grazie al cielo ti ho incontrata", avrei almeno dovuto dirti questo.
In verità non amo pubblicare ff su personaggi che non sono reali, quindi creati da altri. Ma questa volta mi è venuto naturale mettermi nei panni di Nana, che era stata abbandonata, forse perché al momento sono in una situazione simile alla sua. E' quello che immagino provi anche lei, che cerca di apparire il più forte possibile e di fare altro per non pensarci, a come si sente veramente. Avrei potuto inserire i miei pensieri nel contesto "introspettivo", ma a questo punto ho pensato di adattarli.
Ditemi voi.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nana Osaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E così facendo non ci penso,
eppure tu mi hai abbandonata lo stesso.

 

 

"Grazie al cielo ti ho incontrata", avrei almeno dovuto dirti questo.

Perché certe volte ripenso al periodo in cui vivevamo nell'appartamento 707, anche ora che sono così lontana. Anche se sono scappata, almeno questo te lo devo. Lì ero felice.
Le giornate che passavo con te, anche nei momenti più stupidi, quando compravamo gli utensili per la cucina, o tu facevi i capricci perché avevi finito i soldi, mi rilassavano. Mi tenevano la mente vuota, mi facevano dimenticare di me stessa. Mi facevano dimenticare l'idiota che ero stata, mi facevano dimenticare che ero stata abbandonata.
Perché, ora posso dirlo, anche se all'inizio non lo sapevi, a me mancava Ren. E stando con te non ci pensavo. Però lui mi aveva abbandonata lo stesso. E alla sera, quando non dormivo al tuo fianco, abbracciavo il cuscino come facevo quando ero ancora nel magazzino dove avevo prima vissuto insieme a lui, dopo la sua partenza. Perché quando non mi eri intorno tornavo a tormentarmi nel pensiero di Ren, e speravo che lui stesse bene ovunque fosse, ma sapevo bene che il mio cuore si stava consumando lentamente, come se fosse tagliato in due da una spaccatura, e pensavo che lui mi aveva abbandonata. Mi aveva abbandonata anche se diceva di amarmi, anche se quella sera aveva appena finito di dirlo, subito prima di comunicarmi la sua partenza. Un po' come mia madre, che prima di andarsene per sempre mi aveva promesso che sarebbe tornata a prendermi. Ren mi aveva stretta dicendo di amarmi anche la notte prima di partire, e io l'avevo accompagnato su quel treno tra le lacrime, prima di vederlo allontanarsi. Credevo per sempre.
Ed è così che mi sono sentita quando te ne sei andata con Takumi, anche se sapevo che probabilmente eri altrettanto ferita dal mio silenzio. E mi sono buttata nella musica, e mi ci sono sfogata, così almeno non ci pensavo. Non ti pensavo. Il mio ennesimo abbandono. Probabilmente sono io che ho qualcosa che non va.
E ora, come allora, come nei primi mesi a Tokyo, dormo abbracciata al cuscino. Ti chiedo scusa per averti abbandonata io stavolta, ma non potevo restare lì. Volevo vedere il mare. Volevo sentirmi più vicina a Ren. Che mi aveva abbandonata, ma non aveva esitato a stringermi non appena mi aveva rivista. E che ora se n'è andato di nuovo, ma per sempre. Io non lo rivedrò più. Credo che tu mi capisca, se dico che dovevo proprio andarmene, che non potevo restare lì in mezzo a voi. Solo che ora non ho più nulla per distrarmi. E spero che anche tu stia pensando a me.
Forse un giorno troverò la forza di alzarmi e di tornare. Nel frattempo, il mio pensiero resta fisso su di voi, su tutti quelli che mi hanno abbandonato in passato, e quelli che io ho abbandonato dopo la morte di Ren. Cercavo di non pensarci, ma lui non era comunque al mio fianco. Non lo è nemmeno adesso. Spero che quel giorno, quando sarò pronta a tornare, almeno tu sia lì ad aspettarmi. Ora come ora, non chiedo altro.

  
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