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Autore: Kelley    25/09/2012    0 recensioni
Eve è una ragazza come tante altre, fino a quando non incontra Irial ex Re del Buio, che le aprirà le porte di un nuovo mondo.
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eve aprì gli occhi. Si sentiva frastornata e confusa. Cercò di alzarsi, ma non ci riuscì. Le girava la testa e le sembrava che la stanza le vorticasse intorno.

Sospirò e si mise a sedere contro la parete chiudendo gli occhi per controllare la nausea.

Fece il resoconto nella sua mente.

“Sono stata aggredita, qualcuno mi ha salvata, Irial, almeno credo, ed ora mi ritrovo su un letto?” disse a mente.

Solo ora si era resa conto che si trovava su un letto.

Pian piano la visuale si faceva sempre più nitida.

La stanza era ampia illuminata da un’unica fonte di luce proveniente dalla finestra balcone circondata da tende, situata al lato sinistro dove si trovava lei.

Il chiarore della luna rendeva lo scenario alquanto tetro e misterioso.

La sua attenzione fu catturata proprio in quel punto. Non capiva bene il perché.

Un fruscio la fece sobbalzare. Ora che i suoi occhi si erano adattati all’oscurità lei riusciva a distinguere una sagoma. Non riusciva a capire chi fosse, sapeva solo che era rivolto verso l’esterno della camera e che non era Irial.

Cercò di muoversi silenziosamente approfittando, e sperando, del fatto che non la stesse guardando.

“Dove vorresti andare?” chiese lo sconosciuto.

Lei non rispose, ma si immobilizzò all’istante.

“Fuori di qui ci sono molte creature che ti vorrebbero morta ed altre ti vorrebbero per se.”

Nel frattempo si era mosso e camminava per la stanza.

“Come questo qui.”

Eve vide che a terra c’era un corpo immobile, vedendolo non riuscì a trattenere un gemito.

“Era un emissario dell’Alta Corte inviato a condurti lì, ma in realtà si era venduto e non voglio immaginare cosa ti sarebbe successo” poi volse lo sguardo verso di lei “Non ti preoccupare non voglio farti nulla di male, semplicemente non ti conviene uscire da questa stanza, soprattutto senza questo”, dalla sua mano stretta in un pugno fece scivolare fuori il ciondolo di Eve. La ragazza si portò una mano al collo. Si sentiva terrorizzata.

“Tu non sai che cosa sia questo o a cosa serva?”

Eve si limitò a scuotere la testa.

“Questo è un amuleto proveniente dal mio mondo e serve per celare la tua vera natura”

Eve lo guardò senza capire cosa stesse dicendo.

“Tu non sai nulla di ciò di cui ti sto parlando a quanto pare.”

L’uomo misterioso riprese a camminare.

“Tua nonna non ti ha mai raccontato nulla sulla tua famiglia?”

“Cosa dovrei sapere sulla mia famiglia?” chiese Eve dopo aver preso coraggio.

“Allora sai parlare” disse l’uomo, poi continuò “Da secoli la tua famiglia ha un grande dono, quello di possedere la seconda vista, di poter vedere cose che ai comuni mortali sono recluse, ma tu sei diversa da loro. Tu hai un potere in più”

“Forse è perché ho bevuto una strana bevanda dorata? Da quel giorno ho iniziato a vedere cose che non esistono. Ho creduto di essere diventata matta” e lo credeva ancora come credeva che lo fosse l’uomo di fronte a lei, lo stava assecondando solo perché aveva paura di quello che gli avrebbe fatto.

“Stai parlando del vino fatato? No, quella sostanza non ha nessuno effetto su quelli come te, sui mezzosangue intendo dire”

“Cosa?” chiese lei sbigottita.

“Sui mezzosangue, individui che sono metà mortali e metà essere fatato”

“Questo per me è troppo” disse Eve “Tutto questo non può essere reale”

“È la pura verità” lui si avvicinò al letto appoggiando le mani alla testata, mentre Eve ritraeva le gambe verso il petto.

“Arriviamo al nocciolo della questione. Come mai entrambe le mie sorelle ti vogliono?”

Irial si trovava all’interno del teatro girovagando dietro le quinte. Non era riuscito ancora a trovare Eve. Quando non l’aveva vista uscire da dietro il sipario si era preoccupato e si era fiondato lì.

Ora stava indagando. Stava ispezionando un corridoio poco illuminato quando calpestò un pezzo di carta accartocciato. Lo prese aprendolo e lesse il contenuto.

Sopra c’erano scritte, con calligrafia minuta e delicata, solo tre parole. Ti amo, da una parte, e Irial dall’altra. Riconobbe subito la scrittura, era quella di Eve.

Aveva trovato un indizio e con lui una traccia da seguire.

Più avanti trovò un quaderno viola. Proseguendo trovò segni di lotta, graffi lungo le pareti del corridoio stretto ed angusto. Trovò anche gocce di sangue. Il percorso terminava con una porta che conduceva all’esterno. Lì finivano le tracce.

Irial si guardò intorno, ma non trovò altro.

Batté il pugno contro la parete per la rabbia.

Lei era l’unica soluzione per far sopravvivere la Corte Oscura, ora che Ani se ne era andata, e aveva fatto in modo che la rapissero. Non aveva trovato nessun altra persona che avesse le sue stesse capacità.

Ma il motivo della rabbia non era solo questo. Dopo Leslie era stata l’unica donna a risvegliare dei sentimenti umani in lui.

Come aveva potuto far in modo che succedesse questo? Era un errore imperdonabile.

Uscì dal teatro e si ritrovò in uno squallido vicolo secondario. Poco lontano c’era un corpo che giaceva affianco ad un cassonetto dei rifiuti. Lui si avvicinò e si accorse che era Aibhill, la banshee incaricata di sorvegliare Eve. Si trovava in una pozza di sangue, il corpo era cosparso di ferite profonde. Chi poteva averle fatto una cosa del genere? Ma lui sapeva già la risposta.

Prese la banshee tra le braccia e si accorse che respirava ancora anche se a fatica.

“Mio signore, siete voi?” chiese la povera e sfortunata creatura.

“Si, sono io” disse dolcemente Irial. Vederla in quello stato gli spezzava il cuore. Aveva visto troppe creature della sua Corte morire in quel modo senza poter fare nulla.

“Mio signore, vi ho deluso, non sono stata all’altezza del compito assegnato” dopo aver detto queste parole tossi. “Non sono degna del vostro perdono” la voce era ormai un sussurro.

“No, sei più che degna. Hai eseguito con onore il tuo compito. Riposa in pace.”

La banshee sorrise prima di dare l’ultimo respiro.

Irial strinse a se il corpo ormai privo di vita. Un’unica lacrima scese lungo la guancia.

Si alzò. Ora sapeva dove dirigersi. Sarebbe andato da chi aveva causato tanto dolore e gli avrebbe fatto assaporare la sua ira.

Si incamminò fuori da quel vicolo, facendo dell’oscurità il suo manto.

Eve guardò l’uomo di fronte a lei. Non riusciva a smettere di tremare.

“Tu chi sei?” chiese con voce vacillante.

“Io sono Devlin, Re della Corte delle Ombre” disse l’uomo misterioso.

“Ho creato la mia Corte assieme alla mia regina e amata Ani per garantire un equilibrio, lo stesso che tu stai mettendo a rischio con la tua semplice presenza. Posso capire il perché interessi a Lasair. Sei una mezzosangue molto dotata e un soggetto interessante sotto molti punti di vista per la Regina dell’Alta Corte. Ma il perché Bananach ti voglia morta mi è oscuro, molto probabilmente serve solo a provocare Irial, ex Re della Corte Oscura, se non lo sapessi.”

Eve rimase scioccata da questa notizia. Anche Irial, l’unica persona di cui si fidava ed aveva iniziato a provare dei forti sentimenti, era uno di loro.

Devlin si avvicinò e le porse la collana “Prendi, questa è tua.”

Eve allungò la mano per afferrarla, ma Devlin l’ha allontanò e afferrò il polso della ragazza.

Eve si ritrovò a fissarlo negli occhi.

“Non sai chi è realmente tuo padre?” lei scosse la testa.

“Bene” Devlin prese la collana e gliela mise al collo “Ora usciamo”

“Dove andiamo?” chiese Eve.

“A trovare la tua famiglia.”

 

Ecco un nuovo capitolo. Non sono molto sicura del risultato. Spero che vi piaccia e che mi direte le vostre opinioni. Ringrazio chi mi segue.

Baci, Kelley.

  
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