Mi accarezza i capelli e posa la testa sulla mia spalla. Siamo sul letto, semplicemente sdraiati, ma io non sento nulla dentro di me, nessuna palpitazione, nessun sentimento, solo il vuoto che sembra corrodermi dall'interno e uccidermi pian piano. Oramai sono un burattino senza espressione, come ora, accasciato e con lo sguardo verso un punto indefinito di fronte a me, non soffermandomi sul nulla se non sui miei stessi pensieri, che sono l'unica cosa che rimangono, oltre i ricordi che però per me sono come lame taglienti che mi trafiggono da un capo all'altro, perché tutti comprendono lei. Il suo sorriso, la sua voglia di vivere, la sua mano nella mia, quel costante tremare per l'agitazione, la voglia di non farle mancare nulla e trattarla proprio come se fosse una regina, la mia regina; tutti sentimenti che oramai hanno lasciato il mio corpo privo di amare realmente qualcuno come ho fatto con lei. Ma ora è lontana e quelle promesse che ci eravamo fatti sono andate tutte a puttane, non so se ci rivedremo, se capiterà al massimo ci saluteremo di sfuggita e sembreremo due semplici conoscienti occasionali, quando invece siamo stati molto di più.

Zoe mi fa voltare con delicatezza e allo stesso modo avvicina le sue labbra rosse alle mie. Non sento nulla, ancora, lei non è di certo la mia regina, ma questo è il modo più vicino che ho per provare qualcosa di simile ad un sentimento. 

 

Le sue dita pizzicano le corde della chitarra e la sua voce invade la stanza, mentre io lo ascolto seduta sul divano. Più lo guardo e più me ne convinco: non è lui. Ogni giorno cerco di dimenticarlo, eppure mi ritrovo spesso a soffermarmi su paragoni del genere, ostinandomi a credere ancora che qualcuno possa rimpiazzarlo, che non è stato importante, in fin dei conti, arrivando addirittura a mentire a me stessa. Mi mancano quelle risate spontanee, que dolci pomeriggi a non far nulla, quei baci rubati qua e là ed ogni volta che questi ricordi riaffiorano nella mia mente sulle mie labbra si dipinge sempre un sorriso sincero, ma poi è impossibile scordare le delusioni, le promesse infrante, ciò che mi ha fatto crescere, il dolore che mi ha insegnato più di quanto potesse farlo chiunque altro. Come il buio che mi avvolgeva quando pensavo d'esser sola, quando lui non c'era più, quando mi addossavo tutte le colpe di questo mondo e me la prendevo con chiunque, perché io non stavo bene, no, perché io non volevo ammetterlo ma avevo ancora bisogno di lui. Come ora. 

Ma ora sono più forte, ora cerco di andare avanti, anche se sento che tutta la mia vita sia stata rubata da lui, perché ogni volta che mi guardo allo specchio vedo i miei occhi vuoti e senza speranza, ma so anche che devo cercare di combattere, anche se ogni volta cado.

Quando nessun suono vola più per la stanza, il suo viso si rivolge a me in cerca di un parere ed io mi limito solamente a sfoggiare uno dei miei primi falsi sorrisi.

Ecco perché c'è Dave, per farmi sentire migliore, per darmi la speranza che forse qualcuno potrà rialzarmi, un giorno. Ma, per ora, continuo a cadere, ancora una volta.