La mia mente bacata ha "partorito" a causa dell'astinenza di nuove foto Nian questa short.
One
more fight
Nina
entrò nella stanza con circospezione guardandosi attorno,
sapeva che l’avrebbe
incontrato prima o poi, in fondo era il suo fidanzato, condividevano la
stessa
camera era ovvio che l’avrebbe visto prima di sera.
-Nina
sei tu?- chiese una voce dal bagno e la ragazza si maledette per aver
sbattuto
troppo forte la porta d’entrata.
-Sì,
amore sono qui- disse entrando in bagno e trovando Ian intento a
radersi.
Dopo
avergli sorriso dallo specchio si guardò i piedi impacciata,
doveva dirglielo,
ma non sapeva come.
-Ti
ho preparato la valigia sul letto, non portarti troppa roba, in fondo
si tratta
solo di un paio di giorni- esclamò lui facendo un cenno alla
stanza vicina.
-Oh
a proposito…- sussurrò incerta Nina sapendo di
non poter più evitare il
discorso.
Ian
la guardò con sospetto attraverso lo specchio.
-Le
ragazze mi hanno invitata all’evento dell’I heart
Music Festival e a quanto
pare contano su di me per la presentazione di Taylor Swift o qualcosa
del
genere, perciò non posso accompagnarti al tuo evento per la
ISF, mi spiace-
disse tutto d’un fiato sperando che il ragazzo non si
arrabbiasse e che la
capisse.
-Quindi
non mi accompagni?- chiese apatico Ian riponendo la lametta nel
lavandino.
-Ehm
no, è una cosa imprevista e mi spiace dire di no alle
ragazze è molto che non
stiamo insieme- cercò di giustificarsi capendo che questa
volta non gliela
avrebbe data vinta.
-Di
la verità, non vuoi venire con me!- esclamò Ian.
-No,
non è vero è solo che…-
-Solo
cosa?! Lo sapevi da settimane- la interruppe lanciando
l’asciugamano con il
quale si era asciugato il viso pochi minuti prima.
La
ragazza abbassò lo sguardo non avendo nulla
d’aggiungere, quello che stava
dicendo Ian era vero, o al meno in parte.
Le
piaceva sostenere il suo uomo e guardarlo con orgoglio mentre ritirava
qualche
premio o riconoscimento, ma sapeva che a questi eventi sarebbe stata
sola in un
angolo per tutto il tempo: non conosceva quasi nessuno e Ian,
giustamente,
doveva accogliere e salutare un sacco di persone, senza tener conto del
fatto
che avrebbe dovuto tenere un discorso, presentare un video e
intrattenere
centinaia di persone.
Perciò,
quando Candice e Katerina avevano fatto irruzione nel suo camerino
saltellando
come bambine, non aveva potuto fare altro che accettare dato la
proposta più
allettante che le sue amiche le offrivano.
-Senti
fa un po’ come vuoi,vai pure al tuo stupido festival-
esclamò Ian dopo attimi
di silenzio tornandosene in bagno, probabilmente per una doccia.
Nina,
data la tensione in quella stanza, decise di uscire a prendere una
boccata
d’aria e magari sfogarsi con qualcuno, e chi se non il suo
migliore amico?
-Nina
che ci fai qui? Non hai dei bagagli da preparare?- chiese un Paul un
po’
perplesso aprendo la porta della sua stanza.
-Sì,
ma io e Ian abbiamo litigato e avevo bisogno di parlarne con qualcuno-
rispose
Nina affranta.
Il
ragazzo nel sentire le parole Ian e
litigato si fece più
serio e fece
entrare l’amica nella sua stanza.
Non
capitava spesso che i due litigassero, o per lo meno non sul serio, e
la cosa
lo preoccupava.
Nina
non appena si sedette sul letto ancora sfatto iniziò a
raccontare quel che era
successo senza tralasciare nulla e, inevitabilmente, delle lacrime le
scesero
incontrollate sulle guancie.
-Non
capisco perché si arrabbia tanto, come ti ho già
detto a questi eventi finiamo
per stare insieme 10 minuti o poco più- concluse la ragazza
asciugandosi
malamente il viso bagnato con la manica della felpa troppo grande per
lei.
-Ma
il punto non è quello- disse Paul pazientemente.
-Ian
vuole il tuo appoggio anche se sa che finirai per annoiarti, vuole
semplicemente che tu sia lì a sostenerlo perché
lo ami- aggiunse alzando le
spalle come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
Nina
chinò la testa sapendo di essere in torto e si pentii di
essersi fatta
persuadere dalle amiche quella mattina barattando un futile festival
con
l’evento che era così importante per la persona
più importante della sua vita.
-Io
devo andare- disse la ragazza alzandosi con un grande senso di colpa.
-Già
dovresti- esclamò Paul sorridendo sapendo le intenzioni
dell’amica.
Dopo
un breve abbraccio, Nina si precipitò nella sua stanza che
trovò vuota.
-Ian?-
urlò in preda al panico.
Sentendo
il silenzio rimbombare nelle pareti corse alla reception sperando che
In avesse
semplicemente cambiato stanza come ripicca, una volta, mesi prima, era
successo.
-Salve
signorina Dobrev, qualcosa non va?- chiese la giovane dietro al bancone
con un
sorriso, più volte Nina si era domandata se sorridesse di
sua spontanea volontà
o semplicemente perché le era stato imposto di farlo.
-Ho
bisogno di sapere se ha visto il Sig. Somerhalder o se ha cambiato
stanza-
disse col fiatone per l’ansia e per il fatto che si era fatta
due piani di
scale correndo.
-Il
Sig. Somerhalder ha lasciato l’albergo circa 20 minuti fa-
rispose perplessa la
ragazza osservando lo schermo pensando di aver commesso un errore, ma
dubito
che la bellezza di Ian Somerhalder possa essere confusa o scambiata.
Affranta
ringraziò tornando nella stanza diventata improvvisamente
vuota.
Inutile
dire che provò a chiamarlo per tutta la sera con scarsi
risultati, era ovvio
che non volesse rivolgerle la parola.
-Ciao
Ian sono Nina, è tutta la sera che provo a chiamarti, ma
evidentemente non ti
va di rispondermi e ti capisco, sono stata una stupida e mi dispiace
tanto. Per
favore richiamami, ti amo-
Alle
tante si era decisa a lasciare un messaggio che avrebbe di certo
ricevuto prima
di addormentarsi dalla parte del letto del suo fidanzato.
Ian
ascoltò per la terza volta quel messaggio pieno di
dispiacere e si sentiva un
vero stronzo per aver ignorato le 17 chiamate da parte di Nina, ma non
aveva
voglia di sentirla in quel momento era troppo deluso, ma ovviamente non
poteva
darlo a vedere.
Sapeva
quanto Nina si sentisse a disagio agli eventi organizzati dalla ISF, ma
non
potava fare a meno di desiderare la sua presenza pronta ad
incoraggiarlo e a
sostenerlo.
Lui
per lei l’avrebbe fatto.
Ignorò
anche la chiamata di Paul che sicuramente era stato avvisato, aveva
voglia di
starsene per i fatti suoi, di ripetersi per la milionesima volta il
discorso da
fare l’indomani e di riguardarsi il video che i soci della
fondazione avevano
creato per l’occasione.
E
alla fine addormentarsi con la musica nelle orecchie a scacciare i suoi
pensieri.
***
-Nina,
non sei obbligata davvero!- disse per la centesima volta Candice
cercando di
convincere l’amica a partire per Lafayette invece che per Las
Vegas.
-No
Candy, voglio venire con voi! L’ho chiamato mille volte tra
ieri sera e questa
mattina, gli ho perfino lasciato un messaggio, ma nulla nemmeno una
risposta-
esclamò esasperata la ragazza che aveva i nervi a mille.
-Va
bene allora partiamo- disse Katerina imbarcando il proprio bagaglio e
sperando
che la situazione sarebbe migliorata, sapeva quanto poteva essere
irascibile e
testarda l’amica.
In
poche ore arrivarono nella città che tutti i single al mondo
sognano e che
alcune coppie “particolari” sceglievano per
sposarsi.
Nina
ritirò il proprio vestito e sospirò di sollievo
nel costatare che era a maniche
lunghe in modo che non patisse freddo.
Accese
l’IPad troppo stanca per pensare di sistemare i propri
bagagli e notò che
l’evento di Ian era già iniziato e , ovviamente,
il suo fidanzato era già alle
prese con un cane senza casa.
Osservò
i vari video e foto già online soffermandosi
sull’ultimo proposto.
-Vorrei
ringraziare tutti i
soci che fanno parte della ISF, le meravigliose persone che donando i
loro
soldi rendono tutto questo possibile, i miei fans che mi sostengono, la
mia
famiglia che mi è sempre accanto e, ovviamente, Julie Plec
che è così paziente
da lasciarmi del tempo per dedicarmi a questi meravigliosi progetti-
esclama urlando leggermente dal microfono per farsi sentire e Nina
costretta ad
abbassare il volume a causa degli schiamazzi delle ragazze che lo
stanno
riprendendo.
-Vuoi
ringraziare qualcun
altro? Qualcuno di molto speciale?- chiese
maliziosa
una donna sul palco assieme al giovane.
E
Nina perse qualche battito sapendo che si riferisse a lei.
-No, no ho
finito-
rispose Ian lasciando la ragazza con l’amaro in bocca e
costringendola a
spegnere il video per evitare di scoppiare a piangere.
Nel
frattempo Ian scese dal palco stringendo la mano a molte persone
importanti
delle quali non si ricordava il nome, sapeva di aver tirato un colpo
basso
avendo detto quelle parole, non avendola ringraziata, come faceva
sempre, ma
era la rabbia ad agire.
Pochi
minuti prima aveva letto su Twitter che Nina era arrivata a Las Vegas e
non
aveva potuto fare altro che starci male perché alla fine non
aveva scelto lui.
L’evento
era ormai arrivato alla fine e la ISF aveva finto, oltre che un
riconoscimento,
100.000 $ da impiegare nei progetti futuri.
Dopo
essersi spiacevolmente trattenuto con alcuni giornalisti in futili
interviste
in cui ripeteva sempre le stesse cose, tornò al suo albergo
e provò un senso di
vuoto nel vedere la camera perfettamente in ordine, senza le cose di
Nina
lasciate alla rinfusa qua e là la stanza sembrava
estremamente vuota e triste.
Si
fece una doccia che durò più a lungo del solito e
si sentì in colpa per aver
sprecato tutta quell’acqua.
Ordinò
qualcosa in camera per la cena, era troppo stanco e spossato dal
viaggio per
potersi rivestire e scendere nel salone e accese la televisione che
trasmetteva
la diretta dell’I heart music festival e ci
impiegò meno di un minuto ad
individuare la sua Nina in mezzo a tanti vips sul red carpet.
Era
bella da mozzare il fiato e sorrise nel notare che il suo vestito aveva
le
maniche lunghe, era molto freddolosa e in molte occasioni le aveva
ceduto la
sua giacca vedendola infreddolita.
Nonostante
la stanchezza seguì tutto l’evento seguendo
attentamente la presentazione della
sua fidanzata e si sentii un po’ stupido per la discussione
della giornata
precedente.
Si
addormentò con il proposito di chiamarla la mattina seguente
per scusarsi e per
dirle che l’amava.
Nina
salì sulla limousine seguita dalle amiche che stavano ancora
sghignazzando per
una battuta che la ragazza ancora non aveva capito, fece una smorfia
togliendosi le scarpe col tacco e beandosi di quella sensazione
piacevole.
Controllò
lo schermo del cellulare. Niente. Ian non l’aveva richiamata
e questo le
provocava un senso di enorme tristezza.
-Nina,
Kat va in un locale con il suo fidanzato vieni con noi?- chiese Candice
allegra.
-No,
se non vi offendete torno in albergo, sono un po’ stanca-
replicò tristemente
la ragazza.
-Oh,
vengo con te allora- commentò Candice carezzando il braccio
dell’amica capendo
il suo stato d’animo.
-No
Candy, vai pure e divertiti- provò a convincerla sperando,
in realtà, di avere
un po’ di compagnia.
-No,
tranquilla tanto farei da terzo incomodo se andassi- disse
l’amica sorridendo e
sperando che Katerina non accennasse al fatto che c’erano
anche i suoi amici,
non se la sentiva di lasciare Nina da sola.
Arrivarono
davanti all’albergo e dopo aver salutato affettuosamente
Katerina e
raccomandato scherzosamente di fare la brava entrarono.
-Ian?-
chiese cauta Candice entrando in ascensore.
Nina
scosse semplicemente il capo e sentii gli occhi pizzicare, non
riuscendo a
trattenere le lacrime di amarezza si lasciò andare a un
pianto liberatorio per
troppo tempo trattenuto.
-Ehi-
sussurrò l’amica abbracciandola e carezzandole la
schiena.
-Andrà
tutto bene vedrai, che ne dici di venire a dormire nella mia stanza?-
le chiese
sorridendo teneramente.
Nina
annuì ricambiando il sorriso, felice di avere
un’amica così.
Entrarono
in stanza e si buttarono sul letto senza curarsi del fatto che
indossassero
ancora i vestiti.
Nina
si sfogò con Candice che paziente le asciugava le lacrime e
cercava di darle i consigli
più giusti e alla fine si addormentò.
***
Ian
stava ancora dormendo quando il cellulare iniziò a
squillare, qualsiasi altra
persona avrebbe lasciato perdere probabilmente non sentendo nemmeno la
suoneria, ma Ian aveva il sonno leggero e bastava poco per svegliarlo.
-Pronto?-
rispose con voce roca maledicendosi per non aver spento il telefono la
sera
prima.
-Ciao
Ian sono Candice- disse una voce
squillante e trafelata dall’altro capo del telefono.
-Ciao
Candy, dimmi- rispose preoccupato svegliandomi immediatamente del
tutto, non
era mai capitato che lo chiamasse a meno che fosse
un’emergenza.
-Senti
non è che puoi venire a Las Vegas?
Sono preoccupata per Nina- disse la ragazza emettendo un
sospiro.
-Che
è successo? Si è sentita male?- chiese iniziando
a buttare alla rinfusa i
vestiti nella valigia lasciata aperta.
-No,
sta bene fisicamente, ma ha pianto tutta
notte, sono preoccupata, so che avete litigato, ma non voglio che stia
qui
sola- ripose l’amica quasi supplicandolo e nel
sentire le parole “pianto tutta
notte” immediatamente
dimenticò il rancore.
-Arrivo
appena posso- disse semplicemente salutandola prima di riattaccare.
Si
diede una sistemata veloce e dopo essersi assicurato di non aver
dimenticato
nulla si fiondò sul primo taxi diretto in aeroporto.
Fortunatamente
aveva trovato un volo diretto a Las Vegas e aveva sfruttato il fatto di
chiamarsi Ian Somerhalder per persuadere l’hostess ad
aspettarlo per qualche
minuto.
Non
gli piaceva approfittare della sua fama e infatti non lo faceva quasi
mai, ma
quella era un’occasione di estrema necessità.
-Nina
sei qui?- chiese Candice entrando nella sua stanza.
-Sì-
rispose tirando su col naso.
-Eri
uscita per una telefonata e ho approfittato per fare una doccia,
così sono
tornata in camera- aggiunse.
-Ok
tu vestiti con calma, partiamo questo pomeriggio- la informò
l’amica.
-E
perché? Avevamo l’aereo questa mattina- disse
confusa la ragazza.
-Ehm
hanno cancellato il volo- rispose Candice chiudendosi la porta alle
spalle, era
stata molto vaga e non era di certo un comportamento da Candice.
Nina
illuminò nuovamente lo schermo del suo cellulare, aveva
riprovato a chiamare
Ian qualche minuto fa, ma aveva ancora il telefono spento.
Per
evitare di pensare al loro litigio iniziò a riporre i
proprio vestiti nella valigia
e gli accessori nelle varie borse.
Sentì
la porta aprirsi senza preavviso e alzò gli occhi al cielo.
-Candy
che c’è ancora?- chiese esasperata, ma non
realmente infastidita.
Si
voltò e il respiro si fermò mentre il suo cuore
prese a battere più forte.
Ian.
Era lì, di fronte a lei.
La
stava fissando sbalordito, doveva avere un aspetto terribile a causa
del
pianto.
-Ian-
sussurrò sorpresa lasciando che le lacrime le bagnassero le
guancie.
Poi
si catapultò frale sue braccia singhiozzando e inspirando
bruscamente il suo
profumo.
-Ehi-
sussurrò il ragazzo decisamente dispiaciuto.
-Mi
dispiace tanto, non volevo ferirti, ma vedi ho provato a chiamarti e mi
ha
ignorata e poi non mi hai ringraziata nel discorso e ho dato fuori di
matto-
iniziò Nina a dire frasi senza senso tra i singhiozzi.
-Va
tutto bene, scusami anche tu, sono stato un vero stronzo- disse Ian
coccollandola e conducendola al letto.
Rimasero
per interminabili minuti così, semplicemente abbracciati a
sfiorarsi mentre i
cuori battevano all’impazzata.
-Eri
bellissima ieri sera- sussurrò il ragazzo.
-Hai
seguito il festival?- chiese la ragazza sorridendo.
-Fino
all’ultimo minuto, non mi sarei mai perso la tua
presentazione- rispose
orgoglioso Ian.
-Anche
io ho guardato l’evento, o meglio i vari video che postavano,
sono molto
orgogliosa di te amore mio- disse con estrema dolcezza.
-Ti
prego non litighiamo più- aggiunse.
-Stando
lontano da te ho capito quanto ti amo- disse Ian.
-Ed
è veramente più di quanto il mio cuore possa
sopportare- aggiunse stringendo a
se la sua fidanzata.
Ed
era la pura verità, l’amava con tutto se stesso, e
anche se c’erano molte note
stonate nella loro relazione, ma il bello era proprio capire come
intonarle.