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Autore: Itilis    27/09/2012    1 recensioni
Eveline Carter ha 22 anni, e studia per diventare avvocato divorzista.
Jeffrey di anni invece ne ha tredici, e' orfano ma un genio assoluto.
Mattew Nefflet e' un poliziotto in gamba, ma ha poca fiducia in se.
Walke Gremt e' un milionario senza scrupoli, pronto a tutto pur di ottenere ciò che vuole.
Persone e mondi completamente diversi che si fondono in un cocktail micidiale: tra sparatorie, rapimenti e frammenti di vita, un racconto in cui non esistono semplici buoni o cattivi, ma solo differenti punti di vista...
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti ^_^ chiedo umilmente perdono per l'infinità di tempo che è passata dall'utima volta che ho aggiornato :) Ergo non vi trattengo oltre!! Buona lettura ^_^


- Ev guarda qui! Ho trovato qualcosa! - esclamò Matthew facendo sobbalzare la ragazza che si era appisolata sul divano
"Ev?! Neanche a mia madre permetto di darmi soprannomi figuriamoci a lui!" pensò Eveline avvicinandosi borbottando al ragazzo.
- Mi hai chiamato Ev?! -
- Si. E' carino, corto e fa scena quando si esclama - rispose sorridendo sornione il poliziotto.
La giovane rimase senza parole, a metà tra il divertito e l'incavolato, così si limitò a domandare
- Cosa hai trovato? -
- Questo fisico, professor Nathaniel, sostiene di aver lavorato anni fa per Gremt sui prototipi di un nuovo tipo di armi basate su vecchi schizzi di Einstein, progetto poi fallito in quanto illegale. E qui arriva la parte interessante: Nathaniel dice, testuali parole, che "le armi erano progettate in maniera perfetta ma troppo complessa per una persona comune. Nessuno era stato in grado di decifrare completamente i progetti ma, cosa più importante, di assemblare, smontare e riassemblare perfettamente i vari componenti perché troppo difficile. Solo un genio poteva venirne a capo"-
- Mi stai dicendo che Gremt ha rapito Jeffrey per continuare il progetto? Ma perché? Perché non aspettare di averlo in affido? -
- Forse temeva che in quanto famoso, le telecamere gli sarebbero state addosso per informarsi della storia del "genio adottato" e non aveva tutti i torti. Ci sono ancora troppe incognite però -
- Già.. Per prima cosa perché rapirlo se poteva averlo in affido,e secondo perché averlo in affido se poteva rapirlo! Sono due cose assurde..-
- Si. Ipotizziamo che volesse creare la storia dell'affido per deviare l'attenzione dei media su di lui e non sui suoi piani. Perché uccidere il tuo capo? -
Eveline fissò il vuoto dubbiosa poi azzardò
- Forse non si aspettava di trovare un avvocato così in gamba, alla fine gli avvocati ai minori orfani vengono dati d'ufficio quindi e' stato il caso-
-Ok, quindi capisce che subentreresti tu in caso di incidente e vedendoti inesperta decide di far fuori il tuo capo per poter vincere facilmente, alla fine l'adozione e' solo una copertura -
-D'accordo.. Mi fa chiamare dai rapitori mentre la polizia e' presente e il giorno dopo in tv si presenta all'udienza regolarmente -
-Esatto. Ma succede un altro imprevisto: io ti propongo di venire da mio padre. Qualcuno deve averlo avvisato e lui ordina al tizio con gli occhiali blu di far sparire mio padre e me così che nessuno ti possa aiutare-
- Ma in casa entro anche io, evidentemente credevano che non trovando nessuno non sarei salita da un estraneo.. In effetti perché l'ho fatto?! In ogni caso tutto esplode facendogli credere che siamo morti -
- Ora... La sentenza di affido e' rimandata lasciando tutto in sospeso. Perché rapirlo prima che avvenisse tutto ciò?-
- Forse aveva fretta e si e' portato avanti, tanto nessuno lo può collegare al rapimento. Alla fine e' lo stesso ragionamento nostro: perché rapirlo se lo vuole in affido? Resta ancora una cosa -
- Ora e' tutto fermo e sarà nervoso quindi cercherà di concludere tutto in fretta. Se riusciamo a trovare Jeffrey e seguirlo sono sicuro che potremo dimostrare che sotto al rapimento c'e Gremt -
- E magari anche scoprire per cosa gli serve il ragazzo - concluse Eveline.
I due ragazzi rimasero a fissarsi in silenzio: forse cominciavano a capirci qualcosa.
Eveline sorrise, non era stato così male lavorare in coppia con il ragazzo.
- Beh direi che io e te facciamo una bella squadra - sorrise il poliziotto
- Si ma non farci troppo l'abitudine "Matt" - rispose Eveline
Il ragazzo la guardò sorpreso
- Matt?! -
- Si. E' carino, corto e fa scena quando si esclama- disse facendogli il verso la giovane avvocato. Senza tanto ritegno i due scoppiarono a ridere: si, dopo tutto il casino di quei giorni una risata non poteva che fargli bene.

Laureen si sistemò i ricci ribelli e aprì la porta del magazzino: era in perfetto orario, come richiesto dallo zio.
- Carissima, ben arrivata. Starò via solo un paio d'ore, li c'e il telefono che uso per lavoro se chiama qualcuno non rispondere. Il ragazzo e' calmo di la, mi raccomando. Se tutto va bene domani sera il moccioso sarà fuori dai piedi e noi a casa con i nostri soldi - sorrise l'uomo dando le ultime istruzioni alla nipote. Pochi minuti dopo la ragazzina era seduta sconsolata nel silenzioso magazzino.
Era nervosa, a quest'ora poteva essere al cinema con Stephan.. Voleva sfogarsi con qualcuno! Afferrò il telefono dello zio e si diresse verso la stanza di Jeffrey.

Il giovane genio aveva dormito malissimo: era quasi contento che tra due giorni lo portassero via da li. Tuttavia non sapendo esattamente la sua destinazione non poteva non rabbrividire per la paura. Che ore erano? Doveva essere sera.. Era passato ancora un altro giorno senza che avesse capito dove fosse. Snervante. Sentì una voce femminile parlare con il suo carceriere e poi quest'ultimo che si allontanava: dunque quella sera aveva la ragazzina-killer come baby sitter...
Ad un tratto dei passi decisi e la porta che si apriva con uno scatto: femmina incavolata=problemi, sospirò Jeffrey.

- Microcefalo e stupido genio a cui devo fare da baby sitter - borbottò la ragazzina entrando
- Buonasera anche a te Laureen. Ti vedo allegra - sospirò Jeffrey
- Che simpatico... E' colpa tua e della gente come te se non ho una vita sociale!!-
- Scusa?-
- Potevo essere al cinema con Stephan a quest'ora!!-
- E chi diavolo e' Stephan?!-
- Non ti interessa -
- Sei tu che lo hai nominato! -
- Non rigirare la frittata! E' colpa tua, stupido ostaggio che non sei altro -
- Oh scusami se vi ho chiesto di rapirmi e tenermi sorvegliato a vista giorno e notte -
- Tu non capisci -
- E' ovvio che non capisco: stai straparlando -
Laureen era arrabbiata da far paura e senza rendersene conto gli lanciò il telefono in faccia urlando
- Taci!!-
Jeffrey gemette mentre compariva un livido sulla fronte e il nuovissimo cellulare di ultima generazione cadeva a terra.
Dopo pochi secondi di silenzio Laureen si calmò accasciandosi a terra
- Ti ho fatto male? -
- No, solitamente quando mi spuntano i lividi e' perché sto bene -
- Scusa, non e' colpa tua se sono arrabbiata. Mi sento una pazza con questi scatti che ho -
- Beh su una cosa siamo d'accordo almeno. Si può sapere perché fai tutto questo se non vuoi? - domandò Jeffrey notando che il cellulare era a portata di mano e nascondendolo tra le gambe mentre la ragazzina si asciugava le lacrime che ormai da un po facevano capolino dagli occhi.
- Non e' facile... La mia famiglia fa questo da sempre... Se me ne vado cosa faccio? Sono da sola -
- Ci sono tante persone da sole al mondo, e molte vivono meglio così -
- Che ne sai tu -
- Tu non sai nulla di me vero? -
- Non mi e' stato spiegato nulla oltre a quello che mi serviva - rispose Laureen riacquistando per un attimo la sua fierezza.
- Io sono orfano e mai nessuno si e' preoccupato di riservarmi trattamenti di favore per questo ne perché sono un genio. Al contrario fanno a gara per avermi: come credi ci si senta ad essere considerato un oggetto? -
- Non mi fai pena se e' questo a cui punti -
- No, ragazzina. Sto solo cercando di farti capire che i tuoi problemi non sono i più gravi o gli unici al mondo, e che per risolverli forse e' ora che ti dai una mossa da sola e provi qualcosa che senti tuo -
Laureen era colpita: non ricordava nessuno che si fosse mai interessato così tanto alla sua vita e alle sue opinioni, e il fatto che il primo a farlo fosse un estraneo che tra l'altro teneva in ostaggio la metteva a disagio. Si alzò pensierosa andandosene.

"Ok Jeffrey niente panico: hai un cellulare ma non sai chi chiamare. E soprattutto non sai dove sei" pensò il ragazzo.
Per prima cosa attivò il servizio di localizzazione del cellulare e in un attimo seppe dove si trovava: era a Chicago, a un paio di isolati dal centro città. Perfetto.
"Tecnologia ti adoro" sorrise, cercando nell'elenco delle chiamate effettuate: se quello era il cellulare con cui il rapitore aveva chiamato Eveline, doveva esserci il suo numero tra quelli. Solo due numeri: uno di quelli doveva essere quello giusto! Il cuore gli batteva a mille, Laureen poteva accorgersi da un momento all'altro di aver lasciato li il cellulare e tornare. Chiamò a caso uno dei numeri invocando la dea della fortuna: sperava di potersi fidare di quella giovane avvocato ma soprattutto che quello fosse il suo numero.

Eveline e Matthew cercarono di ricomporsi dopo la sonora risata
- Allora, come troviamo il ragazzo secondo te Ev? -
- Non ne ho idea... -
All'improvviso squillò il cellulare della ragazza
- Non rispondere, in teoria siamo morti - fece notare il poliziotto
- Potrebbero essere i rapitori di Jeffrey!-
- Non possiamo farci scoprire!!-
- Sempre meglio che stare qui ad aspettare un miracolo. Io rispondo-
- No Eveline!!-
- Pronto?-

Il telefono squillava da parecchio ormai, e Jeffrey temeva di aver sbagliato numero. Lo sconforto si impadronì di lui, mentre stava per riattaccare. E poi eccolo
- Pronto?-
- Eveline?-
-Si. Chi parla?-
E senza che potesse farci niente le lacrime silenziose di sollievo cominciarono a scendere sul volto del giovane genio.
Bastò un nome per far sussultare dall'altra parte della cornetta la ragazza ed una seconda voce che non conosceva

- Jeffrey... Sono Jeffrey -
   
 
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