<< ..se..>>
<< E se niente Angel! Il ballo è domani.. d-o-m-a-n-i!>>
Angel era stanca di provare e riprovare,era stanca di essere umiliata , stanca di non essere considerata.
<< Lui non mi vorrà!>>
<< Ma se non ci provi..>>
Erano due anni che lei ci provava, che continuava a dire “ ciao” ad una persona che forse non sapeva neanche della sua esistenza.
<< Non sa neanche come mi chiamo!>> sospirò <<.. è una pazzia..>>
Angel salutò Lindsay con un cenno del capo e si diresse in bagno, per piangere? Non lo sapeva neanche lei ormai. Erano anni che continuava a piangere per un amore che neanche esisteva, per un amore che non poteva esistere. Camminava a capo chino quando qualcuno la urtò e la fece cadere col sedere a terra.
<< Scusami..non ti avevo visto.>>
Era logico. Come poteva notarla? Come poteva notare una ragazza dai capelli bruni troppo ricci da essere domati e da quegli stupidi occhi color nocciola quando c’erano centinaia di ragazza con i capelli biondi e occhi azzurri nella sua scuola?
Avrebbe riconosciuto quella voce dappertutto , anche se fosse stata sommersa da una miriade di voci.
<< No, scusami tu..>> quando lo guardò negli occhi non ci capì più niente.
Aveva gli occhi più belli che Angel avesse mai visto in tutta la sua vita: azzurri come l’acqua cristallina di un lago non increspato dalle onde. Erano magnetici.
Tom le tese la mano per aiutarla ad alzarsi.
oddio, sta parlando con me! Con me!pensò Angel in preda al panico: lui era lì che aspettava che lei prendesse la sua mano.
<< Devi essere..Angel.. giusto?>> disse Tom titubante quando lei gli afferrò la mano. Sapeva il suo nome. Ora il suo piano di conquista non sarebbe stato un problema. << Si, Angel Finck..>> disse timidamente.
<< Io sono..>>
<< So chi sei!>> Angel non ci pensò due volte a rispondere.
Sapeva benissimo chi era e non voleva fare a figura della scema facendo capire che non sapeva il suo nome – cosa talmente falsa.
Lo guardò negli occhi ancora una volta, evitando si sorridere come faceva sempre quando ammirava una sua foto sul telefonino
<< ..sei Tom Felton, frequentiamo il corso di teatro insieme..credo.>>cercò di essere più disinvolta possibile anche con le gambe che le tremavano.
Sorrise quando lei disse il suo nome, Tom Felton stava sorridendo ad Angel: sarebbe potuta morire a momenti.
<< Ah,si.. giusto..perché non stiamo mai in coppia nelle prove di recitazione?>> chiese stupido Tom. Perché? Perché tu sei sempre con quell’oca di Luce! Ecco perché!avrebbe voluto dire Angel, ma si limitò solamente a fare una smorfia.
Era il momento,il suo momento. Aveva aspettato mesi che quel ballo arrivasse solo per chiedere a Tom di andarci insieme a lei.
Ora!
<< S…>>
<< Tom!!>> urlò Luce.
Angel non aveva mai odiato quella ragazza come in quel momento.
Luce Word,bionda,occhi verdi e luminosi, fisico dannatamente perfetto e completamente rincitrullita.
<< Oh..sei impegnato parla con.. Angelo?>> rise alla sua stessa battuta, Luce non sapeva fare di meglio.
<< Angel..>>sottolineò la ragazza con una nota di cattiveria.
<< Devo andare..a dopo>> salutò il ragazzo con un sorriso stampato in viso. Stava andando via e lei non aveva fatto niente.
Almeno sa il mio nome!
Era l’unica cosa che fece ritornare il sorriso ad Angel, lo guardò andare verso la mensa mano nella mano con Luce.
Fidanzati da quando? Un anno? Angel non lo sapeva, non se lo ricordava,ma tutte le volte che Tom era nei paraggi era sempre accompagnato dall’oca. Sempre.
Ed era questo che la scoraggiava,che le faceva sempre ripetere in mente “ ma chi volgiamo prendere in giro, paragonate io e Luce siamo come l’ottone e l’oro.” e naturalmente, Luce era l’oro.
Angel vide scomparire ogni possibilità di conquistare Tom col poco fascino che aveva quando lui baciò Luce. Era anche stupida –Luce- ma in fatto di baci era la migliore. Prese Tom per la cravatta che gli fuoriusciva dalla camicia bianca e con una mano gli accarezzò i capelli e con l’altra fece il terzo dito a Angel - evidentemente si era resa conto che stava sbavando.
Tom aveva gli occhi chiusi e quindi non aveva visto niente,per fortuna altrimenti si sarebbe reso conto che da qualche parte c’era qualcuno –qualcuno come Angel –che poteva renderlo felice davvero.
Quando i due ripresero a camminare Luce si voltò e sorrise maliziosamente ad Angel come a volerle dire “ sparisci, lui è mio! E forse era così, Tom era di Luce e nessuno glielo avrebbe tolto, soltanto un miracolo poteva cambiare le cose.
Un miracolo, oppure il ballo di sabato sera.