Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: solandia    15/04/2007    4 recensioni
Trascinereste mai un bellicoso mezzodemone dell'epoca Sengoku alla festa di compleanno della vostra migliore amica, con l'intento di spacciarlo per un normalissimo essere umano?...
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Delirio di una notte di mezza estate

Delirio di una Notte di Mezza Estate

(Ovvero: La festa di compleanno di Eri)

Capitolo 2: MISSION IMPOSSIBLE

Kagome non stava piu' nella pelle: correva a perdifiato verso casa e, ad ogni passo, si sentiva sempre piu' elettrizzata. Vedeva vivida nella sua mente l'immagine di se stessa che si lasciava trasportare fra le onde di una romantica melodia, stretta fra le braccia del suo mezzodemone; gia' pregustava le sensazioni che avrebbe provato posando la testa sul petto di lui, gia' le pareva di assaporare il suo profumo maschile, di percepire il palpito del suo cuore, di sentirsi avvolta dal tepore del suo corpo...
...Fu solo per puro miracolo che arrivo' nel cortile del tempio indenne, senza esser finita sotto un tram o contro il palo di qualche semaforo.
Si diresse verso l'hokora, si libero' rapidamente della cartella e salto' nel Pozzo senza alcuna esitazione.

Non appena sbucata dall'altra parte si accorse di avere il fiatone, cosi' freno' la sua corsa e si incammino' lentamente, respirando profondamente per riprendere fiato. Si rese conto d'un tratto di quanto fosse pura l'aria di quel mondo, in confronto all'inquinata ed afosa atmosfera di Tokyo.
Mancava ormai da quasi tre settimane: da quando era caduta per la prima volta nel pozzo, non le era mai capitato di restare lontana cosi' a lungo dall'Era Sengoku. Aveva faticato non poco per strappare ad InuYasha il consenso per una cosi' lunga assenza (ovvero il malcapitato, mandato a cuccia ripetutamente e senza pieta' per quasi tre ore di seguito, aveva infine proferito le parole "Vai pure" prima di svenire), ma ora si rendeva conto di quanto quel mondo le mancasse, di quanto ormai facesse parte di lei ben piu' dei corridoi della scuola.

Il villaggio era ormai vicino: Kagome allungo' il passo baldanzosa ed entro' decisa nella capanna della vecchia sacerdotessa Kaede:

-Nonna Kaede! Shippo, Sango? Ehi ragazzi, c'e' nessuno?-

Ma la casupola era deserta. Nella speranza di incontrare qualcuno, torno' fuori e si incammino' verso il centro del villaggio, quando ad un tratto avverti' la voce dell'anziana donna:

-Kagome! Oh, Kagome, che bella sorpresa! Non ti aspettavamo che fra tre giorni.-

-Salve, Onorata Kaede. Purtroppo devo rientrare a casa immediatamente: sono qui solo per parlare un attimo con InuYasha. Sa dove si trova, per caso?-

-E' una fortuna che tu sia venuta per incontrarlo, sai? Oggi sei cosi' radiosa! Spero che il tuo sorriso possa illuminare un poco il suo cuore: recentemente e' talmente ombroso...-

-Non che di solito lo si possa definire un tipo solare...- ribatte' acida Kagome.

-Indubbiamente, ma sono sicura che rivedendoti ritrovera' un poco di entusiasmo.-
"D'altronde, anche se non ne sei consapevole, tu sei il raro balsamo in grado di lenire le profonde ferite del cuore di quel ragazzo..." penso' l'anziana sacerdotessa con una punta di malinconia nel cuore: -Purtroppo, pero', non saprei dirti dove si trovi in questo momento.-

-Non c'e' problema: andro' a cercarlo. Grazie comunque, vecchia Kaede.-

Kagome si inchino' in segno di saluto, per poi avviarsi lungo il sentiero che conduceva al di fuori del villaggio. In fondo lei sapeva bene dove trovare il mezzodemone quando era di malumore.

Stava per mettersi a correre, quando da dietro una casupola giunse nitido alle sue orecchie il rumore di un sonoro ceffone, seguito da un soffocato mugolìo di dolore; si diresse quindi da quella parte senza esitare.

-Sango, Signor Miroku! Salve!!-

-Kagome-chan(1), che cosa ci fai gia' qui?!- la accolse l'amica gioiosa.

-Oh, DiFina KaFome, bentoFnata...- farfuglio' Miroku, che aveva un lato della bocca completamente tumefatto ed una guancia gonfia e paonazza con cinque belle dita stampate sopra, ma le sorrideva come se niente fosse:
-Ditemi, DiFina KaFome, come pFocedono i vostFi Ftudi? AFete infine suFeFato le duFe pFove cui Fiete Ftata FottopoFta in queFti gioFni?-

-Oh, si'! Ancora non ci credo: sono ammessa all'esame finale, e tutto per merito di cio' che mi avete insegnato con tanta pazienza, signor Miroku!-

-Ne Fono FeFamente lieto.-

-Brava, Kagome, anch'io sono molto contenta per te.- si congratulo' Sango: -Sei venuta apposta per darci la bella notizia?-

-Ehm... No, veramente sono venuta a cercare InuYasha perche', ecco... alcune mie amiche hanno organizzato una festa e vorrebbero che io partecipassi insieme a lui- ammise la ragazza malcelando un certo imbarazzo.

-Caspita! Ma e' una cosa davvero particolare!- si illumino' Sango.

-Gia', e cFedo che a lui faFebbe bene un po' di sFago: da quando Fiete toFnata nella FostFa eFoca, non ha fatto che incupiFsi sempFe piu'. I pFimi gioFni peFlomeno bFontolaFa, ma di Fecente e' diFentato molto schivo e paFFa la maggioF paFte del tempo da Folo. SembFa daFFeFo molto tFiste.-

-Eeehh?!? Cosa avete detto?! Il vostro labbro sta gonfiandosi a vista d'occhio: volete che vi porti una pomata contro gli ematomi, Sigor Miroku? Ci mettero' un attimo...-

-Lascia pure stare, Kagome!- la interruppe brusca la sterminatrice.

-Ma peFche?!? Un po' di pomata non guasteFebbe mica...-

-Non e' comunque il caso di far perdere del tempo a Kagome. Venite con me, Onorato Monaco: vedro' di medicarvi io con l'unguento d'arnica preparato dalla venerabile Kaede.
Arrivederci, Kagome. E divertiti, mi raccomando: ce n'e' bisogno se vogliamo poi riprendere la nostra ricerca con grinta!-

Sango si trascino' via il bonzo dolorante e Kagome riprese pensierosa il suo cammino: in realta' aveva capito benissimo quanto le aveva detto Miroku, e la cosa la impensieriva non poco.
InuYasha tendeva a rintanarsi a pensare in solitudine quando, per varie vicissitudini, riaffioravano in lui i ricordi del suo passato, ma non lo aveva mai fatto apertamente e per lungo tempo: per uno orgoglioso come lui, fingersi superiore alle cose era quasi un comandamento.
O almeno, cosi' a lei era sempre sembrato.

Non era però il momento di perdersi in scicchezuole: doveva convincerlo a partecipare alla festa, adesso!
Doveva fare di tutto per strappargli il consenso: era pronta ad una lotta all'ultimo sangue. Non poteva assolutamente fallire, ma le ci sarebbe voluto un piano per blandire il mezzodemone.
Ma certo! Avrebbe iniziato sfoderando tutto il suo fascino femminile: doveva guardarlo con occhi dolci, languidi e supplichevoli, e parlargli con voce calda e suadente. Avrebbe anche potuto aiutarsi sbottonando un poco i bottoni della camicia...
Acc! La divisa scolastica non aveva bottoni sul decolleté!
Poco male: poteva sempre accavallare con nonchalanche le gambe in modo da scoprire ancora di piu' le cosce...
Eh-eh! InuYasha non avrebbe avuto scampo: sarebbe stato come morbida creta fra le sue mani.
E se provava a fare storie, poteva sempre mandarlo 150 o 160 volte a cuccia...

Poi lo vide.
E tutti i suoi propositi si sgretolarono all'istante.

Il mezzodemone era proprio la', appollaiato su quel vecchio albero rinsecchito appena fuori dal villaggio, dove andava sempre a rifugiarsi quando voleva star solo.
Prima che Miroku e Sango si unissero alle loro avventure, lei lo trovava spesso lassu', ma da quando era circondato da cosi' tanti amici, succedeva molto di rado di vederlo su quell'albero.

Senti' che il cuore inizio' a batterle molto piu' velocemente.
Lui le voltava la schiena e sembrava assorto a contemplare il tramonto; la luce dorata del sole lo avvolgeva, accendendo di un caldo color vermiglio i suoi lunghissimi capelli.
Sembrava cosi' magico e misterioso...
Si senti' irresistibilmante attratta da quella figura, della quale subiva impotente tutto l'innato magnetismo.
Non osava muovere un muscolo. Non osava fiatare.

Poi la brezza della sera inizio' d'improvviso a spirare, giocando capricciosa fra i capelli e le pieghe della gonna della ragazza, e ne condusse il profumo fino alle sensibili narici del ragazzo-cane.
Stupito ed incredulo, egli si volto' di scatto, sussurrando il nome di lei con voce spezzata. E fu ancora piu' meravigliato nel constatare che il suo fiuto non si era ingannato: Kagome era davvero la', al limitare del bosco, che lo osservava.
Per un attimo gli manco' il respiro, poi senti' come qualcosa che si scioglieva, nel profondo del suo cuore.

Lei aveva mosso un passo indietro, come spaventata nel sentirsi scoperta.

-Kagome?! Kagome, che ci fai qui? Ero convinto che non ti avrei riavuta fra i piedi che fra tre giorni!-

Al solo aprir bocca del mezzodemone, l'atmosfera romantica si era disgregata all'istante. Effetivamente, mandare in frantumi le auree romantiche era una delle sue piu' spiccate capacita' innate.
Ormai disincantata, Kagome ritovo' d'un tratto tutto il suo slancio:

-Ti stavo cercando, InuYasha: devo dirti una cosa!-

-Cercavi me?- si meraviglio' il ragazzo sentendosi quasi lusingato.
Salto' giu' dal ramo e, con quattro lunghi balzi, fu di fronte a lei e la fisso' con aria interrogativa: -Bhe, che c'e'? Che vuoi dirmi?-

-Eh...Uh...Ah...- (SILENZIO)
"AIUTO! E adesso come glielo dico?!?"

-?!?... Che razza di discorso e'?!?... A me sembrano solo suoni inarticolati.-

-A CUCCIA!-

-GYAAAAAAW!!!!- (SPATASH!) -Che ti prende?!? Cosa ti ho fatto?-

-Come ti permetti? Mi hai preso per una bertuccia?!-

-Ma non e' colpa mia se parli facendo "eh..uh..ah" come una scimmia!-

-Ma come puoi pensare che quello fosse un discorso?! Stavo solo cercando le parole...-

-Uff, quante storie! Se devi parlarmi fallo e basta, no?- sbotto' il mezzodemone riuscendo a staccare finalmente il collo dal terreno e mettendosi a sedere ai piedi della ragazza, guardandola storto.

Lei allora si accuccio' di fronte a lui, abbracciandosi le ginocchia, e lo fisso' in volto con sguardo allegro e deciso:

-Ti ricordi le mie amiche?-

-Qu..quelle che stavano a casa tua quel pomeriggio?- chiese InuYasha che iniziava a sentirsi un po' intimorito dallo sguardo vispo ed indagatore della ragazza.

-Esatto, proprio loro!-

-Embe'?-

-Hanno organizzato una bellissima festa per questo sabato e desiderano che anche tu vi partecipi!-

-Io?!- si stupi' non poco il ragazzo.

-Si', esatto. Insieme a me, ovviamente.-

-Non sono ben sicuro di aver capito... Cosa se ne fanno di me alla loro festa? Temono forse l'attacco di qualche demone?-

-Ma va', baka(2)! che demone vuoi che ci sia in casa di Eri?! Evidentemente gli sei simpatico e vogliono che anche tu possa divertirti, come tutti gli altri. Possibile che tu non sappia pensare ad altro che a fare demoni a brandelli?!?-

-Ah, scusami tanto se ci penso! Ma sai, se sono ancora in vita e' solo perche' faccio fuori demoni fin da quando ero bambino!- ribatte' lui, piccato.

-Appunto: non ne hai abbastanza di questa estenuante vita fatta solo di battaglie? Perche' non vieni un po' a svagarti insieme a me, per una sera?-

-TSK! Figurati se IO potrei trovare svago in mezzo a un sacco di stupidi ragazzini umani!- ringhio' lui incrociando le braccia sul petto ed assumendo un'espressione altera.

"Come volevasi dimostrare. Ero certa che mi avrebbe risposto con queste parole boriose. Ma se crede che io mi arrenda qui, si sbaglia di grosso" penso' Kagome, poi aggiunse decisa:
-Ma certo che ti divertiresti! Le feste della mia epoca sono completamente diverse da quelle dell'Era Sengoku: ci si raduna in un grande scantinato addobbato e decorato per l'occasione, si balla, si canta, si fanno un po' di giochi insieme e ci si nutre esclusivamente di patatine, pizzette ed altri saporitissimi cibi ninja.-

-Eeeeeh? Ma che roba sarebbe?- sbotto' incredulo il ragazzo-cane, che non riusciva bene ad immaginarsi perche' dei giovani volessero chiudersi a ballare in una cantina, pero' era molto attratto dalle patatine.

-Una banalissima festa di compleanno. Fra i ragazzi della mia eta' sono praticamente tutte cosi', l'unica cosa che puo' variare e' il grado alcoolico delle bevande.-

-?!? Cos'e' un compleanno?-

-Come, non lo sai? E' il giorno in cui si festeggia la ricorrenza della propria nacsita.-

-Ah, come il GENETLIACO!-

-Eeeeh? il GENE-che??- chiese lei gurdandolo come se fosse un alieno.

-Ma si', il genetliaco! Ricordo che quando ero molto piccolo, il padre di mia madre, che era il daimyo(3) del feudo, festeggio' la ricorrenza dei propri natali con un grande banchetto, allietato da musici e danzatrici. Io spiai i festeggiamenti per il genetliaco fino a notte inoltrata, nascosto dietro un paravento.-

-Come spiasti?! Eri suo nipote, perche' non vi hai partecipato?-

-Ma sei scema?! Non dire idiozie!- ribatte' lui adombrandosi in volto: -Io sono figlio di demone. Non c'e' mai stato un posto per me nella societa' umana.- Lo disse con durezza, fingendo indifferenza, ma distolse lo sguardo per non incrociare quello di lei .

-Scusami InuYasha, io non...- cerco' di dire Kagome mortificata. Aveva avvertito un dolore antico e mai sanato nelle parole dei lui.

-Scema, per cosa ti stai scusando? E' sempre stato cosi', e a me sta benone! Non ho bisogno degli uomini e dei loro insulsi cerimoniali sociali.- sbotto' lui continuando pero' ad evitare gli occhi della ragazza.
"Maledizione! Sono un dannatissimo stupido: ho parlato troppo." penso' con una improvvisa angoscia in fondo all'animo: non aveva mai voluto la pieta' di nessuno, ed in paricolare, per nessun motivo al mondo avrebbe mai potuto tollerare che Kagome provasse pena per lui.
Cerco' di sviare il discorso, per far cessare quel silenzio che gli sembrava insopportabilmente colmo di commiserazione:

-Quindi, se la tua amica festeggia i suoi natali, significa che e' di nobili origini?-

-Chi, Eri? Ma scherzi?!? Suo padre fa l'idraulico! Nella mia epoca tutti festeggiano il proprio compleanno, sai?-

-Davvero?!? Anche tu?- chiese il ragazzo-cane, piu' che sbalordito.

-Si', anch'io l'ho festeggiato piu' volte: sono nata in primavera, quasi sedici anni fa. E tu, InuYasha?- si informo' gentilmente la fanciulla, con lo scopo di fare un po' di conversazione neutra ed ingraziarsi cosi' il mezzodemone. -Io? Bhe, non ne so granche': credo di essere nato in pieno inverno, durante una notte di eclissi di luna. Devono essere trascorsi piu' di duecento anni da allora.
Forse il Vecchio Miyoga sa con esattezza che anno fosse, ma a me non e' mai importato.-

-Allora, verrai con me alla festa?- azzardo' Kagome speranzosa.

-Scordatelo, non ci penso nemmeno.-

-Ma perche'?!-

-Perche' non vedo cosa potrei farci io in mezzo ad un branco di umani che ballano in una cantina!-

-Cavolo, InuYasha, manchi completamente di poesia! E' un modo per stare insieme, ridere fra amici e scatenarsi un po' a suon di musica. Sono convinta che farebbe bene anche a te, sai? Miroku e Kaede mi hanno detto che sei parecchio di malumore in questi giorni e che te ne stai sempre solo. Avanti di questo passo ti verra' la depressione!-

-Macche' depressione! Se me ne sto per conto mio e' solo ed esclusivamente per sopravvivere: se restassi con loro al villaggio, rischierei di morire di fatica prima che tu finisca gli esami!-

-Cosa vuoi dire? Non ti seguo...-

-Voglio dire che la gente del paese ha pensato bene, visto che sono inchiodato qui da tre settimane, di sfruttare la mia forza per farmi svolgere qualche lavoretto: in quindici giorni mi hanno fatto rimuovere sei grossi alberi sradicati da un recente temporale, poi ho tagliato la legna per costruire tre nuove capanne (nota: la legna proviene dal bosco sulla collina a cinque chilometri da qui, e me la sono portata tutta a spalla!!!), ho costruito una diga a valle del fiume per farne un bacino di pesca, dissodato il terreno di un campo enorme e costruito un canale di scolo che vi portasse l'acqua per trasformarlo in risaia. In ultimo volevano pure che dragassi il fiume!!!!-

-Urka, sono sconcertata. Di certo l'economia del villaggio ne trarra' un indubbio giovamento, ma... Hai fatto tutta 'sta roba da solo?!?-

-No: C'ERA SEMPRE MIROKU TRA I PIEDI CHE DIRIGEVA I LAVORI!!! Senza muovere un dito, ovviamente.-

Kagome scoppio' a ridere di gusto: quell'atteggiamento era proprio degno del monaco.

-TSK! Io non ci trovo niente da ridere! E' quello che predica che dobbiamo guadagnarci la zuppa quotidiana col sudore delle nostre fronti, ma qui l'unico a sudare ero io. Il solo modo per scamparla e' andarsene di soppiatto al mattino presto, e rientrare ben dopo il crepuscolo.-

-Allora vedi che ho ragione io? Una bella festa e' proprio quello che ti ci vuole!- ci riprovo' lei, con sguardo insistente.

-Dannazione, ma che rottura! Non ho bisogno di nessuna festa: qui serve solo che tu ti muova a finire i tuoi stupidi esami e ti decida a ritornare, cosi' finalmente possiamo ripartire- ringhio' il ragazzo, iniziando ad alzare la voce.

Kagome lo fisso' con occhi velenosi e pieni di rabbia:

-InuYasha!!- tuono' alzandosi di scatto e pestando i piedi a terra: -InuYasha, non sei altro che un borioso, cieco presuntuoso!!!-

-C..che... C..che... Che..- balbetto' il malcapitato iniziando a farsi piccolo-piccolo.
Quando lei esplodeva in queste crisi isteriche, cosi' improvvise e repentine, lui non sapeva piu' come muoversi. Era consapevole di non essere in gamba nei rapporti umani neppure in condizioni normali, ma quando Kagome si arrabbiava lui scivolava nel panico piu' profondo e finiva col sentirsi come un bambino indifeso.

Perfettamente cosciente del fatto che il mezzodemone non avrebbe avuto l'impudenza di tenerle testa, la ragazza rincaro' la dose senza alcuna pieta':

-Tu! Tu non sai pensare che a te stesso! La TUA Sfera, la TUA vendetta contro Naraku... Io devo essere sempre qui quando ti serve che i miei occhi cerchino i frammanti. Perche' invece, una volta tanto, non provi a far parte TU del MIO mondo, invece di trascinare sempre ME nel TUO?!?-

Kagome lo fissava adirata, con gli occhi arrossati, quasi stesse per piangere.
Il povero InuYasha se ne stava accucciato ai suoi piedi con le orecchie basse e lo sguardo da cane bastonato rivolto al suolo, emettendo un sordo mugolio: -Caiii...caiiii-
Sapeva bene che, in capo a pochi secondi, si sarebbe ritrovato schiantato a terra da un "a cuccia" di proporzioni epiche.

Invece, con sua grande sorpresa, la cosa non avvenne.
Incredulo, oso' infine alzare gli occhi verso di lei: era a capo chino ed i capelli le nascondevano il viso. Sembrava scossa da un leggero tremore... Che stesse piangendo?!?
D'un tratto il mezzodemone si senti' un verme.
Non sopportava di veder piangere una donna.

-K..Kagome? Kagome, io...- non sapeva cosa dire.

Esito', poi cerco' di fare del suo meglio per farla tornare a sorridere:

-Kagome... senti... Se ci tieni davvero cosi' tanto FORSE potrei accompagnarti...- azzardo' infine senza troppa convinzione.

Lei si lascio' cadere in ginocchio di fronte a lui e sollevo' il capo fissandolo diritto in volto: i suoi occhi erano davvero bagnati di lacrime, ma ora erano illuminati da una nuova speranza:

-Davvero potresti?!?-

-Bhe... Se la cosa ti fa felice...- nicchio' lui.

-Oh, InuYasha, non immagini nemmeno quanto!- gioi' lei illuminandosi tutta in volto: -Grazie! Grazie!-

E cosi' dicendo gli si butto' al collo, abbracciandolo.
Il ragazzo, che non si aspettava un tale impeto d'entusiasmo da una che stava piangendo meno di dieci secondi prima, perse l'equilibrio e si ribalto' all'indietro, finendo a gambe all'aria.
Kagome caracollo' su di lui in una posizione assolutamente indecorosa:

-Ouch!-
-Ahio!-

Segui' un attimo di imbarazzatissimo silenzio, durante il quale entrambi si fissarono ammutoliti sentendosi avvampare.
Dopodiche', ripreso il controllo, i ragazzi cercarono di allontanarsi l'uno dall'altra quanto piu' velocemente fosse in loro potere, col devastante risultato che InuYasha pianto' un gomito nell'occhio alla ragazza, e Kagome gli diede una violentissima ginocchiata dritta nelle palle.

L'urlo di dolore del mezzodemone fu avvertito fino al villaggio, dove i contadini, terrorizzati, costrinsero Miroku ad improvvisare un rito di purificazione contro quell'invisibile ed urlante Nube di Sventura che serpeggiava nell'aria.

-InuYasha! InuYasha, tutto bene?- chiese Kagome chinandosi premurosa sul ragazzo, che se ne stava tutto raggomitolato su se stesso, mordendosi le labbra per impedirsi di gridare ancora:

-InuYasha, rispondimi! Per favore, di' qualcosa...-

-T...ti prego...anf, anf... TACI!- balbetto' lui con un lacrimone che gli colava lungo una guancia.

Kagome, mortificata, si rannicchio' tutta, nascondendo il viso fra le ginocchia.
Accidenti! Stava andando tutto a rotoli...
Si senti' come svuotata e priva di forze.
Poi, avvertendo un lieve fruscìo, sollevo' il capo: InuYasha era in piedi di fronte a lei, e le tendeva la mano:

-Alzati, su...-

-Uh...io... Scusami, InuYasha, sono goffa e maldestra.-

-Scema, per cosa mai ti stai scusando?! Mica l'hai fatto apposta.-

C'era una vena dolce in quelle parloe e Kagome senti' riscaldarsi il cuore: per quanto le avesse dato della scema, il tono della voce di lui era colmo d'affetto.
Affero' la mano del mezzodemone e si sollevo' da terra:

-Stai bene, ora?- si informo' premurosa.

-Piu' o meno. Non preoccuparti, passera' subito.- si schermi' lui -Tu piuttosto: hai un occhio nero. Ti accompagno dalla vecchia Kaede, che avra' senz'altro qualche intruglio d'erbe per lenirti un po' il gonfiore.-

-Lascia, s'e' fatto tardi: devo tornare a casa. Mi medichero' nella mia epoca, non temere.-

-Uh, vai gia' via?- soggiunse lui con una punta di malinconia: -Ti porto al Pozzo, allora.-

E, senza darle tempo di ribattre, se la isso' sulla schiena e parti' a grandi balzi.

-Ma cosa fai, sei impazzito?! Non dovresti sforzarti...-

-TSK!-

In realta' il dolore era ancora tale da annebbiargli la vista, ma per nulla al mondo, in quel momento, avrebbe rinunciato a portarla in spalla: lei era cosi' calda...
Quando l'aveva addosso, gli sembrava che quel tepore si diffondesse dentro di lui, fino ai recessi piu' reconditi e gelati del suo cuore. Sfrecciava in silenzio nella brezza della sera, assaporando il respiro di lei sul proprio collo, il profumo dei suoi capelli scuri e la pressione delle sue mani e delle sue gambe che si stringevano forte a lui.
Nella vita non aveva altro, altro che questo.
Forse era proprio per questo che tali cose, che amava disperatamente, erano anche le uniche che lo terrorizzavano fin nel profondo dell'animo.

Giunto al Pozzo, la poso' delicatamente a terra:

-Allora dovro' venire da te?... Quando?-

-Sabato, cioe' il giorno che ti avevo promesso che sarei tornata.-

-Uff, che inutile perdita di tempo- si lamento' lui: -E' alla sera, vero?-

-Si', dovremo esser la' per le sei.-

-Le SEI?!?!- (*)

-Si', ma dovro' prepararti, quindi dovrai venire presto.-

-Prepararmi... IN CHE SENSO?!?- chiese diffidente il mezzodemone.

-No no, niente, non farci caso! Verso le undici andra' benone!-

-Le UNDICI?!?!?- (*)

-Si', le undici. Perche' fai quella faccia inebetita? Ci vorra' un bel po' di lavoro per renderti presentabile, quindi VIENI PIU' PRESTO CHE PUOI!-

"?!? Bhoooo?..." (*)
-Ehm... D'accordo, arrivederci!-

(*)NOTA: Nel Giappone antico le ore del giorno venivano chiamate con nomi di animali (es: l'ora del cane, l'ora del drago etc..) e non coi numeri. Le espressioni "alle sei" e "alle undici", quindi, per InuYasha non significano nulla!

-Ciao, a sabato!- gli sorrise lei radiosa, gettandosi nel Pozzo.

InuYasha la osservo' scomparire pensieroso: era sicuro che dietro quell'invito dovesse nascondersi una qualche fregatura, ma non riusciva a vedere dove, dannazione!
Forse avrebbe semplicemente dovuto fidarsi di lei, che sprizzava entusiasmo da tutti i pori al solo pensiero della festa. La fiducia nel prossimo, però, non era tra le sue virtu'.
Sbuffo', incamminandosi poi deciso verso la capanna di Kaede.

***

Quella sera l'atmosfera in casa dell'anziana sacerdotessa fu molto piu' vivace e movimentata del solito: InuYasha si sbafo' anche la porzione di minestrone ("il minestrone di cipolle della vecchia Kaede") di Miroku, dato che lui, col suo povero labbrone, non riusciva nemmeno a mangiare, poi, non sazio, rubo' a Shippo quasi tutti i suoi spiedini. Il volpacchiotto, offesissimo, cerco' di vendicarsi, cosi' che i due finirono col litigare e farsi dispetti per tutta la serata, facendo un macello tremendo.
Kaede e Miroku, pero', furono davvero felici nel vedere InuYasha cosi' pieno di vita, lui che durante tutta la settimana precedente se ne era sempre stato in disparte, sbocconcellando il cibo di malavoglia.
Solo Sango non riusciva a gioire: guardava di sottecchi il labbro gonfio e tumefatto del povero monaco, e si sentiva profondamente in colpa per averlo colpito con tanta violenza da ridurlo cosi'.


NOTE:
(1)-chan: suffisso che i giapponesi usano come vezzeggiativo.
(2)Baka: stupido, scemo, cretino, idiota e qualsiasi altra variazione sul tema
(3)Daimyo: feudatario. I daimyo erano i signori dei vari piccoli regni in cui era suddiviso il Giappone durante l'Epoca Sengoku, regni che, a quel tempo, erano perennemente in guerra fra loro.


Ringrazio tutti coloro che si sono messi a leggere questo mio delirio, e soprattutto chi ha lasciato una recensione.
Quanto agli aggiornamenti, prevedo di poterli fare ogni dieci giorni circa: il racconto, infatti, su carta e' completo, dovete quindi solo lasciarmi il tempo materiale di batterlo e farne l'html. (direte voi: ma dieci giorni sono tantissimi per battere un capitolo! Il fatto e' che questa storia consta di soli sette capitoli, ma LUNGHISSIMI!)
Vi assicuro, comunque, che ho intenzione di pubblicarlo fino alla fine!

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: solandia