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Autore: echo kiriky    02/10/2012    1 recensioni
Era ritornato da poco al Distretto 4 e l'unica cosa di cui aveva bisogno era rappresentato da quel piccolo luogo, lontando dal resto del mondo e dalle telecamere di Capitol City. Doveva ritrovare se stesso.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Finnick Odair
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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All the rest can disappear
Without any traces
I have nothing left to fear
As long as Your face is
All I can see
You are all I need
Every breath, every step
You're here with me
(
The Afters - I am yours )

Finnick era intento a guardare davanti a sé. Le onde andavano infrangendosi contro la riva rocciosa, in quella zona particolare del Distretto 4, e non riusciva a trattenere quei singhiozzi che già da tempo premevano per uscire e che gli scuotevano violentemente il petto. Ora poteva dare sfogo ai propri sentimenti, non visto da occhi indiscreti o da quelli delle telecamere di Capitol City.
Erano passati pochi giorni dalla sua vittoria nell'Arena, giorni che lo avevano visto impegnato in interviste ed occupazioni varie senza che avesse avuto anche un solo piccolo istante per sé. Doveva assimilare la situazione, comprendere e farsi forza. Per questo era fuggito verso una delle spiagge meno frequentate del Distretto, alla ricerca di se stesso.
«Perché piangi?» Non si era accorto dell'arrivo di qualcun altro. La voce di una ragazzina, a qualche passo da lui, spensierata a tal punto da farlo innervosire. Si accorse troppo tardi che la medesima ragazza gli si era avvicinata, appoggiando il palmo della mano destra sulla sua guancia. Non seppe né il come, né il perché ma il fastidio di qualche istante prima sparì, sostituito da un insolito calore.
«Piango perché ho perso tutto, forse anche la libertà e gli amici che mi rimangono». Non si era voltato, mentre pronunciava queste brevi ed intense parole. Aveva paura di farle vedere il proprio volto, rigato dalla sofferenza e da un' alatissima e diversissima gamma di sentimenti che al momento prendeva possesso della sua persona e del proprio viso. Non voleva spaventarla e farla andare via così, esattamente come era arrivata.
Ma la ragazzina non fece domande probabilmente comprendendo che, infondo, era giusto così. Si limitò ad accarezzare ancora la guancia di lui, fino a quando non lo sentì tranquillizzarsi sotto al proprio tocco, poi si sedette lì accanto.
Si raggomitolò su se stessa, in modo tale da prendere le ginocchia ed avvicinarle al proprio petto.  Le dita affusolate passarono velocemente sulla sabbia disegnando una figura dai contorni astratti.
«Il mio nome è Annie. Posso rimanere un poco qui con te?» Al cenno di assenso di Finnick, Annie si limitò a regalargli un sorriso prima di osservare anche lei il frangersi delle onde contro la scogliera.
E presenza silenziosa di quella ragazzina fu più di quanto avesse sperato, gli divenne totalmente indispensabile.
   
 
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