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Autore: Yuki Kiryukan    03/10/2012    6 recensioni
Seconda serie di Awakening.
Rebecca e Zach sono stati separati per due lunghi mesi. Ognuno preso ad affrontare i problemi della propria realtà.
Ma Rebecca è ottimista, poiché è viva nel suo cuore, la promessa di Zach, sul suo ritorno, di cui lei non ha mai dubiato.
Ma quando arriverà il momento di rincontrarsi, Rebecca, non ha idea quante cose siano cambiate, e si ritroverà ad affrontare da sola, i suoi incubi peggiori.
Dal capitolo 6:
"Non ci pensai nemmeno un secondo in più, che gli buttai le braccia al collo. Gli circondai le spalle, stringendolo forte contro il mio petto.
Inspirai a fondo il suo profumo virile che mi era tanto mancato. Mi venne da piangere quando sentii il suo corpo aderire perfettamente al mio. Come se fossimo stati creati appositamente per incastrarci.
Zach aveva mantenuto la sua promessa, ed era tornato da me. Io l’avevo aspettato, e adesso, non vi era cosa più giusta di me tra le sue braccia.
L’unica cosa che stonava, o meglio, che mancava, era il fatto che non fossi...ricambiata.
Quando finalmente, sentii le sue mani poggiarsi sulle mie spalle, non mi sarei mai aspettata...un rifiuto".
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cursed Blood - Sangue Maledetto'
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Ciao a tutti!! ^--^
Eccomi qua, questa volta (stranamente ^^'' ) puntuale! xD Ahaha beh, qualche volta ci riesco anche io! u.u
Dunque...questo credo sia l'ultimo capitolo in cui Rebecca non ha il controllo della situazione! xD Dai prossimi, tornerà il suo punto di vista! Era ora! Ahahah! xD
Questro è complessivamente un capitolo "tranquillo", con un pò di mistero, come sempre, o non sarei in me! xD Vi chiedo scusa del fatto che sia un pò corto, ma non ho saputo fare di meglio! >.<
Bene, vi lascio alla lettura!
Ringrazio tutti coloro che continuano a sostenermi con tanto affetto! *--------*  Grazieee!! 
Spero di riuscire a postare presto anche i prossimi capitoli!! :D
Un bacioooooo!! <3
Yuki!


                                     
                             
                                                Confessione Nel Sangue






 
Le urla agonizzanti di Eleanor squarciavano il tombale silenzio che solitamente regnava nella sala delle torture. 
La giovane Chimero, legata a braccia e gambe, era inginocchiata al suolo, con la schiena frustata e sanguinante rivolta verso l’esterno. 

Gwen la guardava al di là del vetro unidirezionale, mentre con fare nervoso si mordicchiava l’unghia del pollice sinistro.

Un’altra frustata. Un altro urlo.

  << Allora? Non vuoi ancora parlare? >>  Era la voce di Garreb, il leader dei torturatori.

Gwen spostò lo sguardo verso di lui, studiandolo accuratamente.

Garreb Hidd era il più giovane di tutta la squadra dei torturatori, ma allo stesso tempo, anche il più spietato.

Nessuno l’avrebbe mai detto, dato la sua aria apparentemente angelica: capelli ricci e castani, occhi verde prato e lineamenti delicati ma allo stesso tempo virili.

Non c’era nessuno che non lo considerasse attraente nella base.

Eppure, dietro quegli occhi paradisiaci, si nascondeva una severità ed una crudeltà quasi impressionate.   

L’ennesima frustata. L’ennesimo sangue sgorgato da quella schiena candida ed esile.

Gwen fu costretta a distogliere lo sguardo. Proprio non riusciva a spiegarsi come Garreb non provasse un minimo di compassione nei suoi confronti. 

Un minimo di umanità.

  << Perché non metti da parte l’orgoglio? Ti risparmieresti tutto questo >> continuò la voce impassibile del ragazzo.

Mugolii di dolore, lacrime, sangue, ma nessuna risposta da parte della Chimero. 

Gwen vide Garreb innervosirsi  << Sei ostinata. Ma io lo sono più di te >>

E altre cinque frustate affilate colpirono le gambe, la schiena e il bacino della ragazza, che non si preoccupava di contenere il suo dolore, urlando a squarcia gola.

Gwen era quasi sul punto di entrare nella sala e fermalo, convincendolo che poteva benissimo utilizzare altri metodi per interrogarla.

Ma quel Garreb la intimoriva davvero tanto. Ci era già voluto tanto perché lo convincesse a farla semplicemente assistere.

  << Se continuiamo di questo passo, ti avverto che ricorrerò ai Blood Bullet per farti parlare >> la minacciò poi Garreb, sempre con una calma impressionante  << Starò tranquillamente seduto qui, ad osservare che il tuo corpo vada in cancrena, senza muovere un dito >> continuò, piegando gli angoli della bocca in un sorrisetto quasi sadico.

Gwen vide la giovane Chimero tremare, ma restare in silenzio.

Garreb sospirò  << Come desideri, allora >>

Si diresse verso un tavolino di metallo, sul lato sinistro della stanza, e prendendo un proiettile scuro, che Gwen conosceva fin troppo bene, lo inserì nel caricatore della pistola che portava alla vita. 

Gwen non ci vide più, e fece per intervenire, ma la voce inaspettata della torturata interruppe sia lei che Garreb.

  << A...Aspetta di p-prego... >>

Il ragazzo spostò gli occhi verdi su di lei, visibilmente soddisfatto  << Si? >> chiese, crudele  << Vuoi dirmi qualcosa? >>

Eleanor sputò altro sangue  << Parlerò... >> si arrese  << Ma voglio... Gwen Ofman >>

Il cuore di Gwen perse un battito. Aveva detto di voler vedere lei. Che avrebbe parlato con lei. 

Perché?

Fissò la figura di schiena della ragazza incatenata mordendosi il labbro inferiore. Vide Garreb voltarsi verso di lei, guardando lo specchio. Sapeva che lei stava assistendo.

Il suo sguardo era fin troppo chiaro: “Muoviti e vieni dentro. Subito

La ragazza fece un respiro profondo, e mettendosi una ciocca di capelli biondi dietro le orecchie, entrò nella stanza col cuore in tumulto.

La figura sanguinante di Eleanor, le fece ancor più tristezza che da dietro il vetro, e si sentì mancare. 

La stanza era satura dell’odore metallico del suo sangue.

Guardò Garreb con fare incerto, ma lui fissava sprezzante Eleanor.  << È qui >> disse  << Parla adesso >>

La Chimero guardò Gwen, e sembrò sorridere.  << Parlo solo con lei >> insistette.

Il ragazzo cominciò a spazientirsi, e fece per puntarle contro la pistola  << Qui le regole le detto io, razza di... >>

Gwen lo bloccò, prendendolo il braccio che teneva ben salda la pistola.

Lo sguardo che le rivolse la fece rabbrividire, ma, infondendosi un coraggio che non aveva mai avuto, parlò:  << Posso pensarci io >> assicurò  << Mi farò dire quello di cui abbiamo bisogno >>

  << Sei solo un medico. Non un torturatore >> rispose con stizza lui. 

Lei non si arrese:  << Sarà anche vero, ma adesso lei vuole me >>   Chissà perché, quella frase la fece arrossire   << Quindi sarò io ad interrogarla >> concluse, cercando di controllarsi.

Garreb era visibilmente contrariato, ma con uno sbuffò si fece da parte, andando verso la porta   << Comunque, resto qui fuori >> disse infine, rimanendo sulle sue.

Gwen sospirò, e rilassò le spalle non appena sentì al porta chiudersi. Guardò Eleanor insicura, e le si avvicinò.

Prese del cotone dal tavolino metallico, e cominciò a tamponarle le frustate fresche che stonavano sulla sua pelle pallida.

Eleanor la guardò sorpresa  << Pensavo... dovessi interrogarmi >>

Gwen continuò a concentrarsi sulle sue piaghe  << Prima di tutto, sono un medico >> si limitò a dire.

La Chimero rise  << Cos’è, il giuramento di Ippocrate? >>

L’altra la ignorò, completando il suo lavoro.

Quando ebbe ripulito le ferite dal sangue, studiò la sua pelle chiara e marmorea, e non poté evitare si passarvi sopra una mano, come se quel debole tocco potesse trasmetterle anche un minimo di sollievo.

Passò delicatamente le dita affusolate sulla scapola, salendo sulle spalle, fino ad arrivare al collo.  Lo circumnavigò e si soffermò sulla nuca scoperta, dove i capelli biondi e corti vi erano attaccati dal suo perlato sudore.

Sentì la giovane rilassarsi al suo tocco, e constatò che le stava piacendo. 

Poi, come un fulmine a ciel sereno, si ricordò del suo ruolo e di cosa ci facesse li. Ritirò immediatamente la mano, ricomponendosi.

Indietreggiò di qualche passo, sotto lo sguardo confuso della prigioniera. 

  << Dunque... >> farfugliò, guardandosi intorno agiatata  << Avevi detto che non me avresti vuotato il sacco >> tornò a guardarla negli occhi  
<< Parla allora >>

Eleanor chinò leggermente il capo, nei limiti che le imponeva la sua posizione  << Cosa vuoi sapere? >>

Inaspettatamente, Gwen si innenrvosì.  << Mi prendi in giro? >> rispose, indispettita   << Voglio che mi dici tutto quello che sai. Qual'era lo scopo del vostro attacco? Solo riprendervi Misa Albam...o qualcos'altro? Dov'è la vostra base? Come siete riusciti a rintracciarci? Poi... >>

  << Ehi, ehi, frena! >> la interrupe Eleanor, con in volto uno strano sorriso   << Una domanda alla volta, tesoro >>

Il disagio di Gwen cominciò a salire   << Non prenderti troppa confidenza >>  la ammonì, con il cuore in tumulto  << Limitati a rispondere >>

Notando che la Chimero  indugiava, ben presto anche lei perse la pazienza  << Preferisci la compagnia di Garreb forse? Posso farlo rientrare
sai >>

Eleanor sobbalzò, e si affrettò a rispondere  << Non sei simpatica >> finse di mettere il broncio, ma era fin troppo evidente che avesse paura del ragazzo, e di quello che le avrebbe fatto se avesse rimesso piede nella stanza.  

Gwen restò in silenzio, in attesa che cominciasse. 

Alla fine, Eleanor sbuffò:  << Da dove vuoi che inizi? >>
 
 
 
                                                                                               

                                 
                                                                                             **********************************
 
 
 
 


David era in bilico di fronte alla porta della sua stanza.

Erano ormai diversi giorni che si era rinchiusa li dentro, e non c’era stato nessuno che fosse riuscito a convincerla ad uscirne.

Nonostante i dettagliati rapporti che gli forniva Kyle, che andava a trovarla ogni giorno, non riusciva a sentirsi tranquillo, e puntualmente, ogni giorno si recava li.

Ma come accadeva ogni volta, non riusciva mai a bussare, afferrare quella maniglia ed entrare.

Dannazione, di cosa diavolo aveva paura? Perche ogni volta doveva bloccarsi?

Si corresse immediatamente, colpito dai suoi stessi pensieri. 

Paura?

Non scherziamo. Lui non ne era certamente il tipo. 

Armato di una nuova determinazione, o meglio, ostinazione, fece per bussare, quando la porta si aprì dall’interno. Prontamente indietreggiò, per non rimetterci il naso.

La figura robusta di Kyle emerse da dietro la porta.

Sobbalzò leggermente quando lo vide, chiuse la porta dietro di sé e lo guardò stranito  << Sei ancora qui? >> chiese alzando un sopracciglio, senza però sembrarne particolarmente sorpreso   << Guarda che sta bene >>  fece una smorfia   << Più o meno >>

David sbuffò seccato  << Non è come pensi >> si affrettò a dire  << Semplicemente, con lei fuori fase, tutto lo Scudo Rosso è fermo >>

  << Ah, si? >>  il ragazzo si infilò le mani nelle tasche dei jeans   << Forse in questo momento, avrebbe semplicemente bisogno del tuo conforto, zietto >>

David si irrigidì, ed infastidì allo stesso tempo  << Piantala subito >> lo ammonì con severità.

Kyle non sembrò intimorito  << Dico solo che ricevere un po’ di calore famigliare le farebbe indubbiamente bene >>

  << Per quello c’è George >> gli rispose l’uomo, leggermente a disagio  << Più amore paterno di quello, cosa potrebbe volere? >>

L’espressione di Kyle si fece distante  << Amore paterno... >> ripeté  << Sai che non è proprio così no...? >>

David capì subito dove volesse andare a parare, e strinse forte i pugni.   << Oggi non è giornata vero, Kyle? >> disse, a denti stretti, provando un improvviso interesse per le sue scarpe. 

  << Quello che voglio farti capire... >> ritentò il ragazzo  << È che probabilmente è arrivato il momento di... >>

  << Questa non è una decisione che spetta a te >> lo interruppe immediatamente lui  << Stai al tuo posto, ragazzo >>

Kyle si indispettì  << Non capisco perché ci tieni così tanto a rimandare la faccenda >> disse  << Hai paura che ne soffrirà? Se è per questo, puoi stare tranquillo: soffrirà di sicuro. In qualunque modo tu possa dirglielo >>

  << Questo non c’entra >> si oppose l’uomo  << Non mi curo di lei. Non l’ho mai fatto, e non comincerò di certo ora. Sarebbe solo ipocrisia >>

Il ragazzo di fronte a lui sbuffò seccato  << Certo. Dici che non te ne importa  nulla di lei, quando ogni giorno vieni qui, senza avere nemmeno il coraggio di bussare alla sua porta >>

Detto questo, lo sorpassò velocemente, senza nemmeno guardarlo in faccia.

David restò qualche secondo a fissare il vuoto, ma fu distratto da alcuni fastidiosi rumori alla sue spalle. Si voltò e vide che anche Kyle si era fermato. 

Entrambi fissavano le figure che stavano camminando in loro direzione.

In testa c'era Garreb Hidd, il leader della squadra dei torturatori. Subito dietro di lui, Richard. Sembrava che i due stessero facendo a gara per il posto di capofila.

E a chiudere il gruppo, Gwen Ofman.

David si schiarì la voce con qualche colpetto di tosse, e parlò quando li raggiunsero:  << Dunque? Che succede? >>  Fu investito da una flebile speranza di vittoria  << Ha parlato? >>

Vide Garreb guardare di traverso Gwen, e poi annuire  << Si. Siamo riusciti ad ottenere le informazioni che volevamo >>

Kyle esultò silenziosamente, e anche David non potè trattenere un sospiro liberatorio. Almeno, qualcosa andava per il verso giusto. 

  << Uno dei loro obiettivi era Rebecca >> esordì subito dopo Richard, e quel sospiro gli restò bloccato in gola. 

  << Non mi stupisce che volessero ucciderla >> disse poi Kyle.

  << Non ucciderla >> lo corresse Gwen, con voce insicura   << Rapirla >>

David inarcò un sopracciglio  << Ancora peggio... >> si lasciò sfuggire  << Non sappiamo cos'hanno in mente? >> chiese.

Garreb scosse la testa  << Sembra che nemmeno la Chimero lo sappia >>

Richard fece un passo avanti  << David >> richimò la sua attenzione  << Ritengo sia opportuno fare ritorno a Dallas >>

Scese il silenzio, e l'uomo continuò a parlare:  << Ormai Rebecca ha terminato l'addestramento, e se quei bastrdi sanno la nostra postazione, restando qui saremmo solo più vulnerabili. Si sono già  infiltrati qui una volta, possono farlo di nuovo. Magari più numerosi. Più forti >>

David ci riflettè, poi annuì  << Hai ragione. Avevo già pensato ad una simile eventualità >> scrutò i presenti, e prese la sua decisione.

  << Statemi bene a sentire >> annunciò poi  << Cominceremo a preparare il ritorno a Dallas seduta stante! Iniziate a spargere la voce! Tuttavia: Richard, tu e i componenti più fidati della tua squadra verrete con noi, insieme a Kim e alla squadra di Joshua >>

Poi, rivolse lo guardo verso Garreb  << Lo stesso vale per te. Trasferiremo con noi anche Misa Albam e la nuova prigioniera, e ho bisogno di qualcuno che ci sappia fare >> affilò lo sguardo di ghiaccio  << Capito cosa intendo? >>

Lui non nascose un sorrisetto divertito  << Certamente >>

Kyle si intromise nella scena:  << Credi che Rebecca sia pronta per ricominciare? >>

  << Pronta o meno, dovrà adeguarsi alle nostre decisioni! >> ribettè lui, improvvisamente più rigido  << Non possiamo mica aspettarla per sempre, deve darsi una mossa >> 

Guardò il ragazzo negli occhi   << Non avevi detto che era arrivato il momento di svelarle ogni cosa? >>  Fece una pausa fin troppo lunga, e guardò il vuoto:  << Forse non hai tutti i torti >>
  
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