Film > Pirati dei caraibi
Ricorda la storia  |       
Autore: Laura Sparrow    04/10/2012    5 recensioni
Quinto capitolo della saga di Caribbean Tales. - La Perla è perduta. Jack è perduto. Una tempesta separa Laura Evans dalla sua ciurma e dal suo capitano, per gettarla sola su coste sconosciute. Devono ritrovarsi, mentre il pericolo incombe sottoforma di uno spietato cacciatore di pirati incaricato di trovare proprio loro...
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Swann, Hector Barbossa, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Will Turner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Caribbean Tales 5

Shipwrecked

 

 

Prologo
 

 

When stars are born
are they cast out
to wander cold and lonely lost in space?
A loveless point of light
that can't return
forever fixed within one place.
When love is lost
and dreams are cast
like bruised and battered pieces left to die.
When hands that reach out are betrayed
how can my tortured soul survive?
There's only one thing left
and that's the one thing that I needed most of all,
but the freedom that I've gained
is the loss that led me aimless to the shore.
(Sail me away)

 

 

- Una donna! C'è una donna in acqua!-
- Cosa?- Nathaniel Hawk strinse forte la rete quando sentì che questa sfuggiva dalle dita del suo compagno distratto, che aveva appena allentato la presa. I pochi pesci si dimenarono, cercando una via di fuga, ma non la trovarono. L'uomo afferrò la rete a due mani e, con un grugnito, finì da solo di issarla, rovesciando sul fondo della barca il bottino di pesci guizzanti che per poco non si erano fatti scappare: si fermò a scoccare un'occhiata di biasimo al suo compare, ma il giovane era ancora affacciato al parapetto e fissava il mare a bocca aperta.
- Ben, non dirmi che ricominci a vedere le sirene. Dammi una mano, maledizione!-
- Sto dicendo sul serio, guarda!- l'indice di Benedict fremeva, indicando l'orizzonte, e il giovanotto sembrava seriamente sconvolto. Nathaniel si decise ad avvicinarsi a lui e scrutare le onde, alla ricerca di qualsiasi cosa avesse attirato la sua attenzione. Per un attimo il riverbero lo abbagliò e lui non vide nulla... poi si rese conto che, diavolo, c'era veramente qualcosa che galleggiava a poche braccia di mare dalla barca, trasportato dalla corrente.
Sembrava il pennone di una nave, spezzato in due e avvolto da quel che restava delle vele e delle sartie. E su di esso era accasciata una figura inerte, con braccia e gambe a penzoloni nell'acqua.
Nathaniel sibilò tra i denti, incredulo. - Santo Dio... fa che non sia un cadavere!- esclamò, mentre si precipitava ai remi per girare la barca.
- Che cosa fai?- gli domandò Ben, quasi con paura.
- Secondo te? Dobbiamo andare a ripescarlo, chiunque sia!-
- Lei. È una lei. Ti dico che è una donna. -
- Come ti pare, ma aiutami invece di startene lì impalato!-
In tutta fretta diressero la barchetta verso il corpo galleggiante e, appena furono abbastanza vicini, Nathaniel si sporse per cercare di recuperarlo. Il pennone cozzò leggermente contro il fondo dell'imbarcazione proprio mentre lui e Benedict afferravano la donna priva di sensi per le braccia e la tiravano a bordo con tutte le loro forze. Proprio in quel momento lei sembrò riaversi con un'improvviso impeto di energia, perché Nathaniel sentì le sue dita stringergli il braccio tanto forte da affondare le unghie nella pelle.
- Tienila!-
Con un ultimo sforzo, i due issarono a bordo il corpo fradicio d'acqua, ribaltandolo sulla schiena. Nathaniel prese fiato e per la prima volta osservò con attenzione ciò che avevano ripescato.
Era senz'altro una giovane donna, con lunghi capelli castani che le avvolgevano la testa, simili ad alghe, impregnati di acqua e di sale. La cosa strana era che era vestita come un uomo: portava una marsina dal colore ormai irriconoscibile per colpa del sale, e da essa sbucavano i resti delle maniche di una camicia, tutte strappate. Aveva i pantaloni, e non aveva perso in acqua i pesanti stivali di cuoio.
- È ferita?- chiese al suo compagno. Benedict si era inginocchiato vicino a lei e le stava girando il viso da una parte e dall'altra per vedere se respirasse. Proprio mentre intento a quell'operazione, la giovane donna tossì e sputò, liberandosi i polmoni dall'acqua in un unico fiotto violento.
- Cristo...!- Benedict sobbalzò all'indietro, portandosi le mani alla faccia, e Nathaniel dovette fare del suo meglio per non scoppiare a ridere.
La giovane, però, stava ancora rimettendo: ebbe un altro dei suoi scatti di energia e si rannicchiò di lato, sorreggendosi sulle ginocchia, quindi sporse la testa dal lato della barca per sputare all'esterno tutta l'acqua che le era rimasta in corpo. Nathaniel la lasciò finire, poi si chinò accanto a lei e le mise gentilmente le mani sulle spalle. La donna sussultò, per poi voltarsi di scatto verso di lui. Vide i suoi occhi dietro la cortina di capelli bagnati: erano castani, vigili e attenti.
- Va tutto bene, sei al sicuro. - le disse, augurandosi che capisse. - Ti abbiamo ripescata. Riesci a parlare?-
Lei cercò di rispondere, ma un altro accesso di tosse le mozzò le parole in gola. Non potendo fare altro, Nathaniel continuò a guardarla. Ora notava dettagli che prima non aveva osservato: la mano che la giovane si portò alla bocca mentre tossiva era ornata da un anello tanto vistoso da lasciarlo sbalordito. E sulle braccia scoperte c'erano sottili cicatrici ormai vecchie che sembravano in tutto e per tutto staffilate di spada. Istintivamente diede un'occhiata alla cintura della donna per controllare se avesse armi: non ne aveva, ma non si sarebbe sorpreso di vederla portare una pistola.
Sfortunatamente, anche Benedict notò tutto questo, ed espresse a voce alta ciò che era meglio tacere.
- Ehi, Nathan, hai visto? Questa donna è vestita da bellimbusto, va in giro con gioielli alle dita e, per la miseria, quelle sono cicatrici! Cosa dici, secondo te abbiamo ripescato una mezza pirata?-
Sentendolo, la giovane donna alzò il capo e strinse gli occhi, fissando ora Benedict, ora Nathaniel. Non c'era nessun dubbio che capisse perfettamente la loro lingua, e che sapesse anche da cosa era meglio guardarsi.
Nathaniel fece un cenno verso di lei, cercando di rassicurarla. - Non devi preoccuparti: i pirati sono benvenuti ad Isla Muelle. Come ti senti? Puoi dirci chi sei e cosa ti è successo?-
Lei rimase a scrutarli per qualche altro istante, raggomitolata sul fondo della barca, poi si rilassò. Un pochino.
- Terra... - gracchiò, con la voce a stento udibile.
- Come?-
- ...Torniamo a terra... per favore... sto davvero male. - si strinse lo stomaco con entrambe le mani, facendo una smorfia. - E... acqua. -
Nathaniel si chiese da quanto tempo dovesse essere in mare, ma decise che tutte le domande avrebbero aspettato. Prese la fiasca dell'acqua dalla propria cintura e fece per porgergliela: quando vide però che lei cercava di strappargliela di mano, si tirò indietro. La giovane lo fulminò con lo sguardo, con un lampo di panico.
- Dammela!- gracchiò, in un tono che era a metà tra la supplica e la minaccia.
- La reggo io. Bevi a piccoli sorsi, o ti rovescerai lo stomaco di nuovo. - replicò Nathaniel, senza lasciarsi impressionare. Solo allora avvicinò la borraccia alla bocca della giovane, che eseguì i suoi comandi alla lettera, anche se lo fissò con sguardo assassino ad ogni goccia d'acqua che lui le centellinava. Quando ebbe svuotato la borraccia fino all'ultimo sorso, si allontanò bruscamente da lui e si accasciò contro il bordo della barca, abbracciandosi le ginocchia e restando lì a rabbrividire come se non avesse la forza di fare altro: non mostrò nessuna reazione neanche quando Benedict le mise addosso una coperta.
- Ai remi, Ben. - lo richiamò Nathaniel, mettendosi al proprio posto. - Per oggi dimentichiamo i pesci. Ce ne andiamo dritti a casa, e in fretta!-

*

Nel tempo che impiegarono a tornare a terra, la giovane perse conoscenza. Di tanto in tanto, Nathaniel la scuoteva gentilmente per farla svegliare, o diceva a Benedict di darle un po' d'acqua dalla sua borraccia, quella che lei non gli aveva ancora svuotato.
Tuttavia, rimase in uno stato di semi incoscienza, e non ci fu modo di farle spiccicare altre parole se non quelle che aveva sussurrato a stento poco prima. Era accasciata contro il bordo della barca, con la testa abbandonata sul braccio, gli occhi chiusi e perfettamente immobile, mentre l'imbarcazione passava rapida accanto al porto e a tutte le altre barche ormeggiate. Nathaniel e Benedict non si fermarono, ma continuarono a remare di buona lena finché davanti a loro non si stagliò la figura imponente della Sirena.
Era un grande edificio di legno a quattro piani, ma si sporgeva dalla banchina direttamente sull'acqua, come se avesse voluto farsi spazio a gomitate tra le altre case che lo circondavano. Era una locanda, la migliore e la più rinomata di tutta Isla Muelle, e anche l'unico posto che Nathaniel e Ben chiamavano casa.
C'era un piccolo attracco privato e riparato sotto gli archi di legno che sostenevano metà della pesante struttura: fu lì che i due giovani diressero la barca, per ormeggiarsi alla banchina e cominciare a scaricare il loro insolito carico. Cercarono di farlo nel modo più gentile possibile: tuttavia, quando Nathaniel la sollevò da sotto le braccia e Ben la prese per le gambe, la donna cominciò a divincolarsi.
- Stai calma, per Dio!- esclamò Ben, sussultando quando si prese un calcio sulle costole, anche se debole.
In un modo o nell'altro, la portarono dentro. Il piano interrato passava accanto alle cucine, che a quell'ora erano piene degli sguatteri che spignattavano, cucinando, lavando stoviglie e portando avanti e indietro barili di birra e di rum: l'arrivo di Nathaniel e Ben sollevò un coro di saluti allegri, che però si spense subito quando si resero conto di ciò che stavano trasportando.
- Ci serve aiuto!- sbottò Nathaniel, brusco. - Trovateci un posto per farla stendere, e qualcuno chiami subito mia madre!-
Quelli che non erano troppo impegnati con la cena corsero a dare una mano, e in poco tempo la giovane donna mezza affogata fu sistemata in una delle camere più piccole al piano terra, dove la fecero stendere su un letto e cercarono ancora una volta di farle riprendere i sensi. Però sembrava non esserci nulla da fare: si risvegliava bruscamente per pochi attimi, magari sobbalzando, tossendo o lottando istintivamente se sentiva una mano stringerla o spostarla, poi però aveva a malapena la forza di mugolare qualcosa di incomprensibile e ripiombare giù, completamente inerte.
Non sapendo che altro fare, Nathaniel si era seduto accanto al letto e stava cercando di farle bere un altro po' d'acqua -quella la mandava giù che fosse sveglia o incosciente- quando alle sue spalle la porta si aprì, sbattendo, e anche il chiacchiericcio concitato degli sguatteri che erano venuti ad aiutarlo si zittì.
Nathaniel si voltò. Il vano della porta era completamente occupato dalla massiccia figura della padrona di casa, un donnone imponente che lo fissava con le braccia grosse come prosciutti risolutamente piantate sui fianchi. La sua faccia larga era inasprita da un cipiglio più che severo, e il giovane alzò lo sguardo per incontrare quello di quegli occhi castani che lo fissavano come quelli di un falco.
- Salve, mamma. - la salutò, senza scomporsi.
La donna emise un piccolo sbuffo di impazienza e con entrambe le mani si ravviò frettolosamente i capelli dietro le spalle, un gesto stranamente aggraziato per una donna così grossa. Li portava acconciati in due treccioline che si univano sulla sommità del capo, ma diverse ciocche biondo-grigie sfuggivano all'acconciatura, incorniciando il suo faccione rosso di una buffa aureola.
- Cristodiddio, figliolo, ma cosa diavolo mi sei andato a pescare?- sbottò, scostando Nathaniel dalla sua strada come se non pesasse niente, e concentrandosi sulla giovane che giaceva nel letto, scrutandola con occhio critico. - Questa poveretta deve essersela vista brutta. Dio santo. Adesso fuori, fuori, tutti voi! Si beccherà un malanno se non le togliamo quei vestiti inzuppati, e non è uno spettacolo da uomini. Fuori, ho detto!-
Nathaniel obbedì di buon grado, anche se finì spintonato dal fuggi fuggi generale dei giovani sguatteri che si affrettarono a lasciare subito la stanza non appena la padrona di casa ebbe finito di parlare. Tuttavia, sorrise mentre chiudeva la porta dietro sua madre e alle due ragazze delle cucine che aveva portato per assisterla: ora finalmente sapeva che sarebbe andato tutto bene. La giovane ce l'avrebbe fatta. Se c'era qualcuno sulla faccia della terra di cui lui si sarebbe fidato ciecamente, quella era sicuramente Sylvie Hawk, sua madre.



 

Note dell'autrice:

A chi già segue questa storia e conosce i suoi personaggi e le loro vicende, dedico un caloroso bentornati e un brindisi
A chi approda su questi lidi per la prima volta, benvenuti!
Come già anticipato nell'incipit, questo è il quinto episodio di una saga nata anni fa, che tutto ha a che vedere coi Pirati dei Caraibi, ovviamente, ma che è cresciuta e si è evoluta come una storia a sè. Quindi, se non avete idea di chi si stia parlando, vi consiglio di recuperare il primo episodio.
Ebbene, sono tornata! Sappiate che sto già litigando col nuovo sistema di pubblicazione dei capitoli: ho già dovuto correggere l'intero testo perché mi piazzava l'interlinea doppia senza motivo apparente...
Non di meno, Caribbean Tales 5 è iniziato.
Ho deciso che era il momento giusto per pubblicare il prologo: ho già i primi capitoli ultimati, ma se mi avete seguito nell'ultimo periodo, sapete che non vado famosa per la celerità nel pubblicare... Me ne scuso fin da subito. Intanto possiamo considerare iniziato anche questo quinto viaggio in compagnia dei nostri pirati preferiti.

E, giacché siamo interattivi, beccatevi anche la colonna sonora del prologo.
http://www.youtube.com/watch?v=lT4V1J8S4vI

Ben ritrovati a tutti, e giusto per cominciare in bellezza, stuzzico un po' la curiosità di tutti quanti con alcune bellissime fanart dedicate a Jack e Laura disegnate dalla mia fedele compare Alwilda: rispettivamente QUESTA e QUESTA.

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Pirati dei caraibi / Vai alla pagina dell'autore: Laura Sparrow