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Autore: Aine Walsh    06/10/2012    7 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Channing_Tatum]
La gente va ripetendo che il limite che separa l’amore della benevolenza è sottilissimo e spesso non si capisce più in quale delle due parti ci si ritrova. Io, in qualche punto del mio inconscio, penso di saperlo già qualche tempo, ma non ho il coraggio di ammetterlo a me stesso per timore delle conseguenze.
Ma odio avere rimpianti e non sopporterei di arrivare in ritardo e vederti andare via.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Daydream Away


You’re just a daydream away
I wouldn’t know what to say if I had you
And I’ll keep you a daydream away
Just watch from a safe place
So I never have to lose…

 
 
E’ un freddo martedì d’autunno e siamo stesi sul pavimento della cucina di casa tua.
Dentro, però, il caldo è soffocante e sembra quasi di poterlo toccare con mano, ma in fin dei conti non è un grosso problema; il pavimento bianco su cui siamo sdraiati è più fresco e rende il bollore tollerabile.
Come sempre, adesso stiamo parlando di un pugno di scemenze e ridiamo come due matti e, come sempre, tu hai la mia maglietta indosso, e devo dire che ti dona. Sì, penso proprio che te la regalerò.
Lo ammetto, da qualche minuto ho smesso di ascoltarti e tutto ciò che sto facendo è osservare il profilo del tuo viso, l’incavo del tuo collo, giù fino a soffermarmi con lo sguardo all’altezza del tuo addome, e poi risalire, lentamente.
Tu parli ancora e adesso la mia attenzione è catturata dalle tue labbra e da come tu le muovi: sono rosse e carnose, molto simili alle mie. Forse è per questo che mi piace baciarti. Peccato solo che lo faccio in determinate situazioni.
«Allora, mi stai ascoltando?» chiedi, dopo esserti voltata verso di me.
«Sì, certo…» mento. In realtà non ho la più pallida idea di cosa tu abbia detto negli ultimi minuti e credo che tu lo sappia benissimo, ma godi in modo particolare nel vedermi soffrire.
«Qual è stata l’ultima parola che ho detto?».
«Sono abbastanza sicuro di aver sentito procrastinare» affermo con fare convincente.
«Ritenta, Tatum, sarai più fortunato».
Sorrido e mi sollevo su un gomito per guardarti meglio. «Va bene, scusa. Puoi ripetere?».
«Stavo dicendo che ho visto quel famoso video di Ricky Martin, ieri», sospiri con aria dolente.
Non so se sia per via della tua espressione o per il tono che hai usato, oppure per ciò a cui ti riferisci, ma non riesco a controllarmi e scoppio a ridere. «Che ne pensi?» riesco a domandare infine.
«Beh, almeno eri vestito».
«Guarda che fare lo spogliarellista non è stato male; ho guadagnato parecchio».
«Oh, certo, questo è fuori discussione. Ma la tua dignità? Non puoi essere davvero convinto che eccitare donne sulla cinquantina affette da evidenti tempeste ormonali fosse lo scopo della tua vita, non ti sembra?» argomenti seria.
«No. Hai torto, c’erano anche delle trentenni in mezzo» rido di nuovo.
Ti alzi di scatto, sbuffando, e vai a prendere una tazza dalla credenza.
Ho la sensazione che tu te la sia presa.
«Perché non possiamo mai affrontare quest’argomento con un briciolo di serietà?».
Okay, correggo: te la sei presa.
«Perché sei così scontrosa? Non capisco neppure perché tu voglia sempre parlarne, poi!» esclamo e, purtroppo per me, mi accorgo che il mio tono è suonato più duro di quanto avessi voluto in realtà.
Non rispondi niente e tra di noi cala un pesante silenzio. E’ vero, di solito non parlo molto, ma mi piace farlo con te, sei una di quelle poche persone a cui sento di poter raccontare tutto senza problemi e, quando restiamo in silenzio dopo un battibecco, mi sento in imbarazzo.
Togli la tazza fumante dal microonde e ti siedi attorno al tavolo, con lo sguardo verso la finestra sulla quale si infrangono le gocce di pioggia. Mi tiro su e prendo posto proprio di fronte a te.
E’ da un po’ di tempo che quella domanda si aggira nella mia mente, ma ogni volta che sono sul punto di fartela mi tiro indietro, forse per timore di sentire la risposta. Da una parte mi piacerebbe che tu rispondessi di sì, anche se ho paura che questo possa mandare tutto all’aria; dall’altra parte non vorrei nemmeno un no perché so che ci resterei un po’ male, anche se mi toglierebbe dall’impiccio.
Forse però dovrei chiedertelo e basta. Essere diretto, insomma.
Anzi no, meglio girarci intorno.
«Sei gelosa?» butto lì, fingendo indifferenza.
Ti volti subito a guardarmi e, ancora una volta, non posso fare a meno di pensare a quanto siano belli i tuoi grandi occhi nocciola. Mi fissi perplessa, stupita, mentre le guance ti si colorano violentemente di rosso.
«Di chi? Di te? Che diamine vai dicendo, Channing?!» farfugli imbarazzata.
«Beh, tiri sempre in ballo il mio precedente lavoro e ne parli sempre come qualcosa di orribile, quindi mi sono fatto un’idea in proposito».
Non rispondi subito, poggi la tazza sul ripiano ed io la prendo, finendo di bere la tua cioccolata.
Fuori ha smesso di piovere, anche se i nuvoloni neri lasciano pensare che il peggio non sia ancora arrivato.
«Sto ancora aspettando» ti ricordo cercando di sembrare calmo mentre il cuore mi martella veloce nel petto; spero solo che tu non riesca a sentirlo.
«Chan, ci conosciamo da quando abbiamo sei anni, e nessuno ci conosce meglio di quanto non facciamo già noi stessi. Se critico la tua scelta di essere diventato spogliarellista, lo faccio solo perché so che persona sei, quanto vali e dove puoi arrivare, quindi non mi va di vederti ballare in tanga davanti a un gruppo di…».
Già, ci conosciamo da dodici anni ed hai ragione quando affermi che nessuno ti conosce bene quanto me.
La gente va ripetendo che il limite che separa l’amore della benevolenza è sottilissimo e spesso non si capisce più in quale delle due parti ci si ritrova. Io, in qualche punto del mio inconscio, penso di saperlo già qualche tempo, ma non ho il coraggio di ammetterlo a me stesso per timore delle conseguenze.
Ma odio avere rimpianti e non sopporterei di arrivare in ritardo e vederti andare via.
Così mi sporgo in avanti e ti bacio.
Stavolta è diverso e lo avverti anche tu. Non è lo stesso bacio che ci scambiamo quando i nostri corpi di intrecciano, è qualcosa di più intenso, più profondo, più sincero e molto, molto più desiderato di quanto avessi immaginato.
Mi separo, piano, ed un sorriso affiora tra le tue labbra mentre mi guardi con una luce diversa negli occhi, un lampo misto tra imbarazzo e gioia.
«Beh, questo cambia tutto» sussurri ad un centimetro da me, prima di far incontrare nuovamente le nostre lingue.
Sì, ho fatto bene a lanciarmi.
E sì, sono innamorato.

I need to love...! *imita invano il Bellamy*

Immagino di dover dare qualche spiegazione, eh?
Allora...
1. Ho la febbre, quindi perdonate questo enorme scempio u.u
2. Ho da poco finito di vedere Dear John e ne sono stata influenzata parecchio LOL
3. La storia è ambientata nel 2000. Ora, nel '99 il Tatum lavorava come spogliarellista e un anno dopo è comparso come ballerino nel video della canzone She Bangs di Ricky Martin *w*
4. La tipa non ha nome. Non so perchè, ma ogni tanto mi capita di non dare nomi ai personaggi ._.
5. Credo di aver detto tutto...
Quindi vi ringrazio per essere passati, anche se avete aperto la pagina per sbaglio, così il contatore delle visite sale ed io mi illudo xD
Torno alle mie Efferlgan e a C'è Posta Per Te ç_ç
A presto! :D

A.

 
 
 
  
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