-venga pure la stanno aspettando...
-che? Ah si.. mi voltai di scatto verso la voce cortese che mi si era appena rivolta e tirai un profondo sospiro nel sentire quelle parole, lasciai scivolare le braccia lungo i fianchi accarezzando il tessuto fine del mio vestito blu pastello, coperto nella parte superiore da una blusa in camel che cadeva fino a metà coscia e si chiudeva sul davanti con un semplice bottoncino sotto il seno, mi tirai poi su le maniche della blusina fino a farle arrivare sopra il gomito, mi sistemai il piccolo cerchietto impreziosito da un gonfio fiocchetto rosso di raso che pendeva dal lato sinistro della mia testa, camminavamo io e la signora che mi stava accompagnando lungo i corridoi dell’edificio, lei a passo deciso, tutta impettita nel suo tailleur che le calzava benissimo dandole un aria così elegante e professionale, io invece sembravo una bambina, camminavo barcollando da un lato all'altro per guardare oltre quella figura dritta e sicura, spesso mi scrocchiavo rumorosamente le dita presa dall'agitazione e giocherellavo con il ciondolo, raffigurante un piccolo gufo accigliato, che mi ricadeva dal seno penzolando nel vuoto, potevo benissimo capire che il mio abbigliamento non era adeguato alla situazione per lo sguardo giudice dei manager e di alcune segretarie, arrossii violentemente nel vederli bisbigliare sul mio conto e inclinai la testa di lato abbassando lo sguardo e nascondendomi sotto i capelli
-prego, il leader voleva incontrarla
Il leader?...Proprio lui? Proprio ora? La prima persona a cui avrei rivolto la parola era proprio lui, GDragon, mi chiedevo se fosse il tipo che probabilmente fingeva di essere nei video e sul palco…magari al posto di un ragazzaccio impertinente e provocante, che riesce a far crollare ai suoi piedi uno squadrone di giovani quindicenni mi sarei ritrovata a parlare con una persona del tutto diversa, nemmeno riuscivo a immaginarmi come sarebbe potuto essere, ero troppo abituata dall’immagine che aveva regalato fino a quel momento.
Si aprì la porta della sala prove, feci un passo sul parquet chiaro e lucido senza alzare lo sguardo, il cuore mi batteva a mille, e a dire il vero la cosa mi tranquillizzava perché in un momento così sarebbe stato più facile che quel muscolo cessasse di battere all’istante
-Oh eccoti! Sei tu Han Yin…-