Tesori fra nebbia e argento
si gettano , si scagliano in mare.
Le fronde dei mari in tempesta,
le onde mischiate e scagliate,
le luci e le ombre di fondo
distruggono anche quel mondo.
La notte graffiante e veloce,
la pioggia che dolce, ma atroce.
Carcasse di scheletri e ossa,
distrutte ,salate e bruciate.
Di maschere ,fogli di inchiostro
si frantuma il muro scosso.
Il manto nel profilo della sabbia
scende di squarcio.
Nella nebbia bassa e mortale,
di un vandalo sporco di sale,
di teli bianchi e grinzati
dallo sperpero di un mondo speciale.
Fin troppo ma tanto accecante
cancella l'ombra navale.
La terra umida e scaltra
fą rabbia passando travolta.
Le foglie al vento lanciate,
di lacrime,e sogni umidi.
Il vetro si spacca ,fra botte
scosse e travi ,lucenti morse.
Pietre e rovi aperti,
in riva dal collo celeste,
verde di schiuma e vergogna.
Le notti lasciate spoglie
vuote e colme .
Non ci son pił maree incerte.
Seguendo il faro mortale,
dalla vela di nave nera,
al corallo del mattino
dell'onda prigioniera.