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Autore: teabox    23/04/2007    9 recensioni
In un tempo dopo la fine della guerra contro Voldemort.
Un sabato mattina il mondo magico si sveglia, prende la Gazzetta del Profeta e trova una notizia inaspettata a ricoprire la prima pagina del giornale. Una notizia che vedrà alcune persone catturate in una ragnatela di mezze bugie e mezze verità e che le costringerà ad affrontare il loro presente e il loro passato per dimostrare di essere innocenti. O far credere di esserlo.
Genere: Romantico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota: vi rubo un istante, prima di cominciare.
• Ginny non compare nella lista dei personaggi (avevo già raggiunto quota cinque), ma se dà il nome al racconto, credetemi, un motivo c'è.
• E' una storia a più capitoli (sei, per l'esattezza). A dire il vero, non so bene cosa pensarne. Ma spero sinceramente che vi diverta almeno un poco.
• Dato che è già tutto scritto e non mi piace far aspettare, gli aggiornamenti saranno veloci.
• Che io mi ricordi, fin’ora in Harry Potter gli Auror vengono citati sempre e solo come generici Auror (ma potrei sbagliarmi, dato che la mia memoria non è un granché). A me serviva un capo, quindi mi sono inventata la carica di “Ispettore”.
• Buona lettura, spero!

Disclaimer: prendete la storia che segue. Togliete un po' di questo e un po' di quello. Ciò che rimane è tutto tutto di J. K. Rowling. Io ho solo giocato un po'.

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“Il pericolo non viene da quello che non conosciamo,
ma da quello che crediamo sia vero e invece non lo è”
(Mark Twain)


Le Strane Relazioni di Miss Ginevra Weasley
Un resoconto dei fatti, come capitò che avvennero, per fedele mano
di chi ne fu testimone



 

1. Dove la storia ha inizio e dove parla Hermione Granger


La Tana, Ottery St. Catchpole, Venerdì 12 Novembre

Non poteva vederlo dalla finestra di quella stanza perché gli alberi lo nascondevano, tenendolo al sicuro. Però sapeva che era lì, davanti a lui, in mezzo alla foresta. Il Lot.
Non era mai riuscito a capire perché lo chiamassero così, in fondo era poco più di una radura nel centro di un bosco. Eppure. Ricordava che sua nonna, quand’era piccolo, gli intimava sempre di non avvicinarcisi. “Ci vanno le streghe e gli stregoni”, gli diceva credendo, forse, di spaventarlo. Non sapeva, sua nonna, quanto poco effetto facessero quelle parole su di lui. Non immaginava, probabilmente, che in fondo non si può aver paura di qualcosa che si ha dentro.
«Ispettore?»
La voce di Putnam gli fece staccare gli occhi dalla finestra.
«Il Primo Ministro è qui, Ispettore.» Il giovane Auror si spostò dalla soglia della camera e lasciò entrare un uomo alto, dall’aria terribilmente stanca e con il viso segnato dalla preoccupazione.
«Primo Ministro», lo salutò l’Ispettore Knightley stringendogli la mano.
L’uomo scosse appena la testa. «Mi chiami Arthur, la prego. Non sono fatto per i formalismi.» Si guardò attorno evitando di fermare lo sguardo su qualcosa di preciso, prima di tornare a fissare l’Ispettore. «Lei... la troverà, vero? Ce la riporterà a casa?»
Knightley si mosse appena a disagio, spostando il peso da una gamba all’altra. «Farò del mio meglio, Primo Ministro. Ho già diffuso copie delle deposizioni che lei e sua moglie avete rilasciato e una descrizione di vostra figlia. I nostri uomini migliori sono a vostra disposizione e posso assicurarvi che faremo tutto quello che è in nostro potere per ritrovarla.»
Arthur Weasley sospirò e lasciò correre lo sguardo fuori dalla finestra. Forse sul Lot.
Sua figlia Ginevra era sparita quel pomeriggio.
Dove fosse, era ancora un mistero.

*

Ministero della Magia, Londra, Sabato 13 Novembre

Hermione Granger era arrivata al Ministero della Magia in prima mattinata. Il pallido sole di Novembre era appena visibile attraverso le nuvole che riempivano il cielo di Londra.
Davanti all’ascensore che l’aveva portata al secondo piano dell'edificio aveva trovato ad aspettarla un giovane Auror, che l’aveva condotta fino alla porta di un ufficio. La targhetta d’ottone recava inciso “E. Knightley, Ispettore Capo Auror, Divisione Londra”.
Il mago l’aveva quindi fatta entrare ed era uscito subito dopo, senza una parola, lasciandola sola ad aspettare. Cinque minuti più tardi era entrato l’Ispettore - un uomo dall'aspetto giovanile e piacevole che rendeva difficile dargli un'età precisa - che dopo pochi e veloci convenevoli, aveva subito cominciato a farle domande.
«Ci risulta che lei sia stata l’ultima persona ad aver visto Ginevra Weasley.»
«Non lo sapevo», replicò Hermione con un filo di voce.
«Potrebbe raccontarmi quello che si ricorda del vostro incontro?»
Lei abbassò un istante gli occhi, il tempo di fare ordine tra i pensieri. «Non c’è molto da dire, sinceramente. Ci siamo incontrate a Diagon Alley e siamo andate a prendere un tè insieme. Da Madame Chabotterie, vicino alla gelateria. Intorno alle quattro, credo. Stavamo parlando da un po’, quando disse di avere un appuntamento... doveva andare da qualche parte, credo. Così si alzò e se ne andò.»
L’Ispettore Knightley prese qualche appunto. «Ricorda che ore erano quando la signorina Weasley se ne andò?»
«Un po’ prima delle cinque, credo.»
«Di ieri, venerdì?»
«Ieri. Venerdì», confermò Hermione.
L’uomo picchiettò la superficie di legno della sua scrivania con la punta della piuma ancora sporca d’inchiostro. Sembrava riflettere. «Lei e la signorina Weasley eravate amiche, giusto?»
Hermione parve sorpresa dalla domanda. «Sì. Certo che sì.»
«Ma ultimamente non vi frequentavate molto.»
«Ecco, dopo la Guerra alcune cose sono...» Si guardò attorno, come se cercasse la parola giusta da qualche parte in quella stanza. «Cambiate. Alcune cose sono cambiate.»
«Parla forse della sua relazione con il fratello della signorina Weasley, Ronald?»
Lei spalancò gli occhi per lo stupore e arrossì un po’. «Lei come...? Cosa c’entra questo con Ginny?»
Knightley alzò appena le spalle. «Mi domandavo solo il motivo del suo allontanamento dalla famiglia Weasley. Come ha detto lei, alcune cose sono cambiate dopo la Guerra.»
Hermione non nascose un piccola smorfia indignata. «Se proprio lo deve sapere, allora sì. Fu per quello. Dopo che io e Ron ci siamo lasciati, mi sembrava inopportuno frequentare la casa dei Weasley.»
«Capisco», si limitò a rispondere l’Ispettore. Tornò a picchiettare la scrivania con la punta della piuma. «Lei dice “dopo che ci siamo lasciati”, ma intende “dopo che l’ho lasciato”. Corretto?»
La smorfia d’indignazione tornò, più accentuata, sul viso della ragazza. Ma prima di poter replicare, Knightley la bloccò con un gesto della mano.
«Non importa. Piuttosto, sarei curioso di sapere una cosa. E spero comprenderà che devo fare certe domande, in un caso come questo. Si sa poco, pochissimo, e ogni particolare potrebbe essere vitale. Quindi devo farmi un’idea il più chiara possibile della situazione.»
Hermione non rispose nulla, limitandosi a sostenere lo sguardo dell’Ispettore.
«Lei è mai stata gelosa di Ginevra Weasley?»
«Cosa?!», esclamò sbalordita Hermione. «Perché mai io... Cosa mai... Che motivo avrei...» Fece una pausa, socchiudendo appena gli occhi e ritrovando la calma. «Cosa vorrebbe insinuare, Ispettore?»
Knightley sorrise per la prima volta da quando era iniziato quel confronto. «Insinuare? Assolutamente nulla, signorina Granger. Come le ho già detto, è mio dovere farmi un’idea il più chiara possibile della situazione. Senza trascurare cose o... persone
Hermione fremette appena.
«Così, signorina Granger, riflettevo. Ginevra Weasley, carina, allegra, simpatica, ben voluta. Una ragazza popolare, se vogliamo usare questo concetto. Fidanzata con Harry Potter. Figlia del nuovo Primo Ministro della Magia. Mi perdoni la franchezza, ma mi pare che ci sia materiale più che sufficiente per esserne gelosi.»
«Sbaglia», replicò freddamente Hermione.
«Ai tempi di Hogwarts... lei era molto legata ad Harry Potter, giusto?»
Lei sembrò vacillare per un istante. «Sì, ma-»
«Eravate solo amici?»
«Certo che sì! Lui non-» Hermione si bloccò improvvisamente, senza finire la frase.
Knightley sorrise di nuovo. «“Lui non”. Ma lei
«Io... io non ho mai... mai. Harry e Ginny stavano insieme. Io stavo con Ron.»
L’Ispettore sembrò riflettere un attimo. Scribacchiò un paio di cose sul suo taccuino, quindi tornò a fissare Hermione. «Secondo lei come sono i rapporti tra il signor Potter e la signorina Weasley? Le sembrano una coppia felice?»
Qualcosa di veloce, indefinibile passò sul volto della ragazza. «Credo... credo di sì.»
«Perché crede
Hermione alzò appena le spalle. «Stanno molto insieme, sono molto uniti. Però io... ho sempre avuto la sensazione che qualcosa sia cambiato anche per loro, dopo la fine della Guerra.»
«Cosa glielo fa pensare?», domandò Knightley con interesse.
Lei non rispose subito. «Immagino sappia che Draco Malfoy era a casa dei Weasley in quel periodo.»
«Ne sono al corrente.»
Hermione esitò nuovamente. «Ginny... si dedicava molto a lui. Diceva che lo trovava interessante. Draco Malfoy interessante.» Fece una leggera smorfia. «Diceva che in fondo era come noi, solo meno fortunato, perché non aveva avuto dei genitori, dei fratelli o degli amici che gli avessero fatto vedere la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.»
«Lei non è di questa opinione?»
Hermione scosse appena le spalle. «Non lo so.»
Knightley rimase per qualche attimo in silenzio, poi si schiarì la voce. «Riguardo ieri, ricorda qualcos’altro? L’impressione che le ha fatto la signorina Weasley o se è successo qualcosa di insolito, magari?»
Lei sembrò sollevata dal cambiamento di soggetto. «Sembrava stanca, un po’ tesa, ma nel complesso la stessa Ginny di sempre. Ricordo che il modo in cui si alzò e se ne andò mi sembrò... improvviso.»
«Ha detto che le disse di avere un appuntamento.»
«Sì, ma... come spiegarlo? E’ stata solo un’impressione e potrebbe essere sbagliata.» Guardò l’Ispettore per un momento e poi sospirò. «Sembrava una scusa.»
Knightley alzò appena un sopracciglio. «Una scusa?»
«Sì. Come, come... non so come. Però l’impressione che ebbi fu quella. Infatti, la seguii con lo sguardo dalla vetrata della caffetteria. Così, per vedere dove andava.»
«E...?»
«E niente. Sparì in uno dei vicoli di Diagon Alley. Quello a pochi passi dalla caffetteria, che fa angolo con la libreria.»
L’Ispettore annotò qualcosa. «Altro?»
Hermione si fermò a riflettere un istante. «No. Non...» Si portò una mano alla tempia e la massaggiò appena. «Non vedo cosa possa avere a che fare con questa situazione, ma glielo dico lo stesso. Un momento dopo, da quello stesso vicolo è uscito un uomo.»
«Un uomo?»
Hermione accennò un sì con la testa. «Non lo vedevo da molto tempo, per questo mi colpì.»
«Lo conosce? Chi era?», domandò Knightley incuriosito.
«Il Professor Piton.»

  
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