Serie TV > Merlin
Ricorda la storia  |      
Autore: Remeny    15/10/2012    1 recensioni
MerlinArthur, ovviamente.
Il momento tanto agognato, ovvero quello della rivelazione di Merlino riguardo il suo dono ad Artú, condito da qualche spoiler, un piano fallito di Morgana e Uther che ( solo per questa volta!) fa qualcosa di sensato.
Perché devi limitarti a pensarlo, Merlino?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Morgana, Principe Artù, Uther | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
You spin my natural emotion


<< Non potete averlo fatto davvero, Uther, è pericoloso >>, disse la pupilla del re facendo irruzione nella sala del trono.
Il re era in riunione con i cavalieri, ma smise immediatamente di parlare e si concentrò sulla figlia.
Quante volte, quante volte doveva ripeterglielo che non poteva entrare così? Probabilmente non sarebbe riuscito a contarle.
Uther ordinò ai cavalieri di uscire dalla sala con un cenno della mano e, quando le porte si furono chiuse, decise di parlare.
<< Se ti riferisci ad Artù, sono convinto che starà benissimo >>, disse semplicemente, sedendosi e tornando a concentrarsi su alcune carte.
<< Ma, il bosco è pieno di insidie, di briganti. Non possiamo lasciarlo andare da solo >>, cercò di contestare Morgana.
<< Morgana non capisco. Sei stata tu stessa a suggerirmi di fargli passare un po’ di tempo nel bosco >>, urlò confuso, alzando le mani al cielo.
<< Si, Uther, questo è vero. Ve l’ho suggerito per far si che Artù tempri il suo spirito. Ma non ho mai accennato al mandarlo da solo! >>, rispose esasperata.
E’ una lotta impari così, aggiunse nella sua mente.
Avrebbe ucciso Artù troppo facilmente e lei non voleva solo lui.
Lei voleva Merlino.
<< Lasciatemi andare con lui, e lasciatemi portare Merlino. Dopotutto, Artù è il futuro re di Camelot, non possiamo rischiare che muoia >>, recitò a memoria le battute di un copione non scritto.
<< Non essere sciocca, Morgana. Sai benissimo che il popolo penserebbe molto male della vostra assenza >>, iniziò perentorio.
<< Ma… io sono la sua sorellastra >>, disse tentando di contenere la rabbia.
Sorellastra, certo, pensò, ma cercò di non pensarci, altrimenti avrebbe rovinato ogni cosa.
Il suo piano era semplice.
Avrebbe ucciso Artù ricorrendo alla magia e, una volta morto lui, sarebbe tornata a Camelot e avrebbe ucciso Uther. Successivamente, avrebbe reclamato il trono, confessando al popolo di essere la figlia illegittima di Uther.
Era un piano perfetto, nulla poteva andare storto.
Se non fosse stato per Merlino. Quel servitore era sempre tra i piedi e Morgana l’aveva capito.
Aveva capito che faceva uso di magia.
Per questo avrebbe prima ucciso Merlino, per impedirgli di salvare Artù, ancora.
<< Lo so, lo so >>, rispose il re accarezzandole una guancia pallida. << Ma questo non cambia le cose, mi spiace. Tuttavia.. >>, iniziò e Morgana credette quasi di essere riuscita a convincerlo.
<< Tuttavia? >>, domandò, incitandolo a continuare.
<< Tuttavia, credo tu abbia ragione. Manderò Merlino a controllare come se la sta cavando il futuro re di Camelot >>, concluse con un tono da “la discussione è ufficialmente conclusa. Ti invito a raggiungere le tue stanze”
<< Ma… >>, tentò di farlo ragionare Morgana.
<< Non intendo discuterne oltre, Morgana. Ti ho accontentata, Artù non sarà da solo. Adesso che la discussione è ufficialmente conclusa, ti invito a raggiungere le tue stanze >>.
Appunto.
Il piano di lady Morgana era felicemente distrutto.

Merlino stava ripulendo la sua stanza quando vennero a prelevarlo in due ed informarlo del suo destino per quei giorni.
Artù era via già da due lune, e la cosa lo infastidiva non poco. Non poteva controllarlo, non poteva dargli dell’Asino reale, non poteva bearsi della sua compagnia e dei suoi occhi.
Le uniche cose che in qualche modo lo allietavano erano il non dovergli salvare la vita ogni due secondi e non dovergli lucidare l’armatura, gli stivali, rassettare le sue stanze, ricucire e lavare i suoi indumenti e governare i suoi cavalli.
Il prezzo da pagare per stare accanto alla persona che più amo, pensò il giovane mago, inoltrandosi nel bosco.
Lo trovò svenuto a pochi metri dal lago, lo stesso a cui aveva affidato Freya tanto tempo prima.
<< Stupido, borioso Asino reale >>, sussurrò, scendendo da cavallo e avvicinandosi al principe.
A giudicare dall’aspetto, era lì da non più di due ore, una freccia era conficcata nella sua spalla.
Merlino doveva fare qualcosa, ma prima si accertò che nessuno li stesse spiando. Quando fu sicuro di ciò, tirò via la freccia dalla spalla di Artù e vi premette la mano sopra, recitando un vecchio incantesimo.
Dopodiché, lo sistemò meglio sul terreno, accese un fuoco, e gli posò sopra una coperta, che aveva portato nel caso in cui il futuro re di Camelot avesse sentito freddo.
Dio, ancora non riusciva a capacitarsi di quanto fosse perso di lui, di quanto pensasse a lui in ogni istante della giornata, di quanto si maledicesse per quei sentimenti che provava nei confronti di Artù.
E, mentre osservava il principe dormire, si chiese se fosse davvero quello il destino che era stato scritto per lui, se anche quei sentimenti fossero compresi nel prezzo.
Con queste domande in mente, si addormentò accanto al suo principe.

Si svegliò il giorno dopo, il fuoco era spento e di Artù non c’era alcuna traccia.
Si terrorizzò a tal punto che iniziò a girare per tutto il bosco ma, dopo mezz’ora, non sapeva dove fosse l’Asino.
Sconsolato, si avvicinò al lago, chiedendo aiuto persino a Freya, la ragazza che tanto aveva amato, ma, ovviamente, non ricevette risposta.
Tuttavia, dopo una decina di minuti, sentì due possenti braccia circondargli la vita e, seppur il gesto fosse parecchio inusuale, si rallegrò che Artù fosse salvo.
Nel contempo, chiuse gli occhi per bearsi di quel contatto così intimo, che mai aveva avuto con il suo padrone, e un sorriso ebete si stampò sul suo viso.
<< Pessima mossa, Merlino. Se fossi stato un brigante ti avrei già ucciso >>, gli sussurrò in un orecchio.
<< Oh, ma io sapevo perfettamente che eravate voi >>, rispose ridacchiando.
<< Ah, si? E come? >>, domandò il principe, visibilmente scontento.
Si sarebbe aspettato una fuga, magari, un urlo, ma niente. Merlino era rimasto tranquillo.
<< Queste grosse e grasse braccia appartengono solo ai boriosi asini reali, Sire >>, disse, cercando di camuffare una risata.
Artù lo fece voltare di scatto, tenendolo intrappolato nella sua presa.
<< Io. Non. Sono. Grasso. >>, sibilò, offeso a morte.
Ci manca solo che gli escano fuori le orecchie da cagnolino , pensò Merlino. Artù era decisamente troppo adorabile in quel momento.
<< No, assolutamente Sire >>, bofonchiò il giovane mago.
<< Sei… un pozzo pieno di sorprese, Merlino >>, disse tutto ad un tratto il principe.
<< Cosa ve lo fa dire? >>, domandò.
<< Prima… quella freccia mi aveva colpito in profondità, lo so benissimo >>, iniziò.
Merlino si sentì morire, quella discussione stava prendendo una piega decisamente indesiderata.
<< Ma cosa… cosa dite, Artù? La ferita era superficiale e io… >>, ma Artù non lo lasciò finire.
<< Merlino.. io lo so >>, mormorò ad un passo dalle sue labbra.
<< Sapete… cosa, esattamente? >>, chiese con la morte nel cuore.
Artù l’avrebbe messo a morte, anzi no, non gli avrebbe più rivolto la parola. E Merlino no sapeva dire con esattezza quali delle due ipotesi odiasse maggiormente.
<< Merlino, tu fai uso di magia >>, disse in un soffio, unendo le proprie labbra a quelle del servo.
Per Merlino fu un colpo al cuore. Davvero. Non riusciva a capire, non riusciva a descrivere tutto quello che stava provando. Era… troppo bello, troppo per essere vero.
<< Artù… >>, riuscì a dire una volta che le loro labbra si furono separate.
<< Si? >>
<< Cosa avete fatto? >>, chiese improvvisamente disperato.
<< Quello che volevo fare, Merlino >>, rispose carezzandogli una guancia.
<< Ma.. le cose non dovevano andare così! Io… voi… io sono un servo, e sono un uomo, e voi siete un principe e non va… No, non va >>, iniziò a farneticare qualcos’altro, ma Artù era fermo a quel le cose non dovevano andare così
<< Perché ti preoccupi tanto, idiota? >>, gli domandò allontanandosi impercettibilmente da lui, quel tanto per poterlo guardare negli occhi ad una distanza di sicurezza che gli impedisse di saltargli addosso.
<< Voi non capite! >>
<< No, infatti. Non capisco, e la cosa mi da fastidio. Vorresti forse aiutarmi a capire, Merlino? O devo pregarti? >>
<< Non capite… E’ un disastro. Come farò, come farò?! >>
Merlino non lo stava più ascoltando, aveva iniziato a parlare da solo e Artù odiava non essere ascoltato.
<< Merlino! >>, lo prese per le spalle e lo strattonò, ottenendo finalmente l’attenzione dell’altro.
<< Cosa c’è? >>, cercò di ricominciare con il ciclo di domande, sperando di avere più successo.
Merlino distolse lo sguardo, non rispose.
<< Ti ha… dato fastidio quello che è successo poco fa? >>, chiese e pregò con tutto se stesso che la risposta a quella domanda non fosse affermativa. Non l’avrebbe sopportato.
Il suo Merlino.
Il moro scosse la testa, Artù sentì un peso scomparirgli dal petto.
<< Se è per il tuo segreto, sta tranquillo. Non lo dirò a nessuno, da oggi sarà il nostro segreto, non permetterò che mio padre ti mandi al rogo>>, disse enfatizzando quell’aggettivo volutamente e tremando appena. Se Uther avesse scoperto di Merlino, certamente non si sarebbe fatto scrupoli ad ucciderlo.
E il principe non voleva questo.
Artù sognava un futuro fatto di loro due, insieme.
<< Non è per questo, Sire >>, riuscì a rispondere il servo.
<< E allora cosa?! Bacio male, vuoi forse dire questo? No perché allora avrei dovuto baciarti prima di altre dieci dame, almeno tu mi avresti impedito di prendere l’iniziativa con quelle donne >>, mormorò sconcertato e imbarazzato al tempo stesso.
<< Non è questo, Asino >>, rispose ancora Merlino, tra una risata e l’altra.
<< Merlino, ti prego, cosa c’è che non va? >>, e l’aveva fatto. Alla fine, Merlino era riuscito a farsi pregare anche stavolta.
<< Io… da questo momento io non… riuscirò a non pensare a quel bacio, Sire >>, sibilò sperando che l’altro non l’avesse sentito. Era una cosa così imbarazzate da dire, non sapeva proprio dove aveva trovato il coraggio di confessare.
Le labbra di Artù furono sulle sue in un soffio e, con altrettanta velocità, il principe approfondì il bacio, invitando Merlino a schiudere le labbra e a fare scontrare le loro lingue.
Artù lo spinse delicatamente contro un albero e prese ad esplorare il suo petto con le mani, imparando a conoscere e potendo finalmente toccare quel corpo che, fino a quel momento, si era limitato semplicemente ad osservare con bramosia.
Immaginò di portarlo nelle sue stanze e di concretizzare le sue fantasie ma, quando la sua mano sfiorò accidentalmente (o forse no?) l’inguine di Merlin, quello si ritrasse con un tremito.
E Artù capì che non era ancora arrivato per loro quel momento, ma avrebbe aspettato volentieri.
Gli rivolse un sorriso raggiante e tornò a baciarlo, questa volta delicato e dolce.
Fu un bacio sofferto e sognato per entrambi, un bacio che sapeva di casa e felicità, che sapeva di Artù e Merlino.
<< Perché devi limitarti a pensarlo, Merlino? >>, gli domandò il principe, ma non ebbe il tempo di udire la risposta, perché già Merlino si era tuffato di nuovo sulle sue labbra.
Artù si disse che non l’avrebbe mandato alla gogna per non aver ricevuto alcuna risposta. La bocca di Merlino era decisamente impegnata in affari più importanti.

Note dell’autrice

Buon pomeriggio a tutti!
E’ la prima Merthur che scrivo, dopo mesi e mesi passati a leggere capolavori qua e la.
Mi sono detta: Perché non rovinare anche questa categoria di efp e scrivere qualcosa su questi due personaggi loschi? e boh, l’ho fatto!
Si, bè, so che per persone come me esiste un girone dell’inferno o che ancora dovrebbe esserci la gogna ma… dai su, prendetela con filosofia!
Alla prossima,
Remèny!
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: Remeny