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Autore: giormoments    15/10/2012    8 recensioni
Proprio in quel momento Louis alzò sguardo verso di lui e il suo cuore mancò un battito: possibile che dopo 10 anni gli facesse ancora quell’effetto?
Il riccio abbassò lo sguardo sulla sua mano sinistra e vide luccicare la piccola e semplice fede dorata.
12 anni prima non avrebbe mai pensato che l’audizione ad X-Factor gli avrebbe cambiato la vita a tal punto.
A 16 anni si vedeva nel futuro come un cantante famoso, con una moglie e dei figli. E magari anche dei gatti, perché no?
Alla fine, l’unica cosa diversa dalle sue aspettative di sedicenne era quella di avere un marito invece che una moglie.
Ma ripensandoci da uomo maturo, ed innamorato, non avrebbe potuto chiedere di meglio.

Incondizionatamente Larry ♥
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Isn't she lovely?


«Non riesco a farla smettere di piangere!»
Louis era ormai sull’orlo di una crisi di nervi.
Lui ed Harry non dormivano da un mese, e sembrava che anche quella notte Lily non avesse intenzione di farli riposare.
Come ogni sera, le avevano provate tutte sperando di riuscire ad avere un minimo di tregua dai pianti disperati della bambina.
Harry le aveva dato da mangiare, Louis l’aveva lavata e cambiata ed insieme l’avevano cullata, impiegando un’ora per farla addormentare.
Alla fine però ce l’avevano fatta, quell’angioletto riccio dormiva beatamente nella culla accanto al loro letto matrimoniale.
Cercando di fare il più piano possibile, uscirono dalla stanza, lasciando la porta leggermente aperta.
I due si recarono silenziosamente in soggiorno per trovare qualcosa da mettere sotto i denti. Le loro giornate, ora che c’era la bambina, erano pienissime, e spesso si dimenticavano addirittura di mangiare.
Raccattarono quello che di commestibile trovarono in cucina e si sedettero, mangiando e parlando con i visi estremamente vicini.
«Hai visto quando fa quel faccino adorabile un secondo prima di ridacchiare?» gli stava sussurrando Harry.
«E’ uguale a te» annuì Louis. «La tua stessa identica espressione. Si vede che è tua figlia..» concluse il più grande abbassando lo sguardo sul suo piatto.
«Ehi, cos’è ora questa storia? Non voglio più vedere quell’espressione o sentire quelle parole uscire dalla tua bocca, va bene? Lei è nostra figlia, non mia.» lo rassicurò il riccio, per poi continuare «Sembrava impossibile, ma ora è qui con noi. La cresceremo insieme. E’ nostra.» finì Harry con voce ferma, senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi limpidi di Louis.
«Ti amo» sussurrò il più grande in risposta, baciandolo leggermente.
Quello che inizialmente era un bacio casto risentì subito dell’astinenza di quelle settimane e a quel contatto i loro corpi andarono letteralmente a fuoco. Harry si sporse di più sulla penisola per baciarlo, ma Louis si staccò praticamente subito, provocando i lamenti del più piccolo che si smorzarono subito appena Louis scese dal suo sgabello e si insinuò fra le gambe del piccolo, stringendo nelle mani i suoi ricci.
Rimasero a sfiorarsi per qualche secondo, le labbra che si cercavano ma non si trovavano, quando Louis infilò le mani sotto la maglia di Harry, sfilandogliela lentamente. Lo fissò con aria adorante per qualche secondo, poi posò la mano abbronzata sul petto niveo di Harry.
Sorrise contro la guancia del più piccolo, sentendo che il suo cuore aveva aumentato il ritmo dei battiti.
«Passano gli anni ma questo non cambia mai..» sospirò emozionato contro la bocca di Harry.
«Mi hai sposato per questo..» soffiò di rimando il più piccolo.
Louis si allontano di qualche millimetro e «Per quello» disse, iniziando a mordergli delicatamente il labbro inferiore.
«Per le tue labbra rosse..» disse continuando a torturargli le labbra.
«Per il tuo fisico da dio greco» continuò, lasciandogli baci umidi sulla mandibola e sul collo.
«Per la tua sfacciataggine. Per i tuoi ricci. Per le tue bellissime mani.»
Aveva abbandonato il collo per passare alle clavicole e ai pettorali ben sviluppati.
«Per il modo in cui mi guardi..» concluse alzando lo sguardo ed immergendo i suoi occhi in quelli di Harry, che non poteva far altro se non rimanersene lì, intrappolato in quella meravigliosa tortura.
«Oh. Non è cambiato nemmeno quello.» sghignazzò malizioso il più grande, ammiccando al bozzo più che evidente nei pantaloni del più piccolo.
«Cretino» rise Harry, afferrando il più grande per il colletto della maglia e tirandolo a sé per baciarlo.
Le mani di Louis percorsero ogni centimetro di pelle candida che riuscivano a raggiungere, mentre Harry iniziò a palpargli il sedere sodo e decisamente femmineo.
Il più piccolo si era deciso ad infilare le mani sotto la maglia del pigiama a righe di Louis, quando un pianto ruppe quel silenzio fatto di sospiri e sussurri.
«No..» sospirò Louis, appoggiando la sua fronte a quella del più piccolo.
Harry rafforzò per un attimo la presa sui fianchi del più grande, per poi staccarsi e «Dai» disse, posando un bacio delicato sulla punta del naso all’insù di Louis.
Scese poi dallo sgabello per andare a recuperare la sua maglia finita da qualche parte sul pavimento, se la infilò ed insieme a Louis raggiunse la bambina, che continuava a disperarsi.
Entrarono nell’enorme stanza scarsamente illuminata e mentre Harry prendeva in braccio la piccola, Louis si sedette sul letto accanto al lettino.
Il riccio prese a cullare la bambina che però sembrava non avere alcuna intenzione di calmarsi, così Louis prese Lily e lasciò Harry libero di andare a prepararle il latte caldo.
Il più piccolo tornò dopo qualche minuto con un biberon in mano ed un piccolo canavaccio sulla spalla, trovando un Louis con un’espressione sempre più disperata ed una piccola sempre più agitata.
«Hai controllato la temperatura?» disse Louis con tono stanco.
Harry annuì con la testa , porgendo al più grande il biberon e sedendosi sul letto osservando Louis cullare Lily.

Era passata un’ora e la bambina non accennava a calmarsi.
«Ha qualcosa che non va, Harry. Dobbiamo chiamare il pediatra» disse Louis visibilmente preoccupato.
«Boo, calmati. Ha poco più di tre mesi, è normale che faccia così.» cercò di tranquillizzarlo Harry, «Ci avevano avvertiti. Ora inizia il periodo peggiore, con le coliche e tutto il resto. Sta bene» continuò avvicinandosi per baciare delicatamente il marito, stendendosi poi sul letto accanto a lui.
Le avevano provate tutte: il latte caldo, che dopo due o tre sorsate la piccola aveva rifiutato, i giocattoli, il carillon che nonna Anne e nonna Jay le avevano regalato. Nemmeno il vecchio peluche di Gemma ed Harry, che a detta di Anne aveva avuto un effetto calmante su entrambi i suoi figli, aveva funzionato.
L’avevano cambiata di nuovo, anche se non ne aveva bisogno.
Harry prese ad osservare lentamente Louis.
Era stanco, era evidente: ci stava mettendo l’anima in quell’avventura; ne erano segno tangibile le occhiaie marcatissime, nere sul suo viso abbronzato.
Proprio in quel momento Louis alzò sguardo verso di lui e il suo cuore mancò un battito: possibile che dopo 10 anni gli facesse ancora quell’effetto?
Il riccio abbassò lo sguardo sulla sua mano sinistra e vide luccicare la piccola e semplice fede dorata.
Quando dodici anni prima aveva messo piede nello studio di X-Factor, non avrebbe mai pensato che quell’audizione gli avrebbe cambiato la vita a tal punto.
A 16 anni si vedeva nel futuro come un cantante famoso, con una moglie e dei figli. E magari anche dei gatti, perché no?
Alla fine, l’unica cosa diversa dalle sue aspettative di sedicenne era quella di avere un marito invece che una moglie.
Ma ripensandoci da uomo maturo, ed innamorato, non avrebbe potuto chiedere di meglio.
Rimuginando sulla sua audizione, Harry ebbe un lampo di genio.
Ricordò improvvisamente di aver letto su una qualche rivista per l’infanzia che la voce dei genitori aveva un effetto calmante sui bambini.
«Louis, puoi darmela un secondo, per favore?» chiese subito Harry al marito.
«Certo. Ma.. che hai intenzione di fare?» gli domandò perplesso il più grande.
«Voglio provare una cosa» disse Harry, cercando di sovrastare gli urli di Lily.
Harry guardò un’ultima volta Louis, poi si dedicò a Lily.
Il più grande lo guardava con aria curiosa, quindi prese un bel respiro, si schiarì la voce ed iniziò.
«Isn’t she lovely?» cantò.
Le urla della piccola subito si placarono.
Gli occhi azzurri del più grande si illuminarono e le sue labbra si aprirono in un sorriso sorpreso.
«Continua, amore! Non ti fermare, funziona!» gli sussurrò impressionato.
«Isn’t she wonderful? Isn’t she precious?» continuò Harry, mentre la piccola aveva smesso di piangere e lo guardava attenta con gli occhioni celesti, uguali a quelli dell’altro papà, con qualche residuo di lacrima agli angoli.
Harry si fermò e guardò Louis, scuotendo leggermente il capo: smetteva la bambina ed iniziava a piangere lui.
«Non fare caso a me. In questo momento sono una moglie ed una mamma orgogliosa» rise piano, scacciando con la mano una lacrima.
Harry si sporse sopra la bambina ormai calma e lo baciò con passione. In quel momento la bambina fece un verso di disapprovazione.
«Che c’è, piccoletta? Lo vuoi tutto per te? Mi dispiace ma l’ho conosciuto prima io. Al massimo lo dividiamo» bisbigliò Louis, accarezzandole il nasino.
Louis alzò poi lo sguardo su Harry, che li guardava sorridendo, e disse «Anzi, facciamo io 60% e tu 40%» sussurrò alla bambina, facendo ridere il riccio, che lo baciò, provocando un adorabile risolino della bambina.
Quando si staccarono, il riccio si alzò e adagiò la bambina nella culla, facendo attenzione a non tirarle i riccioli castani nel girarla sulla pancia.
Gliel’avevano detto mille volte: i bambini così piccoli dovevano dormire a pancia in giù. Era ossessionato dall’idea di poterle fare del male.
Vide anche Louis alzarsi e «Vi lascio soli» gli soffiò nell’orecchio prima di posargli un bacio sul collo e sparire nel buio.
Uscito dalla loro camera da letto, il più grande percorse l’enorme corridoio ed arrivò in salotto, dove si coricò sullo spazioso divano in stoffa grigia. Finalmente un po’ di pace.
In quel tanto agognato momento di relax, il sonno lo colse all’improvviso.
Il riposo però durò poco: avvertendo un movimento vicino ad i suoi piedi, sobbalzò.
«Scusa, Boo, non volevo svegliarti..» si scusò il più piccolo, avvicinandosi per accarezzargli la guancia.
«Tranquillo, ti aspettavo» sussurrò di rimando Louis, gettando un’occhiata all’orologio. «C’è voluto così poco?» Erano passati solo dieci minuti.
«Era esausta» sorrise Harry.
«Ci credo. Ha sprecato tutte le sue energie per perforarci i timpani» bisbigliò Louis, tirandosi su per poggiare il capo sulla spalla di Harry.
«E’ vero, è bastato che le ricantassi altre due o tre volte quella canzone ed è crollata» disse Harry, circondando con il braccio le spalle di Louis.
Ci fu un momento in cui entrambi chiusero gli occhi e si bearono del silenzio che regnava in casa loro.
Fu Harry a rompere il silenzio.
«Potevi rimanere, comunque. Era ovvio che potevi» soffiò Harry con la bocca sui capelli del più grande.
«Ma no, era un momento solo vostro. Che c’entravo io?» rispose Louis.
«Ancora con questa storia?» domandò Harry, a metà tra il malinconico e lo scocciato. «Sei suo padre, c’entri sempre».
Accorgendosi del silenzio di Louis, si girò verso di lui ed automaticamente anche il più grande lo guardò.
«E’ mia quanto tua» continuò Harry.
«Ti somiglia così tanto» sussurrò sovrappensiero Louis, prendendo a giocare con un riccio del più piccolo.
«Però ha i tuoi occhi.» bisbigliò Harry. «Abbiamo scelto una madre surrogata che avesse le tue stesse caratteristiche proprio per questo! Non.. Non la senti tua abbastanza?» chiese Harry, accarezzandogli il braccio con le dita.
«Scherzi? La sento mia. Anche se biologicamente non è mia figlia, affettivamente lo è. La cresceremo insieme, io e te» bisbigliò Louis.
«Non avrei potuto chiedere di meglio dalla vita» disse Harry baciandolo piano. «E ti prometto una cosa» iniziò Harry.
«Cosa?» chiese curioso il più grande.
«Lily-Anne Tomlinson-Styles non sarà la nostra unica figlia.» Fece una pausa, per poi riprendere subito: «Quando Lily sarà grande abbastanza, le daremo un fratellino o una sorellina. Ma stavolta sarà tuo, biologicamente» promise Harry.
Il viso di Louis si illuminò in un sorriso enorme, ed il più grande si tuffò nelle braccia del più piccolo che lo accolse posando piccoli baci sui suoi capelli, fino a quando Louis alzò il viso per poterlo baciare.
«E comunque dicevo seriamente» disse Harry, staccandosi dalle labbra di Louis, che lo guardava con aria interrogativa. «Potevi rimanere e cantare con me» chiarì il riccio.
«Dai, Haz, avrei solo rovinato l’atmosfera, con la mia voce da papera!» rise il più grande, accarezzando con la punta del naso la guancia liscia del più piccolo.
«Non dire stupidaggini, hai una voce meravigliosa! Adoro sentirti cantare!» esclamò a bassa voce Harry. «E adoro anche sentirti urlare» puntualizzò maliziosamente Harry.
«Imbecille» lo spintonò scherzosamente il grande, baciandolo.
Senza staccare le loro labbra, Louis si sdraiò, trascinando Harry giù con sé.
I due si divisero e rimasero coricati su un fianco, facendo sfiorare le punte dei loro nasi.
«Aspetta» bisbigliò Louis, alzandosi.
Spense la luce, prese la coperta ammucchiata ai loro piedi e la stese su Harry e sul suo posto momentaneamente vuoto. Si coricò di nuovo su un fianco, si coprì e baciò di nuovo Harry.
«Buonanotte, amore» sussurrò al più piccolo.
«Ti amo tantissimo» bisbigliò Harry, posandogli un ultimo bacio sulle labbra.
«Ti ho sposato soprattutto per questo» disse Louis, facendo ridacchiare entrambi, prima di crollare entrambi in un sonno profondo.


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Ok. Io non la volevo postare, mi hanno costretta.
Questa OS ce l'ho sul pc da... marzo, credo. Mentre studiavo (cercavo di salvarmi dai debiti *coughcough*) mi era venuta quest'idea e l'ho buttata giù. Qualcuno già l'ha letta ed è piaciuta un sacco, però non l'ho mai vista perfetta, come la volevo io, quindi è rimasta nei meandri più oscuri del mio pc fino a... ad oggi. Ci tengo troppo, però non posso tenerla sul pc per sempre, no?
Al massimo, se non piace, beh, c'ho provato.
As usual, ringrazio la mia sola ed unica Beta (che mi ha appena fatta stramazzare a terra con una meravigliosa citazione che sta a pennello con la nostra ''storia'') e grazie anche alla mia Crissi che come al solito mi motiva (e mi minaccia di botte se non posto♥). Non lo so dove sarei senza di voi, davvero.♥
Un piccolo ringraziamento va anche a chi l'ha letta in anteprima nei momenti in cui mi prendeva lo sconforto e volevo cestinarla ♥
Bene, ecco. Quello che pensavo di dover scrivere l'ho scritto.
Se leggete (e non vi fa troppo schifo) lasciatemi una recensione. Per me è importante, per questa storia specialmente.
Grazie! ♥
  
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