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Autore: Dark Magician    29/04/2007    7 recensioni
Niente da fare, i bambini ti spiazzano. Non sono come gli adulti, che mentono, ingannano, ti attaccano alle spalle o cercano semplicemente di annientarti. Tu detesti gli esseri umani, esorcisti o meno, ma tutte quelle cose che rendono odioso e infido un uomo nei bambini a volte sembrano assolutamente mancare.
[Cross Marian]
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Marian Cross
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Crossroads

Rating: G

Personaggi: il grandioso, strafigo e strafottente generale Cross Marian *__*

Tipo: one-shot

Disclaimer: allora, purtroppo Cross non mi appartiene ma è del sensei Hoshino çç

Questa ficcy nasce dal desiderio di scrivere qualcosa sul mio amato generale, dato che è il mio personaggio preferito ma in rete non si trovano moltissime fic dove è anche solo tirato in ballo… e devo dire che ne comprendo il motivo -___- nel manga fa a malapena quattro o cinque apparizioni, e quindi su di lui si sa poco e niente. Però è un personaggio piuttosto importante! Per lo meno nell’anime c’è un episodio quasi completamente dedicato a lui…

Riguardo alla ficcy, devo dire che purtroppo è piuttosto corta, sono solo un paio di paginette, e non è nemmeno sta gran cosa, però ci ho provato. Mi farebbe molto piacere ricevere dei commenti, ma non sentitevi obbligati XD

Buona lettura^^

 

 

Il bambino piange, accovacciato in un angolo, sul corpo insanguinato di una donna.

Ti avvicini scavalcando le macerie.

Come un fantasma nero in mezzo alla polvere, nemmeno la distruzione che ti circonda è in grado di turbare il tuo portamento austero.

Ti sei sempre chiesto che cosa in te sia così affascinante, tanto da spingere le donne a innamorarsi perdutamente di te senza nemmeno averti mai conosciuto, solo attraverso i racconti di qualche amica pettegola, magari.

Forse è il tuo aspetto, o il tuo modo di fare strafottente e irrispettoso, o la tua aria da persona dura.

Magari anche il fatto che sei uno stronzo matricolato- sembra che le donne amino particolarmente chi le fa soffrire.

Appoggi la mano a quello che una volta era un muro, e aspetti.

Dopo qualche secondo il bambino singhiozzante sembra accorgersi della tua presenza- probabilmente ha notato che gli fai ombra- e alza il capo verso di te.

I suoi occhi blu si scontrano con la tua iride scura, e nonostante tutto, nonostante il tuo carattere, nonostante il tuo autocontrollo, non riesci ad impedire alle tue labbra di socchiudersi leggermente.

La tua mente va indietro nel tempo, fino ad un giorno di pochi anni prima.

Anche allora davanti a te c’era un bambino in lacrime dai grandi e vuoti occhi blu, accasciato a terra come una bambola rotta.

“Non diventeresti un esorcista?”

Il rumore leggero del tuo cappello che cade ti riporta alla realtà.

Il bambino ha ancora una mano protesa in avanti, mentre con l’altra stringe spasmodicamente al petto la testa della donna.

Di nuovo il tuo viso solitamente impassibile si lascia sfuggire un’espressione di sorpresa.

Ti volti ad osservare il cappello, abbandonato a terra alle tue spalle, e il piccolo sasso insanguinato che gli è ricaduto vicino.

Quel moccioso ti ha tirato un sasso.

Ti ha tirato un sasso.

Ti-ha-tirato-un-sasso.

E, quel che è peggio, non te ne sei accorto.

Che tu stia invecchiando?

La labbra del bambino tremolano, sembra che si stia per mettere a piangere sonoramente.

E se ciò accadrà, tu non sarai lì.

Non hai mai potuto soffrire i marmocchi singhiozzanti.

La sua bocca si schiude, ma non è un lamento a fuoriuscirne.

È una flebile, tremante domanda.

-Chi… chi sei?-

Rimani in silenzio.

Niente da fare, i bambini ti spiazzano.

Non sono come gli adulti, che mentono, ingannano, ti attaccano alle spalle o cercano semplicemente di annientarti.

Tu detesti gli esseri umani, esorcisti o meno, ma tutte quelle cose che rendono odioso e infido un uomo nei bambini a volte sembrano assolutamente mancare.

Per questo, incuriosito dai gemiti infantili che sentivi, ti sei preso la briga di controllare.

Per questo, nonostante tu sia il Generale Cross, l’uomo discostante e irrispettoso che si comporta quasi da spina nel fianco per l’Ordine, decidi di rispondere alla domanda del bambino.

-Un esorcista-

Lui osserva attentamente la tua divisa, poi, come rassicurato, smette di stringere a sé così forte la testa della donna.

-Sì…-, mormora titubante, -Vi ho già visti in giro-

Tace per qualche secondo, senza però mai staccare gli occhi dal tuo volto.

Tu aspetti, in silenzio. E lui riprende la parola.

-Che cosa vuoi?-

Stavolta sei tu a prendere tempo. Fra le mille risposte che ti passano per la mente ne scegli una che non finisca per scoprirti troppo, e dici, con la tua solita voce profonda e incolore:-Sto andando a Edo-

Poi taci nuovamente, mentre la tua testa estrae e soppesa le parole, come un mercante fa con l’oro.

Non puoi dimostrarti troppo interessato, nuocerebbe alla tua immagine.

Ma al tempo stesso non riesci a rimanere impassibile.

Dopotutto sei umano, purtroppo.

-Cos’è successo qui?-, chiedi dopo esserti lanciato qualche occhiata attorno, anche se la risposta ti sembra piuttosto ovvia.

Il volto del bambino si tinge improvvisamente di terrore.

-Dei… dei mostri!-, balbetta, tornando nuovamente a stringersi al corpo della donna –Hanno… hanno distrutto tutto! Il villaggio… le persone… la mia famiglia!-

Annuisci, poi ti sollevi e con un semplice cenno del capo gli fai segno di alzarsi.

-Non puoi rimanere qui. Hai altri parenti?-, chiedi con voce piatta.

Il bambino si asciuga gli occhi e annuisce.

-Nel… nel villaggio vicino, è a poche ore da qui. Però, forse ormai…-

I singhiozzi gli impediscono di terminare la frase, però capisci comunque cosa voleva dire.

Ma non è che ci siano tante possibilità.

 

*

 

Steso sul letto, lo sguardo rivolto al soffitto, tiri una boccata dalla sigaretta e poi soffi il fumo verso l’alto.

I nonni del bambino sono stati entusiasti di offrirti riparo per la notte, e tu hai accettato senza pensarci neanche troppo su.

Non ci saranno belle donne ad allietarti, ma in compenso i vecchi ti hanno regalato una bottiglia di ottimo sakè come ringraziamento per avere accompagnato il nipotino.

Bhe, per quest’anno sei a posto con le buone azioni, pensi, mentre un sorrisetto affiora sul tuo volto.

Hai soccorso un bambino.

L’hai aiutato a seppellire la madre.

L’hai accompagnato dai parenti.

E tutto questo in un solo giorno.

Certe volte ti sorprendi di te stesso, veramente.

Il pensiero ti ritorna ad Allen, e devi ammettere che, ora che non c’è più lui a spaccarsi la schiena per pagare i tuoi debiti, spendere è diventato un po’ più problematico.

Vuol dire che troverai qualcun altro a cui appioppare il compito di pagare tutto.

Bussano leggermente alla porta.

-Avanti-, dici soffiando fuori un’altra boccata di fumo, e il bambino entra nella stanza.

-Signore…-, mormora timidamente –Io… vorrei ringraziarla-

Un altro sorrisetto fa capolino sul tuo volto.

-Figurati-

-C’è… qualcosa che posso fare per mostrarle la mia riconoscenza?-

Spegni la sigaretta nel portacenere e ti sporgi un po’ verso di lui.

-Non cercare mai di riportare in vita chi hai perso-

Il bambino non capisce, ma annuisce e poi lascia la stanza.

Tu invece torni a guardare le macchie scure nelle travi del soffitto, in silenzio.

Nel buio della stanza, le braci della nuova sigaretta che hai sei acceso diventano vivide e si affievoliscono al ritmo del battito di un cuore.  

   
 
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