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Autore: kutinjiu    17/10/2012    1 recensioni
Una serie di fiabe con finale negativo. Anti-fiabe, per farla breve.
Genere: Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il Regno Promesso
Il Regno Promesso

C'era una volta, nel lontano Oriente, un misero contadino tormentato dalla fame e dal dolore. Egli tirava avanti soltanto grazie alla speranza: un tempo una Majyo, una strega malfamata, gli aveva predetto che sarebbe divenuto sovrano. L'uomo volle crederci e ci credette, appoggiandosi a quel pensiero glorioso nei periodi neri. Visto che la miseria lo calzava stretto come un'abito inferiore di qualche taglia, decise di tentare la fortuna ed intraprendere un viaggio. Sperava di trovare un paese dove poter essere felice, non gli sembrava di chiedere molto. Quel che aveva sopportato durante i lunghi anni precedenti probabilmente gli aveva maturato una dose sufficiente di buona sorte, dato che riuscì a procurarsi un pezzo di terra che fruttava tre volte tanto ciò che il venditore aveva creduto. I suoi ultimi risparmi che erano volati via in quell'investimento, tornarono indietro in compagnia di altri amici argentei e sonanti. Il duro lavoro aveva temprato l'uomo, che, dopo essersi ripulito dalla terra del suo campo, risultava di bell'aspetto, dati i muscoli scolpiti, la pelle abbronzata e gli occhi imperscrutabili. Gli riuscì dunque facile accasarsi, e fu graziato anche dalla benedizione di un primogenito maschio che diventò presto il suo orgoglio. Molti anni dopo il suo arrivo, ebbe l'occasione di scoprire chi regnasse quel luogo prospero: infatti la regina era salita al trono in circostanze confuse e non si era mai fatta vedere. Ella si mostrò pubblicamente quando annunciò di voler trovarsi un marito, dato che desiderava un erede. L'uomo riconobbe la figura femminile avvolta in solenni vesti nere: era la Majyo che gli aveva predetto la sua ascesa al trono. Ricordandosi dunque la profezia, non riuscì più a trovare pace e decise di prendere il potere con la forza. Lui ormai era troppo vecchio per affrontare quella potente strega, ma il figlio era nel fiore della gioventù. Tuttavia, è risaputo che per sconfiggere la magia occorre una lama incantata, così l'uomo partì alla ricerca della leggendaria Muramasa. Questa era una spada forgiata nel fuoco infernale e temprata col sangue di innocenti vittime, pochi avevano la determinazione e la purezza d'animo necessari a controllarla. Il contandino era fiducioso nel suo destino, dunque purchè esso si avverasse non esitò a sfidare le tenebre. Non si può dire molto del suo tremendo viaggio, se non che fu costretto ad estrarre la lama dal proprio corpo sanguinante e sopravvisse solo grazie ad un feroce istinto animale, lascito dei primordi della razza umana. Tornato a casa, consegnò Murasame al figlio, ordinandogli di fingersi un pretendente ed uccidere la regina strega. I suoi occhi di brace non lasciarono spazio a repliche ed il giovane ubbidiente partì verso il castello della Majyo. Ella, come ogni fattucchiera malvagia che si rispetti, era intenta a progettare misfatti per gettare nel caos quel regno prospero che già accusava i primi segni di decadenza. Il suo nuovo piano per maledire tutti i giovani del regno era stata un lampo di genio, essi tornavano a casa uguali nell'apparenza, ma un suo incantesimo li vincolava a compiere atrocità. Quando il figlio del contadino giunse a palazzo, la regina lesse nella sua mano l'identità del padre e ricordò il cattivo scherzo fatto anni addietro ad un misero pezzente che lavorava il suo campo. Basta poco per accendere l'animo di chi vuole credere che la speranza esiste. La Majyo sedusse il giovane inesperto che rinunciò ai suoi intenti sanguinosi e si abbandonò al desiderio. La regina dunque invitò il padre, fingendo di voler organizzare le nozze. L'uomo manifestò il suo disappunto per la condotta del figlio e decise di regolare i conti quella notte stessa. Murasame, che era rimasta impolverata nel magazzino della reggia, lo chiamò e gli annebbiò la mente, lasciandogli solo il pensiero di uccidere. L'uomo irruppe così nella camera da letto della Majyo ed affondò con furore la spada. Non si rese conto di aver trafitto il figlio fino a quando non udì la risata di scherno della strega, che abbandonò il palazzo per sempre: quell'uomo dannato sarebbe stato un re ben peggiore di lei. Mentre viaggiava in cerca di un'altra terra da rovinare, si fermò brevemente a predire il futuro ad un passante.
Se ci si sofferma troppo a guardare il Sole, si rischia di accecarsi e di non notare il buco in mezzo alla via.
Dal profondo del buco il Sole continua a brillare con pari intensità e non ci si accorge delle tenebre fino a quando non è notte, quando è troppo tardi ed il buio ci ha già inghiottito.
  
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