Disclaimer: Niente di tutto ciò è mio, in caso contrario Bradley James e Eoin Macken sarebbero SEMPRE senza maglia.
Feedback: Molto, molto gradito!





Il sole era alto nel cielo di Camelot.
Per Arthur Pendragon sarebbe stato un giorno come gli altri, dedito alla caccia e ai vizi che solo un principe può concedersi. Donne, allenamenti senza rischi di morte... alla morte non si pensava proprio. Non era affar suo.
La sua testa era vuota, un’anima che non meritava il sacrificio di Igraine. Igraine era sua amica! Era cresciuta a corte!
Aveva sbagliato vent’anni prima, non avrebbe mai dovuto lasciarsi convincere da Uther a usare la magia per far nascere un figlio maledetto. Il suo unico errore aveva dato il via ad una serie di omicidi, esecuzioni, punizioni senza reato.
La stregoneria era stata bandina, pena la morte. E in fondo Nimueh si sentiva responsabile della scomparsa delle persone a lei care. Aveva vissuto per tutta la vita con gente che era stata arsa al rogo da un momento all’altro, dopo la morte della regina. Una regina che era di buon cuore, nobile d’animo, e non aveva avuto nessuna intenzione di uccidere.
Se solo il re lo avesse capito. Se solo la sua sete di vendetta non avesse avuto la meglio sulla ragione.
Uther la doveva pagare, e l’unico modo per ferirlo era usare Arthur. Il regno non contava nulla in confronto a quel figlio  bastardo che aveva portato così tante sventure.
Mandarlo in un mondo senza magia, completamente all’oscuro di usi e costumi le era sembrata un’idea geniale. Nessuno avrebbe aiutato un povero principe viziato e arrogante, sarebbe morto in pochi giorni. Dove era diretto non serviva certo sapere come brandire una spada o un giavellotto, per sua sfortuna il combattimento era la sua unica dote.
Attraverso lo specchio d’acqua poteva vedere il servo portargli la pozione che avrebbe fatto avverare il suo piano, e non trattenne un sorriso.
Era tempo di vendetta.



Cap.1 – il gattino sul ciglio dell’autostrada.



«Merliiiiiiiiiiiiin!» La voce al principe di Camelot non mancava mai, soprattutto se serviva a rimproverare il suo povero servo.
Quando poi non era nel pieno delle forze, come accadeva in quel momento, la sua frustrazione saliva... ed era così facile riversarla su Merlin, che proprio non riusciva a smettere.
Il giovane mago si trascinò fino al suo letto e gli porse la tazza contenente il preparato di Gaius. Era la terza volta quella notte.
Aveva presto imparato che quando Arthur si ammalava regrediva fino a diventare un bambino capriccioso. No, peggio, un principino capriccioso, che non capiva un “no” come risposta.
«Non potreste almeno provare a prendere sonno?» Rispose irritato dal sonno e dalla maleducazione.
«Ho freddo» Brontolò. Mai per favore, mai grazie, e neppure più le domande. Merlin doveva lavorare d’intuizione.
Avrebbe davvero voluto che un fulmine lo colpisse e gli cambiasse il carattere. Al diavolo il suo destino! Sarebbe solo migliorato.
«Avete addosso tre coperte. Quando prenderete sonno il freddo vi passerà.» Ed io potrò finalmente andare a dormire, aggiunse mentalmente. «Prendete il preparato di Gaius, vi aiuterà.» Possibile che non capisse che lui avrebbe dovuto lavorare il mattino dopo? Non tutti potevano essere nobili.
Attese che il principe glielo strappasse di mano e lo bevesse, poi se ne andò soddisfatto nella sua stanza. Non poteva certo sapere cosa Nimueh aveva messo dentro la medicina.


Jennifer McAllister viaggiava spedita verso York. La visita nella sua amata Inghilterra stava per finire, sarebbe tornata in America prima di una settimana.
Aveva un po’ di problemi con la guida, con le marce e le macchine in generale. Raccolse i capelli scuri in una coda, lasciando le due ciocche blu  - un regalo di sua nonna per i diciotto anni – libere di incorniciarle il viso.
Non aveva davvero voglia di tornare all’Università dopo una vacanza del genere, soprattutto con quello che le aspettava: era partita dopo essere stata rifiutata dal ragazzo che amava da oltre due anni e, trovandolo a letto con la sua compagna di stanza nonché migliore amica, aveva chiuso i rapporti con entrambi. L'avevano tradita, non avrebbe dovuto perdonarli.
In realtà si sentiva in colpa. Si sentiva perennemente in colpa. Sempre, per ogni minima cosa.
Scosse la testa e, immersa nei suoi pensieri, per poco non prese in pieno qualcosa sulla strada. Doveva essere un animale o forse persino una gomma, ma il pensiero di un povero, piccolo cucciolotto in balia dell’autostrada la fece rabbrividire, impedendole di andare avanti.
Uscì saltellando sui tacchi nuovi – sembrava più un t-rex che una modella e ne era pienamente consapevole, ma erano veramente troppo belli per lasciarli nella scatola – però si fermò allibita a una decina di passi. Quello non era un gattino... era un ragazzo in vestiti medievali!


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Hello! :D è la mia prima fan fic su Merlin, quindi siate clementi vi preeego! E ora un paio di note:

1 - Arthur all'inizio è rappresentato come molto arrogante e prepotente. Stile "prima e seconda puntata", spero di non essere andata OOC, ma in effetti durante la prima stagione era così. Tutta la FF dovrebbe girare un po' sul comportamento di Arthur! xD (Non so come mi sia venuto in mente, ma "attitude" è riferito a lui).

2 - Jennifer è il corrispettivo odierno di Guinevere. Mi sembrava un'idea carina, e poi ero in crisi totale sul nome della protagonista!

3 - Amo, adoro Nimueh. Be', in realtà adoro Nimueh e Morgana, ma qui non c'entra molto xD E' la villain perfetta, oh.