Premessa:
i personaggi non mi
appartengono, l’opera è scritta senza fini di
lucro e, come vedete, ho preso
spunto da un capitolo dall’ottavo volume italiano di Episode
G.
Anche
se personalmente credo
sia pazzesco creare un crossover tra due serie così diverse
tra loro, ho
provato a dare vita a
questo esperimento, sperando che
la storia vi piaccia. Ovviamente sono molto ben accette le critiche, dal momento che questa
è una delle prime fic
che scrivo, solo vi prego di risparmiarvi gli insulti.
Buona
lettura!
Ali
d’oro
È
nuvoloso, là fuori.
Questo
pensiero fece venire
alla mente di Alicia
Florence gli avvenimenti degli
ultimi giorni.
Ultimamente
avveniva sempre
più spesso che chi si avventurasse nel Neo Adriatico, scomparisse
senza lasciare traccia.
Unico
avvertimento era il
mutare delle condizioni climatiche, col cielo che s’incupiva
per poi tornare
sereno.
Ed
ogni volta che tornava
sereno tutti sapevano che una nuova vittima veniva
mietuta, sacrificata sull’altare di una divinità
sanguinaria.
E Alicia sapeva chi stava per essere
sacrificata, e ciò
non poteva darle pace.
Questi
lugubri pensieri
tormentavano la mente della giovane fata, quando sentì
bussare.
L’Undine(1)
quasi
volò verso la porta, sperando ardentemente che fosse la sua
allieva, una meravigliosa
sedicenne venuta da Man-Home(2) appositamente
per diventare uno spirito dell’acqua…
…ma
non fu lei a bussare.
Colui che aveva bussato alla porta
dell’Aria Company era un essere
alato ammantato di nero:
-Salve,
lei è la titolare?- chiese
l’uomo che si rivelò essere, almeno dalla voce,
poco
più che un ragazzo.
Alicia,
scossa e delusa
dall’accaduto, riuscì ad ogni modo a mantenere una
parvenza di calma di fronte
allo strano essere.
-Si,
certo…
cosa desidera?-
-Vorrei
affittare una
gondola-
-Mi…
mi dispiace, ma ora non
è possibile, c’è brutto tempo ed
è impossibile uscire con questo mare…-
L’interlocutore
rispose
cortesemente:
-Se
teme per l’incolumità
dell’imbarcazione non c’è
problema, ho denaro
sufficiente a pagare eventuali danni-
Quell’uomo
aveva passato il
segno, riuscendo a far inalberare la ninfa, di solito quieta
e serena, ma comprensibilmente agitata per le sorti di chi amava:
-Lei è
pazzo!
Cosa crede di poter fare,
su una misera gondola, in mezzo ad un tifone?-
La
risposta fu data con tono
calmo e sereno:
-Abbia
fiducia in me, io sono
qui proprio per uccidere il tifone-
Poco dopo,
l’essere misterioso prese il largo a bordo di una gondola.
Nel
frattempo una giovane
undine dai corti capelli rossi con lunghi momiage(3)
di nome Akari Mizunashi stava tentando di tornare a Neo Venezia, dopo
aver
compiuto una consegna su una delle numerose isolette che puntellavano
la
superficie di quello che, tempo addietro, era il pianeta che portava il
nome
del dio romano della guerra, Marte.
A
causa dell’eccessivo
scioglimento dei ghiacci marziani, necessari per le procedure di
terraforming,
il corpo celeste mutò nome in Aqua, il pianeta
dell’acqua.
E
quest’acqua quel giorno
stava diventando un po’ troppo agitata per i gusti della
giovane single(4), che stava
lottando con tutte le sue forze
per tenere a galla l’imbarcazione sballottata dalle onde.
Per
non parlare poi del
Direttore Aria, il gatto marziano che faceva da mascotte
all’Aria Company
(per via degli occhi color acquamarina), messo KO
dal mal di mare.
Akari,
dal canto suo, tentava
di confortare il povero micione:
-Resista,
direttore, quando
la burrasca sarà finita la porterò a casa, lo
prometto!-
-Direttore!-
-Nyuuuuu!-
-Meno
male, è ancora vivo…-
Dopo
essersi rallegrata del
fatto che il Direttore fosse ancora vivo, l’undine vide
qualcosa che le mozzò
il fiato.
Qualcosa
di
orribile.
E
lei sapeva cosa fosse,
dato che l’aveva letto pochi giorni prima, in un
libro dedicato ai miti dell’antica Grecia.
Quello
che la gondoliera
aveva di fronte era l’arma vivente generata da Gaia, la madre
terra, dopo la
sua unione col Tartaro, ciò al solo scopo di punire Zeus, il
padre degli dei
dell’antica Grecia.
Era
un essere gigantesco tale
da riempire il cielo, vagamente antropomorfo se non fosse
che la metà inferiore del suo corpo era a guisa di serpe,
mentre nei capelli si
vedevano i numerosi draghi che ospitava. Le piume che ricoprivano il
suo corpo
generavano venti dalla potenza mostruosa, che creavano onde che
rendevano
difficile ad Akari il rimanere sull’imbarcazione.
Costui
era noto su Man-Home
col nome di…
…Tifone.
Era
impossibile anche solo
concepire l’idea di poter sfuggire ad un simile essere;
già Akari era molto
lenta a remare nei canali di Neo Venezia, specie a confronto delle sue
amiche,
ma anche il rematore più veloce non avrebbe
potuto
sfuggire all’ira di quel mostro.
Per
la prima volta nella sua
vita, Akari vide in faccia la falce della nera signora, in una delle
sue forme
più spaventose.
La
fanciulla
strinse al petto il Direttore mentre chiudeva gli occhi terrorizzata,
aspettando la sua ora, mentre uno dei draghi che infestavano la testa
di Tifone
si avventò sulla giovane donna, nell’intento di
divorarla.
Ma si fermò.
Quando Akari riaprì gli occhi
fu sorpresa: davanti a lei
c’era un’altra gondola, guidata da un essere
coperto di nera stoffa, e tutto intorno
a loro il mare era calmo.
La
vista di quell’intruso
fece infuriare la bestia mitologica:
-Come
osate, voi, patetiche
creature, intralciare il mio passo, anche su questo pianeta?-
-Oso
perché provo rammarico
per ciò che hai
fatto, essere immondo. Dopo aver
inutilmente tentato di spargere rovina e distruzione su Man-Home, ora
cerchi di
rifarti qua, su Aqua-
-Taci!
Lo sai chi sono? Io
sono un dio! Agli uomini non è dato di calpestare le terre
create dagli dei!-
-Stolto,
se è così che la
pensi, allora tornatene da dove sei venuto, perché il
pianeta su cui poggiamo i
piedi è una gioiello
nel creato, cesellato finemente
dalle sole mani degli uomini, dove solo i malvagi non possono avere il
diritto
di viverci-
Dopo
questa frase ci fu una
breve pausa dopo la quale il gigante, infuriato rispose, con voce
tonante:
-Il
verdetto per voi sarà la
morte!-
Un
fulmine colpì la nera
figura che si stagliava dinanzi ad Akari, facendogli prendere fuoco
insieme
alla gondola. Ciononostante costui non fece una piega, stupendo
l’incredula
Undine:
-
No-non
è possibile, è stato appena fulminato ed ancora
si regge in piedi come ha fatto
a…-
La
risposta alla sua domanda
si palesò di fronte a lei
quando, con la distruzione
della stoffa, apparve un ragazzo dalle ali d’oro. Costui fece
un balzo sulla
gondola della single prima che la propria affondasse.
Con un gesto eseguito con sorprendente naturalezza il guerriero si
voltò verso
la gondoliera, mostrando un viso dai tratti puliti su cui spiccavano
degli
occhi acquamarina e dei capelli che parevano confondersi con
l’elmo dorato:
-State
bene?-
-Si,
ma… come diamine pensate
di fare contro costui?
Esso è un… dio, può farci a
pezzi tutti e…-
Di
fronte alla parola tutti
Akari si mise a piangere: ella
pensava infatti alle
sue amiche, al postino, alle tre fate dell’acqua (e qui non
poté fare a meno di
pensare, ironicamente, al fatto che la più imbranata delle
tre avesse il nome
di una dea(5)), ad Akatsuki,
Woody e, ovviamente,
alla tenera Nonna fondatrice
dell’Aria Company.
E nessuno poteva fermare quel pazzo
che minacciava di
distruggere tutto.
Una
voce interruppe questi
tristi pensieri:
-Non
si preoccupi, mia
giovane undine, le garantisco che vedrà il giorno in cui le
sarà tolto l’altro guanto-
Era
il misterioso guerriero
ad aver parlato. Esso sembrava portare su di sé
un’armatura dorata finemente
lavorata, con ali piumate. La sua voce era balsamo per la mente della
ragazza,
straziata dalla paura. Il cavaliere, tale sembrava agli occhi della
giovane
undine, si levò in piedi sulla prua della gondola
superstite, tendendo un arco,
anch’esso d’oro, verso il mostro leggendario.
Quando
scoccò la freccia essa
disegnò nell’aria una scia dorata, che non
mancò di affascinare Akari, rapita
dalla maestosità degli eventi, mentre Tifone veniva
trafitto dal cosmo di un cavaliere dalle ali dorate.
Poi,
sopraffatta dalle
emozioni e dalla stanchezza, si addormentò, col mare che era
tornato calmo
intorno a loro.
Quando Akari si risvegliò, era
nel suo letto, all’Aria
Company. Alicia le spiegò
che nel punto in cui era stata trovata c’era una rara,
quantomeno su Aqua, isola
galleggiante(6) automatizzata
che era impazzita, provocando improvvisi uragani. L’isola era
in mezzo
all’oceano, per cui
l’uomo che aveva affittato la
gondola all’Aria Company quel giorno aveva dovuto usare un
particolare
velivolo, noto come sistema Icaro, per sollevarsi da terra e riparare
il
guasto. Tale macchina ha la forma di un paio di
ali
rivestite da una pellicola dorata, per proteggere i motori installati
all’interno delle ali, e non regge bene l’acqua,
per questo sia Alicia che
Akari avevano visto un uomo incappucciato.
Con
sommo disappunto da parte
di Akari, abituata ad
avere a che fare con eventi
fuori dal normale, non c’è stato nessun
combattimento, nessuna divinità
malvagia, nessun cavaliere d’oro, niente.
Era
stato solo un incidente.
O forse no…
…qualche
giorno dopo Akari
trovò sul suo comodino un piccolo scrigno di vetro
color oro.
Una volta
aperto
lo scrigno rivelò un
Sagittario dello stesso materiale, ritratto nell’atto di
scoccare la freccia.
Sotto
lo scrigno, un
biglietto:
-In
bocca al lupo per la
promozione a prima.-
Più
in basso, la firma:
Croto(7) di
Sagittario
Una volta
letto
il messaggio, esso si
dissolse nell’aria, lasciando solo lo scrigno di vetro ed il
suo contenuto.
Allora,
qualche nota:
(1)Sono le
gondoliere per trasporto turistico, occupazione esclusivamente
femminile Neo-Venezia.
Prendono il nome dagli spiriti dell’acqua. Le
tre undine più importanti, prendono il nome di fate (ninfe nell’anime)
dell’acqua
(2)È il
pianeta su cui noi ora poggiamo i piedi (
(3)Lunghe
basette. Nel manga di Aria
Akatsuki
prende spesso in giro Akari chiamandola Momiko
(ovvero ragazza con i momiage)
(4)apprendista:
nel mondo di Aria per diventare undine bisogna passare attraverso il
tirocinio,
o pair, dove si
portano due guanti, per
evitare calli alle mani, e l’apprendistato, single, dove si porta solo il
guanto destro.
(5)Infatti
si chiama Athena, ed
è alquanto imbranata, anche se
canta divinamente. Se non altro non
è odiosa come miss
Kido.
(6)Su Aqua,
l’atmosfera deve essere riscaldata tramite le isole
galleggianti, edifici
volanti che galleggiano nell’aria, ma il controllo climatico
di Aqua,
differenza di quello terrestre, è ancora in gran parte
manuale.
Il
cavaliere del Sagittario
ha sfruttato ciò per creare la propria copertura, ipotizzando
appunto la presenza di un’isola
automatizzata in un punto scomodo da raggiungere dai salamander,
che sono gli addetti al controllo del clima. Anche
Akatsuki è
uno di loro.