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Autore: MissJynErso    19/10/2012    2 recensioni
Jess e Leslie sono legati da un'amicizia unica, da un luogo magico... e forse da qualcosa di più. Ma che succederebbe se Leslie si dovesse trasferire a Washington DC? Che succederebbe se promettesse a Jess qualcosa che alla fine non mantiene? Cosa succederebbe se Leslie e un Jess molto amareggiato si rincontrassero? E se tutto ciò si svolgesse tra balli, canti e le nazionali di canto coreografato?
Se la situazione vi ha incuriosito.. leggete e scoprirete come va a finire la storia!
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5 ANNI DOPO

Leslie.


Il sole entrava dalla finestra aperta di Leslie, finendole prepotentemente in faccia, svegliandola. Si svegliò, come ogni mattina, sorridendo al mondo e alla nuova giornata appena iniziata. Essendo appena le 6 di mattina, si fece lentamente la doccia, si vestì e scese a fare colazione con Judy e Bill, i suoi genitori.
“Giorno tesoro” le disse la mamma, facendole una carezza sul braccio mentre il padre le baciava la sommità della nuca.
“Giorno Judy, ciao Bill… dormito bene?”
“Come un ghiro piccola mia!” le rispose il padre bevendo veloce il caffè, per poi fare in tempo a baciare moglie e figlia prima di correre al lavoro.
Quella mattina Leslie optò per i suoi biscotti preferiti, che le riportarono alla mente le giornate passate nel bosco con Jess.
“Chissà come starà? Se è cambiato, se a me ci pensa ancora…” pensò con l’amaro in bocca. Infatti non vedeva il suo migliore amico da ormai 5 anni, nonostante gli avesse promesso di tornare.
Ma tutto quel pensare a Jesse Oliver Aarons Junior le fece guadagnare un ritardo colossale, tanto che quando si catapultò come un razzo fuori dalla porta dopo aver urlato alla madre un “A stasera” sbrigativo, si ritrovò davanti i suoi migliori amici che la guardavano inferociti. Lei si limitò a sorridere, a cinguettare delle scuse, e a correre, per non perdere il bus.
Una volta salita, si lasciò cadere nel posto affianco a Maddie, la sua migliore amica, che insieme a Liz, Cody,Louis e Mike avevano fondato la cosa più importante della loro vita: le Glorious Notes, il Glee Club con cui avevano vinto le nazionali di canto coreografato.
Arrivati a scuola si separarono per andare ognuno a seguire i propri corsi, e la giornata fu piuttosto leggera e veloce. Infatti in men che non si dica si ritrovarono in aula canto, davanti alla loro prof : Kelly Douglas.
Si allenarono nella solita atmosfera giocosa ma ordinata, e nessuno si accorse che il modo in cui Kelly li guardava era diverso.
A fine lezione, prima di farli andare via, li riunì in un cerchio e iniziò a parlare:
“Ragazzi, le regole sono cambiate… se si vuole partecipare alle competizioni non si deve più essere in un numero minimo di 12, come siamo noi, ma si deve essere in 18 almeno, e noi non siamo 18. Non possiamo nemmeno accogliere nuovi partecipanti di questa scuola, perché non ci sono abbastanza soldi e perché ormai siamo a Febbraio. Così ho cercato la lista nazionale dei Glee Club esistenti, e ne ho trovato uno con cui saremmo perfetti… ma è un Glee molto basso in classifica. Che dite?”
“Quanto basso?” chiese Hope, una delle ballerine e coriste.
“Molto, molto basso, non hanno mai partecipato a una competizione…”
“Allora potrebbero mettere a rischio le nostre gare!” urlò Liz.
“Liz non hai capito… o le mettiamo a rischio, o non le facciamo proprio, giusto Kelly?”
“Giusto.”
“A me non interessa… una settimana con noi e diventeranno bravi!” disse Mike fiducioso.
“Quindi bene per tutti?”
“Si!” risposero in coro.
“Bene allora, stasera stessa manderò una mail alla loro professoressa, proponendole di raggiungerci qui, potremmo ospitarli noi no?”
Uno stuolo di “ok”, “va bene”, e “come vuoi” furono emessi da tutti.
“Leslie? Che c’è, non ti interessa l’argomento o sei d’accordo con tutto?” chiese Kelly alla sua cantante di punta, vedendola distratta.
“Come?” disse quella, accorgendosi degli sguardi dei suoi compagni di squadra tutti puntati su di lei.
“Hai sentito una sola parola di quello che abbiamo detto?” le chiese divertito Sean.
“Certo! Regole cambiate, Glee Club super inesperto, noi li ospitiamo!”
“Ah, allora hai sentito… sei un po’ strana oggi…” le disse preoccupata Kim la più dolce delle ballerine e coriste.
“Solo oggi?” provò a dire Lance, prendendosi un colpo sulla nuca da Leslie, e scatenando le risate generali.
“Tranquilli, oggi sono solo più pensierosa e nostalgica del solito! E comunque per me va bene, qualunque cosa voi decidiate.”
Kelly annuì, e li mandò a casa, finalmente.
Quando Leslie tornò, trovò l’arrosto bruciato, la pasta scotta e l’insalata rovinata, probabilmente dal padre, visto che la madre quella sera avrebbe lavorato fino a tardi.
Mise solidale una mano sulla spalla del padre, e gli disse una sola parola che riportò la gioia.
“Pizza.”
                                                

                                                   *  *  *

5 Anni e un giorno dopo.

Jess.
Pioveva, come al solito. Joyce Ann strillava, come al solito. Era in ritardo, come al solito, e come al solito non aveva la minima voglia di andare a scuola, ma era costretto a farlo. Si alzò, e in corridoio incontrò l’unica persona che gli voleva bene a questo mondo, oltre ai suoi amici, sua sorella May Belle. Le sorrise ed entrò in bagno per una doccia flash. Salutò la madre velocemente, il padre era già a lavoro, prese al volo qualche frittella, e corse con le sorelline a prendere il bus, appena in tempo. Salì, e raggiunse gli ultimi posti, dove subito gli si appiccicò addosso la sua “fidanzata” Shannon. Già, perché lui non prendeva parte a questa relazione come fanno i veri fidanzati. L’unica che ne faceva veramente parte era Shannon appunto, che un giorno era saltata su, e gli aveva detto che sarebbe stata la sua ragazza d’ora in poi.
“Shannon, potresti scostarti per favore? Non sono dell’umore oggi.”
Si, perché oggi aveva fatto quello che non faceva mai, guardare la vecchia casa dei Burke, dove 5 anni fa viveva la sua migliore amica, e suo primo amore, anche se lei non l’aveva mai saputo, Leslie.
Era colpa sua se la sua vita faceva così schifo. Prima era arrivata, e aveva reso tutto grandioso, per tre meravigliosi anni. Poi se n’era andata, e tutto era tornato come prima. Ma ciò che feriva veramente Jess e che Leslie gli aveva promesso di tornare, e invece non lo aveva fatto, ma non aveva nemmeno chiamato, né scritto.
Senza nemmeno accorgersene erano già a scuola, così scese di corsa, seguito da Shannon, e corse dai suoi amici: Jake, Will e la sua ragazza Kate. Shannon li raggiunse con Gaby, la sua migliore amica. E ora c’erano tutti. Tutto il Glee Club di Lark Creek. Il Glee Club, l’unica cosa che faceva con gioia, anche se ogni fottutissima canzone, per una cosa o per l’altra gli ricordava Leslie.
La giornata fu estenuante, e piena di punizioni, e arrivò persino in ritardo al Glee perché ancora immerso in dolorosi pensieri riguardanti… lei, aveva mormorato uno “Stronza”, e la prof convinta fosse riferito a lei lo aveva mandato dal preside, senza voler sentire ragioni.
Fece in tempo a cantare appena due canzoni, che la lezione finì e furono riuniti per gli avvisi. La loro professoressa, la signorina Lucy Johns, era la donna più dolce e comprensiva del mondo. Così, anche se era arrivato in ritardo, gli fece un sorriso d’incoraggiamento, e lo invitò ad unirsi agli altri.
“Ragazzi, siete sempre più bravi, e io sempre più orgogliosa di voi!”
“Non dovrebbe prof… non abbiamo nemmeno mai gareggiato!”
“Non importa, perché ora lo farete!”
“Cosa??” urlarono tutti.
“SI! Ieri notte mi è arrivata una mail dal Glee Club che l’anno scorso ha vinto le nazionali, e visto che le regole sono cambiate, e che nemmeno loro possono partecipare perché hanno un numero inferiore a quello richiesto, ci hanno chiesto di raggiungerli a Washington, e di unirci a loro!”
“La cosa è una e basta: sono pazzi, e vogliono perdere!” disse scoraggiato Will.
“Solo nel momento del bisogno, i grandi Glee si rivolgono a noi!”
“Shannon! Dovremmo essere onorati, con tutti i Glee che ci sono al mondo, noi! Allora che ne dite?”
“Andiamo!” risposero tutti tranne Jess e Shannon.
“Amore, io vado solo se vieni anche tu…”
“La situazione è diversa Shannon, senza Jess, siamo inutili a quel Glee, così non andrebbe nessuno di noi.”
“Allora penso che verrò!” disse sorridendo Jess, per poi essere avvolto in un mega abbraccio.
Quella sera, quando tornò a casa fu sorpreso dal fatto che i suoi genitori, dopo essersi assicurati che vitto e alloggio fossero assicurati, offerti a quanto pare dai ragazzi del Glee di Washington, avessero accettato senza fiatare. Le uniche che fecero un po’ di capricci furono May e Joyce, che non volevano che il fratello se ne andasse, ma alla fine, dopo che gli ebbe promesso regali di ogni genere, accettarono anche loro l’imminente assenza del fratello, che sarebbe durata fino alla fine della scuola. E oramai la partenza era vicina, appena due settimane, e poi chissà.
  
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