Serie TV > White Collar
Ricorda la storia  |      
Autore: Little_Lotte    19/10/2012    8 recensioni
Peter sollevò lo sguardo al cielo e sospirò profondamente.
Esisteva solo una cosa, in tutto il mondo, in grado di mandarlo fuori di testa più di quell'insopportabile ficcanaso di Neal Caffrey: quell'insopportabile ficcanaso di Neal Caffrey, abbarbicato a lui sul divano del suo salotto, ubriaco dalla testa ai piedi.
[ Peter Burke/Drunk!Neal. E' la mia prima fan fiction su White Collar, per cui siate clementi. :D ]
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Neal Caffrey, Peter Burke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Blame it on
the Alcohol








Peter Burke amava stare da solo.

Intendiamoci, non che amasse la solitudine: poteva essere piacevole e gratificante, per un po', ma a lungo andare diventava fastidiosa, sgradevole, talmente insostenibile da portarlo a desiderare la compagnia di chiunque, persino di chi - abitualmente - non si sarebbe mai sognato di frequentare.

No, ciò che realmente Peter Burke amava, erano quei rari momenti di pace e tranquillità durante i quali potersi finalmente dedicare a se stesso, senza dover rendere conto di niente a nessuno; non capitava spesso, ma le rare volte in cui riusciva a concedersi un simile lusso, cercava sempre di sfruttare la situazione al massimo del proprio vantaggio, godendosi tutti gli agi e i piaceri che essa poteva dare.

Così, quando sua moglie Eizabeth lo informò del fatto che avrebbe trascorso due giorni interi fuori città da sua madre e che non poteva assolutamente permettersi di trascinarlo con sè, Peter per poco non si mise a fare i salti di gioia per la contentezza, beccandosi di conseguenza una truce occhiata omicida da parte della consorte, visibilmente indispettita da quella reazione. Non fu facile convincerla che restare a casa da solo sarebbe stato molto più sicuro di quanto lei potesse immaginare, ma dopo circa quarantacinque minuti di scuse, compromessi e regole da rispettare - prima fra tutte, quella di non distruggere la casa in sua assenza - Peter riuscì finalmente ad averla vinta, guadagnandosi così una meravigliosa serata di libertà, da trascorrere comodamente spaparanzato sul divano, in compagnia del suo megaschermo al plasma, una pizza da asporto ed un paio di birre della migliore qualità.

Per un agente dell'F.B.I. costretto a passare praticamente quasi ogni ora del giorno e della notte concentrato su criminali latitanti, truffe, operazioni di racket e misteriose sparizioni, quello era decisamente il paradiso.

Erano le nove e mezza di sera di un tranquillo venerdì di metà ottobre e l'agente Peter Burke, in quel momento felice di poter essere chiamato semplicemente " Peter ", si stava godendo la sua meritatissima pizza capricciosa da asporto e la sua birra Bud fresca di frigo, di fronte ad un'ennesima replica notturna del suo programma televisivo preferito; era stata una giornata piuttosto pesante in ufficio - arrestare un criminale superlatitante da circa 6 anni non era certo cosa da poco - e quello era senza ombra di dubbio il modo migliore per portarla a termine.

<< Aaaaah! >>

Peter sospirò beatamente e si portò la lattina alle labbra, dando una rapida sorsata alla sua birra; era tutto assolutamente perfetto e niente e nessuno, quella sera, avrebbe mai potuto turbare la sua serenità e la pace di quello splendido momento di solitudine.

<< Peeeeeeeeteeer! >>

O forse aveva parlato troppo presto.

<< Peeeeeeteeer, aaaaaaaaprimiiii! >>

Peter si alzò lentamente dal divano, mentre fuori dalla porta d'ingresso qualcuno continuava ad urlare il suo nome e a battere colpi contro il legno; chi diavolo poteva essere?! Non si aspettava nessuna visita e qualsiasi emergenza sul lavoro gli sarebbe stata comunicata per telefono, piuttosto che di persona, per cui chi poteva essersi preso la briga di disturbarlo a quell'orario improponibile?!

<< Un attimo! >> strillò nervosamente, prendendosi tutto il tempo per andare ad aprire.

Chiunque fosse, non meritava certo la sua fretta, non dopo aver interrotto la sua speciale serata da scapolo.

<< Eccomi, arrivo. >> disse svogliatamente, alzando gli occhi al cielo mentre apriva la porta d'ingresso, svelando così l'identità del suo visitatore notturno - identità che, ripensandoci, forse avrebbe preferito continuare ad ignorare << Ma che diavolo... >>

S'interruppe, lo sguardo perso ed attonito di fronte all'immagine che - sfortunatamente - si era appena presentata di fronte a lui; là, proprio sulla soglia di casa sua, c'era un visibilmente alticcio e piuttosto spaesato Neal Caffrey, la cravatta slacciata e i primi bottone della camicia aperti, segni inequivocabili di una serata trascorsa a fare follie in un qualche Night Club newyorkese.

<< Heeeeey! >> esclamò allegramente Neal, barcollando sui suoi piedi e crollando letteralmente fra le braccia di Peter, il quale non riuscì a trattenere una smorfia di disgusto quando il suo alito gli accarezzò violentemente il viso.

Forse il termine "alticcio" non era esattamente appropriato per descrivere quella situazione.

<< Neal... santo cielo, ma quanto hai bevuto? >> domandò Peter, mantenendo Neal in equilibrio fra le sue braccia per evitare che questi cadesse a terra.

Neal ridacchiò, cingendo il collo dell'altro con un braccio.

<< Un po'. >> disse, con un enorme sorriso smagliante sulle labbra << Sai, avevo molta sete e c'era un tizio al locale che non faceva altro che offrire giri di birra a chiunque incontrasse...io ne ho semplicemente approfittato! >>

<< Beh, mi sembra che tu ne abbia approfittato un po' troppo. >> osservò Peter, facendo una smorfia << Non ti reggi in piedi, Neal, mi stupisco di come tu sia riuscito ad arrivare fino a qui! >>

Neal fece spallucce, quel sorrisetto ebete ancora visibilmente stampato sul volto.

<< Ho preso un taxi. >> spiegò, mentre Peter lo trascinava di peso fino al divano, non senza qualche difficoltà  << Casa mia era troppo lontana, così ho pensato che sarebbe stato molto meglio farmi scaricare qui da te. E poi, avevo tanta voglia di vederti! >>

<< Oh, ma che romantico! >> esclamò l'altro con sarcasmo, lasciandolo cadere a peso morto sul divano << Ok, Neal... non muoverti da qui, siamo intesi? Io vado a prenderti un bicchiere d'acqua. >>

<< Noooo...resta qui con me! >> Neal afferrò Peter per la casacca del pigiama e lo strattonò violentemente, facendolo cadere addosso a lui << Ti prego, non voglio restare da solo! >>

<< Neal, sei ubriaco fradicio! >> replicò il poliziotto, nel vano tentativo di liberarsi dalla stretta del giovane Caffrey << Hai bisogno di bere un po' d'acqua, forse faresti meglio a farti una bella doccia rinfrescante! Dai, lasciami andare... ti aiuto io ad alzarti se non ci riesci... >>

Peter provò a divincolarsi fra le braccia del suo carceriere, ma qualsiasi sforzo fu del tutto inutile: Neal lo teneva ben stretto, e sembrava tutt'altro che deciso a lasciarlo andare.

<< Peter, non voglio restare da solo. >> bubbolò l'ubriaco, in tono lacrimoso << Ho paura...e se per caso dovesse scoppiare un temporale improvviso? O se dovessero arrivare dei ladri?! >>

<< Beh, non credo che riuscirebbero a farla franca, con un agente dell' F.B.I. e un vero e proprio genio del crimine dentro casa! >> ribattè Peter, ormai sempre più sconsolato << Anche se il secondo è fuori combattimento, ora come ora. >>

<< Abbiamo un genio del crimine dentro casa?! >> strillò a squarciagola, sollevandosi di scattò e guardandosi freneticamente intorno << Oh... ma stavi parlando di me! >>

Peter sollevò lo sguardo al cielo e sospirò profondamente.

Esisteva solo una cosa, in tutto il mondo, in grado di mandarlo fuori di testa più di quell'insopportabile ficcanaso di Neal Caffrey: quell'insopportabile ficcanaso di Neal Caffrey, abbarbicato a lui sul divano del suo salotto, ubriaco dalla testa ai piedi.

<< Neal, ti prego! >> implorò Peter, al culmine dell'esasperazione << Fammi alzare, così almeno potrò andare a prenderti qualcosa per farti stare meglio e... >>

<< Oddio, Peter, ho appena avuto un'idea geniale! >> lo interruppe Neal, per niente interessato ad ascoltare le sue parole << Organizziamo una festa! >>

Peter si battè una mano contro la fronte, scuotendo la testa con fare sconsolato.

<< Neal, non possiamo organizzare una festa! >> bofonchiò << E' assolutamente fuori discussione! >>

<< Oh, è perchè no? >> domandò Neal, incurvando verso il basso la linea delle labbra e assumendo un' espressione di disappunto << E' perchè siamo solamente in due? Beh, ma non occorre essere in tanti per organizzare una bella festa, sai? Bastiamo noi due, una buona dose di umorismo, allegria e taaaanta tequila per tutti! >>

<< Ah no, questo te lo scordi! >> lo ammonì severamente Peter, sforzandosi nuovamente - e ancora una volta, senza alcun risultato - di liberarsi dalla sua morsa d'acciaio << Neal, hai già bevuto a sufficienza per stasera, non ho alcuna intenzione di vederti collassare sul mio divano! >>

A quelle parole, Neal non potè fare a meno di rispondere con un ampio sorriso deliziato.

<< Tu... tu non vuoi che io beva? >> chiese, con una vocetta insolitamente acuta e puerile.

<< Certo che no! >> rispose Peter, con fermezza << Non voglio certo che tu ti senta male a causa di tutto l'alcool che hai in corpo! >>

Il sorriso sul volto di Neal si ampliò in maniera quasi imbarazzante e i suoi occhi presero a brillare come fulgide stelle al calar della notte.

<< Q-questo significa che ti preoccupi per me? >> domandò speranzoso << Hai paura che mi accada qualcosa di brutto, Peter?! T-tu mi vuoi bene?! >>

Peter arrossì bruscamente, letteralmente spiazzato dalla franchezza e dalla spontaneità di Neal; non era certo quello il genere di conversazione che si sarebbe mai aspettato di fare con lui e, in tutta onestà, non si era mai immaginato di dover mai sostenere una simile conversazione con nessun altro che non fosse semplicemente Elizabeth! Decise, tuttavia, di non crearsi troppi problemi e rispondere al quella domanda con altrettanta sincerità.

In fin dei conti, pensò, era l'alcool a parlare per bocca di Neal Caffrey, in quel momento.

<< Sì, Neal. >> rispose, dopo aver tirato un profondo sospiro d'incoraggiamento << Sì, ti voglio bene e mi preoccupo per te; sei contento, adesso? >>

<< Oh, sìììììì >> Neal gettò le braccia al collo di Peter e strinse forte, a tal punto da farlo quasi soffocare << Ti voglio bene anche io, Peter, sei il mio migliore amico! Restiamo svegli tutta la notte a parlare e raccontarci aneddoti divertenti, ti va? Facciamo come in un pigiama party fra ragazze, solo che al posto delle ragazze ci saremo noi! >>

Peter tirò un ennesimo sospiro sconsolato, ormai rassegnato al fatto di dover abbandonare qualsiasi progetto che non fosse quello di prendersi cura di un povero Neal Caffrey, completamente ubriaco e alle prese con una delle peggiori "sbornie allegre-sentimentali" che avesse mai visto in vita sua; purtroppo per lui, niente che si avvicinasse minimamente a quelli che erano i suoi piani iniziali per quella serata.

<< Ok, Neal... >> disse a quel punto Peter, riuscendo finalmente a liberarsi dall' abbraccio e rimettendosi finalmente in piedi << ... credo che sia arrivato il momento di andare a prenderti quel bicchiere d'acqua. >>

<< No, aspetta! >> Neal allungò una mano verso di lui e lo afferrò per un polso, che strinse debolmente << Non mi lasciare, io...io mi sento così solo. >>

Peter si bloccò, voltandosi lentamente verso di lui e guardandolo con espressione contrita, quasi colto da un improvviso senso di colpa, molto simile a quello che si prova solitamente quando si lascia da solo un bambino nella propria stanza, completamente avvolto dall'oscurità, nonostante le sue continue ed imploranti richieste di non abbandonarlo; in quel momento, con quella sua espressione cupa e gli occhi così stranamente colmi di paura, Neal somigliava incredibilmente ad uno di quei bambini così follemente spaventati dal buio e, per una volta, Peter sospettò che tutto ciò non avesse niente a che vedere con il suo attuale stato di ebbrezza.

<< Neal, va tutto bene? >> domandò gentilmente Peter, tornando a sedersi al suo fianco e lasciando che questi posasse teneramente la testa sul suo grembo.

Neal sospirò tristemente e fece segno di no con la testa.

<< Sto uno schifo, amico. >> biascicò, con voce impastata << La mia vita fa schifo, io sono solamente un povero fallito e un inetto! >>

Peter soffocò una risata.

<< Tu, un fallito e un inetto?! >> rispose, prendendosi palesemente gioco di lui << Neal Caffrey, il più grande furfante degli ultimi 5 anni?! Il genio del crimine e della truffa, una delle menti più acute e brillanti che io abbia mai conosciuto durante tutta la mia carriera nell'F.B.I.?! Accidenti, certo che tendi a sottovalutarti parecchio quando sei ubriaco! >>

<< Non sono riuscito a salvare Kate. >> bisbigliò Neal, con voce spenta << E le mie ultime relazioni sentimentali sono state un disastro, come ben sai! Potrò anche essere bravo nei calcoli e nell'inventare nuove vie di fuga, ma non sono tagliato per i rapporti umani; penso di essere destinato a restare da solo per sempre. >>

Peter si morse energicamente il labbro inferiore e restò in silenzio, non sapendo bene che cosa dire.

Che senso aveva tirar fuori proprio adesso la storia di Kate? Era passato così tanto tempo, possibile che Neal ancora non riuscisse a darsi pace, nonostante tutto ciò che aveva passato in seguito a quell'incidente?! E poi, perchè continuare a torturarsi in quel modo per qualcosa che, ormai, non poteva più essere cambiato?

<< Neal, io... >> balbettò Peter, interrompendosi dopo pochi istanti per mancanza di parole.

Neal meritava molto più di un semplice e banale " Non è colpa tua, smettila di essere così severo con te stesso":  tutto ciò non sarebbe mai stato abbastanza per lenire quel dolore selvaggio che gli stava lacerando il petto. Neal aveva bisogno di parole sincere, di qualcuno che gli stesse accanto non perchè ne sentisse il dovere, ma perchè realmente desiderava prendersi cura di lui, aiutarlo a dimenticare il passato e la sofferenza che questo gli aveva causato. Qualcuno come Peter che, nonostante le mille difficoltà, era sempre rimasto al suo fianco, sin da quando entrambi ne avessero memoria.

<< Neal, ascoltami. >>

Neal sollevò leggermente la testa, rivolgendo a Peter un timido sguardo incuriosito; somigliava molto più ad un tenero cucciolotto smarrito, piuttosto che ad un ex genio del crimine completamente perso nei fumi dell'alcool.

<< Neal, so che ti senti uno schifo per tutto quello che è successo a Kate. >> disse Peter, guardando l'altro con espressione di conforto << E so anche che, nonostante sia passato un sacco di tempo da allora, tu ancora non riesci a togliertela dalla testa. >>

<< E' stata il mio più grande amore. >> lo interruppe Neal, con voce mesta << Lo sarà per sempre. >>

Peter abbozzò un sorrisetto intenerito.

<< Questo lo so, Neal. >> gli rispose con voce morbida << E trovo molto bello che lei occupi ancora un posto speciale nel tuo cuore! Ma non devi dimenticare che, in primo luogo, tu stai vivendo la tua vita e non un ricordo del passato; Kate ha significato molto per te, ma adesso lei non c'è più e... beh, tu devi fartene una ragione. E questo non significa dimenticarti di lei per sempre o provare a distrarti dal suo pensiero con qualche avventura clandestina, sia ben chiaro; piuttosto, dovresti imparare ad avere più rispetto per te stesso, a volerti bene esattamente come ne hai voluto a lei quando era ancora in vita. >>

<< Oh, dovrei amare me stesso perchè non esiste nessuna donna in tutto il mondo disposta ad amarmi?! >> replicò lagnosamente Neil, arricciando le labbra in una specie di broncio.

<< Devi amare te stesso perchè sei una persona speciale ed importante. >> ribattè Peter, dandogli un leggero buffetto sul naso << Se fino ad ora nessuna delle donne con cui sei stato ha dimostrato di amarti davvero, allora significa che nessuna di loro era quella giusta per te! Il fatto che tu ancora non l'abbia incontrata, non significa certo che lei non esista. >>

Neal arrossì lievemente, rilassando i muscoli del viso in un impercettibile sorrisetto compiaciuto.

<< T-tu... tu pensi che io sia un bel tipo, Peter? >> domandò timidamente << Credi che io abbia veramente qualcosa da offrire ad una donna? >>

Peter annuì con convinzione, sorridendo a sua volta.

<< Ovviamente. >> rispose << Credimi, Neal, la donna della tua vita è la fuori; sta solamente aspettando il momento giusto per uscire allo scoperto, dopodichè sono sicuro che niente e nessuno riuscirà mai a tenervi lontano l'uno dall'altra! >>

Neal ampliò notevolmente il suo sorriso, restituendo nuovamente luminosità al proprio volto.

<< E' bello che tu ti preoccupi così tanto per me, Peter. >> disse, guardando l'agente Burke con espressione quasi adorante << Allora mi vuoi veramente bene! >>

<< Ok, adesso però vacci piano! >> rilanciò quest'ultimo, allontanandosi di riflesso << Te l'ho già detto una volta, non sono disposto a concedere ulteriori repliche. >>

<< Coraggio, Peter, ammettilo! >> insistette Neal, con un sorrisetto sornione sulle labbra << Tu mi vuoi bene, sono come il figlio che non hai mai avuto! >>

<< Hey, guarda che non sono così vecchio! >> protestò Peter, storcendo il naso.

<< Ok, allora diciamo che potresti essere mio zio! Dai, Peter...abbracciami! Dimmi ancora una volta che mi vuoi bene e abbracciami! Dai, dai, dai... daaaaaaaaaaaaaaaaaaiii! >>

Peter provò a fare resistenza, ma Neal fu più forte di lui e lo agguantò nuovamente fra le braccia, stringendolo a sè con forza, quasi stesse cercando di rivendicarne il possesso. L'agente Burke roteò gli occhi e sbuffò pesantemente, con una smorfia semi disgustata sul volto; decisamente non sarebbe mai riuscito ad abituarsi a quella versione così maledettamente affettuosa e romantica di Neal Caffrey.

<< Va bene, Neal... adesso lo zio Peter ti porta a letto, che ne dici? >>

Neal aggrottò la fronte, in segno di disappunto.

<< Ma è ancora presto! >> obiettò << E la nostra festa?! >>

<< Non possiamo fare una festa a quest'ora, rischiamo una denuncia per schiamazzi notturni! >>

<< Ho un'idea, cantiamo una bella canzone! Niiiiighttiiiime shaaaaarpeeens, heiiiightens eaaach sensaaaaatioooon...Daaaaarkneeeess waaaaakes aaaand stiiiiirs imaginaaaaaatiooooon... >>

Peter si battè una mano contro la fronte e sospirò con fare arrendevole, inerme ed incapace di reagire di fronte alla totale mancanza di ragione ed inibizione dell'amico, il quale si stava dilettando in una delle migliori interpretazioni di " The Music of the Night"  che egli avesse mai avuto il piacere di ascoltare in vita sua. Burke non potè fare a meno di notare quanto, persino nel bel mezzo del suo delirio alcolico, Neal fosse incredibilmente pieno di risorse: riusciva a malapena a tenersi in piedi, eppure non aveva alcuna difficoltà ad intonare alla perfezione una delle più complicate esecuzioni che il mercato di Brodway fosse mai riuscita a  produrre nell'arco degli ultimi anni.

<< Leeet your miiiiind staaaart a joooourney to a straaaaaaange neew woooorld, leaaave all thooooughts of the liiiife you kneeeew befooooore....Leeet your soooooul taaake you wheere you looong to beeeeeeeeee! >>

Alla fine dell'ultimo acuto Neal collassò fra le braccia di Peter, il quale non riuscì a trattenersi dall'emettere una spontanea risata cristallina.

<< Beh, devo dire che ne hai di talento! >> commentò allegramente, aiutandolo a rimettersi in piedi << Sai, potresti anche presentarti alle selezioni per "American Idol!" >>

<< Pensi che accettino anche gli ex galeotti? >> domandò curiosamente Neal, ancora nel bel mezzo della sua euforia etilica.

<< Oh, ma certo che sì! >> confermò Peter, cingendo la vita di Neal con un braccio per mantenerne l'equilibrio << Soprattutto se hanno un voce bella come la tua e il tuo irresistibile fascino da bello e dannato! Su, adesso andiamo a dormire; sei ridotto a uno straccio e farai bene a riposarti un po', se vuoi evitare di risvegliarti domani mattina con un terribile mal di testa! >>

<< Peter, ascolta... >> Neal diventò di colpo pallido e si portò una mano all'altezza dello stomaco << Non è che potresti portarmi una bacinella? Sai, ho come la sensazione di... >>

Peter sussultò. No, non poteva farlo; non in casa sua, non nel suo salotto...non sul tappeto preferito di Elizabeth!

<< Neal, aspetta un attimo... >> replicò allarmato << Non starai mica dicendo che... >>

<< Peter, credo di aver bisogno di una bacinella. >> lo freddò Neal, la sua espressione che si faceva di minuto in minuto sempre più sofferente, contrita dal dolore << Adesso. >>

<< Ok, calmiamoci...tu cerca di controllarti, io devo solamente... >>

<< Peter, ascolta... >>

<< No, Neal, tu resta concentrato! Io ho solo bisogno di... >>

<< Peter... >>

<< Ci deve pur essere un modo di... >>

<< Peter! >>

<< Che c'è?! >>

<< Elizabeth ci teneva molto a questo tappeto? >>




*




Il mattino seguente, come previsto, Neal si risvegliò con un terribile mal di testa ed un fastidioso ronzio nelle orecchie, inevitabili conseguenze della clamorosa sbronza della sera prima; i ricordi erano completamente offuscati e il povero Caffrey sembrava non avere la benchè minima idea di ciò che lo avesse portato a risvegliarsi nel letto dell'agente Peter Burke, con indosso un suo vecchio pigiama a quadri e la mente sgombra da qualsiasi pensiero.

<< Buongiorno. >> echeggiò una voce alle sue spalle, che per quanto tenue risuonò nelle sue orecchie con la stessa violenza ed intensità di un martello pneumatico.

<< Peter, dannazione...fai piano! >> bubbolò Neal, rigirandosi fra le coperte e ficcando la testa in mezzo ai cuscini << Dio, mi sembra di morire! >>

Peter ridacchiò sommessamente e andò a sedersi sul bordo del letto, proprio di fianco a lui.

<< Sì, immaginavo che oggi ti saresti sentito così. >> disse << Ieri sera hai alzato parecchio il gomito. >>

Neal gemette e continuò a rigirarsi fra le coperte, senza decidersi a venir fuori dal proprio nascondiglio.

<< Mi sento come se un camion mi fosse appena passato sopra! >> bofonchiò << E non ricordo un accidente di quello che è successo! Peter, ti prego... dimmi che non ho combinato niente di illegale o, peggio ancora, di estremamente imbarazzante! >>

Peter sospirò profondamente e abbozzò un sorrisetto divertito.

<< Penso di poterti rassicurare per quanto riguarda l'illegalità, ma... beh, Neal, esattamente quanto è vasto il tuo concetto di "imbarazzante"?! >>

<< Oh, no... che diavolo ho combinato?! >> Neal si tirò su di scatto, rivolgendo all'altro uno sguardo colmo di imbarazzo e preoccupazione << Non dirmi che ho improvvisato uno spogliarello nel salotto, ti scongiuro! >>

Peter rise.

<< No, stai tranquillo. >> rispose << Nessuno spogliarello, il massimo che hai fatto è stato cantare qualche brano tratto da "Il Fantasma dell'Opera"; niente di cui vergognarsi eccessivamente. >>

Neal fece una smorfia.

< Come se quello non fosse comunque imbarazzante! >> bofonchiò << Immagino che ci sia dell'altro, dico bene? Su, spara... sono pronto ad assumermi le responsabilità delle mie azioni, agente! >>

Peter ampliò il proprio sorriso, rivolgendo all'altro uno sguardo colmo di affetto e comprensione; Neal aveva ancora un'aria così spaesata e distrutta, non sarebbe stato affatto carino infierire eccessivamente sul suo stato semi-depressivo della sera precedente.

<< Sai, ripensandoci.. >> disse Burke, con voce morbida << Non sei stato poi così imbarazzante, eri solo... beh, particolarmente allegro! E affettuoso, anche. >>

Neal inarcò un sopracciglio, in segno di perplessità.

 << Affettuoso? >> ripetè, quasi incredulo << Non ti avrò mica fatto delle avances? >>

<< No, certo che no! >> Peter scoppiò a ridere << No, diciamo solo che... beh, hai detto delle cose molto carine riguardo a noi, a un certo punto hai persino detto che sono come un padre per te! >>

Neal sorrise.

<< Beh, non sei così vecchio! >> replicò << Al massimo potresti essere mio zio! >>

Peter non rispose, limitandosi semplicemente a sorridere e arruffare affettuosamente i capelli spettinati di Neal.

<< Beh, lo zio Peter va a prepararti la colazione! >> esclamò briosamente << Sarà bene che tu ti rimetta in forze, perchè non saprei davvero che cosa farmene di un collaboratore che non riesce neanche a tenersi in piedi! >>

Neal fece una smorfia, mettendosi poi a ridere di gusto.

 << Grazie, Peter. >> disse, con sentita riconoscenza << Non solo per avermi dato asilo durante la mia sbornia, ma per tutto quanto! So di non essere uno che dimostra spesso la propria gratitudine, ma... beh, ci tenevo a farti sapere che tu per me non sei solamente un agente dell' F.B.I come tutti gli altri: in primo luogo, Peter, tu sei uno dei miei più cari amici; probabilmente, il migliore in assoluto. >>

Peter sorrise dolcemente, intenerito e del tutto incapace di nascondere la commozione provocatagli da quelle parole; sentirsele dire da sobrio, doveva ammetterlo, faceva decisamente tutto un altro effetto.

<< Sì, lo so. >> rispose semplicemente << E... beh, sai che il sentimento è reciproco. >>

Neal annuì in silenzio, per poi tornare ad avvolgersi fra le coperte e ficcare di nuovo la testa in mezzo ai cuscini, sospirando a pieni polmoni.

<< Chiamami quando è pronta la colazione! >> biascicò con voce impastata, prima di piombare nuovamente in un sonno profondo.

Peter rise di cuore e scosse lievemente la testa con fare divertito, prima di uscire dalla camera da letto e dirigersi in cucina per preparare le colazione; non aveva idea di come spiegare ad Elizabeth le ragioni del disastro che avrebbe trovato in salotto - per quanto la sua speranza fosse comunque quella di riuscire a rimettere tutto in ordine prima del suo arrivo -  e di certo ci sarebbero voluti mesi prima che gli si presentasse nuovamente l'occasione di trascorrere una tranquilla serata da scapolo, ma tutto sommato Peter credette che ne fosse realmente valsa la pena.

Certo, fare da baby sitter a Neal Caffrey non era esattamente il suo ideale di serata perfetta, ma che importava?
Era pur sempre Neal Caffrey e, nel bene e nel male, Peter si era ormai rassegnato al fatto di non poter più andare avanti senza quella scomoda presenza nella propria vita.








N.d.A: Salve a tutti, molto piacere. :D

Se siete arrivati fino alla fine di questa one shot e avete voluto darmi fiducia, nonostante la mia premessa riguardante il fatto di non aver mai scritto niente su "White Collar", vi ringrazio moltissimo. :)

In genere sono sempre stata una fan silenziosa, limitandomi esclusivamente a seguire la serie senza troppi stravolgimenti personali, ma ultimamente sono stata presa dall'ispirazione, per cui ho voluto provare a spingermi anche in questo fandom, un po' diverso da quello di "Glee" che bazzico solitamente.

Vi ringrazio ancora e vi mando un salutone, cari Collars. **
  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > White Collar / Vai alla pagina dell'autore: Little_Lotte