~Prologo~
“Siamo
perduti”
La regina Anya lo sapeva. L’assedio durava da giorni ormai,e le
maggiori città del regno di Amaryl, che lei
governava, erano cadute in mano al nemico.
Le Creature
oscure si erano impossessate di quasi tutti i regni della Terra di Haren, ad eccezione di Amaryl, Highland e Anvard ,tutti e tre
confinanti tra loro.
Ma ora Scila,la capitale di Amaryl, stava
per cadere.
Era
l’anno 1471.
Ma un tonfo
lontano,seguito da un urlo disumano la riportarono alla realtà. Anya sbarrò gli occhi e ad un tratto comprese. Erano
entrati in città. L’assedio si era concluso con la vittoria delle
Creature. Scila era stata invasa. L’ultima
difesa era crollata.
Le grida si
fecero più frequenti e acute,il clangore delle armi era un continuo
fragore nel buio della sera.
Non ci sarebbe
stata un’alba per loro,se non fosse accaduto un miracolo.
Ora sarebbe
toccato a lei.
Da quando
quella guerra era cominciata, Anya aveva compreso che
i popoli liberi avrebbero vinto pagando un prezzo carissimo,e lei ne sarebbe
stata parte integrante.
Era pronta a
compiere quell’azione che le sarebbe costata un
prezzo impagabile.
Si fece
coraggio per l’ennesima volta,sperando che almeno suo marito stesse bene.
La risposta
arrivò in quel momento,quando re Thamon
entrò nella stanza,trafelato e coperto di polvere e sangue,reduce dalla
battaglia.
-Anya- corse incontro a sua
moglie,togliendosi l’elmo,e l’abbracciò.
-Sono entrati?-
chiese lei piano,anche se conosceva già la risposta.
-Si- Thamon si voltò verso la figlia, che si stava
svegliando in quel momento, posò l’elmo e la prese in braccio. La
piccola Eleanor, nel vederlo in tenuta da battaglia e
coperto di sangue, iniziò a piangere. Anya la
prese dalle braccia del marito e la cullò,calmandola.
Un silenzio
gravido di un’attesa nervosa scese sulla stanza.
Re Thamon prese la mano della moglie -Non sei obbligata ad
andare-
-Lo so- ribattè lei, gli occhi fissi sulla figlia -Ma vale
la pena di tentare-
Il Re sentiva
un grande vuoto dentro di sé che lo spinse a dire -Andrò io al
tuo posto-
-No- fece Anya decisa, voltandosi finalmente a guardare il marito -Devo
farlo io. E poi, come pensi di potercela fare?lasciami agire, ti prego-
-Ed Eleanor?Lei ha bisogno di una madre, ha bisogno di te!Anya…- disse lui, ma
Re Thamon prese la mano della moglie e la baciò,
sperando che quel gesto d’amore nei suoi confronti le facesse cambiare
idea.
-Non
userò il Cristallo d’Argento- disse Anya
-Questa sarà la mia battaglia-
Thamon si sentì morire -Ma…Se
non lo userai…Tu…- Cercò di far riflettere la moglie,ma
già sapeva che sarebbe stata irremovibile. Tentò comunque di
provarci.
-Ripensaci- Ormai
la supplicava -Per favore-
-Non morirai- la
interruppe il marito cercando di convincere se stesso oltre che rassicurare
lei.
Lei volse al
marito uno sguardo supplice -Ma se dovesse accadere…per
favore…resta sempre accanto a nostra figlia…soprattutto quando
avrà bisogno di te…-
Thamon non avrebbe mai potuto fare il contrario:
amava la sua famiglia più di qualsiasi altra cosa al mondo,e non
l’avrebbe mai lasciata. Per questo il pensiero di perdere l’unica
donna di cui si fosse mai innamorato veramente in vita sua gli impediva di riuscire
riflettere con lucidità, tanto era preoccupato.
-Lo
farò. Sai che lo farò- strinse Anya tra
le braccia e la baciò a lungo, quasi disperatamente. Non si
allontanò da lei, e abbandonò le sue labbra solo per sussurrarle
-Usa il Cristallo,ti prego-
-No, non lo
farò- rispose lei piano -Ho visto il futuro di nostra figlia, lo
sai…E voglio che almeno lei si salvi. Devo far cessare questa assurda
guerra. E l’unico modo è...- Non terminò la frase e il marito
la baciò di nuovo. -Ti amo- le disse.
-Anch’io ti amo- sussurrò Anya, scostandosi da lui e slacciando la collana che
portava al collo. Era una pietra intagliata, a forma di goccia,circondata da
alcuni filamenti in argento. Il Cristallo. Lo tolse e lo depose nella
culla,accanto alla piccola Eleanor. Entrambi la
guardarono, mentre lei li osservava curiosa. Nessuno dei due voleva rompere
quel silenzio che entrambi sapevano sarebbe stato l’ultimo passato
insieme, trascorso ad ammirare la loro bambina.
-So che lo
affideranno a lei- disse Anya in un sussurro -Ti
prego, proteggila e amala anche per me- poi si chinò sulla piccola e la
baciò sulla fronte.
Thamon abbracciò stretta la moglie. Da
fuori provenivano i rumori della sanguinosa battaglia che ancora si combatteva.
-Devo andare-
disse piano la regina.
Benché
quel gesto sembrasse provocarle tutta la sofferenza del mondo, Anya si avviò verso la porta e si voltò solo
quando le sua dita sottili e affusolate abbandonarono quelle del marito.
Re Thamon si tolse l’armatura e prese in braccio la
piccola Eleanor, che stavolta non pianse. Sembrava
percepire tutto il dolore e la sofferenza di suo padre, e non volerla turbare.
Dal balcone di
quella camera, Thamon poté chiaramente vedere Anya, la sua Anya, evocare con
tutte le sue forze un potentissimo incantesimo.
Tutti, soldati
e nemici,videro la cappa che si levò dal cielo e andò a catturare
le Creature.
Tutti videro
l’enorme buco nero che si aprì e le inghiottì,nel Vuoto.
Tutti videro
la loro amatissima Regina cadere a terra, senza vita.
Thamon chiuse disperatamente gli occhi e
strinse Eleanor a sé, mentre lacrime di
sofferenza, rabbia e impotenza colavano sulle sue guance.
Dolore e gioia
si fusero tra gli astanti: Haren era salva…
Ma a che
prezzo?