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Autore: Alley    20/10/2012    1 recensioni
Eppure, quando fu sull’imbarcazione e questa cominciò lentamente a spostarsi, provocando luminose increspature sulla superficie dell’acqua, si girò verso il pontile da cui Henry la fissava ancora, impietrito, e gli rivolse un ultimo sguardo intriso di affetto e malinconia.
"Nemmeno tu. Non dimenticarmi."

L'ultimo - o meglio, quello che sarebbe dovuto essere l'ultimo - incontro tra Abby ed Henry prima che lei lasci l'isola.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I raggi del sole d’Agosto fendevano la superficie dell’acqua come frecce dorate. L’aria era impregnata di luce e salsedine e all’orizzonte l’azzurro del cielo, terso e splendente, si fondeva con quello del mare. Soltanto qualche candida nuvola e le poche imbarcazioni armeggiate al molo interrompevano quell’immensa distesa di celeste, che avvolgeva l’isola come un mantello.
Abby aveva sempre ritenuto Harper's Island una fetta di Paradiso, un luogo incontaminato, puro, un mondo fuori dal mondo immune dal male.
Si sporse leggermente dal pontile e osservò la propria immagine riflessa sulla superficie dell’acqua, tanto piatta e trasparente da restituirla nitida come uno specchio. Trasalì nel vedersi smunta, smarrita, debole. Annientata. Quel piccolo Paradiso si era ormai trasformato in un Inferno, le cui fiamme la stavano lentamente consumando. Una lacrima le solcò la guancia pallida e scivolò in acqua, mescolandosi alle gocce del mare. Abby soffocò i singhiozzi e si avviò mestamente verso la barca che l’avrebbe allontanata dalla sua casa, dai ricordi strazianti e da quel cielo brillante che ormai per lei significava solo angoscia e dolore. Percorse il pontile in un tempo che le parve infinito e si fermò davanti all’imbarcazione. Aveva già poggiato un piede sul legno dell’intavolato quando una stretta decisa la bloccò.
"Un saluto me lo devi, Mills."
Abby si morse il labbro inferiore, nel disperato tentativo di trattenere le lacrime.
Aveva deciso di non svelare a nessuno la sua partenza; era stata una scelta sofferta ma sapeva che gli adii le avrebbero spezzato il cuore, o almeno, i pochi frammenti che ne restavano. Aveva programmato una fuga silenziosa, indolore, asettica. Quella voce frantumava i suoi propositi, eppure Abby fu investita da una felicità sfrenata, nell’ascoltarla.
Abbassò il capo senza voltarsi, conscia del fatto che, vedendolo, sarebbe crollata.
"Suppongo che starai via per un po’…"
Voleva sembrare un commento buttato lì, un’osservazione senza troppa importanza, ma dietro quella finta levità risuonava una nota di malcelata amarezza.
"Henry…"
La voce di Abby era un sussurro implorante e afflitto.
Henry le afferrò anche l’altro braccio e la costrinse a voltarsi; il suo sguardo straziato le mozzò il fiato, come l’impatto contro un gigantesco meteorite.
"Promettimi che non mi dimenticherai" le disse, e la solennità del suo tono la scosse ulteriormente.
Le lacrime cominciarono a sgorgare copiose, inondandole il volto.
Il suo migliore amico le prese il viso tra le mani e lei lasciò cadere a terra la valigia, travolta da un’ondata d’emozione tanto intensa che temette di svenire.
"Promettimelo" ripeté, questa volta con impeto, inquietudine e una nota d’angoscia, come se le stesse affidando la sua stessa vita.
"Non potrei mai."
Un guizzo di sollievo animò lo sguardo di Henry, come se continuare a popolare i suoi ricordi fosse più importante che continuare a vivere.
Senza staccare le mani dal suo volto poggiò la fronte sulla sua, in un gesto che intendeva colmare il vuoto lasciato dalle parole, troppo povere, troppo inespressive per un momento come quello. Rimasero così, occhi negli occhi, con i respiri che si confondevano e i nasi che si sfioravano, per quella che ad Abby parve un’eternità. Poi l’incantesimo si spezzò e la cruda realtà ripiombò sul suo cuore, imponendole di interrompere quel contatto nel quale avrebbe invece voluto perdersi per sempre.
Si chinò a raccogliere la valigia e strofinò gli occhi arrossati con la mano libera, per poi voltarsi senza proferir parola. Sapeva che non era necessario, e anche se lo fosse stato, non aveva la forza per pronunciarne. Eppure, quando fu sull’imbarcazione e questa cominciò lentamente a spostarsi, provocando luminose increspature sulla superficie dell’acqua, si girò verso il pontile da cui Henry la fissava ancora, impietrito, e gli rivolse un ultimo sguardo intriso di affetto e malinconia.
"Nemmeno tu. Non dimenticarmi."









Note
E fu così che si avventurò per la prima volta al di là del fandom degli Avengers (sul quale stazionavo stabilmente ormai da mesi e che è l'unico in cui ho - prima d'ora - pubblicato delle storie). Come mio solito, arrivo in tremendo ritardo; la serie è stata trasmessa in Italia ben tre anni fa, ma io l'ho conosciuta soltanto la scorsa settimana, grazie a mio padre (il quale a sua volta ho ricevuto la segnalazione da un amico). L'ho trovata appassionante e straordinariamente sorprendente, i colpi di scena mi hanno lasciata senza fiato fino all'ultimo minuto. Naturalmente, l'assassino si è rivelato essere il personaggio con cui avrei shippato Abby, il che ha distrutto il mio sogno di vederli assieme (colpa della mia inguaribile tendenza a fantasticare su coppie destinate a non realizzarsi). Ho immaginato il loro ultimo incontro prima della partenza di Abby (come ho specificato nell'intro, in realtà l'incontro non sarà affatto l'ultimo, come ben sa chi ha visto la serie); ne è venuta fuori una storia molto semplice, ma che ho comunque voluto pubblicare. Adioooos, alla prossima!
  
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