Piccolo avvertimento
Farò notare chi è il narratore scrivendo il suo nome.
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Leila

Non è questo ciò che voglio, ma le mie labbra si muovono da sole... il mio corpo si muove da solo, ed io non posso evitarlo anche volendo, vittima di un maleficio che ho imparato a odiare da subito.
"Artù". Il nome di colui che ucciderò anche senza volerlo è questo. Ucciderò una persona importante per Camelot... Maledetta Catrina! I sensi di colpa che avrei provato sarebbero stati incestuosi... e ancor di più la mia sofferenza! Chissà quante persone avrebbero sofferto per colpa mia. Anche se io non volevo, il corpo era mio. E sarebbe stato usato a scopi malvagi. Mi chiesi se ci fosse qualche modo per farlo notare alla gente, cosicché scappasse da me o quantomeno tentasse di capirmi...
"Lo farò, Lady Catrina" le mie labbra si mossero di nuovo da sole. Be', almeno mi sarei mossa da quell'odore di feccia che mi faceva prudere il naso dallo schifo. Peccato che non potessi grattarmi, dato che non controllavo il mio corpo.
Sapevo solo che mi era stato ordinato di andare a fare "una bella sorpresa" ad Artù, e non potevo fermarmi, purtroppo. I miei passi si mossero verso il castello.
Intanto pensavo a ciò che a volte mi diceva Lady Catrina...
"Devo essere sicura che Artù sia eliminato, e tu fai al caso mio, dato che sei in grado di usare la magia, e anche bene. Così mi sarà più facile ingannare di nuovo tutti: lui era il mio unico ostacolo!" diceva.
In realtà si sbagliava: non era l'unico ostacolo (c'era anche Merlino, ma io non ne ero ancora a conoscenza). Anche io, quando avrei trovato modo di liberarmi da questo maleficio, le avrei dato del filo da torcere!
Arrivai davanti l'edificio. Sperai di essere fermata da qualcuno.
C'erano due guardie che mi dissero: "Non si può entrare, mi dispiace".
E l'altro: "Posso dire al re Uther che vuoi riceverlo, ma dovrai aspettare qui".
Annuii. Era come continuare ad assistere ad una scena horror di cui non si vorrebbe mai sapere il seguito. Ero la spettatrice della mia stessa vita, ormai perduta.
Una delle due guardie entrò dentro il castello. Aspettai che si fosse allontanata un po' e poi scattai in avanti, non curandomi dell'altra guardia, e correndo. Non sapevo dove fosse la camera di Artù, né se fosse lì, ma Lady Catrina mi guidò fino a lì. Diverse guardie, circa una decina, mi avevano quasi raggiunta. Sfondai una porta e mi ritrovai davanti Artù e un altro ragazzo, probabilmente suo servitore o non so che cosa.
Sicuramente Catrina si era distratta dal controllo, infatti riuscii a controllare per qualche secondo il mio corpo.
"Scappate, non ho controllo su di me! Rischiate la morte!" dissi, e qualche lacrima uscì. Non volevo rovinare la mia vita, né ucciderne qualcuna!
"Che succede?!" disse Artù.
"Ho detto che dovete scappare! Catrina..." dissi, ma non riuscii a finire la frase che Catrina riprese di nuovo il controllo. I muscoli della mia faccia si mossero fino a farmi digrignare il volto rendendolo pieno di espressione sadica.
I due si guardarono.
"Ma Catrina non era morta?!" disse il suo probabile servo.
"Sarà una presa in giro!"
Le guardie mi raggiunsero. Stavano sfoderando le spade, ma Artù disse: "No! Rinchiudetela semplicemente! Ha detto qualcosa di sospetto, preferisco indagare, prima!" . In un attimo, quelli mi legarono come un salame mi rinchiusero. Lady Catrina sicuramente non aveva previsto tutto questo, quindi non sapeva che io mi trovassi lì e non poteva più controllarmi. Ma presto avrebbe sicuramente trovato una soluzione. Cose del genere erano accadute più volte.
Mi sedetti per terra e portai le ginocchia al petto, guardando con aria triste per terra.
"Ehi!" disse qualcuno. Era la voce di Artù. Alzai lo sguardo.
"Cosa dicevi di Catrina?"
"...Lei mi controlla. Controlla le mie azioni e le mie parole."
"Non mi pare che abbia il controllo su di te, ora"
"Infatti. Non in questo momento. Quando io sono entrata nella vostra camera si sarà sicuramente distratta, perché ho avuto il controllo per qualche secondo, e grazie a ciò ho avuto il tempo di mandare a monte tutto: le guardie hanno avuto modo di raggiungermi. Potevano anche uccidermi, tanto è sicuro che ormai la mia vita è rovinata, e non voglio rovinarne altre, quindi tanto vale morire. Comunque, dato che lei non aveva previsto ciò, ora non sa dove sono e non può controllarmi. Ma si informerà presto e la situazione tornerà quella di prima, ne sono certa"
"Hai idea del perché lei ti controlli?"
"Dice che voi siete il suo unico ostacolo, quello che le da più filo da torcere.. ma non so nient'altro."
"Perché tu?"
Esitai.
"Ho chiesto, perché?"
"..Tanto ormai non c'è più niente da fare, tanto vale dirlo..."
"Infatti"
"Magia."
Parve spiazzato, ma rispose.
"Sai usare la magia?!"
Annuii.
"Okay, basta così. Grazie."
"Dovrei ringraziarvi io per avermi risparmiata."
"Ho detto la verità: devo indagare. Personalmente, mi pare strana questa storia."
Andò via, lasciandomi sola in quella buia cella.
Non avevo idea di che ore fossero. Giorno? Sera? Magari notte? Sapevo solo di essere ansiosa e di voler essere capita...