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Autore: Lena G    24/10/2012    4 recensioni
Michelle inizia una corrispondenza per e-mail con uno sconosciuto, vince una borsa di studio nei mesi estivi alla Julliard a New York e con lei partono la sua migliore amica Arianna e la sua sorella gemella Federica mettendosi d'accordo con il suo amico virtuale per incontrarsi.
Brian vuole conoscere una persona normale che lo tratti da persona normale. Tra le migliaia di lettere che i fan gli mandano quotidianamente, ne risponde a una con il tuo indirizzo privato senza firmarsi. Pur di incontrare questa persona, riesce a far chiamare gli Avenged Sevenfold a New York per un festival che dura per tutta l'estate.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Lo so, è passato tanto tempo dal mio ultimo aggiornamento... ma io ci tenevo tanto a questo capitolo! Infatti è lunghissimo!
Allora questo capitolo lo dedico a tante persone, soprattutto a _Stellina che si è offerta di leggerlo e di correggerlo :D Andate tutti a leggere la sua storia perchè è bellissima e soprattutto perchè la revisiono io!!!!
In questo capitolo c'è una scena di sesso piuttosto dettagliata (io sono una capra in questo tipo di descrizioni, abbiate pietà) e quindi ho alzato il rating a rosso. Mi spiace per voi che leggete la mia storia dall'esterno e per voi minorenni, ma mi serviva!
Detto questo, buona lettura!
Ogni volta che un lettore non lascia una recensione, un coniglietto bianco piange. Fermiamo questo abominio! Recensite! Fatelo per i coniglietti :D
Lena G




Capitolo 14 - Obsession

“Ciao Brian”
“Ciao Michelle”
“Ciao”
“Ciao. Dimmi pure”
“Già… Come stai?”
“Di merda grazie. Hai saputo di Jimmy…”
“Sì, mia sorella mi ha avvisato. Mi dispiace davvero”
“Noi però abbiamo deciso di iniziare il tour lo stesso”
Michelle alzò gli occhi e vide Jimmy che la stava guardando raggiante: -Sono contento i ragazzi abbiano deciso di suonare in giro lo stesso. Speriamo riescano a trovare qualcuno di decente con cui suonare. Chiedigli chi hanno deciso di chiamare-
“Chi avete deciso di chiamare per sostituire Jimmy in questo periodo?”
“Abbiamo contattato immediatamente Mike Portnoy che ha accettato”
-Ma cazzo! Dovevo per forza ridurmi in coma adesso? Cioè Portnoy suonerà con noi!-
“Ma sei cretino? Suonerà con i ragazzi proprio perché sei in coma”
-Ah già-
“Chels? Con chi stai parlando?”
La ragazza si rese conto della gaffe: “Niente Brian. Lascia stare”
“Va bene”
Seguì un silenzio imbarazzante tra i due: “Hai visto la…”
“Sì. Penso sia stato un pensiero molto carino e soprattutto ho capito di chi mi posso fidare e chi no”
“Ne… ne sono felice?”
Michelle sorrise e guardò Jimmy che la incitò a continuare: “Devi esserlo”
Il chitarrista abbandonò le spalle come se si fosse liberato di un grande peso: “Chels però, la prossima volta che mi rifiuterai, non farmi penare così tanto”
“E chi ti dice che ti rifiuterò?”
“Beh, io continuerò a provarci anche se sei fidanzata… cosa? Non mi rifiuteresti?”
“No. Perché dovrei? Un figo come te che mi corteggia, mi manda email, mi rispetta. Cioè, sei da s…”
“Chels forse pensare al matrimonio è un po’ troppo presto…”
“Da scopare! Scemo!”
“Ma sei ancora tu? E Riccardo?”
“Diciamo che è una lunga storia perché da quando lo hai chiamato non mi ha…”
“Scusa Michelle ma devo andare. Mi è piaciuto risentirti ma devo proprio lasciarti. Scusa ciao”
“Più parlato. Va bene. Ciao” ma il telefono era già stato attaccato.
Si girò verso Jimmy che esultante le disse: -Ma che bello! Hai visto che vi siete riavvicinati?-
Michelle lo guardò impassibile: “Mi ha liquidata sbattendomi il telefono in faccia… Mi ha sbattuto il telefono in faccia! Jimmy! Che cafone! Come ha potuto? Io mi sono fatta avanti tentando di ricominciare nel migliore dei modi e lui mi liquida così? Ma non ci stiamo con la testa!”
-Mich ma lui magari doveva lavorare o stava dormendo-
“Ciò non toglie che mi ha attaccato il telefono in faccia!”
In quel momento il telefono squillò un’altra volta.
“Pronto” ruggì Michelle
“Ciao, sono Riccardo”
“Cosa vuoi?”
“Mi dispiace sul serio. Posso farti le scuse ufficiali davanti ad una tazza di caffè?”
Jimmy iniziò a scuotere la testa freneticamente: -Non è una bella idea. Michelle digli di no!-
La ragazza guardò il suo amico, sorrise malignamente e disse: “Ma certo. Facciamo dopo cena ok? Devo vestirmi bene?”
“Puoi intenderlo come fosse un appuntamento galante”
“Ok perfetto, ci sarò” e chiuse la chiamata.

Durante il tragitto la mente di Michelle era piena di pensieri. Non riusciva a non pensare alla chiamata di Brian, a come l’aveva miseramente ignorata e all’invito inaspettato di Riccardo. Non stando attenta inciampò e andò a sbattere contro ad una persona.
“Mi scusi, non volevo…”
“No tranquilla, tutto ok?”
Michelle alzò lo sguardo e vide Brian che le sorrideva teneramente.
“Brian, che ci fai qui?”
“Cosa?”
La ragazza sbattè gli occhi e Brian assunse l’aspetto di un ragazzino con gli occhi azzurri che la guardava piuttosto preoccupato: “Tutto bene?”
“Scusa. Sì tutto bene grazie”
Mentre si alzava il ragazzino disse: “Io non sono Brian. Mi chiamo Alfie”
“Sì lo so. Sono solo un po’ stanca” gli sorrise e il ragazzo spalancò gli occhi: “Ma tu sei quella ragazza che conosce gli Avenged Sevenfold! Io sono un loro grandissimo fan! Potresti salutarmeli e magari farmi fare un autografo”
“Eh? Sì certo… Ma tu come fai a sapere che conosco i…”
“Ma come? Sei su tutte le riviste per ragazze! Teen Rock e roba varia! Mia sorella le compra sempre. Oh cavolo! Non posso crederci! Comunque sei molto più bella dal vivo che in foto! Scusa devo andare! Ciao!”
Michelle rimase senza fiato per un attimo. Scosse la testa e raggiunse il bar dove Riccardo la stava aspettando.

“Ragazzi! 10 minuti e salite sul palco! Gates, togliti dal telefono, chiamerai la tua ragazza dopo”
“Ciao devo andare… Hey! Ma non è la mia ragazza…”
Zacky si avvicinò a Brian e gli disse: “Se in più di cinque mesi non si è fatta sentire, allora è il momento di dimenticarla. Rimorchia una dalla folla e fatti una sana scopata, vedrai che starai meglio”
“Ma Zack… Non me la sento”
“Dai amico. Per oggi dimenticati di tutto, lasciati andare.”
Brian lo guardò mentre accarezzava le corde della chitarra durante l’intro di Nightmare: “Ci proverò amico, ma non ti garantisco niente…” e quando i fari lo illuminarono, non ci fu più traccia di Brian, ma si fece largo Mr Synyster Gates.
Si sentì l’urlo di Shadows e quello della folla principalmente femminile. Brian fu attratto da un urlo un po’ più forte degli altri, si girò e vide una bella ragazza, bionda, poco formosa. Gli pareva piuttosto minuta, si ricordò delle frasi di Zacky. –E buttiamoci! Non faccio del male a nessuno- e iniziò a concentrare alcune attenzioni su di lei.

Riccardo abbracciò in modo languido Michelle che però si scostò da lui abbastanza velocemente.
“Mi stavi aspettando da tanto?”
“No, sono appena arrivato anche io”
“Bene! Per fortuna… Non mi piace farmi aspettare, come non mi piace aspettare”
“Ah, sei una tipa che va subito al dunque?”
“Dipende dal dunque, però sì.”
“Bene”
“Bene”
“Bene”
Continuarono a passeggiare per un po’ di tempo fino a quando non raggiunsero la stazione. In quel momento il cellulare di Riccardo iniziò a suonare: “Pronto? Ciao bello, dimmi pure. No no tranquillo con… sì già. Eh già, sorpreso? Non dovresti, lo sai com’è…”
Michelle si guardava in giro e cercò di ascoltare ogni parola che il ragazzo stava dicendo. Non le piaceva per niente quella specie di piega che aveva preso la loro conversazione. Sentiva che c’era qualcosa che non andava. Man mano che Riccardo passava i minuti al telefono, lei si perdeva nei ricordi di New York e si perdeva soprattutto in quelli di Brian. Brian. Di sicuro non l’avrebbe mai trascurata per così tanto tempo per parlare di cose inutili con un amico al telefono durante un loro appuntamento, anzi! Quando erano usciti insieme lui non aveva occhi che per lei, anche se nessuno dei due provava niente per l’altro, o quasi. Diede un’altra occhiata al cellulare per vedere l’ora: erano passati già dieci minuti.
La sua mente percorse tutti gli attimi di quella cena con il chitarrista. I suoi sorrisi sinceri, le sue battute e il suo modo di guidare erano rassicuranti e incredibilmente sexy. Si girò a guardare Riccardo che aveva appena terminato la chiamata: “Possiamo andare?”
“Sì, scusa se ti ho fatto aspettare ma era piuttosto importante”
“Tranquillo. Ora però è tutto a posto? Continuiamo?”
“Certo, vieni andiamo giù”
“Dove?”
“Non te lo dico, è una sorpresa”
“Sì certo ho capito. Mi fai camminare fino al porto, mi leghi un blocco di cemento ai piedi e mi butti in mare. E io che pensavo di starti simpatica…”
“Hai fumato?”
Michelle lo guardò. Aveva detto la stessa frase a Brian quando erano usciti insieme, ma lui aveva riso mentre Riccardo pensava fosse fuori di testa.
“Lascia perdere”
Arrivarono di nuovo davanti al bar dove si erano incontrati, Riccardo a quel punto circondò la vita di Michelle con un braccio e si fece più vicino a lei. La ragazza sospirò, non le stava piacendo per niente come si stava comportando. Brian aveva rispettato i suoi spazi anche quando aveva provato a baciarla quella sera. Si maledì di nuovo per averlo rifiutato. Pensò a come sarebbe stato se quando aveva visto il suo viso avvicinarsi, si fosse lasciata andare, avrebbe chiuso gli occhi e gli sarebbe andata incontro fino a quando non avesse toccato le sue labbra con le proprie. Era ossessionata da Brian e pensò che era il momento di conquistarlo e di prenderselo.
La sensazione sulla sua pelle di quei pensieri fu più vivida del previsto. Aprì gli occhi e vide Riccardo che la stava baciando e stava sentendo la sua lingua muoversi cercando di convincerla a schiudere la bocca. Michelle si staccò: “Scusa Riccardo non pensavo ci saremmo baciati al primo appuntamento”
“E cosa pensavi avessimo fatto scusa? Beh, se vuoi far altro per me va benissimo…”
“No. Non volevo fare niente con te. Anche perché se non ricordo male è la prima volta che mi rivolgi la parola in cinque mesi”
Riccardo la guardò incredulo: “Ok, va bene. Sulla questione dei cinque mesi ti do ragione. Ma io sono un uomo, ho dei bisogni”
“E ovviamente hai pensato di svuotarti con me?”
“No dai. Non volevo dire questo. Però hai accettato di uscire con me, allora mi aspettavo…”
“Non dire una parola di più. Stai solo peggiorando le cose”
“Io dico quello che mi pare. Mi hai detto di sì? Vuol dire che ci stai, magari non me la darai questa volta, ma un bacio lo posso pretendere”
“Bene. Mi hai appena baciata”
“Un bacio vero”
“Sei un cafone”
La loro discussione fu interrotta da un urlo: “Michelle!” che fece girare i due ragazzi. Manuel, il fratello minore di Riccardo, stava correndo verso di loro. Quando li raggiunse disse: “Michelle ti devo parlare assolutamente”
“Dimmi pure”
Riccardo con sguardo allarmato cercò di interromperlo: “Ma che cazzo vuoi?”
Manuel lo ignorò, guardando negli occhi Michelle disse: “ Prima di tutto, mi piaci, ma non ci avrei mai provato con te perché sono troppo timido e poi perché ho sempre saputo che ti piaceva qualcun altro”
Il fratello lo interruppe di nuovo: “Hai fatto tutta questa corsa per dirle che sei un idiota? Potevamo arrivarci anche senza che ce lo dicessi. Grazie, ora sparisci. Ho un appuntamento”
“Non volevo dire solo questo”
Michelle lo guardò allarmata: “Cos’altro c’è?”

La sua pelle sapeva di menta, non di cocco. I suoi capelli erano biondi e lisci, non rossi e ricci. Portava sì e no una seconda di seno, non una quinta abbondante. Era molto magra e piuttosto bassa, non era robusta e alta. Non era Michelle, si chiamava… in quel momento non si ricordava il suo nome, ma poco gl’importava. Voleva liberarsi la mente da tutto.
“Aspetta qui un attimo. Oddio, non sai quanto ho sognato questo momento”
“Sei venuta qui preparata?”
“Ovvio. Non ti muovere”
“Tranquilla, non ho nessuna intenzione di andare da nessuna parte. Fai in fretta però, ok?”
Brian si stese sul letto, chiuse gli occhi e si rese conto che però il suo amico nelle parti basse non si era risvegliato abbastanza. Iniziò a pensare a qualcosa che potesse scuoterlo un po’.
“Syn?”
“Ciao. Sei qui”
“Certo che sono qui, non sono mai andata via”
“Vieni, questa volta non scapperai?”
“No. Stasera sono tua”
Brian si tirò su sui gomiti e vide una ragazza non perfetta ma tonica, con i capelli disordinati, con addosso solo la biancheria intima. Il chitarrista fece un sorriso sghembo e alzò il suo sopracciglio. Si alzò dal letto e la raggiunse con uno scatto felino: “Sono contento tu non ti sia tolta tutto. Vuol dire che mi divertirò un po’”
La baciò con tutta la passione che aveva e che non era riuscito mai ad esternare per tutto quel tempo. Iniziò a far vagare le sue mani per quel corpo mentre le braccia sottili della ragazza gli circondavano il collo per approfondire quel bacio. La portò al bordo del letto e iniziò a scendere coprendo il suo corpo di piccoli baci. Le sfilò gli slip, la fece sdraiare e toccandola lievemente con la lingua iniziò a risalire senza dimenticarsi di un centimetro di pelle. Senza nemmeno guardarla le tolse il reggiseno e iniziò a baciarla con ancora più passione. La sensazione del suo corpo che iniziava a contorcersi per il piacere e i suoi sospiri lo mandavano fuori di testa.
“Syn”
“Michelle”
“Cosa?”
“Chels, ti voglio”
“Syn…”
“Dimmi di sì. Ti prego. Fammi sentire l’unico solo per una volta, solo per questa notte”
“Tutto quello che vuoi”
Si posizionò tra le sue gambe, percorse tutta la lunghezza di esse con le mani e delicatamente scese su di lei sovrastandola. La baciò delicatamente sul collo, si tirò leggermente su e la penetrò dolcemente. La ragazza sospirò più forte e Brian si fermò dentro di lei leggermente stordito per le sensazioni. Iniziò a muoversi con decisione e passione sempre più crescenti, facendo strappare gemiti d’intensità maggiore a tutti e due.
Brian sfogava tutta la sua passione repressa nelle sue spinte, provocando brividi e urla di piacere da parte della ragazza, più la ragazza si mostrava soddisfatta, più lui aumentava la forza e la velocità. Ad un certo punto si sfilò dal corpo di lei e le fece capire che era arrivato il suo momento di dimostrare quanto valeva. Sorrise maliziosamente, i suoi denti bianchi risplendevano nell’oscurità della camera e la ragazza usò le labbra per stregarlo completamente, si mise a cavalcioni su di lui e lo fece sprofondare di nuovo in lei proprio nel momento in cui Brian esplose.
“Syn!”
“Michelle! Michelle… ti amo”
“…ti amo anche io”
Il chitarrista sorrise beato e l’abbracciò forte, addormentandosi finalmente sereno.

“Manuel, dai. Dimmi perché sei venuto di corsa qui”
“Ho scoperto da poco che Riccardo non è realmente interessato a te”
“Cosa scusa?”
“Lui ha sempre saputo che avevi una cotta colossale per lui, ma a lui non sei mai interessata anche se, per via del tuo fisico, ha sempre detto ai suoi amici che se avesse avuto l’occasione ti avrebbe ripassata con piacere. Dopo che io gli ho detto che avevo scoperto che avevi conosciuto gli Avenged Sevenfold, allora si è messo d’accordo con i suoi amici per provarci con te, portarti a letto e poi stare con te per un po’ di tempo, fino a quando non sarebbero diventati famosi dato che te sei una persona buona e quindi li avresti presentati a qualche agente di moda”
Michelle si girò verso Riccardo che aveva distolto lo sguardo e faceva finta di niente: “E tu cos’hai da dire in tua difesa?”
Il ragazzo la guardò negli occhi e con un sorriso strafottente le disse: “Assolutamente niente. Mi spiace solo non aver potuto toccare le tue tette. Per il resto quello che ha detto Manuel è vero e io lo rifarei. Non sono pentito”
“Tu per me sei morto. Sei una persona di merda. Non ho niente da dirti” e se ne andò lasciando i due fratelli da soli.

Federica era appena uscita dal negozio di dischi che vendeva anche le prevendite per i concerti. Era contenta, grazie ad Arianna poteva prenotare qualunque biglietto e pagarlo metà prezzo. Con Matt le cose erano stazionarie, non sapeva quando sarebbero riusciti a vedersi di nuovo. Si aspettava da un momento all’altro una telefonata dove lui le diceva che aveva deciso di troncare la storia con lei e se doveva essere sincera con se stessa, la cosa le andava bene. Non era mai stata un tipo da viaggioni mentali e quei pochi baci che si era scambiata con il cantante erano molto più di quanto si fosse mai aspettata da un viaggio simile a quello che avevano intrapreso.
Arrivata a casa, appoggiò un biglietto sulla scrivania di sua sorella. Il loro compleanno era molto vicino e Federica aveva pensato di fare un regalo a tutt’e due comprando i biglietti di un concerto. Di sicuro Michelle ne sarebbe stata felice.

Brian si svegliò in tarda mattinata. Si stirò le braccia e toccò il posto nel letto accanto a sé: era vuoto e freddo. Michelle doveva essere andata via. Di nuovo. Forse si era sognato tutto. Di nuovo.
Si alzò dal letto e s’incamminò verso il bagno. Sul lavandino c’era un foglietto:
“Ciao Syn,
ieri sera è stato davvero stupendo. Mi hai fatto vivere emozioni così forti che non dimenticherò facilmente. Non ti lascio il mio numero perché so che io con te non avrei nessuna possibilità. Mi hai chiamato più volte Michelle e ho capito quanto tu tenga a questa ragazza. Chiamala, conquistala, amala come l’hai amata ieri sera. A me va bene così. Grazie ancora
Lucy”
Rimase impietrito a guardare quel foglio. Pensò alla figura di merda che aveva fatto, a come quella ragazza si dev’essere sentita quando per più e più volte l’aveva chiamata con il nome di Michelle. Si rivestì in fretta e scese a fare colazione. Incontrò gli altri e si sedette con loro. Era ossessionato da quella ragazza ed era il momento di prendersela.
“Allora campione. La biondina era uno sballo?”
“Vaffanculo Zacky”

Michelle entrò in casa come un fulmine. Si chiuse in camera e iniziò ad urlare. Fu un urlo liberatorio. Strappò tutti i diari delle scuole in cui aveva scritto il nome di Riccardo. Jimmy si materializzò:
“Cosa stai combinando?”
“Quel viscido… lurido figlio di…”
“No Mich. Stai calma. Capisco che tu sia arrabbiata, c’ero anche io con te stasera a tenerti d’occhio. Diciamo che ho pure spinto Manuel a fare un salto da voi…”
“Grazie”
“Però pensa positivo! Ti sei liberata di uno stronzo! Ora hai capito chi ti merita e chi no”
“Hai ragione”
“Io devo dirti però una cosa. Questa è l’ultima volta che parleremo. Mi sento stanco, debole e sprofondo nell’oscurità sempre più spesso. Qualcosa vorrà pur dire: i miei giorni da fantasma sono finiti”
“No Jim non lasciarci!”
“Guarda, sul tavolo Federica ti ha lasciato un regalo. Prendilo, aprilo e promettimi che ci andrai perché so che ci sarà un happy ending per tutti”
Michelle aprì la busta: un biglietto per il concerto degli Avenged Sevenfold a Milano. Sorrise e disse a Jimmy: “Ti prometto che ci andrò. Ho qualche questione in sospeso con una persona e penso sia arrivato il momento di chiarire”
“Brava ragazza, così ti voglio. Ciao Michelle, è stato un piacere averti conosciuto. Andrò a fare un ultimo saluto ai ragazzi. Siate sempre felici. Fatelo per me”
“Certo Jim. Non ti deluderemo!”
Il fantasma di Jimmy scomparve e Michelle si sdraiò sul letto senza alcun pensiero per la testa.
   
 
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