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Autore: bik90    24/10/2012    2 recensioni
Natsuki guardò attraverso le sbarre del cancello lo stuolo di bambini che uscivano da scuola. appoggiò la fronte contro la fredda superficie del ferro battuto e sorrise non appena vide una bambina dai lunghi capelli neri camminare insieme agli altri. La vide voltarsi verso di lei e fissarla con aria vagamente incerta. Non poteva sbagliarsi, era davvero lei. Sua figlia
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spense il suo computer dopo aver controllato che fosse tutto in ordine. Gettò una veloce occhiata al suo orologio da polso e si stiracchiò allontanando leggermente la sedia dalla scrivania. Era davvero tardi, per finire il suo lavoro arretrato era dovuta rimanere in studio fino a quell’ora. Si voltò verso l’ampia finestra e notò come il sole fosse tramontato da diverso tempo. Si alzò in piedi afferrando quasi di scatto la sua borsa, vi buttò dentro con poca grazia il suo cellulare, il portafogli e cercò le chiavi della sua moto. Le prese in mano e si affrettò ad uscire. Nonostante fosse ormai una donna adulta, ancora non si era decisa a comprarsi un’auto come le chiedeva spesso la sua compagna. Se l’avesse fatto, non avrebbe più sentito il vento scompigliarle i capelli e l’adrenalina dovuta alla velocità salirle al cervello. Un lieve sorriso le increspò le labbra. Shizuru si sarebbe arrabbiata anche questa volta se avesse tardato ancora. Chiuse la porta alle sue spalle e scese i gradini a due a due per essere più veloce. In quel momento il suo telefonino iniziò a squillare.
<< Sto arrivando, sto arrivando >> disse senza nemmeno leggere sul display chi fosse.
Sapeva che c’era una sola persona che l’aspettava a quell’ora.
<< Aspettiamo solo te >> disse dolcemente l’altra voce femminile prima di riagganciare.
Natsuki infilò il cellulare nella borsa e stava per indossare il casco integrale quando fu bloccata dalla voce del portiere del palazzo.
<< Buonasera signorina Kuga, ancora qui? >>.
<< Avevo del lavoro da sbrigare >> rispose la giovane con un sorriso.
L’anziano signore guardò il cielo stellato.
<< E’ una sera molto mite, non sentirà freddo in moto ma mi raccomando chiuda il giubbotto lo stesso >>.
La ventiseienne arrossì leggermente a quella raccomandazione e si affrettò ad ubbidire.
<< Grazie Shogo >> disse << Salutami tua moglie >> aggiunse voltandosi. Poi si bloccò tornando a guardarlo << Hai idea di quando termineranno i lavori di quel palazzo? >> chiese indicando la palazzina di fronte a quella dalla quale era uscita.
Il portiere scosse il capo.
<< Mi spiace signorina, non lo so. Posso dirle, però, che parecchi condomini si sono lamentati con l’amministratore per il ritardo della ditta >>.
<< Okay, non fa niente. A domani >> salutò la mora prima di infilarsi il casco.
<< Mi saluti la signorina Fujino e la piccola principessina >>.
Natsuki annuì togliendo il cavalletto alla moto e partendo.
Mentre guidava, il cuore le batteva forte come ogni volta che doveva rincasare perché sapeva che stava tornando da loro. Rise sottovoce come una bambina che pensava al regalo che l’aspettava e non si curò di un’altra moto che la superò in curva. Anni prima gliene avrebbe suonate di santa ragione mentre adesso erano altre le cose che considerava veramente importanti. Si fermò di fronte al cancello e col telecomando l’aprì. Nel percorrere il viale di casa, le arrivò il suono ormai famigliare delle zampe del loro cane quando le andava incontro. Poco dopo lo sentì abbaiare. Rallentò sorridendo e si parcheggiò dietro uno delle due auto ferme. Sapeva che fino alla mattina del giorno successivo non sarebbe stata usata. Si tolse il casco facendo oscillare i lunghi capelli neri e per un soffio non perse l’equilibrio quando il cucciolo di cinque mesi le saltò addosso felice del suo rientro.
<< Sono felice anch’io di vederti Duran >> disse rivolta al pastore tedesco << Adesso andiamo, altrimenti Shizuru ci sgriderà! >>.
Entrò in casa mentre il cane la precedeva.
<< Sono tornata >> gridò gettando le chiavi della moto sul tavolino basso e posando il casco per terra << Shizuru! >>.
<< Siamo in salone >> disse l’altra donna.
Natsuki non perse tempo e corse da lei. Sapeva che non era sola.
<< Buonasera a tutti >> salutò.
<< Finalmente ce l’hai fatta! >> esclamò Mai con una nota di divertimento nella voce.
<< Kuga, ma allora è vero che hai messo la testa a posto! >> scherzò Tate alzandosi in piedi.
<< Scusatemi, avevo del lavoro arretrato >> ribatté la mora consapevole di essere in torto. Si diresse verso la sua compagna che le stava sorridendo e le diede un leggero bacio << Scusami >> sussurrò subito dopo.
<< Tranquilla, non è successo niente >>.
<< E dove la mia principessa? >> chiese Natsuki voltandosi verso il seggiolone << Dov’è Saori? >>.
La bambina allungò immediatamente le braccia paffute verso la donna che la stava chiamando lasciando cadere le costruzioni di gomma con le quali stava giocando. La giovane donna la sollevò abbracciandola e baciandola con calore.
<< Eccola! >> disse ridendo << Che c’è? >> aggiunse notando come Mai la stesse guardando.
L’amica scosse il capo sorridendo.
<< E’ molto strano vederti vestire i panni della mamma >> dichiarò Tate con la sua solita ironia.
A quelle parole, Natsuki gli fece la linguaccia.
<< Ma come siamo spiritosi, Tate >> rispose << Su Saori, fai la linguaccia a Tate! Fai come la mamma! >>.
La piccola rise contagiata dall’allegria della donna.
<< Dico sul serio, ho sempre pensato che avresti vestito i panni del “papà” >>.
Mai gli lanciò un’occhiataccia per invitarlo a smettere. Da quando era arrivata Saori, non aveva mai visto l’amica così felice. E lei, ogni volta che la guadava, sentiva il cuore riempirsi di gioia.
<< Natsuki è una madre fantastica >> andò in aiuto della mora Shizuru sorridendole mentre la ventiseienne le si sedeva accanto sul divano senza smettere di tenere Saori in braccio.
Accarezzò una guancia alla piccola e poi baciò la mano dell’altra donna. A quel gesto Natsuki arrossì leggermente.
<< Tsuki! >>.
La mora, sentendosi chiamare abbassò gli occhi e rise.
<< Oh, scusami Miyuki >> disse passando Saori a Shizuru e sollevando la bambina di Mai e Tate di un anno e mezzo << Avevo dimenticato di salutare anche te, principessa! >>.
Diede un bacio sulla guancia della piccola e le accarezzò i capelli rossi come quelli della madre.
<< Incredibile Mai, ti somiglia sempre di più >> constatò alzando gli occhi sull’amica << Per fortuna, aggiungerei! >>.
Tutti risero tranne Tate che fece finta di prendersela.
<< Miyuki, vieni da papà >> disse << Non ascoltarle! >>.
Ubbidientemente la bambina scese dalle gambe della mora e si avvicinò al padre che la mise sulle spalle. Anche Natsuki si alzò in piedi.
<< Vado a farmi una doccia e ritorno >> affermò chinandosi per baciare la figlia.
 
Ritornò un quarto d’ora dopo scoprendo che tutti si erano messi a tavola. Prese posto vicino a Shizuru e si unì alla loro conversazione dopo aver dato un altro bacio a Saori seduta nel suo seggiolone. La ventottenne sorrise nel vedere quanto amore ci mettesse la sua compagna in ogni gesto soprattutto se legato alla piccola. E dire che era stata così titubante quando le aveva espresso il desiderio di avere un bambino tutto loro dopo la nascita di Miyuki. Anche lei, come Mai aveva sentito l’esigenza di dare una svolta al loro rapporto e tutte le paure della mora si erano rivelate infondate. Guardò la bambina ancora per qualche secondo prima di tornare a chiacchierare. Somigliava in modo impressionante a Natsuki. Avevano gli stessi occhi grandi e verdi, i capelli più neri di una notte senza luna e la stessa espressione curiosa e timida verso ciò che era nuovo.
<< Mai, se fa qualcosa di sbagliato, dimmelo che ti mando Duran a mordergli il sedere >> stava dicendo Natsuki mentre sorseggiava il suo bicchiere di vino.
Mai e Shizuru risero. Entrambe sapevano quanto fosse importante quel cucciolo di pastore tedesco per la donna. Delle volte, scherzando, la ventottenne le diceva che veniva dopo Saori e Duran nella sua scaletta degli affetti ma lo faceva solo per sentirsi ripetere quanto, invece, fosse importante.
<< Mai dovresti stare dalla parte di tuo marito! >> esclamò l’unico maschio della conversazione.
<< Arrenditi Tate, sei nettamente in minoranza anche se consideriamo Duran e le bambine >> continuò la mora strizzando l’occhio all’amica che rideva.
L’uomo alzò le mani in segno di resa e guardò sua moglie. Ogni volta che posava gli occhi sul suo anulare sinistro e vi vedeva la fede non poteva fare altro che domandarsi come avesse fatto a sposare una donna fantastica come Mai. Se poi rifletteva sul fatto che aveva avuto anche una figlia da lei, allora si sentiva l’uomo più fortunato del mondo. gettò un’occhiata generale alla tavola apparecchiata, ai commensali e alle due piccole sedute vicino le rispettiva madri e fece un respiro profondo. Il presente che stavano vivendo, quella felicità che assaporavano giorno per giorno, era il futuro che ognuno di loro era augurato con la fine del liceo. Tutto quello che avevano adesso se l’erano meritato. Alzò gli occhi su Shizuru pensando che dopo aver così tanto penato con Natsuki alla fine era stata ricambiata e sulla rossa che, da quando Takumi era stato operato, aveva cominciato a vivere come una normale adolescente. Pensò per un attimo a Shiho che aveva compreso che tipo di legame lo unisse a Mai e si era accontentata di volergli semplicemente bene. Involontariamente gli tornò in mente ciò era successo durante il Carnival. Erano morti ed erano tornati in vita. Un’esperienza che aveva dell’assurdo eppure era vera. Un’esperienza che aveva segnato tutti e che aveva rafforzato i veri rapporti. Come quello di Natsuki e Shizuru. La mora, per quanto intrattabile, schietta e gelida, aveva compreso quale fosse la persona più importate della sua vita e non vi aveva più rinunciato. Possibile che fossero già trascorsi dieci anni da quando era accaduto? Il tempo gli era sfuggito di mano; l’attimo prima era davanti ad una commissione per essere esaminato agli esami di maturità e l’attimo dopo infilava un anello nuziale al dito della rossa; il momento prima stringeva la mano della moglie incitandola a spingere, quello successivo la sua bambina compiva un anno. E poi c’era stata l’apertura del ristorante, il mutuo aperto, la società stretta con Takumi e Akira. Ma d’altronde di cosa si meravigliava? Perfino la figlia di Natsuki aveva sei mesi ormai. Fu richiamato alla realtà dal pianto improvviso di Saori. La mora si alzò immediatamente sollevandola e cullandola per calmarla.
<< Che cosa c’è Saori? >> le chiese come la bambina potesse rispondergli << Sei stanca? >>.
Si voltò verso Shizuru con aria leggermente preoccupata ma l’altra donna le sorrise.
<< Non è nulla, Natsuki >> la rassicurò << I bambini piangono >>.
<< Forse dovremmo portarla dalla pediatra >> ipotizzò la ventiseienne poggiando le labbra sulla fronte della figlia per sentire se aveva la febbre.
Tate rise sottovoce. Vedendo che tutte lo stavano guardando, fece un colpo di tosse e si riprese.
<< Scusami >> iniziò << Ma è così strano il fatto che quella bambina meravigliosa sia davvero tua >>.
<< Che cosa vorresti dire? >> esclamò la donna dagli occhi verdi diventando rossa.
<< Che Saori è un piccolo angioletto >> spiegò l’uomo stuzzicandola << E speriamo che non cambi crescendo. Di carattere spero che prenda da te, Shizuru >>.
<< Tate! >> lo rimproverò la rossa dandogli un colpo leggero sulla nuca.
<< Considerati fortunato Yuiichi se non ti stacco il collo seduta stante >> gli rispose Natsuki.
<< Sul serio, non avrei mai pensato che fossi proprio tu, Kuga, quella che si sarebbe riprodotta >>.
<< Yuiichi! >>.
Shizuru rise di gusto di fronte all’imbarazzo della sua compagna.
<< Ho insistito io affinché fosse Natsuki a darmi un bambino >> spiegò << Adoro l’idea di avere una piccola Natsuki per casa >>.
<< Davvero? >> domandò Tate << Complimenti Shizuru, sei masochista >>.
<< A me piacerebbe sapere come l’hai convinta >> s’inserì Mai quasi la mora fosse diventata trasparente.
<< Oh >> iniziò la ventottenne con un sorriso malizioso accarezzando una guancia di Natsuki che intanto le si era seduta accanto << Glielo ho chiesto in un momento in cui sapevo che non mi avrebbe detto di no >>.
<< Shizuru! >>.
Per un attimo il ventiseienne non comprese a cosa si riferisse la donna ma, quando focalizzò un’ipotetica situazione, poco mancò che non cadesse all’indietro dalla sedia. Mai lo riprese capendo cosa avesse pensato il marito e Shizuru rise nuovamente.
<< Tate fa pensieri sconci su Natsuki e me >> disse in tono calmo e leggermente malizioso.
<< Tate, giuro che stavolta ti ammazzo! >> esclamò la mora chiudendo la mano a pugno in segno di minaccia.
In fretta l’uomo si scusò e tra una battuta e l’altra la cena proseguì tranquillamente.
<< Ah, quasi mi dimenticavo >> disse improvvisamente Mai mentre bevevano il caffè e alzandosi per cercare qualcosa nella sua borsa.
Entrambe le bambine si erano addormentate e Duran era accovacciato ai piedi di Natsuki vicino al camino acceso.
<< Ecco >> continuò la ventiseienne tornando e mostrando all’amica una foto che ritraeva una coppia con in braccio un bambino << Me l’ha mandata Midori qualche giorno fa insieme ad una lettera >>.
<< Ha avuto un bambino? >> esclamò la mora passando la foto alla sua compagna.
<< A quanto pare >> constatò Shizuru << Sarà più o meno come Saori >>.
<< Esatto >> rispose Mai << Si chiama Yoshiki, nella lettera dice che si trovano in Egitto e che va tutto bene >>.
Natsuki si limitò ad annuire. Dopo la fine del liceo e anche dell’università da parte di Shizuru, i rapporti con coloro che avevano preso parte al Carnival si erano sfilacciati. Sapeva qualcosa ma, eccezione fatta per Mai, non aveva mantenuto grossi legami con nessuno. Si passò una mano tra i lunghi capelli neri e sospirò leggermente. Il contrario della rossa, praticamente. Non era cattiveria da parte sua, semplicemente era talmente presa dalla sua vita, dal suo rapporto con Shizuru e poi dall’arrivo della bambina che non se n’era preoccupata molto. Una volta finito il liceo, non era stato semplice per lei trovare la sua strada. Di andare all’università non se ne parlava proprio e non voleva nemmeno continuare a dipendere da suo padre. Desiderava essere finalmente indipendente, ma come? Aveva iniziato a provare diversi lavori ma nessuno l’aveva appassionata così tanto da invogliarla a continuare. E poi era accaduto in modo del tutto inaspettato.
 
Aspettava Shizuru fuori l’università leggermente intristita da come ancora non sapesse che fare della sua vita. Nonostante la ragazza le dicesse di non angosciarsi e che sarebbe andato tutto bene, a più di un anno di distanza non ne era più così sicura.
<< Shizuru! >> aveva esclamato vedendola come al solito attorniata da uno stuolo di ragazze.
Ma era possibile che non avesse mai pace? Quelle oche starnazzanti quando avrebbero compreso che non c’era trippa per gatti? Aveva atteso che la ventunenne le si avvicinasse prima di camminare verso casa. Shizuru le stava per raccontare della sua giornata quando fu improvvisamente chiamata da un ragazzo.
<< Oh buonasera Kazuo-san >>.
E questo ora che vuole?, si era chiesta la mora alzando gli occhi al cielo. Nel correre verso l’universitaria, il nuovo arrivato aveva urtato inavvertitamente la più piccola alla quale erano sfuggiti i fascicoli che teneva in mano. Da uno di questi erano uscite decine e decine di foto che ritraevano Shizuru intenta nello studio.
<< Oh, scusami tanto! >> si era scusato il ragazzo aiutandola a raccogliere << Non l’ho fatto apposta, mi dispiace. Tutto a posto? >>.
<< Certo, certo >> aveva risposto con poco tatto la diciannovenne affrettandosi a raccogliere ciò che si era sparso per terra.
<< Ma… >> aveva iniziato lo sconosciuto sollevandone alcune << …queste le hai fatte tu? >>.
<< Sì, piace anche a te il soggetto? >> aveva domandato rabbiosa afferrando le foto che teneva in mano. Non era la prima volta che sentiva elogiare la bellezza della sua ragazza da parte di entrambi i sessi ed era abbastanza stufa degli inutili flirt che seguivano.
<< Natsuki non essere scortese >>.
<< No, io non mi riferivo a quello… >> aveva risposto il ventunenne leggermente bloccato dalle dure parole della ragazza dagli occhi verdi. L’attimo dopo si era voltato verso Shizuru arrossendo << Non intendevo dire che Shizuru-san sia una brutta ragazza, al contrario… >>.
La ventunenne gli aveva sorriso per ringraziarlo.
<< Io…io mi riferivo allo stile delle foto…cioè…le hai davvero fatte tu? >>.
<< Sì, perché? >>.
<< Sono bellissime e sto parlando delle tecniche che usi. Guarda questa per esempio >> aveva affermato prendendone una in bianco e nero che raffigurava Shizuru con una matita in mano mentre leggeva un libro << Hai deciso di togliere i colori per dare maggior risalto dal chiaroscuro? >>.
Natsuki prima di rispondere aveva guardato l’universitaria.
<< Io…io non lo so. L’ho fatto e basta! >>.
Kazuo aveva tirato fuori dalla tasca della sua uniforme un bigliettino da visita.
<< Mio padre è un professore di tecniche fotografiche, perché non vai ai suoi corsi? Hai talento >>.
La mora aveva preso il biglietto con poca convinzione mentre Shizuru ringraziava entusiasta il ragazzo.
<< Gra…grazie… >> aveva mormorato anche lei senza che avesse ancora messo a fuoco cosa le fosse successo.
Era stato così che era riuscita a diventare una dei migliori fotografi di tutta Tokyo.
 
<< Natsuki? Ehi, Natsuki m ascolti? >>.
In fretta la mora sbatté le palpebre.
<< Certo Mai. Dimmi >>.
<< Ti stavo dicendo che noi andiamo. È meglio se non facciamo troppo tardi >>.
<< Sì ti capisco, siete pieni domani a ristorante? >> domandò la donna dagli occhi verdi.
<< Abbastanza sì >> rispose l’altra << Avremo il nostro abituale da fare. E tu? >>.
Natsuki arricciò il naso.
<< Per favore non farmici pensare. Devo redare l’album di matrimonio dei coniugi Tagi. Quella donna è un’oca, mi farà perdere un mucchio di tempo >> disse prendendo le dita di una mano sulle tempie.
<< Sono sicura che ce la farai >> ribatté la rossa abbracciandola per salutarla.
Tate intanto aveva sollevato Miyuki cercando di non svegliala.
<< Notte >> aveva sussurrato sulla soglia della porta prima di uscire.
Natsuki aveva chiuso l’uscio alle sue spalle e aveva guardato Shizuru prendere in braccio Saori per metterla a letto.
<< E’ crollata >> mormorò la mora avvicinandosi.
<< Dormirà come un sasso domani mattina >>.
Sistemarono la bambina e socchiusero l’uscio. La ventottenne la stava ancora osservando quando venne abbracciata dall’altra donna. Sentì le labbra di Natsuki posarsi sulla sua guancia delicatamente.
<< Ora viene la parte più bella della serata >> sussurrò la più piccola.
<< La parte in cui dobbiamo pulire tutto? >> domandò ironicamente Shizuru.
<< La parte in cui finalmente sono sola con te >>.
La donna si voltò per guardarla negli occhi e l’attimo dopo la baciò con calore e trasporto. Erano dieci anni ormai che stavano insieme ed erano felici come quando finalmente Natsuki aveva compreso i suoi veri sentimenti. Shizuru nel suo cuore ringraziava spesso il Carnival che aveva permesso alla mora di guardare oltre le apparenze e di capire chi fosse la persona più importante per lei. Dopo tanta fatica, il suo più grande desiderio si era realizzato. Da quando poi era arrivata Saori, il suo sogno era completo. Si diressero, senza dividersi, nella camera da letto e Shizuru gettò la donna dai capelli neri sul letto salendo su di lei senza farle male. Indossava una camicia e un paio di jeans, non avrebbe impiegato molto a spogliarla. Natsuki si alzò sui gomiti per poterla baciare nuovamente e la lasciò fare. Sapeva che alla sua compagna piaceva dirigere il gioco. La sentì accarezzarle la pancia prima di salire verso il seno. Nonostante stesse svezzando Saori, il seno della mora era ancora gonfio e duro per il latte che continuava a produrre. Shizuru le toccò i capezzoli molto più sensibili della normale. In poco tempo divennero duri e la donna sorrise beandosi dei primi gemiti dell’altra. Si chinò sul suo volto sorridendo mentre continuava.
<< Shi…Shizuru… >> mormorò Natsuki contorcendosi.
<< Vorrei che non smettessi mai di allattare >> le sussurrò la donna più grande maliziosamente << Da quando sei rimasta incinta, hai una sensibilità incredibile >>.
La mora arrossì voltandosi alla sua destra.
<< Non è vero… >> disse leggermente a disagio.
Shizuru le sfilò il jeans mentre le dava le spalle.
<< Sei bellissima quando t’imbarazzi >> continuò la ventottenne leccandole il padiglione auricolare << Ancora adesso >>.
<< Io non mi sto imbar… >>.
Le parole le morirono in gola quando la sua compagna iniziò a massaggiarle il basso ventre.
<< Shhh, basta parlare ora >> affermò la ventottenne voltandola per poterla riprenderla a baciare.
 
  
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