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Autore: Littlefinger    30/10/2012    2 recensioni
Piacere, mi chiamo Neil McRoberts e sono un mago.
Questo l’avrete capito dal fuoco fatuo che mi ronza intorno, il cappello a punta e il bastone intarsiato che mi porto sempre appresso. Scherzo, ovviamente; non indosso un cappello a punta, sono così fuori moda.
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Neil McRoberts'
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Stavo per morire.
     Il sole stava tramontando e i suoi raggi tingevano di rosso il mare. Una leggera brezza agitava le palme, accompagnando il ritmico andirivieni delle onde. Qualche ora prima mi ero sdraiato su un lettino a prendere il fresco, con accanto una bottiglia di ottimo scotch. Erano passati sei mesi dal lavoro di Cagliari ed ero perfettamente guarito. L’oro del pagamento aveva rimpinguato il mio conto in banca. Non si poteva dire che stessi male. Quella spiaggia era il mio piccolo paradiso personale su Kaho’olawe; il mio rifugio dalla mondanità e  il posto in cui amavo rilassarmi lontano dal mondo.
     Nessuno era al corrente di questo mio rifugio e nessuno che mi conosceva avrebbe immaginato che passassi là gran parte del mio tempo libero, piuttosto che sulla Las Vegas Strip.
     Per questo non riuscivo a spiegarmi la presenza dei cinque vampiri che mi puntavano contro delle  pistole mitragliatrici. Mi avevano preso completamente di sorpresa e non sapevo cosa avrei potuto fare per difendermi.
     «Tanti saluti da Greta.» disse quello che doveva essere il capo. Poi fecero fuoco.
     Evocai uno scudo all’ultimo momento e mi salvò da una fine troppo repentina, ma sotto quel volume di fuoco sarebbe durato solo pochi secondi. Pensa, Neil, cosa fare per non morire?
     Non feci nulla e chiusi gli occhi. Mi consolai col fatto che almeno sarei morto in un posto bellissimo.
     Gli spari s’interruppero all’improvviso. Aprii gli occhi e vidi i vampiri stesi a terra. Morti. Qualche passo più indietro c’era Lord Maskinganna.
     «Chiudi la bocca o ci entrerà qualche insetto.» disse, mentre scavalcava i cadaveri.  Era nella stessa forma di bambino di quando l’avevo incontrato sei mesi prima. L’unica differenza era che indossava un paio di boxer floreali, anziché il costume tradizionale sardo.
     «Ma…»
     «Ma cosa? Non sei contento di essere ancora vivo?»
     «Certo, ma…»
     «Ancora?» Verso un po’ dello scotch nel bicchiere e ne bevve un sorso. Sospirò. «Eccellente. Nettare divino. Quasi meglio dell’abbardente
     La vista del bambino che sorseggiava il liquore mi lasciò più stupito del salvataggio last-minute. «Non sei troppo piccolo per bere whisky?» domandai, cercando di ricompormi. Non riuscivo a controllare il tremore delle mani.
     «Ho qualche millennio più di te, Neil McRoberts.» rispose. Bevve un altro sorso e si limitò a fissarmi.
     «Cosa è successo?» domandai, finalmente.
     «Greta Zimmermann non ha preso bene il modo in cui l’hai trattata a Cagliari.»
     «Questo l’ho dedotto pure io da quel che ha detto il vampiro.» risposi. Mi alzai e svuotai un bicchiere, per calmare i nervi. «Quello che non capisco è come abbiano fatto ad arrivare fin qua.»
     Maskinganna alzò le spalle. «Con tutto il casino che hai fatto nella villa di Maria Salis sicuramente hai lasciato abbastanza roba per preparare un rituale di ricerca. Sangue, capelli e via dicendo.»
     «Ho protetto questo luogo con una miriade di rituali. Dovrebbe essere schermato da qualsiasi incantesimo di ricerca. È il mio piccolo paradiso personale!»
     «Sì?» si limitò a commentare.
     «Non è possibile che una combriccola di vampiretti sia riuscita a trovarmi qua.»
     «Sono stati aiutati da qualcuno, è ovvio.»
     «Uno stregone non potrebbe trovarlo.» replicai. «Non senza un indizio con cui circoscrivere l’area di ricerca. Nessuno ha abbastanza energia per congiurare un rituale di ricerca su tutto il pianeta!»
     «Permettimi di correggerti.» Maskinganna alzò una mano. «Nessuno stregone umano ha abbastanza energia.»
     «I vampiri di norma non sono più potenti degli umani.»
     Mi ignorò. «Io ad esempio ci ho messo quasi una settimana per trovarti qua.» Sorrise. «Ammetto che hai fatto un buon lavoro con gli incantesimi di protezione.»
     «E questo mi porta al secondo problema. Che diavolo ci fai qua? Mi stai spiando?»
     «Ti sto proteggendo.»
     «E perché mai?»
     «Lo devo a Seamus. È stato lui a suggerirmi di assumerti e ora non posso certo lasciarti nei guai per causa mia.»
     Le sorprese cominciavano a essere fin troppe. «Conosci Seamus?»
     «Certo. Come pensi sia venuto a sapere di te? Non mi risulta che sia sull’elenco telefonico o abbia il tuo bel sito Internet.»
     «Quel maledetto vecchiaccio.» borbottai. Seamus era il mio tutore, colui che mi aveva fatto conoscere la magia. «Come sta?»
     «Come al solito.» rispose Maskinganna. «È sempre impegnato con gli intrighi degli Aes Sidhe
     «Posso immaginare.»
     «Bando alle ciance, non puoi più stare qui. Chi sta aiutando Greta è molto potente, se ha trovato anche lui questo santuario.» 
     «Al diavolo!» esclamai. «Non voglio fare la vita dell’uomo braccato. Non di nuovo.» Mi venivano ancora i brividi a pensare al tempo passato in Groenlandia.
     «Posso ospitarti in uno dei miei rifugi. In Sardegna.»
     Annuii. «Ti ringrazio, Lord Maskinganna.» risposi, con un leggero inchino. Avevo il vago sospetto che nei prossimi mesi avrei letto parecchio. «Chiara e Big J saranno al sicuro?»
     «Jebediah non è minacciato.»
     Il solito fortunello. «E Chiara?»
     «Per lei non posso fare nulla.» rispose. «Non finché non accetta il mio invito.»
     «È una changeling, vero?»
     Un changeling è un bimbo umano che viene scambiato nella culla con una fata. Non credo esista una parola italiana per descriverlo. E non chiedetemi perché le fate lo facciano, visto che non ne ho la più pallida idea.
     Maskinganna disse: «Sì, è una changeling e finché non decide di entrare a far parte dell’Areu Afadau, o di qualsiasi altre corte fatata, non posso aiutarla.»
     «Intendi dire finché non vi giurerà fedeltà!» lo corressi, adirato.
      «Se la vuoi mettere in questi termini…»
     Mi trattenni e contai fino a dieci. Non era bello insultare chi ti aveva appena salvato la vita. «Magari posso fare qualcosa che ti faccia cambiare idea.» proposi. «Ho dimostrato di saper lavorare bene, no?»
     «Non è possibile.» replicò lui. «Non è questione di favori. Finché non decide di far parte di una corte non posso fare nulla.»
     «Non ti credo.» dissi, però non ne ero convinto. Probabilmente era una questione di legami e giuramenti dovuta allo scambio. Le fate acquisivano potere sul bambino umano, ma dovevano cedere il controllo su quello fatato, per mantenere l’equilibrio.
     «Non cambierà certo la situazione.» disse. «Sei pronto a partire?»
     Scossi la testa. «Devo preparare un paio di bagagli. E staccare la corrente nel bungalow, non vorrei che le bollette prosciugassero il mio conto in banca.»
     «Allora ne approfitto per fare una nuotata!» Maskinganna, Lord dell’Areu Afadau e millenario folletto dai poteri fenomenali, corse verso il bagnasciuga e si tuffò con un grido. Sembrava quasi un vero bambino.
     Mi diressi verso il bungalow per buttare nello zaino le quattro cose che possedevo.       Per ora sarei scappato, ma presto sarebbe arrivata la resa dei conti e Greta Zimmermann si sarebbe pentita.
     Non si scherza con Neil McRoberts.
   
 
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