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Autore: Elelovett    31/10/2012    1 recensioni
[Lorax - Il guardiano della foresta][Lorax - Il guardiano della foresta]E' la notte di Halloween e tre ragazzini curiosi decidono di fare qualcosa di coraggioso e terrificante per impressionare i loro coetanei...Ma capiranno presto che bussare alla porta della fabbrica abbandonata, dove si dice viva ancora il vecchio Once-ler, non è stata una buona idea. Ma esiste veramente? Chi era una volta? E soprattutto...E' ancora lì? Si dovrà chiedere dolcetto o scherzetto per scoprirlo.
Una fic per festeggiare Halloween in compagnia del vecchio Oncie. ^^
Genere: Introspettivo, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Once-ler
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Trick or Treat, old Once-ler?
 

« Ragazzi, questo posto mette i brividi! »
Katie si strinse nel suo costume da strega e dette un'altra occhiata in giro: cumuli di erba secca li circondavano e nell'oscurità riuscivano a vedere ben poco, ma intuivano di essere vicini alla loro destinazione visti gli immensi macchinari abbandonati che si erano lasciati alle spalle mezz'ora prima, lugubri carcasse meccaniche dalle lame ancora affilate.
« Non te la starai facendo sotto, eh? »  disse Billy dandole un pizzicotto.
La ragazza ricambiò con una spinta e disse offesa:
« No di certo! Ma continuo a dire che non è una buona idea...Insomma, siamo nel bel mezzo del nulla e quasi non si respira! Sentite che odoraccio, l'aria è irrespirabile! »
Il terzo membro del gruppetto, vestito da Frankenstein, disse:
« Non staremo via ancora per molto. Siamo vicini, me lo sento. Avevate detto che non vi sareste tirati indietro o sbaglio? »
« Certo Sam, l'abbiamo giurato! E poi quel simpaticone di O'Hare si sarà già accorto della nostra fuga, al ritorno ci aspetta una bella ramanzina...Quindi tanto vale finire quello che abbiamo iniziato! » esclamò Billy.
«Gli altri saranno tutti gelosi, nessuno si è mai spinto fin qua! » commentò Sam sollevando la lanterna a forma di zucca.
Katie, la voce della coscienza del gruppo, chiese dubbiosa:
« Credete davvero che lo troveremo? Voglio dire...È solo una vecchia leggenda! »
Billy ridacchiò e cominciò a girarle intorno agitando le braccia nel tentativo di spaventarla:
« Come no? Il vecchio Once-ler esiste, e vive chiuso nel suo covo da anni e anni...Nessuno ha memoria del suo viso, pochissimi ricordano cosa abbia fatto, ma una cosa è certa: vive tra i corvi gracchianti, dove il vento soffia lento con vapori nauseanti, e non esce mai. Sta là, in attesa che qualcuno torni a rivangare il passato... »
« Ma piantala! » esclamò Katie con una risatina nervosa.
Sam si voltò:
« Mia nonna dice che è uno stregone! »
« Naa, tutte balle! Mio nonno mi ha detto che ha fondato la città inventando un non so cosa, ma poi la sua azienda è fallita e si è chiuso nella fabbrica per non uscirne più... »Billy tornò a tormentare Katie « una triste e fredda fabbrica vuota, che col tempo è caduta in pezzi...E lui ancora vive tra quelle rovine, lontano dal sole, lontano dall'aria...Di cosa si ciba nessuno lo sa! Non credo che disdegnerebbe la carne di qualche delizioso ragazzino... »
« Billy! » gridò Katie rabbrividendo.
Sam intervenne:
« Probabilmente è solo un vecchio pazzo che colleziona carcasse di scarafaggi e parla da solo. Sempre che sia ancora vivo. »
« Sempre che sia mai esistito! » puntualizzò Katie.
In quel momento videro diversi cartelli che intimavano di fare dietro-front, e un vecchio lampione vicino a un cartello scolorito; più lontano, illuminata dalla debole luce del palo, una stamberga diroccata. Un brivido percorse la schiena dei tre ragazzi, ma Sam si finse spavaldo:
« Che vi dicevo? Esiste eccome, eccola là! »
« La strada del Lorax che vola via... » lesse Katie.
« Che cos'è un Lorax? » chiese Billy.
« Che importanza ha? Forza, avviciniamoci alla casa! » Sam li precedette superando un cancello arrugginito.
Tutta la casa, se così si poteva definire, effettivamente cadeva a pezzi: c'erano scale esterne che non portavano da nessuna parte, porte e finestre erano sbarrate da travi inchiodate, e quello che doveva essere un giardino appariva adesso una distesa di erbacce e ringhiere arrugginite. Da dentro non usciva un suono, né si vedeva una luce.
« Forse Katie ha ragione...Qui non ci vive nessuno. Se il vecchio Once-ler è esistito dev'essere morto. » sentenziò Billy osservando le travi che sbarravano le finestre.
«Morto...Là dentro? Mio Dio ragazzi, questo posto è terrificante! Torniamo indietro, l'abbiamo trovato, fine della storia. » bisbigliò Katie avvicinandosi a Sam.
Il ragazzo si voltò bruscamente:
« Ehi, è la notte di Halloween e ho giurato che avrei bussato alla porta della stamberga del vecchio Once-ler! Ho fatto una scommessa e non ho certo intenzione di tirarmi indietro! »
Billy disse:
« E allora vai, forza! Che ci vuole? Bussa alla porta e fai dolcetto o scherzetto. Se qui non vive più nessuno tanto meglio, nessuno ci aprirà. Se ci vive qualcuno...Quel qualcuno...Beh, staremo a vedere. Ma almeno faremo quello per cui siamo venuti. »
Sam lanciò un'occhiata alla casa e nonostante tutto parve esitare.
Billy rise:
« O sei troppo fifone per provarci? »
L'altro ragazzo lo incenerì con lo sguardo:
« Non ho paura, dammi il cestino dei dolci! Vado a bussare. »
Katie si strinse a Billy che aveva preso la lanterna, mentre Sam salì i gradini che conducevano alla porta. I due amici rimasero indietro mentre il ragazzo leggeva la targhetta che gli si mostrava di fronte.
« Ragazzi, c'è scritto Once-ler. » disse con una voce che quasi non gli parve la sua.
Nessun commento gli giunse da Katie e Billy. Sam sospirò e serrò la presa sul manico del cestino, poi premette il campanello arrugginito. Per un attimo i cuori dei tre amici smisero di battere mentre nel silenzio della notte risuonava un tetro dlin dlon, come se la casa tornasse a parlare dopo aver taciuto per secoli, e la sua voce fosse roca e impastata dal tempo. Sam trattenne il fiato mentre il suono si perdeva nella notte, ma niente accadde. Una parte del suo cervello sperava con tutto il cuore che la casa rimanesse silenziosa, che quella porta non si aprisse e che un volto rugoso e inquietante non facesse capolino. Ma qualsiasi suo pensiero fu presto interrotto: pochi secondi dopo il suono del campanello qualcosa scricchiolò, un meccanismo si stava  azionando. La porta cominciò a tremare e si ribaltò rivelando nell'oscurità una piattaforma a cui era installato uno strano marchingegno. Sam non riuscì a capire molto, ma un martello colpì le assi sotto di lui catapultandolo in aria, mentre Katie e Billy gridavano terrorizzati il suo nome. Il ragazzo, fuori di sé, mosse freneticamente mani e piedi nel disperato tentativo di aggrapparsi alle tegole della stamberga, ma proprio mentre stava per sfracellarsi al suolo un braccio meccanico uscito da chissà dove lo afferrò e lo sollevò scatenando ancora di più le grida dei tre ragazzi. Sam gridò aiuto mentre veniva sollevato sempre più su, fino alla finestra più alta della stamberga.  Con suo sommo terrore, vide qualcosa muoversi dietro le tavole inchiodate, e una voce rauca e minacciosa gli fece gelare il sangue.
« Come hai osato spingerti fin qui?! » tuonò la voce.
Due occhi brillarono nel buio e da dietro le assi una mano guantata afferrò il ragazzo ancora appeso a testa all'ingiù. Al contatto con le dita ossute che lo trascinavano sempre più vicino alla fessura nella finestra Sam rabbrividì e gridò più forte.
« Non avete letto i cartelli?! Pensavate che fosse un gioco?! È così? Volevate prendervi gioco di Once-ler?! Volevate vedere il fantasma?! Ecco, mi avete trovato!!! » la voce, sebbene roca, rimbombava come un ululato.
Katie e Billy scapparono a gambe levate mentre Sam gridava:
« La prego, mi lasci andare!!! »
Riusciva a vedere il proprio riflesso negli occhi del vecchio, e l'odore di legno marcio gli pervadeva le narici. La mano guantata lo spinse via con forza facendolo oscillare pericolosamente, finché anche il braccio meccanico non lo lasciò facendolo volare via e atterrare sui due amici che erano già abbastanza lontani.
In un attimo furono di nuovo tutti e tre in piedi e corsero via gridando, mentre li raggiungeva quella voce agghiacciante:
« Non osate tornare mai più! Guai a voi se rimetterete piede in questo posto, qui non c'è nulla per voi! Che vi serva da lezione, e felice Halloween! »
« Cavolo cavolo cavolo! » urlò Billy correndo con la lanterna in mano.
« Esiste, esiste! »
«Presto, via via via! »
 
 
Once-ler sospirò guardando dalla fessura della finestra i tre ragazzi sparire oltre la collina, le loro grida ormai quasi impercettibili. E così era di nuovo Halloween, già Halloween. Quanti Halloween erano passati da quando era là dentro? Molti. Ma ormai erano anni che qualche stupido ragazzino non veniva a bussare alla sua porta per qualche sciocca scommessa. Bussiamo alla porta della fabbrica stregata, niente di più spaventoso per la notte degli spiriti. Beh, in fondo non avevano tutti i torti: che cos'era lui se non uno spirito? Una leggenda, un mostro. No, non era più un uomo. Non era più neanche l'ombra del ricordo dell'uomo che era stato. Probabilmente quello sarebbe stato l'ultimo Halloween che qualche ragazzino avrebbe bussato alla sua porta: era certo che quasi nessuno si ricordasse della sua esistenza e presto nessuno si sarebbe più spinto fin lì. Ne era sollevato, eppure quella festa era anche un'ottima occasione per racimolare dolciumi interessanti. Manipolando il braccio meccanico raccolse il cestino che quei tre stupidi avevano fatto cadere e lo sollevò all'altezza della finestra; allungando la mano lo tirò dentro e ne esaminò il contenuto: barrette di cioccolato, vermi di gelatina, liquirizia, due lecca-lecca appiccicosi e una bustina si marshmellows. Dio, da quant'è che non li mangiava. Se ne infilò uno in bocca e assaporò la sostanza zuccherina che gli impastava le gengive: nella sua mente tornavano i ricordi della valle verde, le Truffule, i Barbalotti che assalivano le sue riserve di marshmellows, il canto dei Citrigni...Niente sarebbe tornato. Aveva rovinato tutto, e ormai era passato tanto tempo. Avevano ragione quei ragazzi a scappare da lui, e a voler suonare alla sua porta quasi fosse quella dell'antro di una strega: lui era un mostro, e la notte di Halloween gliel'aveva ricordato ancora una volta.


  
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