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Autore: Debbie_93    31/10/2012    3 recensioni
Un pezzo fondato se un'immagine che vedevo nel buio da piccola.
Genere: Horror, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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road

Correre, correre. Senza voltarsi, guardare avanti. 
Il respiro accompagnato dai tuoi passi e il cuore alle stelle. La paura percorrerti ogni vertebra, penetrando nei nervi e arrivando alla corteccia celebrale. 
L’asfalto nero e infinito, freddo sotto ai tuoi piedi. La disperazione ti possiede e con occhi sbarrati guardi in faccia la morte.  Vorresti che fosse tutto un sogno, coronato dai tuoi incubi. 
Il sangue pulsa nelle vene e il cuore alle stelle. La tua voglia di scappare alla morte si fa sentire sempre di più. Corri, corri senza fermarti ne voltarti. 
Iniziavi a credere che tutto quello a cui hai sempre immaginato fosse alle tue spalle in attesa di prenderti e stapparti il cuore dal petto.
«Non era reale, non lo era.» Ti ripetevi. 
L’agitazione si faceva sentire e eri caduto a terra. Ti eri rialzato e continuavi la tua incessante corsa. Lui si avvicinava sempre di più a ogni passo e falcata. Come una calamita ti seguirà ovunque, non gli sfuggirai. Capitato nel posto sbagliato al momento sbaglio o forse eri tu la sua preda prelibata? Chi poteva dirlo, stavi correndo per ore e lui non si stancava e nemmeno tu. Con il suo sguardo puntato addosso, sulla tua vita e l’attenzione vigile. 
Il vento ti accarezza i capelli e il tuo sudore percorrerti la schiena, brividi. Brividi dappertutto e volevi cessasse tutto. Volevi gridare, ma il respiro spezzava la tua voce. Una corsa contro il tempo, ma prima o poi ti avrebbe preso. Ne approfittava il fatto della tua stanchezza e saresti solo stata una preda facile, lui non voleva questo. Voleva spingerti oltre, oltre le tue forze farti rinnegare il tuo passato oscuro e misterioso. Quella era solo frutto della tua immaginazione?
Il respiro frenetico e di fronte a te il vuoto, un vuoto che si stava riempiendo di terrore e angoscia. Il suono della tua disperazione lo raggiungeva e lo eccitava allo stesso tempo, pregustando la tua lenta e dolorosa morte. Tutto questo poteva mai finire? Nulla accadeva per caso, eri la sua preda.
Un incubo senza fine e senza inizio, cominciato da quella notte. Tra oscurità e tenebre, come un deja-vu, intrappolato in quella sensazione. La tua mente elaborava tutto questo come un gioco crudele, l’immaginazione si faceva strada accompagnata dai tuoi brividi. Ti eri chiuso in te stesso, per quelle sensazioni che ti penetravano nel cuore. A volte pensavi di morire e poi ti svegliavi ancora vivo, in un posto diverso senza ricordare cosa sia successo esattamente.
Quella sera era come le stesse, il tuo incubo ti perseguiva e finiva sempre allo stesso modo come un disco messo in ripetizione.
Il freddo ti penetrava nelle ossa assieme all’odore della morte. Niente e nessuno ti avrebbe salvato, eri preda dei tuoi incubi. Una preda facile e semplice da uccidere.
Eri caduto sul terreno ghiacciato e umido dell’erba verde resa scura dalla notte. Lui si avvicina a te, non lo vedi in faccia. Alzò un’ascia in alto, con un sorriso che t’incuteva paura. Urlavi. Iniziavi a tremare e chiudendo gli occhi ti lasciai alla tua morte, ma non fu così. Questa volta era diversa dalle altre, volevi reagire. 
L’arma ancora sospesa in aria e i tuoi occhi puntati sul quel luccichio, che emanava sulla punta. Dovevi svegliarti e aprire gli occhi, potevi combatterlo. Le paure andavano affrontate. Dovevi avere coraggio. 
Lui non esitò un istante e mirò dritto al tuo cranio, lo colpì e si aprì in due, con il sangue che schizzava ovunque e la lama ti aveva trapassato il cervello, senza lasciarti il tempo di respirare o riflettere. 
Rimase a guardarti per vari istanti, soddisfatto del suo lavoro, estrasse l’ascia macchiata del tuo sangue che gocciolava sul tuo petto. 
Avevi finito i tuoi giorni, in quell’incubo senza ritorno.












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Salve a tutti! 
Vi ringrazio di aver letto la mia fic.
Questo piccola one-shot è basata su un'immagine che da piccola vedevo nel buio: un tizio con l'ascia in attesa di aprirmi in due il cranio. Ho voluto scegliere un soggetto diverso. Un ragazzo a cui questo incubo si ripete all'infinito e descrivere bene le sue sensazioni. 
La canzone correlata è "Immigrant Song" dei Led Zeppelin, che mi ha dato l'ispirazione.


Debbie_93
   
 
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