Le litigate con Arthur erano le solite.
Uno schiavista, ecco cos’era. Un maledetto schiavista.
Era per questo che aveva lottato per la sua indipendenza secoli prima, ed ora lui era riapparso lì.
Ottimo lavoro, Emily!
Esatto: sua sorella e l’Inglese si erano innamorati, ed ora per quel periodo erano costretti a condividere quella casa.
Dopo l’ennesima più che animata discussione, Alfred aveva finalmente deciso di uscire a sfogarsi un po’ da solo.
Voleva soltanto divertirsi e prendersi una bella sbornia.
Come ogni sera, da quando Arthur era venuto a vivere con loro.
Ad Emily non importava.
Era come se non avesse più un fratello.
Uscì di casa e si incamminò verso la fermata dell'autobus.
Freddo, troppo per essere estate.
"Stanotte pioverà" pensò.
Amava la pioggia, gli dava un senso di protezione, non si spiegava perché tutti la odiassero tanto.
Ecco l'autobus.
Salì con le altre venti persone che si trovavano alla fermata.
L'autobus era totalmente pieno, tantoché fu costretto a restare in piedi.
Sentì vibrare il cellulare in tasca, un messaggio.
Si aspettò fosse sua sorella, ma notò che il numero non era registrato nella rubrica, il messaggio diceva:
- Come back home now, Alfred.
Arthur. -
Arthur!? Cosa stava succedendo? Non era mai stato così "affettuoso”
Non badò al messaggio.
Un minuto dopo ne arrivò un altro:
- Come back home now, Alfred.
Arthur. -
Non capiva, ma forse era qualcosa di urgente. Così aspettò che l'autobus finisse di fare il giro e tornò a casa a piedi.
La porta era spalancata..
Entrò, attento a non fare troppo rumore.
Non c'era nessuno.
Perché?
Dov'erano Emily e Arthur!?
Sentì un cattivo odore provenire dalla sua camera.
Non capiva, di nuovo.
Attraversò la cucina e il salotto a passo cauto, per poi iniziare a salire le scale.
Primo scalino.
Secondo.
Terzo.
Quarto.
Quinto.
Sesto.
Settimo.
Ottavo.
Nono.
Decimo.
Arthur ed Emily giacevano a terra morti in una pozza di sangue.
Here you are, Alfred.