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Autore: dream23    02/11/2012    2 recensioni
Sappiamo tutti cosa sono il dolore e la disperazione.
Entrambe ci trasmettono tristezza e pena nell'animo.
Ma solo una cosa ci rende felici.
L'amore di qualcuno.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era una fredda e gelida notte d’inverno a Vera Croce e un ragazzo dai capelli blu camminava in silenzio lungo le deserte strade della città.
Era triste e il suo sguardo era perso nel vuoto.
In cuor suo, Rin, sentiva una forte disperazione e un forte dolore di cui non riusciva a liberarsene.
A staccarsi.
Si sentiva isolato da tutto il mondo.
Mentre camminava, ad un tratto, la sua attenzione venne conquistata da una coppietta che vide dall’altra parte della strada e si accorse che si stavano abbracciando amorevolmente. Si baciarono e il ragazzo riuscì a percepire da quella distanza un calore che lui non riuscirà mai a provare.
Gli si spezzò il cuore.
Si sentiva così triste che gli veniva da piangere.
Ma semplicemente non poteva.
Non era da lui.
Improvvisamente iniziò a nevicare e il ragazzo, affranto, si mise le mani dentro le tasche del giacchetto e continuò ad andare avanti.
“…Non succederà mai…” si disse fra se e se con lo sguardo basso.
Fece un lungo e lento sospiro e ad un tratto, quando stava per girare l’angolo, si vide la vita passargli davanti agl’occhi.
Per miracolo sfiorò di qualche centimetro una ragazza dai capelli viola che correva a tutta furia.
Rin fece un sussulto e cercò di ricomporsi.
-Ma che diavolo…?!-.
Il ragazzo non riusciva a crederci.
Perché quella ragazza correva così di fretta nel cuore della notte?
Cos’era successo?
Il moro rimase confuso per qualche istante e poco dopo un uomo, che indossava un lungo mantello nero, gli diede una forte spallata, facendolo cadere a terra, e corse subito verso la ragazza.
Rin ghignò e sgranando gli occhi decise di inseguirlo.
-Maledetto!!-.
Gliela doveva far pagare.
Non soltanto perché lo aveva fatto cadere ma soprattutto perché quella ragazza poteva essere in pericolo.
Doveva fare qualcosa.
L’inseguimento durò vari minuti fino a quando la ragazza non si rifugiò in un vicolo cieco.
Quest’ultima cercava di appiccicarsi al muro con la speranza di allontanarsi dal suo aggressore.
Le sue gambe tremarono e l’uomo fece un sorriso da psicopatico.
Sembrava che gli piacesse vedere le ragazze in quelle condizioni.
La viola aveva un livido sulla guancia sinistra e su un labbro le colava lento il sangue.
-Questa volta non mi scapperai! – esclamò l’uomo facendo qualche passo in avanti.
Delle lacrime scivolarono sulle guance della ragazza.
Aveva paura.
Tremava.
 -T-ti prego…! Non farmi del male!- la viola cercò di appiccicarsi ancor di più alla parete ma all’improvviso quest’ultima diventò nera come il carbone e all’interno di essa comparirono delle mani che le intrappolarono le braccia.
La ragazza cacciò un urlo di terrore.
Cercava di dimenarsi ma ogni suo tentativo era invano.
Nel frattempo l’uomo era arrivato già davanti a lei ed estraendo un pugnale disse: - Vediamo dove posso mirare adesso…- l’assassino puntò l’arma contro la guancia sinistra della ragazza e da lì arrivò fino al collo.
Rise maleficamente.
Si divertiva a farla soffrire.
Una goccia di sudore scivolò sulla guancia della viola.
Chiuse gli occhi e aspettò la sua fine.
La sua morte.
Sentì la fredda lama premerli sul collo e una goccia di sangue le sporcò la maglietta bianca.
-è un vero peccato ucciderti ora ma… Che ci possiamo fare! Dimmi addio!- l’uomo premè ancora di più il pugnale ma ad un tratto si sentì bruciare da delle fiamme blu che si faceva sempre più grandi.
L’uomo scomparì magicamente davanti agli occhi della ragazza come la polvere e con esso scomparirono anche le mani del muro.
La viola cadde in ginocchio spaventata.
L’aveva scampata.
Sentì un forte peso al cuore.
Senza alzare lo sguardo fissò la bianca e fredda neve e con il suo sangue, che le colava dal mento, la tingeva di rosso scuro.
Cercò di asciugarsi e ad un tratto si accorse che qualcuno stava dinnanzi a lei.
In quel momento si sentì paralizzata.
Non voleva alzare lo sguardo.
Aveva troppa paura.
E se era un altro aggressore?
Cosa avrebbe fatto?
Chiuse gli occhi e ad un tratto sentì che un giacchetto pesante le riscaldava delicatamente la schiena e le spalle.
Alzò lo sguardo lentamente e, stupita, vide che un ragazzo dai bellissimi occhi azzurri le si avvicinò a qualche distanza e la aiutò ad alzarsi.
-Stai bene?- chiese Rin preoccupato mettendo un braccio della ragazza sulla sua spalla,ma sfortunatamente non ottenne nessuna risposta.
La viola si sentì mancare tutte le sue forze e cadde ma Rin riuscì in tempo ad afferrarla: - Oh, cacchio! – esclamò.
“E adesso??”.
il ragazzo si mise in ginocchio e osservò la sfortunata.
Le accarezzò una guancia e vide che anche se era ferita era bella.
Anzi bellissima.
Ne rimase affascinato.
Ma sapeva che con lei non avrebbe mai potuto avere nessuna chance.
Le chiuse per bene il suo giacchetto e delicatamente, senza svegliarla, la prese in braccio e si diresse al suo dormitorio sotto la candida neve d’inverno.
 
-…Adesso  ti proteggerò io…-.
  
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