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Autore: gaeshi    02/11/2012    0 recensioni
Tokyo, sera inoltrata; un qualunque vicolo con cassonetti e immondizia sparsa.
“Facciamo una scommessa?”
La bambina comparsa davanti a lui sembrava uscita da un film horror; apparsa dal nulla, capelli lunghi, scarmigliati e decisamente sporchi, vestiti macchiati e dai bordi a tratti lacerati. Qualunque studente avrebbe provato un minimo di timore, inquietudine, o alla peggio fastidio. Yoichi Hiruma, invece, esibì il ghigno che già a quindici anni lo caratterizzava e si fermò.
“Sentiamo”
Il quarterback dei Deimon non la racconta giusta alla sua squadra; ha una sorella, diabolica quasi quanto lui, ma nessuno sa quale sia il legame che li unisce... Forse nemmeno loro. Dal reciproco sfruttamento all'amore il passo non sembra breve... La strada per il Christmas Bowl sarà abbastanza lunga da aiutarli, o porterà solo imprevisti e problemi?
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Deimon Devil Bats, Nuovo personaggio, Youichi Hiruma
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Incest
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“Vecchio di merda! Vieni qua, mi servi per un esperimento!”
Musashi sospirò all’ennesima richiesta assurda del suo capitano, e calciata l’ultima palla oltre la linea di meta fece quello che gli veniva chiesto. Notò che Hiruma non era solo, di fianco a lui stazionava una bionda magrissima che aveva una strana luce negli occhi… Una luce familiare.
-Demoniaca…- pensò il kicker, poi il quarterback cominciò a parlare.
“Lei è Yoni, la mia sorella di merda. Ora mostrale il ginocchio che sei riuscito a fracassarti facendo il muratore come un povero sfigato!”
Il ragazzo sollevò appena un sopracciglio, chiedendo “Da quando hai una sorella?” con aria perplessa, ma poi si sedette e si arrotolò il pantalone fino alla coscia. Osservò la ragazza esaminare con sguardo serio il suo ginocchio, piuttosto gonfio e di un colorito bluastro.
“Forza nee-shit, sistemalo e avrai quel che abbiamo pattuito” ordinò alla sorella, che lo ignorò rivolgendosi al suo “paziente”.
“Sì, si può fare. Ti farà un po’ male all’inizio, stringi i denti e non fare il bambino”
Senza aspettare un commento di risposta, premette i pollici sopra la rotula e cominciò a muoverli verso i lati esterni. Musashi strabuzzò gli occhi soffocando un gemito di dolore, ma poi si rese conto che il gonfiore andava diminuendo.
“Funziona… Ma come fai?”
“Faccio drenare il sangue nei vasi sani, così non si accumula e non fa gonfiare il ginocchio. Poi sollecito i legamenti di actina a scorrere, così il muscolo si decontrae. Poi…”
“Sì, vabbè, non importa” chiuse in fretta, avendo già sentito fin troppe parole astruse “Hiruma, cos’hai in mente stavolta? Non credo fossi preoccupato per me…”
“No, infatti. Ma mi servivi sano per continuare ad allenarti, e le ho promesso che se si rivelava utile la facevo iscrivere al Deimon. Un massaggiatore farà sempre comodo ai Devil Bats!”
Yoni si alzò strofinandosi le mani sui jeans, parte degli acquisti di quella mattina, poi lanciò un’occhiata significativa al fratello. Musashi non poté fare a meno di pensare che quei due, per certi versi, si somigliavano parecchio: stessi zigomi alti, stessa sfumatura di biondo nei capelli (anche se il ragazzo se la procurava artificialmente), e soprattutto stesso ghigno malevolo... Anche se quello di Hiruma era decisamente più inquietante. Se davvero erano fratelli, Yoni doveva aver preso dalla madre; aveva visto il padre una volta, e non notava similitudini fra di loro.
“Non pensare che sia finita qui, nee-shit. La tua prova si estende al resto della squadra!”
Il ragazzo si avvicinò al campo da football, e lanciò un urlo in direzione di un tizio incredibilmente grasso che stava torturando delle macchine da allenamento spingendole fino a farle cigolare pericolosamente.
“Ciccione di merda, vieni qui!”
Kurita obbedì passandosi una mano sulla fronte per asciugarsi il sudore; quando arrivò vicino agli altri tre, Yoichi gli fece lo sgambetto facendolo finire lungo disteso per terra.
“Hi-Hiruma? Che succede?”
“Stai fermo lì. Hai detto che ti faceva male la schiena, vero?”
“Ehm... Sì...”
“Ottimo. Lei è mia sorella Yoni, e se riesce a trovarti i muscoli in mezzo a tutto quel grasso si potrà iscrivere al Deimon!” ghignò, rivolto alla ragazza.
“Da quando hai una sorella?” chiese il lineman, stupito, ma Hiruma lo ignorò bellamente.
“Su, procedi nee-shit.”
Yoni guardò con espressione impassibile l’enorme schiena di Kurita, avvicinandosi e mettendosi in ginocchio di fianco a lui.
-Cazzo, e qui come trovo i punti giusti?-
Tastò quella montagna di carne, poi decise di mettersi in piedi a gambe larghe di fianco a lui, dato che sopra non ci riusciva; prese fiato, scrocchiandosi le nocche, e gli assestò un discreto pugno sulla scapola destra.
“Ti ha fatto male?” chiese con tono professionale
“Umh... No”
“Ottimo, allora continuo”
Per le schiene normali usava le dita, e applicava una forza proporzionata al muscolo che aveva di fronte; ma Kurita possedeva uno strato di grasso che le rendeva difficile il lavoro, quindi la pressione doveva essere più alta se voleva raggiungere i punti di contrazione. Per questo motivo continuò a colpire con forza la schiena gigantesca del lineman per un altro minuto abbondante; poi finalmente si rimise dritta, asciugandosi la fronte e chiedendo come stesse.
“Uh... Uao! Non mi fa più male!” esclamò Kurita stupefatto rialzandosi in piedi goffamente.
“Hihihihi! Molto bene, sorella di merda. Andiamo dal preside...”
 
“Non mi avevi detto che tenevi anche il preside nella tua agendina dei ricatti” commentò tranquillamente Yoni mentre camminavano lungo il corridoio, scansati da tutti quelli che riconoscevano il demoniaco quarterback.
“Perché avrei dovuto? Se ti dicevo che quell’incompetente di merda ti avrebbe fatta entrare comunque, non mi sistemavi gratis la squadra”
“Perché, avevi pure intenzione di pagarmi?” chiese, sinceramente stupita, fermandosi e guardandolo negli occhi. Yoichi ricambiò l’occhiata vedendo che la sorella aveva recuperato immediatamente l’aria impassibile che cercava di costruirsi addosso.
Sogghignò.
“Naah, era solo una farsa. Oggi devi andare a comprarti l’uniforme, vengo con te così faccio un paio di acquisti per i Devil Bats...”
Qualche ora dopo lasciavano il proprio indirizzo al garzone del negozio, che aveva assicurato la consegna in giornata soprattutto dopo aver riconosciuto l’agenda di Hiruma, e si dirigevano verso casa. Non era l’hotel di due sere prima, bensì una villetta a schiera dall’aria modesta ma decorosa.
“Uno dei tuoi ‘qui e là’?”
“Precisamente. Per questa settimana staremo qui” disse appoggiando la borsa in salotto e dirigendosi al piano superiore “Io mi faccio una doccia, tu prepara qualcosa per la cena. Quello che ti pare, il frigo è pieno, arrangiati in qualche modo”
Yoni cercò di protestare, ma il rumore di una porta sbattuta dichiarò il suo destino compiuto. Svogliatamente, si diresse quindi in cucina e cominciò a tirare fuori cose a caso dalla dispensa. Elaborandole insieme mentalmente, venivano fuori intrugli apparentemente gradevoli... Provò quindi a metterli in pratica, evitando gli abbinamenti di livello elementare come pesce+latte, anche se singolarmente erano buoni...
Quando Yoichi scese, la tavola era apparecchiata e nei piatti giacevano degli spiedini di gamberi e peperoni dal profumo invitante.
“Ah, ma allora sai cucinare veramente!” esclamò ghignando, sedendosi mentre Yoni faceva lo stesso.
“Ho imparato qualcosa guardando mia madre, ma niente di che. Vado più che altro a logica, le fibre nei peperoni fanno bene e le proteine del pesce aiutano il sistema nervoso...” si schermì lei, e cominciò a mangiare. In effetti, quei cosi non erano male.
“Nella squadra siete solo in tre?”
“Con te, quattro. Ma l’abbiamo aperta pochi mesi fa, presto arriveranno le iscrizioni”
“E come mai ti piace così tanto il football?”
“Beh, perché è divertente. Un sacco. Lo vedrai coi tuoi occhi, scettica di merda” tagliò corto, ripulendo l’ultimo spiedino del suo contenuto e alzandosi in piedi, sparecchiando non appena anche Yoni ebbe finito di cenare. La ragazza si stupì del gesto educato, ma poi pensò che lei, in fondo, aveva cucinato; quindi era giusto così.
Dormirono insieme, quella notte e quelle che seguirono; era un tacito accordo che non sfociò mai in nulla oltre alla consapevolezza di non essere soli. Non più.
 
Meno di un anno dopo Musashi lasciò la squadra; il sogno del Christmas Bowl sfumò per i restanti Devil Bats, che non poterono fare altro che lasciar andare il loro kicker, sperando che il padre di quest’ultimo guarisse in fretta. Kurita la prese malissimo, e si rifugiò piangendo nel cibo ricavandone un’indigestione colossale, cosa stupefacente per uno come lui.
Hiruma prese a calci una panchina e non disse niente. Non disse niente per tutta la giornata, e Yoni sapeva che non era una cosa positiva.
A casa aspettò che si sdraiasse sul letto per dormire, poi fulmineamente gli saltò addosso.
“Che cazzo fai, idiota di merda?” la apostrofò aggressivamente trovandosela sullo stomaco e cercando di ribaltarla.
“Girati”
“Eh?”
“Girati o ti giro io a forza”
Borbottando imprecazioni Yoichi si voltò, volgendole la schiena che, come sempre quando andava a letto, era nuda. Yoni gli appoggiò le mani sulle spalle, e il fratello la bloccò scontrosamente.
“Sto benissimo, non ho voglia delle tue punzecchiature”
“Chiudi quella fogna e rilassati, che ne hai un fottuto bisogno” lo zittì lei, e cominciò a massaggiarlo. Non erano i soliti movimenti “chirurgici”, per sciogliere punti precisi, bensì una serie di carezze e tocchi per donare sollievo e semplice piacere. Un massaggio tradizionale insomma, non gliene aveva mai fatti nonostante conoscesse praticamente a memoria i muscoli di quel ragazzo per averli risanati infinite volte dopo allenamenti esasperanti.
“Musashi tornerà” mormorò con dolcezza, mentre sentiva che Yoichi finalmente si rilassava un po’.
“Lo so” borbottò lui con la testa nel cuscino e la voce stanca, ormai caduta la maschera che indossava con tutti “Però intanto abbiamo perso, cazzo...”
“Vincerete l’anno prossimo”
“Dobbiamo farlo per forza.  È l’ultimo anno...”
Era parecchio sconfortato, anche se come sempre riusciva a nasconderlo in parte. Yoni smise di massaggiarlo e si sdraiò di fianco a lui, abbracciandolo da dietro. Stranamente, la lasciò fare.
“Basterà mettere insieme una squadra degna di questo nome. E ce la faremo, vedrai!”
Lo sentì sospirare; impercettibilmente, ma sospirare.
“Speriamo...”
Non l’aveva mai visto così abbattuto, quasi le faceva tenerezza.
-Bah... Questo demonio ridotto in questo stato? Doveva tenerci proprio tanto... Ma forse è anche per il ciccione...- rifletté, sciogliendo l’abbraccio. Gli posò un bacio sulla nuca poi si girò dall’altra parte, verso l’esterno.
“Buonanotte Nii-dick”
Non vide lo sguardo stranito che le aveva lanciato il fratello, poco prima di rispondere, a bassa voce:
“Buonanotte, Yoni"
  
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