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Autore: giaso19    02/11/2012    9 recensioni
Una sera, dopo il rituale più importante, mettere a letto Harrison, Dexter decide di scrivere una lettera a Debra, una lettera in cui le confessa ciò che non le hai mai detto: la verità, tutta la verità su se stesso.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo appena finito di fare ciò che mi riusciva meglio. No, non uccidere, fare il papà. 
Harrison dormiva tranquillo e beato nel suo lettino, come al solito aveva voluto gli narrassi la storia del mostro, di quel mostro che il suo papà aveva miracolosamente annientato, facendolo sparire nella scatola, la "scatola di papà". 
Ed ora eccomi qua, seduto sul divano a fissare il muro, chiedendomi se e quando capirà che cos'è la scatola e cosa farei se sapesse, se capisse chi è realmente il suo eroe.
Così, prima che possa razionalizzarlo, prendo carta e penna e comincio a buttare giù le mie riflessioni più profonde sul foglio. 
Lascio che siano le parole a guidarmi. 
Mi accorgo, dopo un po', che ciò che scrivo ha un destinatario, mia sorella Debra.
 
 
Non mi sono mai posto il problema di comprendere i sentimenti umani, semplicemente io ne sono privo, non mi ha mai toccato la cosa, eppure ho sempre immaginato che se potessi provare affetto, del bene, per qualcuno, sarebbe per te, Deb.
So che tu riponi in me una fiducia totale e, a mio avviso, assolutamente inspiegabile, così come so che molti sono gli interrogativi che ti poni su me, sul nostro passato e su papà. 
Ho deciso che continuare a tenerti allo scuro della verità equivalga a insultare la tua intelligenza, la tua persona e la meravigliosa donna in carriera che sei diventata.
Forse, leggendo queste righe ti chiederai, perché ora, proprio in questo momento? 
La verità, Deb, è che io ho sempre pensato di essere un pessimo fratello, un pessimo compagno, un pessimo essere umano, eppure Padre Sam ha visto una luce in me, un'ancora al quale appigliarmi quando la mia profonda oscurità mi sommerge, e io ho capito, ho capito che quella luce, la mia vena di umanità, siete voi, tu e mio figlio.
Tu mi sei sempre stata affianco, hai avuto costantemente davanti agli occhi le prove di ciò che sono ma hai sempre scelto di starmi vicino, di accettarmi e volermi bene e ora lo posso finalmente ammettere: sei tu che mi hai salvato Deb, non papà e le sue regole, tu!
So che ora starai pensando che io sia impazzito e ti sembrerà di non capire le mie parole, eppure tu lo sai, sai cosa sono, lo hai sempre saputo.
Pensavo di essere finito: quando hai risolto la trama del mio passato e capito che il killer del camion-frigo era mio fratello, speravo ti fosse chiaro con quale mostro sei cresciuta, quale essere oscuro chiami fratello, eppure tu mi abbracciasti e mi dicesti che ero diverso, provasti compassione per me, dispiacere. 
Deb, io non sono diverso da Brian, io sono il macellaio di Bay Arbour!
Sono un serial killer, un depravato, sociopatico e papà lo sapeva; tutto quel tempo che passavamo io e lui, da soli, serviva a gestire i miei istinti, a dominare il mio impulso.
Harry mi ha insegnato un codice, un regolamento da rispettare, un modo per incanalare il mio Oscuro Passeggero ed io ho passato la vita a rispettarlo.
Miguel aveva scoperto questa parte di me, aveva provato ad imitarmi, era come un bambino esaltato da un giocattolo nuovo, qualcosa che non sapeva e non poteva controllare e così si è ferito, come Lyla prima di lui. 
Il Macellaio è un soprannome che mi ha sempre infastidito, i nominativi che mi venivano attribuiti...giustiziere, per dirne uno; come può essere giusto uccidere? 
E' vero, ho tolto di mezzo criminali e persone orribili, eppure tutto ciò ha macchiato anche me. Padre Sam dice che Dio perdona e comprende, ma perdonerebbe un assassino che non prova nulla se non l'impulso di uccidere ancora e ancora? 
Sono stato io, Deb, io ho ucciso Brian, Trinity, Little Chino e tutti gli altri.
Il codice di papà mi permette di scendere a patti con il mio Osservatore, riesco a controllarlo e a gestirlo, in qualche modo domino il mio istinto. Non uccido per il gusto di farlo, mi assicuro che sul mio tavolo finisca solo qualcuno che sia sporco e depravato quanto me.
Mi sento in colpa sai, se non avessi pensato che Arthur Mitchell avesse potuto insegnarmi come far convivere, nella stessa persona, un uomo e un serial killer, forse Rita sarebbe viva e Harrison avrebbe ancora qualcuno da chiamare mamma.
Non voglio essere solo un mostro, vorrei che mio figlio, Astor e Codi crescessero con un punto di riferimento positivo, voglio che abbiano tutto ciò che Harry non ha dato a noi e la sicurezza di avere accanto qualcuno che li ami incondizionatamente. Ed è sapere che ci sei tu a vegliere sempre su loro, qualunque cosa dovesse succedermi, a farmi dormire la notte.
Non sono solo il mostro che vuole Harry, il bambino con un istinto oscuro da incanalare. Non sono né un uomo né una bestia. Sono qualcosa di completamente nuovo, e seguo le mie regole. Sono Dexter... 
 
La sto rileggendo per l'ennesima volta, mi scappa un sorriso. Sto pensando a Debra e alle imprecazioni poco fini che direbbe se fossero i suoi occhi a scorrere queste righe. 
Eppure non c'è nulla di divertente in ciò che sono.
Forse un giorno consegnerò questa lettera a mia sorella, o forse la troverà quando io non ci sarò più. Comunque adesso non ho tempo di pensarci.
Ripiego il foglio e lo infilo in una busta che sigillo e appoggio nel mio rifugio segreto, sotto la scatola dei vetrini.
Non ho tempo per essere un umano ora, l'Oscuro Passeggero freme eccitato e ancora una volta devo lasciare il palco a lui. 
Stanotte è la notte giusta!
   
 
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