Fanfic su artisti musicali > Amy Winehouse
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Autore: WildTeenSpirit_    02/11/2012    3 recensioni
[Amy Winehouse]
Anna ha solo 14 anni. Bè, solo, li deve ancora compiere, il mese prossimo.
Ma non è come gli altri quattordicenni, ha trovato un'amica particolare. Quest' amica le parla attraverso le canzoni e l'accompagna in tutta la sua vita, anche se la segue dall'alto.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo 1

Era il tramonto. Era il tramonto di un altro giorno, passato tra il mare e la musica. Le sfumature arancioni all'orizzonte impensierivano Anna, che trovava finalmente un attimo di pace. 

E poi, è chiaro, trovava la pace anche ascoltando musica. Proprio in quel momento aveva l'iPod alle orecchie, perchè non era un vero tramonto senza un vero sottofondo. Ogni canzone rappresentava qualcosa per lei, in genere tutte si basavano sulla sua rinascita. La rinascita di quella ragazza un po' insicura e molto ribelle, che andava in giro con i capelli tagliati corti, una bandana rossa al posto di quei cerchietti inutili che andavano tanto di moda tra le ragazzine della sue età. Se la incontravi per strada l'occhio non sapeva dove saltare: sugli strambi capelli o sui jeans a vita alta slavati e strappati? Sulle camicie con quei lunghi colletti o sugli anfibi neri come le ombre? Su quegli occhi d'un azzurro simile al cielo, contornati da delle folte ciglia a stecchino, perplessi e sgranati sul mondo, o sulla bocca senza forma sempre tinta di rosso? Già la piccola Anna aveva solo 14 anni, ma già camminava fiera e a testa alta per le strade vestita così; per sua madre, ormai, lo stile della figlia, così contrastante in sè, era una battaglia persa. Allora Anna aveva promesso di impegnarsi a scuola, e così era stato: non aveva più un' insufficienza dai tempi della terza elementare, e molti la etichettavano come 'secchiona', forse anche per via di quei massicci occhiali neri che portava. Ma Anna non si scoraggiava, sguardo interrogativo, rispondeva "Io troverò lavoro per i miei sforzi, e quando sarò al massimo magari ti rivedrò sul bordo di una strada.". Era particolare, o la odiavi o la amavi. Ma un giorno, era sicura, sarebbe riuscita ad arrivare a quel 'massimo' di cui sempre parlava. Non sapeva come, non sapeva perchè. Se lo sentiva semplicemente scritto dentro, come una forza più grande di lei. Ed eccola lì, Anna, su uno scoglio con le cuffie nelle orecchie, a lanciare sassi nel mare. Si sedeva sul medesimo scoglio tutti gli anni, con qualsiasi tempo: non le interessava, in quel luogo nessuno aveva il potere di giudicarla, e lì lei non si sentiva la forza di rispondere. 


"Arancione scuro tendente al rosso, arancione, giallo ocra, giallo, giallino, sole" ripassava le sfumature del suo duecentotrentasettesimo tramonto. Era completamente assorta nei suoi pensieri, anzi, era trasportata in un mondo parallelo, ed Amy, quella voce piena di sfumature che ce l'accompagnava era come se parlasse con lei. "The sky above a blaze that only lovely lovers can see" diceva. Anna non capiva. Era stata veramente innamorata una volta, ma lui non ricambiava. Si sa, i ragazzi si innamorano di quelle facili, e lei non lo era. Lei era la sua migliore amica, aveva represso i suoi sentimenti in tutti i modi, ma quando scoppiarono lui smise di chiamarla, di guardarla, di rivolgersi a lei in caso di aiuto, e lei fece lo stesso. Ormai se si incrociavano alla ricreazione si mandavano solo sguardi sprezzanti: lui la squadrava dall'alto al basso, facendo una smorfia di disgusto; lei contorceva il suo viso angelico in una smorfia rabbiosa, gli occhi pieni di risentimento. E il cuore piangeva. E mentre pensava a tutte quelle cose, il telefono cominciò a vibrare. Erano le sei, doveva tornare a casa. Si alzò dallo scoglio, sorrise al mare, rivolse gli occhi verso il tramonto e risalì la scogliera; camminò per un po', ascoltando Amy che le diceva d'esser tornata in lutto, mentre lei, Anna Cooper, rivolgeva sguardi curiosi e perplessi ovunque. 
Poco dopo arrivò a casa. La sua, l'unica nel quartiere senza un giardino, nemmeno un appezzamento di terreno, nemmeno qualche filo d'erba. Solo asfalto. Cercò le chiavi, fino a trovarle attorcigliate intorno ai fili delle cuffie. Aprì la porta ed entro nella sua vecchia casa, che l'aveva vista crescere e diventare quel che era diventata. Salutò distrattamente il fratello e la madre, entrò nella sua camera chiudendo la porta, si distese sul letto e la sua mente si svuotò. Dalla parete il poster di Amy la fissava. Era libera. Aprì il suo diario segreto. Era pieno di sofferenze, racconti strazianti sulle sue disavventure con Max (si, ironicamente si chiamava così il ragazzo che le aveva spezzato il cuore trasformandosi dal suo migliore amico in uno dei tanti), lacrime seccate e parole tremanti, a causa delle sue mani. Anna non aveva ancora il coraggio di riaprirlo.


  
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