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Autore: Hyrim    03/11/2012    1 recensioni
Una raccolta di molte CreepyPasta conosciute, rielaborate una per una e ripopolate da i personaggi di Hetalia. Fossi in voi non le leggerei da soli... o al buio.
Attenzione: qualunque suono percepiate restate calmi, non urlate ma soprattutto NON guardate... dietro di voi!
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Ore 22:40, rientro dalla gita ai musei con Italia, tutto in ordine. La cena era buona, la compagnia... Allegra, come al suo solito.
Posai lo zaino al suo posto, accanto al mio letto come al solito.
Ero stanco, incredibilmente stanco dopo una giornata simile.
Italia non sembrava dello stesso avviso.
Continuava a chiedermi se mi fossi divertito e cose simili.
Ovviamente sì, era stata una gita istruttiva.
Diedi un'ultima occhiata alle foto scattate, poi mi preparai per andare a dormire.
Mentre lo facevo mi parve di percepire strani rumori, come se qualcosa stesse raschiando contro la porta della stanza. 
Non ci feci troppo caso, ma restai in guardia.
Non potevo spaventarmi così, da bravo Giapponese che si rispetti.
Sentii uno strano rumore, come l'ansimare di un lupo mentre corre, ma era più raccapricciante e forte... sempre più forte.
Poi sentii bussare alla porta, e qualcosa entrò.
O meglio, qualcuno.
Istintivamente avevo già sguainato la katana, ma il viso contro il quale la stavo puntando era quello del terrorizzato Italia che era passato soltanto per chiedermi se poteva dare un'occhiata alle foto che avevo scattato quel giorno.
Misi giù l'arma, innanzitutto scusandomi per la reazione improvvisa.
Acconsentii a prestargli la mia macchina fotografica, ma gli raccomandai di starci molto attento.
Lui annuì, e si andò a sedere sul piccolo divano per stare più comodo. 
Non avevo motivo per cui preoccuparmi. Sapevo che Italia era un ragazzo allegro e si divertiva con poco.
Andai al bagno per cambiarmi e mettermi il pigiama.
Ero lì davanti allo specchio quando... di nuovo quel raccapricciante suono e quell'ansimare.
La luce andò via per un secondo, poi ritornò immediatamente.
Mi parve di scorgere un'ombra nel buio.
...
Doveva essere la stanchezza, nulla di che. 
Italia non si era spaventato, ragion per cui doveva essere stata soltanto una disfunzione della lampadina del bagno.
Mi sciacquai il viso, presi a tentoni un asciugamano ci tuffai dentro la testa per asciugarmi e non gocciare a terra.
Nel momento stesso in cui rispostai lo sguardo sullo specchio lo vidi.
Fu un secondo.
Un raccapricciante occhio rotondo e sporgente mi fissava da dietro la porta socchiusa. Lo avevo visto dal riflesso.
Mantenni il sangue freddo e corsi fuori, quel tanto che bastava per osservare la porta della camera che si chiudeva.
Non avvisai Italia. Non avevo intenzione di spaventarlo.
Lo lasciai a tenersi occupato con le fotografie ed uscii lanciandomi all'inseguimento di chissà quale creatura, la katana stretta in mano.
Ero sicuro di averlo messo in trappola infondo al corridoio dell'albergo, ma quando arrivai... nulla.
Uscii anche all'esterno, ma ancora niente.
Cercato ovunque e a lungo, era passata una mezz'ora.
Italia aveva sempre avuto paura di restare solo, figuriamoci in un ambiente che non conosceva...
Tornai in camera, lo chiamai.
Nessuna risposta.
Lo chiamai di nuovo, ma fu di nuovo il silenzio.
Stavo cominciando a preoccuparmi.
Andai a controllare a passo svelto il divano su cui l'avevo lasciato... e tirai un sospiro di sollievo.
Italia si era beatamente addormentato, la mia macchinetta stretta in mano.
La recuperai, coprì Italia con una coperta e mi misi seduto sul letto a controllarne la memoria.
Tutto a posto.
Notai che erano state aggiunte altre foto a quelle scattate durante la gita.
Evidentemente l'Italiano si era dilettato nella fotografia.
Tutte foto che si era scattato da solo, più o meno bene...
Ma quattro di queste mi inquietarono non poco.
Raffiguravano sempre Italia, ma già addormentato.
Un inquietante ghigno deforme era per metà visibile da un lato.




  
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