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Autore: nabi    03/11/2012    0 recensioni
Mi Rah si trova a cambiare scuola in un momento particolare della sua vita. Incontra nuove persone, fa nuove esperienze.. ma riuscirà ad aprirsi al mondo che la circonda? Da qui il titolo...
Una storia leggera senza troppe pretese, spero di divertire e di divertirmi nello scrivere!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Mi Rah aveva le spalle contro il muro, una mano le tappava la bocca e il ragazzo le era praticamente sopra. Aveva il cuore in gola e non riusciva a muoversi per quanto fosse terrorizzata. Piano piano il ragazzo avvicinava il suo viso a quello di lei. Le loro labbra si stavano quasi per incontrare quando improvvisamente cambiò direzione e appoggiò le labbra sull'orecchio di lei.
-Non voglio farti del male, mi serve solo il tuo aiuto. Mi stanno seguendo e se non mi troveranno se ne andranno. Se restiamo un attimo così, ci scambieranno per una coppia e cercheranno da qualche altra parte.- le sussurrò nell'orecchio provocandole un brivido di piacere. 
Il profumo di Mi Rah lo stava inebriando, non aveva mai provato qualcosa di simile prima, questa ragazza lo mandava fuori di testa anche se non la conosceva. Gli piaceva in ogni suo piccolo particolare e la voglia di assaporare le sue labbra era tanta. Ma riuscì a trattenersi.
Rimasero per 2 minuti in quella posizione. Jong Hyun sentiva il cuore di lei battere forte, e appena notò che le fans erano andate via, decise a malincuore di liberarla dalla sua stretta. Appena si allontanò Mi Rah riprese a respirare normalmente. Si mise una mano sul petto sperando che il suo cuore incominciasse a rallentare. Prese coscienza di quello che era accaduto e appena resesi conto che quel ragazzo era ancora di fronte e lei iniziò a colpirlo con pugni sempre più forti, per liberare quella frustazione che aveva accumulato. Il ragazzo le prese i polsi per farla calmare...
-Guardami, sono io, mi hai già visto- le disse lasciandole andare i polsi e togliendosi occhiali e cappello -Ora mi riconosci?- continuò Jong Hyun indicandosi con un dito.
-Tu?- lo indicò Mi Rah -non stavi suonando fino a pochi minuti fa?-
-Yes, ma mi ero stancato e ho deciso di fare una passeggiata ma anche se mi sono conciato così alcune fan mi hanno riconosciuto e hanno iniziato a seguirmi. Quando ti ho vista, ho pensato solo a questa soluzione. Scusami se ti ho spaventata.- e così dicendo si portò la mano destra dietro la nuca. 
-Spaventata dici? Stavo per morire!! Stavo per contare gli ultimi minuti che mi erano rimasti!!- disse urlando Mi Rah per poi iniziare a ridere per il nervosismo. 
-Perché non ti fa piacere incontrarmi di persona? non sei una mia fan?- chiese curioso il chitarrista. Voleva conoscere meglio quella ragazza che aveva di fronte, voleva farle più domande possibili!
-No- rispose sincera Mi Rah -oggi è la prima volta che ti vedevo, mi sono trasferita solo ieri. - gli spiegò.
-Davvero? ecco perché non ti ho vista fino ad ora. Cosa stud-- - ma la sua domanda venne interrotta dalla suoneria di un cellulare. 
Mi Rah frugò nella borsa e si accorse che era il suo cellulare. -Oh, è il mio- disse prendendolo in mano lesse il nome sul display e un sorriso comparve sul suo volto. 
-Mi dispiace, ma devo rispondere alla chiamata. Magari ci vediamo in giro. Ciao- si inchinò per salutarlo ed iniziò ad allontanarsi. 
Jong Hyun la seguiva a breve distanza e involontariamente o meglio volontariamente iniziò ad origliare la telefonata. 
-Oppa!- rispose al telefono Mi Rah
-Oppa?- fece eco dentro di lui Jong Hyun
-Ma certo che vengo stasera a cena da te, non aspettavo altro. Cosa mi cucinerai di buono? Lo sai che ho tanta voglia di assaggiare la tua cucina-
-Cena, mangiare?-
-Per le nove? Ma poi non troverò autobus per tornare al dormitorio! Ah, se posso dormire da te va bene allora. Okay ci vediamo stasera!- e chiuse la chiamata –e ora cosa mi metto?- iniziò a pensare Mi Rah ma appena si accorse che erano le 7 iniziò a correre verso il dormitorio lasciando dietro di sé un Jong Hyun pieno di domande.
-Aspetta, aspetta. Che cosa DORMIRE DA LUI?? – urlò appena la ragazza si era allontanata. Cominciò a farsi domande su domande ma  a nessuna riusciva a dare una risposta. E soprattutto perché quella ragazza gli faceva quell’effetto, anche se aveva avuto molte ragazze per nessuna il suo cuore era riuscito a battere così velocemente. Il buon senso gli diceva  di lasciar perdere altrimenti si sarebbe ritrovato in un mare di guai ma qualcos’altro in lui le diceva che doveva conoscerla e poi chissà questa stupida cotta gli sarebbe passata in un batter d’occhio. Dopo aver camminato avanti e indietro per  5 minuti decise che doveva conoscerla.
-Ho deciso – disse mettendo la mano destra chiusa a pugno sul palmo della mano sinistra. –stasera la seguirò e così scoprirò chi è!- e con un sorriso sulle labbra corse verso la porta del dormitorio.

 
Byeol era seduta al suo solito posto nella caffetteria dello zoo. Muoveva nervosamente le mani sul tavolo e muoveva la gamba sotto il tavolo senza mai fermarsi. Appena vide arrivare Seo Sa si alzò di scatto.
-Seo Sa sono qui- disse alzando una mano per chiamarla.
-Cosa è successo? – disse preoccupata –mi hai fatto venire di corsa- prese un bicchiere d’acqua e lo bevve velocemente per poi continuare a parlare –allora?- chiese ancora con aria interrogativa.
-L’ho lasciato. – Byeol non riusciva a guardare in faccia l’amica e aveva gli occhi fissi sul tavolo.
-Chi hai lasciato?-
-Woo Hyun!- urlò Byeol guardandola dritta negli occhi per poi cominciare a piangere.
-Di nuovo? – Seo Sa ormai si era rassegnata –ma perché li lasci se poi stai male. Prima Choi Dong Wook poi Simon e ora Woo Hyun. Ma si può sapere a cosa stai pensando?- la sgridò 
-Ma lo sai che non voglio attaccarmi a nessuno, voglio essere libera ma mi voglio anche divertire e con loro accanto posso fare una cosa ma no l’altra. – disse piangendo.
-Ma così ti scambieranno per una facile, tutti crederanno di avere carta libera con te.-
-Chiunque mette zizzania lo faccio fuori- disse smettendo di piangere.
-Comunque smettila di fare così. Non puoi illudere tutti i ragazzi per poi darli l’asso di picche- l’ammonì l’amica.
-Ma io rompo presto con loro proprio per non farli illudere, altrimenti ci rimangono male di più- disse Byeol cercando consenso nello sguardo di Seo Sa che ascoltando le sue parole si mise una mano sulla fronte e scosse la testa.
Sapeva che l’amica prima o poi si sarebbe pentita delle sue azioni. Ancora non aveva trovato l’uomo giusto d’ amare per questo si comportava così. Voleva essere libera, felice e spensierata . Voleva fare tutto quello che voleva senza costrizioni, e quel sentirsi legata a qualcuno la faceva sentire soffocare. Quello scambio continuo di messaggi  la faceva innervosire e appena uno dei suoi ragazzi voleva attaccarsi in modo “serio” in lei scattava un campanello d’allarme. E così ritornava sui suoi passi. Era fatta così le amiche speravano che con il tempo questo suo comportamento sarebbe passato, ma al contrario peggiorava relazione dopo relazione.
-Byeol smettila. Questa è l’ultima volta che lo fai! E ora offrimi un gelato, sarà la tua punizione per avermi fatto venire di corsa solo per farmi arrabbiare.- e così dicendo Seo Sa mise il muso.
-Va bene, prendi quello che vuoi. Un buon gelato mi risolleverà l’umore!- e asciugandosi le lacrime chiamò il cameriere per ordinare.
 
Intanto su un treno diretto a Seul…
 
-Ferma, ti ho detto di stare ferma. Ma io vorrei capire perché mi hai seguito.- Disse il ragazzo seduto sul comodo sedile del treno.
-Perché io DEVO venire – gli rispose la ragazza che era affianco a lui. Che continuava a farli il solletico sul braccio. 
-Speriamo che arriviamo a Seul il più presto possibile, così ti potrò abbandonare vicino ad un cassonetto.- 
-Oppa come sei scorbutico e poi arriviamo domani mattina a Seul quindi avremo tutta la notte per giocare!!- e sorridendo gli prese la mano e iniziò a saltellare seduta sul sedile.
 
Mezz’ora dopo
-Lo sapevo che si sarebbe addormentata subito. Ah che pace- il ragazzo guardò la ragazza che si era addormentata sul sedile. La frangia le ricopriva la fronte e le sue guance erano arrossite per il riscaldamento all’interno del vagone. Aveva la bocca aperta e ogni tanto si lamentava nel sonno come una piccola bambina che stava facendo un brutto sogno.
  
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