Storie originali > Giallo
Segui la storia  |       
Autore: theplatypus_    03/11/2012    1 recensioni
Jane Keaburly. Sono sola, davvero sola da quanto Steve non mi parla più. Ormai cammino i corridoi di Hogwarts lasciandomi alla spalle i miei passi che rimbombano nel silenzio. Era mio amico e l'unico che riuscisse a riempire il mio vuoto, che ora non è più un insignificante buchino dentro il petto, ma una vera e propria voragine. Non mi resta che passare i miei interi pomeriggi nella Sala Comune di Serpeverde china sui libri di aritmanzia, aspettando che quella porta si riapri e che ne esca fuori Steve, il vecchio Steve. Quello di cui mi fidavo ciecamente, quello che non mi avrebbe mai e poi mai lasciata sola a piangere la sera sul cuscino, ogni dannata notte della mia esistenza prima di andare a dormire.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                                                         Capitolo 3

                                                         I feel somebody


Lo guardai di sottecchi. Mi misi una ciocca ribelle dietro l’orecchio e feci finta di non aver sentito.
-Cosa?- cercai di mantenere il tono più naturale possibile.
-Oh avanti…- Mark aveva lo sguardo fisso su di me, cosa che mi fece imbarazzare ancora di più –Hai capito alla perfezione-.
Mi strinsi nelle braccia, cercando di trovare un argomento diverso. D’altronde era colpa mia se gli era venuta quella brillante idea; non avrebbe detto nulla se mi fossi stata zitta e tenuto per me quel dannato dubbio.
-Emh…stai scherzando, Figg?- chiesi, senza alzare lo sguardo da terra.
-Affatto-.
Tiè. Eccoti servita quello che ti meriti, Jade, per non riuscire a stare un momento senza pensare male di qualsiasi persona esistente su questo mondo.
-Ma insomma…io non capisco…- alzai lo sguardo e misi le braccia sui fianchi.
-Tu mi odi! Io ti odio! Siamo nati per odiarci a vicenda!-.
Avrei tanto voluto andarmene, lasciandolo lì a marcire con le sue idee strampalate.
-Non credi che ci siamo odiati abbastanza?-si avvicinò, e da quello che capii cercava di bloccarmi le braccia, così da avere mano libera.
Eh no, caro. Jade Keaburly non si lascia comandare da nessuno.
Feci un passo indietro e misi una mano nella tasca della divisa dove avevo la bacchetta.
Fece un altro passo avanti e mise il braccio in avanti.
In un attimo, cacciai la bacchetta e pronunciai chiaramente “Levicorpus”.
Mark si sollevò in aria a testa in giù, ma non si scompose.
-Sai in un certo senso me l’aspettavo-.
Esatto, Figg, dovresti stare sempre allerta quando parli con me. Avevo il braccio teso per mantenere il suo corpo e non appena disse “Mettimi giù, adesso” lo abbassai.
Quando il ragazzo si fu alzato, prese la bacchetta e la puntò contro di me.
-Stupeficium!-.
Caddi a terra e battei la testa contro il suolo duro. Bene, Jade. Hai avuto compassione ed eccoti servita la tua ricompensa. Questo è un errore da pivellina. Sei stata una sciocca.
Figg mi si scaraventò addosso e mi bloccò le braccia con le sue mani forti.
Perfetto. Non potevo muovermi, e avevo addosso quella viscida sanguisuga.
Girai di scatto la testa, per non far venire in mente la bella idea a Figg di baciarmi.
Si azzardasse solo e io non esiterei ad usare una delle maledizioni imperdonabili.
Certo, la cruciatus faceva soffrire, ma anche l’avada kedavra era interessante. Con l’Imperius non avrei combinato niente, in fondo.
-Come al solito ti ho messo al tappeto, Keaburly-.
Girai la testa per ribattere. Stavolta non c’era Steve e mi sarei data la libera gioia ad insultarlo come meglio sapevo fare.
Che errore; appena mi girai, Figg posò le sue labbra sulle mie. Sussultai e sbattei i pugni sul terreno.
Dannato Gazza. Gira sempre per i cortili e stavolta che avrei avuto bisogno di un richiamo, se ne stava a torturare qualcun altro nel castello.
Figg lasciò le mie braccia per posare le sue mani sul mio viso. Approfittai della situazione e puntai la bacchetta sulla sua gamba.
-Diffindo!-.
E si creò un taglio sul polpaccio del ragazzo. Figg si gettò di lato per il dolore ed io non persi tempo per correre via.
Quando fui abbastanza lontana, mi fermai e guardai indietro.
Il ragazzo era ancora disteso sul terreno mentre si teneva con le braccia la gamba dolorante.
Mi rigirai e ripresi a correre finchè non arrivai nei sotterranei per entrare nella Sala Comune.
Ero sola, probabilmente gli altri erano tutti a lezioni.
Fortunatamente mi ero persa solo un’ora di Storia della Magia, così mi andai a sedere su una poltrona con Scrocchio sulle mi gambe.
Istintivamente portai le mani sulle mie labbra. Quel dannato bastardo finalmente l’aveva pagata. Mi aspettavo, perlomeno, che se ne sarebbe stato in infermeria per una settimana. Me lo sarei tolto di mezzo per un po’ di tempo, non per molto, ma per qualche giorno.
Mentre accarezzavo il pelo del mio gatto e guardavo una lampada verdognola in alto, la porta si aprì.
Oh no. Oh no. Cosa diavolo aveva fatto di male per meritarmi tutti questi bei momenti stamattina?
Steve si dirigeva a passo veloce verso di me, mentre io cercavo di rendermi più piccola possibile.
Senza fermarsi si sedette sulla poltrona vicino la mia, piegato su sé stesso.
Lo guardavo di sottecchi e quando si girò verso di me, feci finta di essere interessata ad una mattonella grigiastra incastrata male nel muro.
-Scusami- disse rompendo il silenzio. Mi voltai di scatto. Aveva detto veramente quelle parole? E si riferiva a me, proprio a me ? Mi guardai intorno in cerca di qualcun altro nella Sala, ma poi mi resi conto che c’eravamo solo io e Steve.
Mi feci coraggio e gli rivolsi la parola per la prima volta, dopo due anni.
-Dici a me?- dissi in tono flebile indicandomi.
-Si…a te- Steve mi guardava negli occhi.
-Non vedo perché dovresti scusarti, in fondo non mi hai rivolto la parola da due anni…che vuoi che sia…- dissi alzandomi e facendo scendere Scrocchio dalle mie gambe.
-Scusami…-.
Mi girai di scatto verso di lui.
-Scusami?! Dopo che mi hai lasciata sola per tutto questo tempo, riesci a dirmi solo “scusami”? Va’ al diavolo Steve-. Mi alzai e feci per andarmene nel dormitorio delle ragazze.
Fui bloccata dal fare la mia uscita teatrale: Steve mi teneva per il braccio.
Quando mi girai, non riuscii più a trattenere le lacrime. Steve mi prese e mi tirò fra le sue braccia. Tutto quel tempo senza di lui mi aveva reso ancora più fragile.
-Scusami ancora, Jade- disse, mentre mi accarezzava i capelli.
Presi un respiro e cercai di smettere di piangere. I Serpeverdi sono forti, sono cattivi. Non piangono per questo genere di sciocchezze.
-Mi sei mancato, Steve-
-Anche tu-. Sfoggiai un sorriso, l’unico vero da molto tempo.




                                                                            Salve bella gente, si, finalmente l'ho pubblicato.
                                                                                          Scusatemi, ma tra gli impegni scolastici e cose varie non ho
                                                                                             avuto il tempo. Così ho approfittato dei giorni di ponte e tadà.
                                                                                                Pubblicherò il prossimo non appena avrò tempo, so fatevi sentire
                                                                                             con le recensioni uu.
                                                                                                     Alla prossima
                                                                                                           theplatypus_
                                      
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Giallo / Vai alla pagina dell'autore: theplatypus_