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Autore: _LilianRiddle_    03/11/2012    2 recensioni
- Prenditi cura di lei. Prendi in mano la sua vita, per piacere. Non farle compiere pazzie e fatti ascoltare. - disse Robyn prendendo tra le mani il viso di Desiree e parlando alla sua fronte. - E tu, - riprese rivolgendosi al suo petto, un po' spostata a sinistra, - non fare pazzie e ricordati che sei troppo fragile per resistere ad un'altra guerra persa. Ascolta il cervello, lui ha sempre ragione! -
Detto questo, posò un leggero bacio sulle labbra di Desiree, che si sentì demolire e allo stesso tempo ricostruire. La guardò un'ultima volta negli occhi e sussurrò: - E tu, prenditi cura di quei due kamicaze che ti ritrovi al posto del cuore e del cervello. Starai bene. Sei troppo orgogliosa per permettere a qualcuno di cambiarti per sempre. Vedrai, ci ritroveremo e, quando succederà, riusciremo a sistemare le cose. -
- Tu sei la mia eccezione. - disse Desiree.
- Anche tu sei la mia eccezione. Ed è proprio per questo che non possiamo stare insieme. -
Allora, Desiree si sporse a sua volta verso Robyn e le rubò uno di quei baci che tutti vorrebbero avere, ma che pochi hanno veramente.
Poi prese e se ne andò. Ma non per sempre. Solo per un po'.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.1


Allora ho ceduto. Le lacrime sono traboccate, mi sono ritrovata le guance bollenti, e quei piccoli solchi lucidi che si riempivano e cambiavano traiettoria e si arenavano sul bordo della faccia, scottandola un po’. Li potevo vedere, da fuori. Mi vedevo, e non mi piacevo. Patetica. Triste. Così sola. Malata. Le prime a scendere erano state quelle divertite. Poi hanno cambiato sapore, credo. La chimica del dolore.
 [Sono tossica di te - Beatrice Masini]

 
Lunedì
Desiree Eryn Phillips:Come stai? Hai fatto gli esami del sangue?
Robyn Ginger Anderson:Un po' meglio, ma mi sento a pezzi oggi… domani ho i risultati.
Desiree Eryn Phillips:Secondo me è mononucleosi. Anch'io sono ancora ammalata ):
Robyn Ginger Anderson:Probabile. Sì, ma fai gli esami anche tu.
Desiree Eryn Phillips:E' solo febbre. E neanche tanto alta sta volta. Avevo 37.5 sta mattina. Niente di che. Forse è solo otite.
Robyn Ginger Anderson:Hai preso qualcosa?
Desiree Eryn Phillips:No…
Robyn Ginger Anderson:Bah non ti capisco.
Desiree Eryn Phillips:Perché?
Robyn Ginger Anderson:Perché non prendi niente se stai male?
Desiree Eryn Phillips:Beh, perché sono stata peggio. E poi, è rimasta solo una tachipirina e la faccio prendere a mio fratello che ha il raffreddore. Domani, magari, vado a comprarne ancora.
Robyn Ginger Anderson:Fa’ come ti senti...
Desiree Eryn Phillips:Non preoccuparti per me. Preoccupati di vedere come vanno i tuoi esami che magari capiamo che cos'hai. Io sto bene (:
Robyn Ginger Anderson:Massì, chissene.
Desiree Eryn Phillips:…Perché dici così?
Robyn Ginger Anderson:Perché non mi interessa.
Desiree Eryn Phillips:Ah, già. Me lo avevi anche detto. A te interessa solo di te stessa e di Elisa. Giusto.
Robyn Ginger Anderson:No. Chissene di me stessa.
Desiree Eryn Phillips:Non dire così. Ti deve interessare di te stessa.
Robyn Ginger Anderson:A te non interessa.
Desiree Eryn Phillips:Non è vero. E' la cazzata più assurda che ti poteva venir fuori. Davvero. La stronzata più grande.
Robyn Ginger Anderson:Dico di te stessa.
Desiree Eryn Phillips:Lo so. Per questo ti posso dire che ti devi amare. Perché io so come ci si sente a non amarsi.
Robyn Ginger Anderson:Sicuramente non mi farai cambiare idea.
Desiree Eryn Phillips:Come tu non la farai cambiare a me. Ma lo so che non ti faccio cambiare idea, però ci proverò sempre. Ho una certa predilezione per le battaglie perse.
Robyn Ginger Anderson:Io invece sono abbastanza fiduciosa. Aspetto un nuovo amore. Non voglio qualcosa di semplice, ma di corrisposto. Basta battaglie perse.
Desiree Eryn Phillips:A me basterebbe essere felice. Felice da fare schifo. Anche se dovessi combattere una guerra persa. E vorrei essere corrisposta, una volta tanto.
Robyn Ginger Anderson:No. La felicità fa cagare. Noi umani abbiamo bisogno di soffrire. È così. La felicità, la felicità costante, ci annoia. Non si può sempre essere felici, né sempre soffrire. A volte si può anche stare bene senza essere felici.
Desiree Eryn Phillips: Mi piacerebbe essere amata. Non amare e basta. A senso unico. Ecco. Questa è la mia idea di felicità. O di tristezza, mettila come vuoi. Vorrei essere amata.
Robyn Ginger Anderson:Sì, già, lo vogliono tutti. Dimmi chi è la ragazza di cui parlavi.
Desiree Eryn Phillips:Non so mentire.
Robyn Ginger Anderson:Allora non farlo.
Desiree Eryn Phillips: Non posso dirtelo. Ma credo che tu abbia già capito, in fondo.
Robyn Ginger Anderson:L'ho capito da un bel po'.
Desiree Eryn Phillips:Lo so. Scusa.
Robyn Ginger Anderson:Scusa?
Desiree Eryn Phillips:Sì. Scusa. Non doveva... io lo so che non dovevo innamorarmi. Quindi scusa.
Robyn Ginger Anderson:Non lo decidi.
Desiree Eryn Phillips:Lo so, ma almeno dovrei essere capace di mentire. E invece non so fare neanche quello.
Robyn Ginger Anderson:L'ho capito molto prima del nostro discorso, se ti può far sentire meglio.
Desiree Eryn Phillips:Davvero? Da quanto, se posso chiedere? Almeno capisco quanto sono idiota.
Robyn Ginger Anderson:Bah, mmm… fai metà settembre.
Desiree Eryn Phillips:Addirittura? Allora non lo avevo capito neanche io.
Robyn Ginger Anderson:Vedevo i comportamenti.
Desiree Eryn Phillips:Ah. Beh, non ti preoccupare, non ti starò intorno, e non ti romperò le palle. Però tu mi devi spiegare una cosa. Insomma, capisco che non volevi darmi false speranze e tutto quello che vuoi, ma perché hai smesso di parlarmi? Hai smesso di essermi amica.
Robyn Ginger Anderson:Ho appena perso il mio primo amore. Ho passato un'estate tutto sommato bellissima con Jackie ma poi è finita. Ho iniziato la scuola cercando di rinascere, ma poi mi sono accorta di te e l’ho presa male. Non volevo darti false speranze e non volevo neanche assecondare qualsiasi comportamento. Non riuscivo… non riesco nemmeno a starti vicina. Perché io per te non posso essere amica.
Desiree Eryn Phillips:Perché non puoi essere mia amica?
Robyn Ginger Anderson:Perché tu non mi vedi così.
Desiree Eryn Phillips:Io ti posso vedere come voglio. Non capisci che pur di farti star bene farò del male a me stessa standoti lontana?
Robyn Ginger Anderson:No, tu non puoi vedermi come vuoi. Questa è presunzione. Tu sei innamorata di me e di solito le mie amiche non lo sono. E poi è questo il punto: non serve che tu stia lontana.
Desiree Eryn Phillips:E' quello che hai detto tu. Starò lontana da te, se vuoi.
Robyn Ginger Anderson:Vedi? Ora sono la stronza della situazione.
Desiree Eryn Phillips:No, no. Non sei tu la stronza. Sono io l'idiota. Davvero, tu dimmi cosa devo fare, però. Perché non ce la faccio più. Non capisco.
Robyn Ginger Anderson:Come faccio io a dirti cosa devi fare?! Cristo Santo! Non ho le risposte! Non ne ho nessuna. Tu pensa! Torniamo amiche, parliamo, ci abbracciamo. E poi tu stai di merda perché io non ti voglio. Non riesco, cazzo. Tu riusciresti? Tu riusciresti a farti così male?
Desiree Eryn Phillips:Sì. Ci riuscirei perché così ti avrei. Avrei qualcosa di te. Avrei la tua amicizia, avrei il tuo affetto. In qualche modo. E sì, mi farei molto più male, ma piuttosto che starti lontana, preferisco farmi male il doppio.
Robyn Ginger Anderson:Ok. Però mettiamo in chiaro che io non provo nulla per te. Senza illusioni. Niente. Così almeno potrai andare avanti.
Desiree Eryn Phillips:Cosa credi, che mi fossi illusa che tu provassi qualcosa per me? Andiamo, non sono così stupida. So benissimo che non ci potrà mai essere niente, fra noi.
Robyn Ginger Anderson: Perfetto.
Desiree Eryn Phillips: Oh, senti. Fa niente. Se per te essermi amica ti fa male, non c'è problema. Non ti rivolgo più la parola. Sta tranquilla. Non avrai più niente da me, se non lo vuoi. Basta dirlo.
Robyn Ginger Anderson:Stai facendo tutto tu. Non mi fa male.
Desiree Eryn Phillips:Allora a posto. Mi troverai sorridente quando tornerai.
Robyn Ginger Anderson:Tanto sarà falso.
Desiree Eryn Phillips:Non puoi saperlo.
Robyn Ginger Anderson:Lo so già.
Desiree Eryn Phillips:Non è vero. Non... No.
Robyn Ginger Anderson:Come vuoi. Mi è già successo l'anno scorso con un'altra persona. Vedremo come andrà.
Desiree Eryn Phillips:Io non sono "l'altra persona". Io non sono "gli altri". Dovresti conoscermi.
Robyn Ginger Anderson: Eh, dicono tutti così. Senti non pretendo nulla da te. Vediamo.
Desiree Eryn Phillips:Vediamo. Beh, intanto vediamo quello che riesco a raccogliere di me in questi giorni. Poi vediamo veramente.
Robyn Ginger Anderson:Va bene...
Desiree Eryn Phillips:Scusa. Ancora.
Robyn Ginger Anderson:Smettila.
Desiree Eryn Phillips:Perché?
Robyn Ginger Anderson:Perché non c'è niente di cui scusarsi.
Desiree Eryn Phillips:Ho buttato via un'amicizia per niente. Ecco perché mi scuso. E ti ho messa in un casino. Un altro motivo per cui mi scuso. E per altri mille motivi.
Robyn Ginger Anderson:Per me sono scuse inutili.
Desiree Eryn Phillips:Perché?
Robyn Ginger Anderson:Perché sì. E quindi hai chiesto scusa per una cosa che non dipende da te. Wow. Ora devo dire che le cose sono cambiate.
Desiree Eryn Phillips: Spiegati.
Robyn Ginger Anderson: Non cambia niente se ti scusi o no.
Desiree Eryn Phillips:Lo so.
Robyn Ginger Anderson:Ok…
Desiree Eryn Phillips:Bene.
 
La ragazza chiuse la pagina di Facebook.  Non ne poteva veramente più. La sapeva a memoria quella conversazione, ormai. Guardò lo schermo del computer con occhi vuoti e stanchi. Una piccola luce, però, faceva capolino in fondo alla cornea. Ci aveva messo giorni. Quattro, per la precisione. Sembravano pochi, in fondo non erano neanche una settimana, quattro giorni. Ma erano stati i più lunghi della sua giovane vita e, alla fine, ce l’aveva fatta. Aveva accettato il fatto che lei non poteva far parte della sua vita. O almeno, aveva accettato il fatto che lei non avrebbe mai potuto essere sua. Sapeva che il dolore non l’avrebbe abbandonata per molto tempo, in fondo aveva pur sempre perso il suo primo amore, ma sarebbe andata avanti. In questa situazione, il suo enorme orgoglio si era dimostrato indispensabile. Senza di esso, non avrebbe mai avuto la forza necessaria per andare avanti. Senza di esso, a quest’ora sarebbe stata ancora in bagno a piangere come una debole ragazzina. Ma sapeva che, in fondo, debole e fragile lo era ancora, anche se lo schermo nero del computer le rimandava indietro l’immagine di un bellissimo sorriso. Perché le persone non escono mai indenni da certe storie. E alcune persone, veramente pochissime rispetto alla maggioranza, non riescono proprio ad uscire da certe storie. Lei era una di quelle. Era una di quelle persone che, quando si immergevano troppo in qualcosa, non ne uscivano proprio più. Rimanevano incastrate tra un battito e l’altro di un cuore che, il 99% delle volte, non le avrebbe volute. All’inizio, quando era ancora una giovane, sprovveduta, tredicenne che sogna l’amore eterno, non ci aveva fatto caso a questo suo problema. Soffriva e basta, come soffre ogni tredicenne del pianeta. Col passare degl’anni, però, e con il passare delle delusioni, aveva anche smesso di soffrire. Come aveva smesso di sorridere. Aveva semplicemente capito che nella sua vita non ci sarebbe mai stata una storia a lieto fine. Aveva capito che la felicità non la voleva come amica. Allora se ne era semplicemente andata. Era andata via da se stessa, dagl’altri. Aveva costruito muri, su muri, fino a creare un’incredibile fortezza intorno al suo cuore, proprio come quelle che costruivano nel Medioevo. Quei grandi castelli circondati da migliaia di case diroccate abitate da persone che aspettano solo che il ponte levatoio si abbassi per riuscire ad entrare in quel luogo remoto che solo pochi fortunati avevano visitato. Così, tutte le persone che prima erano dentro al suo cuore-fortezza adesso se ne stavano scomodamente sedute fuori, aspettando di veder crollare le mura del castello proprio come quei miseri contadini del Medioevo. E, a lungo andare, quelle solide mura si erano crepate fino quasi a disintegrarsi. Ma continuavano a resistere, ergendosi stoicamente intorno a quello che una volta era il cuore di una ragazza come tutte le altre. Si distrussero, finalmente, quelle solide mura e tutti quelli che erano fuori entrarono dentro di lei: alcuni presero senza donare nulla in cambio, arrabbiati e stanchi per il tanto aspettare, ma altri, altrettanto stanchi, presero e donarono a loro volta, guadagnandosi un posto dentro il cuore di Desiree. Bisogna dire, però, e questa è una cosa veramente importante, che le mura non erano cadute da sole da un giorno all’altro. E bisogna anche dire che il tempo e l’usura non hanno niente a che fare con la nostra storia. Con la sua storia. Perché quelle mura sarebbero resistite per tanti anni ancora prima di crollare. Anzi, a detta di Desiree, non sarebbero mai crollate, perché lei le avrebbe rinforzate tutti i giorni della sua vita con Attack e cemento. E delle mura di Attack e cemento non possono di certo essere distrutte dal tempo o dall’usura. O meglio, demolite. Le forti mura del cuore di Desiree erano state demolite da un misterioso evento chiamato da tutti “Primo Amore”. Ecco era bastato un “Primo Amore” per demolire le mura di Desiree. E questo “Primo Amore” era un po’ diverso da quello che si sarebbe aspettata quando era piccola. Insomma, per la piccola Desiree, il “Primo Amore” sarebbe dovuto anche essere l’ultimo, quindi avrebbe dovuto essere corrisposto e sarebbe dovuto durare per sempre. Aveva c’entrato tutti i punti, tranne uno: il “Primo Amore” sarebbe dovuto essere corrisposto. Ecco, a lei mancava proprio questo. Perché si conosceva benissimo, purtroppo aveva passato molto tempo in compagnia di sé stessa, e sapeva che non avrebbe mai dimenticato il suo “Primo Amore”, perché in fondo quello non si scorda mai, e che quindi esso sarebbe durato per sempre e sarebbe anche stato l’ultimo “Primo Amore”, perché l’amore che sarebbe arrivato dopo il “Primo Amore” sarebbe stato, ovviamente, il secondo e quindi non più il primo. Perciò il suo “Primo Amore” sarebbe stato anche l’ultimo. Ma non sarebbe mai stato ricambiato. Non sarebbe mai stato corrisposto quel triste “Primo Amore”. Il più triste a cui io abbia mai assistito. Il film più malinconico che abbia mai visto. Davvero. Ma ho deciso di raccontarvelo, perché gli amori tristi e a lungo sofferti sono lo spettacolo più bello che Madre Natura, Zeus o Dio ci possano donare. Insomma, Desiree pensava a tutto questo e ad altro ancora, mentre guardava la sua immagine riflessa al computer e si chiedeva se ne sarebbe mai uscita da questo “Primo Amore”. Ma la domanda vera, e lo sapeva benissimo anche lei, non era se ne sarebbe uscita, ma se voleva uscirci. Perché ci sono persone che si differenziano del tutto dalle categorie citate sopra. Ci sono persone che, pur potendo uscirci dalle storie in cui non si riesce ad uscire, decidono di non farlo, per il semplice gusto di donare agli altri quello che loro non donano ad essi. Desiree era proprio così. Lo era diventata dopo tanti anni. E non avrebbe mai voluto far parte di quella categoria così masochista di esseri umani. Ma c’era dentro e non  ne sarebbe mai uscita, perché riuscire ad amare in un modo così totalizzante è sì distruttivo, ma ti regala anche tantissime emozioni. Tutte emozioni che Desiree aveva provato sulla sua stessa pelle.
Ma, per adesso, torniamo alla nostra storia. Cioè, alla sua, di storia. Insomma, a quello che successe a Desiree. Vi metto in guardia, però. Non intendo cominciare questa storia in un modo banale come: “Aveva quindici anni, quando…”, o “Si chiamava Desiree ed era alta…”, o, ancora, “Era una notte buia e tempestosa…”. Niente di tutto ciò. Non credo di poter scrivere una storia che inizi in un modo così banale e classico. La sua storia inizia in un modo un po’ diverso. La sua storia comincia dalla fine. Sì, inizia precisamente dalla fine, da quando tutto il mondo di Desiree si frantumò in mille pezzi. Inizia proprio da lì. Ma inizia anche con quattro lettere messe in fila, in maiuscolo, accompagnate da un punto. Inizia con quattro lettere e un’intera frase nascosta fra esse. O forse, addirittura un’intera vita.

 

H.O.P.E
Hold on, pain ends.
 

 Angolo dell'Autrice:

Lo so, lo so che mi volete uccidere perchè sono qui a scrivere un'altra storia al posto di finire Routes Girls, però vi giuro che non è colpa mia! L'ispirazione mi ha chiamato verso un'altra storia e io ho dovuto rispondere! E' così che funziona, comanda lei...
Comunque, vi prometto che m'impegnerò a finire Routes Girls il più presto possibile :DD
Nel frattempo, recensite questa mia piccola e sconclusionata storia <3
A presto, Lily.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

  
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