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Autore: _Nyx    04/11/2012    1 recensioni
Cala la notte su Roma. Mentre un serpente striscia cauto per avvelenare, un'aquila è pronta a scendere in picchiata ed attaccare. Ma la vendetta non è l'unica cosa che anima i pensieri del giovane Ezio, che mentre attende di colpire rivede il fantasma di un passato che non vuole andare via. Bella di notte
Genere: Dark, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ezio Auditore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Requiescat in pace, cor meum



 
Cauto si aggirava per i tetti di Roma con il favore della notte. Il viso imperturbabile di chi aveva compiuto quel gesto ormai troppe volte.  

La brezza autunnale faceva volteggiare la cappa ebano degli Auditore, quasi volesse sventolarla come una bandiera per decantarne le lodi. Eppure Ezio era in tumulto.
Nonostante tutti gli anni passati a cercarle, dentro di sé aveva domande che urgevano risposte che sapeva che la mera vendetta non poteva dargli.

Le foglie si libravano nel cielo cullate da quel vento che avvertiva dell’arrivo imminente dell’autunno, mentre ricordi agrodolci annebbiavano la mente del giovane.

Non ti porterà a nulla. La fievole preghiera fatta da un fantasma.  

 Riusciva a sentirla ancora e lo accompagnava quasi fosse una presenza costante. 
A volte si ritrovava a vagare per la città inseguendo l’ombra di quel fantasma, riuscendo solo a spaventare la povera Madonna di passaggio.

Fiori cremisi che sbocciavano solo al tramonto, come un amante in attesa vestito solo di passione per alimentare lo spirito più bollente e saziare la fame più logorante.

Neanche il sonno riusciva a dargli pace. A volte pensava di essere sull’orlo della pazzia.

Bella di notte.

Mosse il capo con vigore, cercando di allontanare quei pensieri dolorosi dalla mente. O dal cuore?

Un rumore di passi attirò la sua attenzione alla strada. Proprio in quel momento da sotto un arco di porticati spuntò un uomo anziano. Portava un saio color mogano, ma a dispetto dei comuni uomini di chiesa egli portava un pugnale alla cintola e una mano ben salda sull’elsa, pronto a sguainare l’arma se ne avesse avuto il bisogno.

Il Frate Nero. Era così che la gente lo chiamava. Chiunque avesse l’audacia di sfidarlo o la disgrazia di cadere nelle sue antipatie era misteriosamente trovato assassinato.

Il vento sembrò acquietarsi, insieme alla lotta interna del giovane Auditore.

Il passo del frate, seppure lento, tradiva l’inquietudine che la notte e il silenzio portavano con sé.

Ezio sapeva che non era quell’uomo a macchiarsi del sangue dei suoi rivali e che dietro di lui si nascondeva più di una semplice ombra. I Borgia avevano messo ai servigi dell’anziano un gruppo di soldati per proteggerlo e fare ciò che i suoi voti da uomo di Chiesa gli impedivano di fare.

Ma come ogni buon mercante che si rispetti sa, l’acquirente deve dare in cambio qualcosa dal valore  uguale o superiore, e per i Borgia un paio di uomini non valevano neanche mezzo fiorino rispetto alle informazioni che un buon frate può dare.

L’aquila seguiva attenta ogni mossa della sua preda, sondandola con i suoi occhi e attendendo di attaccare.

Il silenzio faceva da sovrano a quella guerra fredda che si era instaurata tra le due parti, mentre il vento ricominciò a soffiare lieve.

Il serpente strisciava cauto, pronto a mordere gli assalitori o a ingoiare la sua preda.

Il frate girò l’angolo seguito a pochi passi dalla sua scorta, composta da due uomini in armatura.
In quello stesso istante Ezio spiccò un balzo e si aggrappò al bordo dell’edificio che l’obiettivo aveva appena superato, battendo i piedi sulle imposte delle finestre provocando un forte crepitio.
Il frate sussultò e anche i soldati si lasciarono andare in un sobbalzo.

- Chi va la? – Fu la pronta risposta dell’anziano, mentre si guardava intorno. La fronte era imperlata di sudore, nonostante il vento.

Ezio rimase immobile, ancora a mezz’aria in attesa di un movimento da parte della preda.
I soldati si guardarono negli occhi e fecero un cenno con il capo, come in un tacito accordo.

- Andiamo a controllare – Avvertirono, prima di incamminarsi, ripercorrendo i propri passi dietro l’angolo, dove in quel momento Ezio era fermo.

Il giovane s'issò prontamente, prima che i due riuscissero a individuarlo e camminò cauto per il tetto individuando la preda, finalmente sola.

L’aquila fece un respiro prima di calarsi in picchiata contro il serpente e ghermirlo con gli artigli in una morsa mortale.

Il frate si accasciò al suolo, sorretto prontamente dalle braccia forti di Ezio.
- Ancora insegui gli spettri, Assassino? – La voce tremula e fioca dell’anziano era compiaciuta. – Hai perso tutto, ma sei ancora qui – Il viso del giovane scrutava quel vecchio con assoluta calma.
- Ho ancora la fede e una causa – Soffiò con durezza. – Voi invece cosa avete? – Ma non ebbe risposta.

Il tramonto si apprestava a rischiarare Roma, mentre una vita si spegneva.

Come un sicario per il suo patto di sangue, i fiori cremisi si richiudevano, sazi del sangue versato che gli regala lo stesso colore delle labbra di quell’amante dopo una dolce tortura.

- Requiescat in pace -

  
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