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Autore: EmaEspo96    05/11/2012    1 recensioni
"Per una sola notte, basta piangere. Basta dare peso ai problemi, basta pensare a tutte le cose strane che accadono a Mystic Falls. Per questa notte lei sarà la sua principessa dai capelli rossi e lui il suo principe dagli occhi color ghiaccio."
One Shot dedicata al finale del capitolo 13 di "Le zanne della principessa", una mia fanfiction. E' una Damon/Elizabeth, un personaggio nuovo che troverete nella storia originale, inventato da me. Il titolo è preso dalla canzone che ho ascoltato per tutto il tempo in cui l'ho scritta ovvero Don't Cry dei Guns n' Roses. Buona lettura!
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Elizabeth POV.
Mi aveva chiamata. Aveva pronunciato il mio nome con una dolcezza pazzesca, una dolcezza che mi aveva lasciata perplessa ed insicura, ma che mi aveva attratta sino a sollevare il mio sguardo e perdermi nei suoi occhi. Così azzurri, così profondi, così belli. Mi aspettavo delle parole, magari mi avrebbe chiesto di andare a letto o mi avrebbe detto di spostarmi perché gli stavo bloccando l'accesso alla sua camera. Ma non lo fece. Vidi quel suo viso perfetto avvicinarsi al mio in un tempo che sembrò l'eternità, ma che durò davvero pochi secondi. Quando le mie labbra incontrarono le sue sentii il mio cuore perdere un battito, lo sentii esclamare, lo sentii riempirsi dell'amore e dell'affetto che provavo per quel vampiro. Non osai obbiettare, non osai scostarmi da quel bacio per quanto all'inizio ne rimasi un po' sorpresa. Assaggiai le sue labbra come se fosse la prima volta - ma non lo era - e gli regalai piccoli tocchi insicuri ed inesperti ma che cercavano di trasmettergli tutto quello che provavo per lui. In un attimo mi ritrovai il corpo di Damon contro, sentii lo scricchiolio della porta dietro di me che annunciava la sua completa apertura sotto il peso della sua mano ed in un secondo ebbi il timore che lui volesse allontanarsi da me, che lui avesse voluto darmi solo il bacio della buonanotte. Non volevo permetterglielo e gli raccolsi il viso tra le mie esili mani, glielo sorreggevo possessiva mentre i miei occhi andarono socchiudendosi cullati dalle piacevoli sensazioni che quel bacio mi stava trasmettendo. Quando sentii le mani di Damon adagiarsi delicatamente su di me, sussultai all'unisono col mio cuore. Per un attimo pensai che quell'organo aveva battuto e pulsato sangue solo per quel momento, solo per prepararsi in tutti quegli anni ad affrontare Damon. Mi feci spingere senza opporre resistenza sino all'interno della camera mentre ancora le nostre bocche erano incollate l'una all'altra, mentre ancora godevo del respiro caldo di Damon sulla mia pelle infreddolita. Ero andata da lui per vedere l'alba ma al diavolo, questo era molto meglio. Sentii il tonfo della porta chiusa mentre indietreggiavo spinta da lui e quando mi ritrovai distesa sul suo grande e morbido letto, riaprii gli occhi. Solo in quel momento le nostre labbra si allontanarono ma di già le sentivo fremere desiderose di un nuovo contatto, desiderose di quel ragazzo. Sentii le sue dita affusolate percorrere i centimetri delle mie gambe seminude mentre lui si appoggiava su di me, e sentivo il suo sguardo perdersi nel mio. I nostri occhi sembravano inseparabili, sembravano così legati da non volersi separare. "Va bene se non mi trattengo più?", mi sussurrò osando con quelle sue mani sui bordi della mia leggera canottiera. La mia pelle fremeva al di sotto dei tessuti, il mio cuore spalpitava incontrollato nel petto e silenziosamente mi chiedeva di accettare, di donargli la mia prima volta dopo tantissimo tempo. Ed io mi resi conto di non averla conservata così egoisticamente per Stefan, io l'avevo tenuta in serbo per Damon, l'avevo tenuta affinché lui potesse contare sulla mia purezza, sulla mia devozione, sull'amore che provavo per lui. Annuii in risposta alla sua domanda e gli sorrisi, lui ricambiò. Le sue mani non esitarono a sollevare la canottiera che indossavo e denudarmi lentamente, accarezzare la mia pelle con i suoi polpastrelli. Mi sollevai di conseguenza ed alzai le braccia permettendogli di sfilarmi definitivamente quell'indumento e lasciarlo da qualche parte; non vi diedi importanza, non aveva importanza in quel momento. Sollevai il viso permettendo al suo di insinuarsi nell'incavo del mio collo, posare deboli e piacevoli baci su di esso, accarezzarlo con dolcezza, bramarlo e trattenersi alla voglia di morderlo. Non gli avrei negato il mio sangue, se solo l'avesse chiesto. Discese sino al mio petto e si perse nel profumo della mia pelle, ad esplorare con le sue stesse labbra ogni centimetro del mio corpo. Si abbandonò nell'incavo dei miei seni quando iniziò a spogliarmi ulteriormente, sollevando la mia schiena e cercando disperatamente l'aggangio dell'indumento che li teneva stretti e nascosti e nel momento in cui lo trovò sembrò sganciarlo con impazienza. Me ne privò in pochissimo tempo e si perse con lo sguardo sul mio petto, ignoravo quanto lo trovasse perfetto. Vi posò su le labbra, rabbrividii a quei suoi baci continui ed umidi, sospirai per le sensazioni che provavo in quel momento e nemmeno riuscivo a tenere gli occhi aperti. Le sue mani percorsero i miei fianchi, raggiunsero l'elastico dei miei pantaloncini giocherellandovi nervosamente. Mi persi a sussurrare debolmente il suo nome, come se temessi di distrarlo mentre lo chiamavo. Si sollevò e mi guardò, ormai persa tra le sue braccia, e non esitò a sorridermi per tranquillizzarmi. Non sapeva quanto mi piacessero i suoi sorrisi, non sapeva che ognuno di essi mi strappava tonfi al cuore quasi dolorosi. Si avvicinò di nuovo alle mie labbra e le raccolse con quella passione in più che ci permise di unirci in maniera più profonda, in maniera più intima. Sentii i pantaloncini venire sfilati via insieme agli slip mentre le mie dita armeggiavano con i bottoni della sua camicia e li sbottonavo con una certa impazienza, impaziente di vedere il suo corpo. La mia nudità non m'intimidì, andai avanti sino a quando non gli sfilai quella camicia e mi scostai da quel bacio solo quando la lingua aveva iniziato a farmi male con l'intensità con cui cercavo la sua. Riposi via la sua camicia, non badai a dove la lanciai, badai solo a sollevarmi e continuare a spogliarlo. Per un attimo volevo essere padrona, per poco tempo volevo comandare io su di lui, per sentirlo mio e di nessun'altra. Mi sollevai leggermente sotto di lui, mi aggrappai con le labbra al suo collo e mi nutrii del suo profumo mentre le mie mani lo esploravano e cercavano i suoi pantaloni; non avevano più senso, non dovevano esserci, dovevo assolutamente toglierli. Lo sentivo sorreggersi con una sola mano mentre l'altra si perdeva tra i miei capelli sciolti, rosso fuoco, e lo sentivo mentre mi accarezzava con delicatezza. Mi aiutò, quando arrivò il momento, a sfilargli i pantaloni e quei boxer perché non avrei più voluto vederli. Mi vide leggermente imbarazzata quando l'avevo, finalmente, tutto nudo nella sua perfezione davanti ai miei occhi scuri. Sembravo nascondermi come una bambina nonostante tremassi dalla voglia di averlo. Ero imbarazzata davanti a qualcosa che sentivo mio e non riuscivo a perdonarmelo. Sebbene io mi fossi fermata, lui prese di nuovo le redini della situazione e mi distese su quel letto con più decisione, quando mi persi nei suoi occhi non potei non notare quanto anche lui stesse morendo dalla voglia di avermi. Era la mia prima volta dopo mille anni, ed io avrei voluto dirglielo, avrei voluto che mi apprezzasse per averlo atteso per così tanto tempo ma era stupido, perché lui mi apprezzava già da tanto tempo. Si adagiò su di me e io mi aggrappai a lui quando lo sentii finalmente unirsi a me, ora più di qualsiasi altro momento, fisicamente. Affondai con rinomata delicatezza le mie dita dietro la sua schiena e lo sentii sospirare al mio orecchio in quell'amplesso fatto di passione, durante il quale una sua mano si perdeva tra i miei capelli. Dovevano piacergli davvero tanto. Si accorse del poco dolore che provai ora che aveva aperto il mio corpo ai peccati dell'uomo ma lo incitai a non fermarsi perché quel dolore, in confronto a tutto quello provato in tutta la mia vita, aveva un grande accenno di piacere. Sussurrò il mio nome al mio orecchio ed io spingevo il mio petto contro il suo nel timore che mi abbandonasse da un momento all'altro, quando iniziò a muoversi ed accarezzare il mio corpo con tutto il suo. Sospirai. Mi stavo perdendo perché ogni sensazione provata puntava a spegnere il mio cervello, puntava a togliermi ogni singolo pensiero dalla testa che non riguardasse lui. Lo chiamai in un sussurro e lui non fece altro che migliorare, non fece altro che dedicarsi di più a me. Cercai affamata le sue labbra, mi persi nella sua bocca ora che tutte quelle sensazioni si erano impradonite di me, ora che ogni centimetro del mio corpo fremeva, tremava per ciò che provava per Damon. Mi lasciai scappare un gemito, inarcai la schiena a quei movimenti più forti da parte di lui mentre lo baciavo e mentre una sua mano esplorava tutto il mio corpo, lo accarezzava e lo bramava più di qualsiasi altra persona avesse fatto in tutta la mia vita. Ma decisi di dare una svolta a quella situazione, decisi di fargli provare tanto piacere quanto lo stavo provando io e mi mossi con forza, con velocità - quelle che caratterizzavano un vampiro - invertendo le nostre posizioni, e durante tutto questo non mi ero mai separata da lui nemmeno in quel bacio. Mi ritrovai sopra di lui ad ammirarlo in tutta la sua bellezza mentre ormai aveva afferrato i miei fianchi, mentre ormai il suo respiro si era fatto roco. Gli stavo piacendo, e non riuscivo a togliermelo dalla testa. Mi chinai intraprendente su di lui e raggiunsi il suo corpo mentre lo accompagnavo in quell'amplesso, lasciai tocchi delle mie labbra e della mia lingua sul suo collo, sul suo petto, sul suo viso. Partii dal basso, dal suo petto, posando leggeri baci e facendo strisciare i miei denti sulla sua pelle nuda risalendo direttamente verso il suo collo lì dove mi soffermai come se volessi azzannarlo sul serio, ma capii che mi ero fermata perché avevo compreso una certa sensibilità in quel punto del suo corpo. I miei occhi restavano socchiusi e si riaprivano soltanto quando dovevo ammirare la bellezza dei suoi occhi, quando avevo intenzione di perdermi in un nuovo e profondo bacio dal quale mi staccavo soltanto dopo svariati minuti, senza cessare i movimenti dei nostri corpi. Sentivo le sue mani stringermi con più foga ad ogni movimento e mi sollevai per guardare il suo viso, "Sei mio." detti voce ai miei pensieri. Lui mi guardò, sembrò forzare un sorriso presuntuoso nonostante sapesse regalarmi solo sorrisi macchiati di infinita dolcezza in quel momento. Mi afferrò e si fece forza catapultando la situazione e piantandomi con la schiena sul letto, lo sentivo spingermi su quel letto con più vigore e non riuscivo nemmeno a mantenermi silenziosa. "No, Elizabeth. Tu sei mia." precisò lui in un sussurro incredibilmente orgoglioso. In quel momento mi aggrappai a lui e lui fece altrettanto stringendomi. La mia mente si annebbiò definitivamente, sentivo una scarica indecifrabile ed incomprensibile di sensazioni che inondarono tutto il mio corpo soffermandosi nel punto della nostra unione. Lo sentii sospirare più forte ed io feci altrettanto prima che tutto il piacere di quell'amplesso si scaricasse e ci lasciasse aggrappati l'uno all'altra, stanchi nonostante non fossimo perfettamente umani. Per un attimo tutto si fermò intorno a noi e si avvertiva solo il nostro silenzioso respiro, affaticato dalle emozioni provate. Si scostò lentamente da me e si mise al mio fianco quando riaprii gli occhi e lo fissai, sorridendogli dolcemente. Lui ricambiò e mi strinse in un abbraccio che sentivo pieno di tenerezza, adagiando la mia testa sul suo petto. Mi sarei addormentata lì, ne ero convinta, stretta al suo corpo con ancora il cuore che batteva a mille per tutto ciò che avevo provato. "Puoi dormire adesso." mi disse tenero con una mano che si perdeva tra i miei capelli, accompagnandomi tra le braccia di Morfeo. "E' inutile che me lo dici, l'avrei fatto comunque, Damon." gli risposi, e lo guardai mentre lui sollevava le coperte di quel letto coprendomi come se temesse che qualcun'altro potesse vedermi, come se fossi unicamente sua. "Buonanotte." aggiunse, sorridendo, e posò un delicato bacio sulla mia fronte. Non potei fare a meno di accocolarmi a lui come una bambina, come un cucciolo attirato dalle coccole o come una principessa che poteva finalmente perdersi tra le braccia del suo principe.



Duunque!
Questa OS è, come detto, ispirata al finale di uno dei capitoli
di una mia fanfiction - precisamente il capitolo 13.
Premetto che è la prima volta che scrivo qualcosa riguardo un
rapporto tra due personaggi, ho cercato di descrivere in maniera
quanto più implicita. Fatemi sapere cosa ne pensate. >.<
   
 
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