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Autore: YamaTheShepherd    06/11/2012    2 recensioni
[Kagami x Kuroko]
Entrambi affrontavano quella fase adolescenziale in cui si è un po' confusi e allo stesso tempo curiosi, di scoprire non solo gli altri, ma anche se stessi. Quella curiosità che spingeva molti ad intraprendere relazioni fittizie con persone delle stesso sesso. Quella curiosità che accomuna un po' tutti i ragazzi di quell'età.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice
Dopo pochissimo tempo mi ritrovo a pubblicare la mia seconda fanfiction su EFP.
E' una contraddizione visto che neanche una settimana fa ho detto che raramente pubblico ciò che scrivo -perché a me non piace quello che scrivo-. Eppure eccomi qui con una nuova one shot, la prima (soft)yaoi che scrivo. Nonché la mia prima KagaKuro.
Non sono particolarmente soddisfatta, non so dove vuole andare a parare questa ff -come se la colpa non fosse mia insomma-, ovviamente il titolo fa schifo e probabilmente avrei potuto far di meglio, ma non ne avevo voglia -questa cosa mi rovinerà la vita-.
Quindi buona lettura.


 


Curiosità

Era iniziato tutto per curiosità.
Nessuno dei due avrebbe definito quei sentimenti qualcosa di più di una semplice amicizia. Almeno finché Kagami Taiga non si rese conto di star pensando al suo compagno di squadra mentre, nel bagno di casa, si liberava dalla tensione accumulata in quella settimana di allenamenti sfiancanti. O quando Kuroko Tetsuya, sempre preso da troppi pensieri, iniziava a domandarsi quando si sarebbe innamorato -veramente- di qualcuno.
Entrambi affrontavano quella fase adolescenziale in cui si è un po' confusi e allo stesso tempo curiosi, di scoprire non solo gli altri, ma anche se stessi. Quella curiosità che spingeva molti ad intraprendere relazioni fittizie con persone delle stesso sesso. Quella curiosità che accomuna un po' tutti i ragazzi di quell'età.
Conoscere è una necessità dell'essere umano, e né Kagami né Kuroko potevano scampare alla propria natura. Ma preferivano tenersi tutto dentro, tentando di ignorare e soffocare le sensazioni che le altre persone potevano trovare innaturali. Anche per non rischiare di ferire l'altro.
Fortunatamente ci si poteva ancora passare sopra. Fare finta di niente e continuare a vivere ignorando tutto.
Il tempo sarebbe passato, i giorni, gli anni, e con loro i ricordi. E quei pensieri "impuri", che nessuno dei due sembrava aver intenzione di rivelare.
Entrambi pensavano si trattasse di uno stupido scherzo della natura. Dell'adolescenaza, che da sempre era conosciuta per mietere vittime tra i liceali a causa dei propri capricci. Era inutile pensarci troppo.
Sarebbe passata.

Ma non sempre le cose vanno come sperato, fatto sta che successe. In un giorno qualunque. Uno di quei pochi pomeriggi in cui non avevano allenamento a causa dell'ingresso nel periodo dei test, quella parte dell'anno che Kagami Taiga odiava più di qualsiasi altra cosa. Per questo Kuroko Tetsuya si era proposto -o meglio, era stato costretto da una certa senpai- di fargli compagnia nello studio, sperando che due cervelli riuscissero a produrre qualcosa in più di uno solo.
Entrambi erano partiti con buoni propositi. Nessuna cattiva intenzione era celata nella proposta, volevano seriamente studiare. E lo fecero, perché nessuno dei due aveva intenzione di andare male e rischiare la sua posizione all'interno della squadra.
Insomma, sembrava andare tutto normalmente, peccato che alla fine dello studio qualcuno cedette, ravvivando l'interesse di entrambi. Inutile stare a pensare a come, due come Kuroko e Kagami, fossero riusciti ad instaurare un qualsiasi tipo di discorso. Non parlarono né di Basket né di studio -non per tutto il tempo-, ma di loro stessi. Di come si sentissero frustrati e stanchi in quei giorni, sempre alla ricerca di sfoghi e momenti di tranquillità in cui potersi rilassare. Si lasciarono andare a discorsi che poco a poco divennero un intruglio di proposte poco consone alla situazione, se si voleva finire la giornata e tornare a casa come semplici compagni di classe. Quando la dichiarazione arrivò chiara e tonda.
Hai mai baciato un ragazzo?
No.

Kagami Taiga, tra i due, era senza ombra di dubbio quello con più difficoltà a trattenere il suo istinto primordiale. E il modo con cui aveva pronunciato quella domanda, la sua voce, la postura assunta dal suo corpo, lo sguaro, lasciavano trasparire il suo fine. La risposta di Kuroko, alle sue orecchie, non era stata altro che un invito a provare.
Così, mandando a quel paese gli sforzi con cui, fino a quel giorno, aveva tentato placare e nascondere i suoi desideri, si era avvicinato a lui. Lo fece lentamente, cercando di essere il più delicato possibile, per paura di spaventare l'altro, che però non si era spostato di un millimetro. Aveva poggiato le sue labbra su quelle di Kuroko e poi si era ritirato appena, assaporando il risultato del suo "esperimento".
Ci aveva riprovato. Una, due, tre volte e Kuroko non si era mai tirato indietro, iniziando invece a rispondere a quelle azioni che non sembravano dispiacergli.
Ogni bacio era più intenso del precedente, più piacevole. Kagami, ormai sdraiato sull'altro, sembrava non aver alcuna intenzione di abbandonare quelle labbra, e Kuroko, dal canto suo, non era disposto lasciarlo andare, continuando a stringergli i capelli dietro alla nuca per tenerlo avvinghiato a se. Fremente, il ragazzo dai capelli rosso fuoco, aveva inziato a toccarlo e a baciarlo ovunque, abbandonando le briglie con cui, fino ad allora, aveva tenuto il controllo di quell'istinto di cui tanto si vergognava.
Nessuno aveva più detto una parola. Non ne avevano bisogno. Bastava uno sguardo o un gesto per comprendere cosa volesse l'altro, di cosa avesse bisogno e cosa lo facesse star bene. Le preoccupazioni iniziali erano svanite lasciando libero sfogo alle sensazioni e alle voglie.

Rimasero insieme fino a sera.
Stremati e affammati. Sdraiati su quel letto ormai in subbuglio. Abbracciati, continuando a non dire una parola. Perché andava bene così, perché non avevano niente da dirsi, perché una sola parola avrebbe potuto rovinare tutto.
Poi la quiete fu rotta. Kuroko si girò verso di lui senza sciogliere quell'abbraccio, accarezzò il mento dell'altro ragazzo e lo avvicinò soffiando un bacio leggero sulle labbra di Kagami.
Devo tornare a casa.
E come se non fosse successo nulla, ignorando tutto quello che avevano fatto, con la solita freddezza caratteristica di Kuroko, si alzò dal letto, senza che l'altro muovesse un muscolo per fermarlo. Forse non aveva ancora capito cosa stesse succedendo, oppure aveva paura che qualcosa fosse andato storto, o ancora perché per quanto bello, non era stato altro che uno sfogo fine a se stesso.
Era quindi rimasto lì a fissare l'altro ragazzo mentre raccoglieva i suoi vestiti e li indossava, ascoltando i suoi passi nella stanza adiacente quando era andato a riordinare i libri, si era infilato le scarpe e richiudeva la porta alle sue spalle.
Rimase in quella stessa posizione ancora qualche minuto, senza realizzare che l'altro se ne fosse andato. Anche se lo aveva seguito con l'orecchio, finché tutti i rumori non erano svaniti facendo piombare l'appartamento in quel silenzio che Kagami conosceva bene.
Si mise a sedere sul bordo del letto, osservando la stanza vuota e buia. Sprofondò la testa tra le mani, coprendosi gli occhi, ripensando a tutto quello che era successo.
Se la loro decisione di mettere da parte la ragione e seguire l'istinto era stata la cosa giusta da fare, poteva tirare un sospiro di sollievo perché nessuno dei due aveva rimpianti. Se invece era stata la decisione sbagliata, il loro rapporto si sarebbe frantumato in mille pezzettini irrecuperabili.
Non restava altro che accettare l'idea che ci sarebbe stato un cambiamento, perché sicuramente le cose non sarebbero tornate come a prima. Se in bene o in male non potevano saperlo. Dovevano essere loro a deciderlo.

   
 
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