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Autore: LaMicheCoria    06/11/2012    2 recensioni
Tutto quello non aveva una vera e propria definizione, né lo stesso Taiga avrebbe saputo spiegarlo a parole: non che fosse nella propria natura esplicare verbalmente ciò che gli girava nella testa, ma l’irritazione che provava nei confronti di Daiki si era ormai trasformata in un blocco mentale. Aomine era il nemico, Aomine era il contrario, Aomine era sbagliato, Aomine non doveva rientrare in alcun modo nella vita di Kagami, quale che fosse il ruolo al suo interno.
[AomineKagami]
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Lime, Missing Moments, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi di Kuroko no Basuke non mi appartengono
Ma sono di proprietà di Tadashi Fujimaki. ©

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Would You Hold It
Against Me?

 

 

Kagami doveva tenersi lontano da Aomine.
Era una questione di principio, un istinto di sopravvivenza, un imperativo categorico, un qualcosa che gli faceva ribollire il sangue per la rabbia anche solo a sentire il suo nome. Tutto quello non aveva una vera e propria definizione, né lo stesso Taiga avrebbe saputo spiegarlo a parole: non che fosse nella propria natura esplicare verbalmente ciò che gli girava nella testa, ma l’irritazione che provava nei confronti di Daiki si era ormai trasformata in un blocco mentale. Aomine era il nemico, Aomine era il contrario, Aomine era sbagliato, Aomine non doveva rientrare in alcun modo nella vita di Kagami, quale che fosse il ruolo al suo interno.
Per questo, anche a vederlo lì, tra la folla che rumoreggiava a Shibuya, non si sarebbe avvicinato. Non gli avrebbe dato nemmeno la possibilità osservarlo, soprattutto nel momento in cui  -nell’’angolo degli occhi di Taiga- sollevò piano il capo nella sua direzione, spianando soddisfatto la fronte e le sopracciglia, le labbra storte in un ghigno divertito.
Anche solo lasciare un simile spazio a Daiki avrebbe significato concedergli la presa totale su ciò che sarebbe seguito, arrendersi senza combattere, genuflettersi e chinare la testa –Mai. Mai. Mai.
Aomine andava tenuto a distanza. Taiga doveva tenerlo a distanza.
A distanza dalla squadra, perché non spezzasse loro le ginocchia, a distanza da Kuroko perché non lo distruggesse, frantumasse, ridicolizzasse.
A distanza da se stesso, perché non si sentisse meno di nulla, debole sotto ogni punto di vista, incapace di decidere e di lottare, preda dell’amarezza e dello sconforto, vittima di qualcosa che andava troppo al di là di quanto Kagami potesse sopportare -O ammettere.
Non sarebbe sceso a patti con gli occhi di Daiki, non col lampo scuro che poté cogliere quando questi alzò la testa. Tantomeno poteva lasciarsi distrarre dalle braccia che cadevano lungo i fianchi, dai passi sicuri, dal corpo che emergeva nero nel contrasto con la folla in movimento.
Non doveva dimenticare chi fosse Aomine, cosa avesse fatto a tutti loro, l’effetto che sentiva vibrare nel torace e serpeggiare sulla pelle quando una mano arrivava a stringergli la spalla e la lingua schioccava contro i denti.
Non doveva perdere di vista il significato palese del ghigno che sollevava gli angoli delle labbra, né l’espressione di assoluta sicurezza e padronanza del mondo che gli rivolgeva non appena faceva scivolare lo sguardo su di lui.
Come se Daiki sapesse senza ombra di dubbio quel che sarebbe successo, un copione già scritto dove Kagami non aveva altro ruolo se non quello della marionetta, altra battuta se non un silenzio di furioso assenso, la mascella contratta e la vergogna che mordeva lo stomaco.
Taiga doveva tenersi lontano da Aomine e resistere. Avrebbe trasformato la rabbia in un’arma, la difesa contro la voce di Daiki, contro il respiro che sussurrava mellifluo all’orecchio o il profilo della bocca schiusa, la piega del collo che scompariva nell’ombra del petto, contro la linea del bacino con cui il maledetto sfiorava intenzionalmente Kagami in un movimento tanto fluido che a tutti sarebbe parso perfetto e naturale.
Doveva tenersi lontano da Aomine. Voltare le spalle e andarsene. Non ci sarebbe stato proseguimento a quell’incontro, la serata si sarebbe consumata in un bagliore di soffuso fallimento nel momento esatto in cui Taiga avesse posto un deciso di rifiuto, sottraendosi alla presenza di Daiki con uno scatto nervoso.
Non gli avrebbe permesso di essere padrone della propria esistenza, non si sarebbe fatto condurre dove più piaceva ad Aomine, non avrebbe sfiorato col petto il petto dell’avversario, né condiviso con lui fiato o respiro, sfiorato la sua pelle con le labbra, colmando le dita della forma delle gambe e delle braccia, mentre sotto i polpastrelli si disegnava il profilo aguzzo delle vertebre e delle scapole.
Non sarebbe successo nulla di tutto quello, perché Taiga sapeva di poter resistere: il ghigno di Aomine non aveva più alcun significato, le sue parole alcun potere.
Ma la folla si chiuse attorno a loro, la mano di Daiki scese ad accarezzargli il fianco.
E Kagami si sentì in trappola.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

{ If I said I want your body now
Would you hold it against me? }

Hold It Against Me – Britney Spears ~

 

 

 

 

 

 

 



   
 
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