Fanfic su attori > Logan Lerman
Segui la storia  |       
Autore: artemix_    06/11/2012    3 recensioni
"Grido dentro, mi guardo attorno, urla nei miei occhi che aspettano di essere ascoltate. Lo fa lui, lo sente il tremore nelle mie mani per l'insicurezza che lascio trasparire senza aver paura di fargli cattiva impressione. Dovrei controllarmi? Smetterla di sembrare me stessa, quel castello di sabbia che é facile si rompa? Sono tigre in questa gabbia che a stento sa trattenermi, graffio me stessa con le mie preoccupazioni. Cosa ha intenzione di fare? È qui. Quando la smetterò con queste domande?"
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

chapter two:

Before The Storm.

I'm standing here but you don't see me, I'd give it all for that to changes

Dalla tribuna, sorrisi. Il presentatore/organizzatore, che si chiamava Marco, prese a parlare.
- Logan Lerman, per la prima volta al Giffoni Film Festival! – esclamò.
Gli chiese. cosa ne pensasse dell’Italia, visto che era la prima che veniva; gli chiese di Percy Jackson e il mare dei mostri che a breve sarebbe uscito; gli chiese dei progetti che avesse in mente, dei film che aveva in programmazione. Lui rispondeva e poi si ammorbidiva le labbra, strofinandole l’una contro l’altra. Lo faceva sempre, quando recitava o quando semplicemente parlava. Adoravo poter confermare ciò da vicino. Stare attenta a quei dettagli che altrimenti non avrei mai potuto osservare.
Quando l’intervista finì, Logan si alzò e ci guardo uno a uno. Sorrise e annuendo, ci fece un cenno di saluto con la mano.
- Grazie -, disse, in un italiano contorto.

E scoppiammo in un applauso.
Marco si congedò e le guardie si avvicinarono a Logan. Il nostro gruppo si alzò e in silenzio provò a raggiungerlo, con il dovuto rispetto che eravamo tenuti a portare lì e, con calma, formammo una sorta di fila. Molti dei presenti uscirono dal padiglione, mentre io, Arianna e altri rimanemmo dentro.
Marco ritornò e prese il microfono. - Adesso con calma, ma con sveltezza, facciamo in modo che voi possiate ‘incontrare’ Logan. Per piacere, uscite dal teatro con calma.
Ero felice di averlo visto, osservato e vissuto. Ero felice di essere lì.
Ma quando si allontanò con sua madre, tutto mi sembrò come se non fosse mai accaduto.

Il cortile si riempì di persone. I bambini che non sapevano neanche chi fosse Logan, si avvicinavano alle madri o prendevano di nuovo a giocare.
Martina affannava dietro me ed Arianna, la quale piuttosto si impegnava a seguirmi. Non mi andava di essere una delle ritardatarie.
Marco si aggirava nella casetta di legno. Comprò una bottiglietta d’acqua e uscì. Io lo aspettavo là.

- Marco! – lo chiamai.
- Ciao, dimmi – disse cordiale.
Mi avvicinai. – Ascolta, come funziona la cosa dell''incontro Logan e sono felice a vita’?
Rise. – Funziona che verranno sorteggiate delle persone, ovviamente, non posso farvi entrare tutti – indicò l’interno della casetta.
- E’ lì? -, chiesi.
Annuì. Deglutii.
- Ma non sei riuscita a vederlo? – mi chiede.
Mi trovo spiazzata. Ma non mi va di mentire solo perché potrei fargli pena. – Sì – dico piano.
Lui sorrise. – Tranquilla, vedi che esce il tuo nome -.
Ma ho l’impressione che stesse solo cercando di consolarmi.

 

Tornata dagli altri, le mie dita presero ad arricciarsi. Mi lanciai letteralmente sull’erba.
Abbiamo tanti sogni noi, quelli impossibile e quelli ad un passo di noi.
Mi sono sentita stupida pensando a queste cose. Ma non poteva andare peggio di Fabio, che adesso stava ascoltando le canzoni di Shrek.
Ridemmo tutti a quella scena.
L’ansia mi prese con sé di nuovo, quando Marco entrò nel cortile, con una cartellina e un microfono.

- In fretta, forza, sono stati estratti questi nomi per l’incontro con Lerman -, proclamò. – Dopo ciò, abbiamo per voi un altro progetto che si incentra sulla creazione di un copione con trama fantasy -.

Non sapevo si facessero queste cose al Giffoni, ma annuii decisa.
Marco passò lo sguardo su di noi e poi calò gli occhi sulla cartellina.
Arianna mi strinse la mano e sorrise. Più per me che per lei.
Il presentatore lesse un paio di nomi. Una ragazza del mio gruppo età, un ragazzo del gruppo dei +18, un bambino dalla testa riccia del gruppo dei +8, un altro ragazzo del mio gruppo e poi lesse altri tre nomi.
- Questo è l’ultimo -, disse. – Arianna Giuliani.
Silenzio. Il movimento ansioso di Arianna, tacque. Mollò la presa dalle mie mani. Mentre si alzava, nei suoi occhi c’era un dispiacere che si tuffò nei miei.
Abbassai lo sguardo.
- Forza, svelti! -, incitò Marco.
Il bambino corse dietro il ragazzo del mio gruppo. Sospirai e alzando gli occhi, provai a sorridere. Mi tremavano le labbra. Non avrei potuto dire grazie a Logan. Non quel giorno. Mai.
 - Andiamo -, disse Marco a prese per le spalle Arianna, facendola entrare in fretta. – Dai, che dobbiamo leggere i nomi di coloro che faranno parte del secondo gruppo.
 


Sfigata quanto sono, non potevo certo essere fortunata per il sorteggio dei secondi. Arianna uscì dalla casetta di legno saltellando.
- Ragàààà, com’è strano da vicino – disse e io le sorrisi, mio malgrado.

Quando scelsero i nomi del secondo gruppo, si alzarono anche Benedetta e Manuele. Marco mi vide tra le persone e mi sorrise.
Cosa ridi?
Mi alzai e andai al bar nella casetta di legno, per poter augurare a Benedetta un bel ‘divertitevi’. Comprai una Big Babol e, per distrarmi, cominciai a fare bolle.
Benedetta mi guardò entrando e poi guardò Marco fuori. Risi perché nel suo sguardo vi era qualcosa di sadico. Manuele guardò prima lei e poi me.
Lei mi prese per un braccio e mi gettò davanti a loro.

- Statti ferma, zitta e giù – mormora.
- Se mi acchiappano che succede? – sussurro.
- Tu cammina, prova a far finta di essere un borsone rosso con il pass appeso al collo – dice Manuele.
Scoppiai a ridere. – Ssssth! – dicono entrambi.

Cominciano a camminare e io davanti a loro provo a stare accovacciata e a mettere un piede dopo l'altro. C'era qualcosa di masochista nel provarci comunque.
Una porta blu alla fine della stanza. Marco è dietro di noi e io per poco non inciampo. Alzo lo sguardo su Betta e Manuele e li vedo sicuri di sé, quando la porta si apre e una signora bionda ci accoglie. La madre di Logan. Vede uno del gruppo dei +14 e sorride.
Poi vede me, a terra, caduta, sulla soglia della porta e Benedetta e Manuele che ridono imbarazzati. E, lo vedo, Logan tiene le mani in tasca e la T-Shirt blu cobalto. E ride, con la testa inclinata, guardandomi. La madre spalanca gli occhi e, posso giurarlo, faceva un incredibile sforzo nel trattenere le risate.

- What are you doing? – ci dice.
Marco si avvicina incuriosito. E mi trova a terra.
- Veramente ero caduta e mi hanno spalata fino a qui – dico rossa di vergogna.
- Con i piedi – aggiunge Manuele.
Marco mi prende per un braccio e mi alza. Poi ride.
- Forza, entra – e mi spinge dentro.

 
 

comunicazione interna:
(da questo capitolo in poi,
dialoghi/conversazioni/chiacchierate/parole
saranno scritti in italiano,
anche se tecnicamente sono fatte/dette in inglese).

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Logan Lerman / Vai alla pagina dell'autore: artemix_