Serie TV > The Vampire Diaries
Ricorda la storia  |      
Autore: Liz Earnshaw    06/11/2012    7 recensioni
Ciaaaao!
Questa o.s. l'avevo in cantiere da un po'.
Ho pensato all'addio di Damon, alla sua decisione di andar via e alle sue motivazioni.
E' un po' hot la storia e se volete capire perchè, beh... dovete aprire, leggere e commentare.
Baaaaci
Genere: Erotico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Goodbye Mystic Falls.

 

I feel so close to you right now. It’s a force feel.
I wear my heart upon my sleeve, like a big deal.
Your love bows down, I mean surround me like a waterfall.
And there’s no stopping us right now,
I feel so close to you right now.

 

POV DAMON.

Chiusi gli occhi ed inspirai appieno l’odore del bourbon che raschiava la gola già secca. Mi ero preparato ad un massacro di sangue, dissetato da oramai due giorni.

Il termine bourbon, effettivamente, mi aveva sempre ricordato qualcosa di potente. E confidavo silenziosamente in quella forza capace di offuscare i miei pensieri…

Afferrai la solita giacca di pelle e le chiavi del nuovo acquisto: una favolosa porche nera.

Diedi un’ultima occhiata al salone. Era identico al primo giorno che varcai la soglia e ritrovai mio fratello, felice ed innamorato. Uguale a quel giorno che decisi di precederlo e farla entrare, di presentarmi proprio su quegli scalini per la seconda volta, seppure nessuno, eccetto me, fosse a conoscenza di quel particolare.

Identico a quando decisi di darmi in fiamme.

Identico ad ogni momento che venivo qui, sorseggiavo il solito drink e decidevo di lanciare il bicchiere nell’enorme fuoco, felice di sentirlo sgretolare per ore. Quel fuoco che accompagnava ogni notte insonne trascorsa nel buio, a riflettere sulla mia intera ed inutile esistenza. A riflettere sul da fare, a riflettere sul come salvare mio fratello, sul come uccidere Klaus e al modo giusto per tenere lei all’oscuro di tutto. La mia Elena.

-Ne voglio di più. –Aveva sussurrato, ansimando di piacere.

E quasi m’ero illuso, immaginando si stesse riferendo a me, a qualcosa che non fosse unilaterale, ma corrisposto. Immaginando a come le avrei strappato di dosso quel corpetto troppo stretto e l’avrei fatta godere, perdendomi nei suoi respiri, illudendomi che fossero ancora umani.

Così chiusi gli occhi e la strinsi con più dolcezza, cullando il mostro che avevo io stesso battezzato  quella notte al College.

Aprii la porta e una raffica di vento la spalancò del tutto, spegnendo il fuoco e le candele sparse per la stanza.

-E’ proprio un addio, allora? –Sorrisi sghembo, voltandomi un’ultima volta e chiudendo definitivamente la casa alle mie spalle. 

Era finita. Avevo deciso di andarmene per sempre da Mystic Falls e cedere risolutivamente alle tenebre.

Il problema stava lasciando la città per davvero, come aveva promesso.

Il problema.

Questo ero stato per loro, sin dal principio.

Questo ero stato per lei. Un obbrobrio, qualcosa che non voleva diventare, come se fosse colpa mia. Io che l’avrei salvata senza alcun dubbio, lasciando Matt lì per sempre, col suo amato Pick up.

Volevo che trovasse qualunque cosa stesse cercando. Volevo che crescesse, che avesse figli ed invecchiasse. Volevo tutto ciò per lei, consapevole che non l’avrei mai abbandonata. Consapevole che l’avrei spiata ancora dormire, che avrei protetto i suoi pargoli e che l’avrei amata. Per sempre.

Non ammetteva la propria natura? Ebbene, se la sarebbe vista da sola. Avrebbe affrontato, da quel momento in poi, con le sue stesse armi, il suo acerrimo nemico: bambi.

E non ci sarei stato. Non l’avrei attesa al bar, pompandomi di orgoglio nel vederla lì, a chiedere aiuto. Non ci sarei stato più. Avevo deciso di spegnere tutto e lasciarmi la storia alle spalle per tornare me stesso. A questo mi era servita la festa dei fattoni, a capire chi sono per davvero e chi voglio essere.

Quello che ero sempre stato. Un mostro. E la mia forza risiedeva esattamente in tale consapevolezza.

Aprii lo sportello della porche e, dentro, sul sedile passeggero, individuai una figura nascosta nel buio.

-Damon, cosa stai facendo?

-Elena, scendi dall’auto. Ora. –Ordinai, facendole spazio.

Il rumore dei tacchi sulla ghiaia, però, mi ricordò qualcosa.

-Katherine? –La luce del lampione illuminò il viso compiaciuto della vampira centenaria.

-Ehilà. –Sussurrò, scendendo con un’eleganza invidiabile. Passò l’indice sulla mia mascella, raschiando appena la pelle con l’unghia affilata. Se fossi stato umano sarei morto dissanguato. –Bella macchina. –Aggiunse, affacciandosi nell’abitacolo per osservarla in una precisa e ricercata posizione.

Feci un passo indietro, attento ad ammirare quelle forme, così sinuose e tentatrici. Oh, quanto mi erano mancate.

Con scatto fulmineo accorciò le distanze, strusciandosi sull’inguine.

Senza pensarci, la spinsi sul parabrezza. Divaricò le gambe, permettendo al mio corpo di sentirsi perfettamente a suo agio, avvolto dal suo calore.

-Cosa ti trascina da queste parti? –Domandai, con il respiro mozzato. 

Portò il capo indietro, spalancando la bocca in cerca di qualcosa che rendesse giustizia alle richieste esplicite di quei muscoli in fiamme.

Così slacciai la cinta che teneva alti i pantaloni di pelle attillati.

-Con calma, Damon. –Ribaltò le posizioni, mettendosi a cavalcioni su di me.

-Tranquilla, non ti chiederò se provi qualcosa per me. –Continuai a tastare quei tessuti, alla ricerca della sua pelle, nella quale mi sarei perso. E la trovai. –Non più. -Baciai il suo petto morbido e caldo, offerto senza pudore dalla scollatura a V.

-Oh, Damon… -La sentii vibrare al tocco di classe che usai per sfiorarle la parte più delicata, eccitata e bramosa. Chiuse gli occhi, tirando con trasporto i miei capelli. -Desolata.

Accontentai quella silenziosa supplica, e posai la mia bocca sulla sua, lasciandole un morso all’angolo.

-Andiamo via. –Sussurrò, leccandomi il lobo.

Trasalii a quel contatto, tirandola verso di me più avido che mai. Avido delle sue mani, del suo corpo, dei suoi capelli morbidi e profumati.

-Sì, andiamocene da qui. –Entrammo in macchina, col respiro corto, gli occhi accesi e i nervi tesi. Benedii la sua presenza, quegli occhi vispi e colmi di promesse mai rispettate, pieni di speranze disattese, di follia ed eccitazione, e poi quelle labbra morbide a cuoricino, tanto tenere quanto accattivanti.

-Allora, dove siamo diretti? – Posò le lunghe e toniche gambe sul cruscotto, successivamente afferrò una bottiglia di spumante nascosta sotto il sedile, la aprì con aria esaltata e ne versò un generoso sorso nella bocca. Da lì,  scese lungo il mento, il collo e il petto, precisamente fra il seno. Seguii quella scia con attenzione, deciso a ricordarmene dopo, quando l’avrei ritracciata con la mia stessa lingua.

Strinsi il manubrio fra le mani, ancora più smanioso di sparire. -Lontano da Mystic Falls. –Ingranai la marcia, lasciando solo il fumo alle nostre spalle.

 

POV ELENA.

-Perché diamine non risponde?! –Imprecai sottovoce,  scaraventando il cellulare sul letto, sicura che così non l'avrei distrutto.

Damon continuava ad ignorare le mie chiamate.

Pensai che, se avesse continuato così, sarei morta dissetata.



Note dell’autrice:

Ecco cosa avevo in cantiere da un po’.

Non sapevo se pubblicarla, devo essere sincera.

Vorrei che andasse a finire così. Insomma, Kat e Damon insieme… lontano da Elena! Una notte, solo una. Il tempo di far ribollire il sangue alla neo-vampira.

   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Liz Earnshaw