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Autore: BellDarkoNovak    09/11/2012    0 recensioni
Salve, questa è la mia prima Storia Originale. E' tutta farina del mio sacco, se c'è qualche riferimanto a persone o fatti reali è puramente casuale. Sono preseni temi forti, con sangue violenza e linguaggio scurrile. Preparatevi a tutto.
Parla di due ragazze che nascono e crescono solo per servire il governo (non dico quale), ovvero sono considerate vere e proprie armi militari. Un giorno scappano e... mica posso raccontarvi tutto! è.é
Leggete su, basta schiacciare il titoletto della storia e saprete :D
Genere: Azione, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Soldati Speciali

Capitolo 1

Il 1° vagito di una bambina di solito dovrebbe essere un momento di gioia e commozione. Ma non in questo caso.
Non in un ospedale militare.
Non so se i medici provarono gioia nel veder nascere una delle armi più potenti per l’esercito.
Non so se la madre provò commozione nel sapere che sua figlia, per i militari, altro non era che un arma: non diversa da una Beretta 93R o una Ingram MAC-11 o una PM-12
e che quando la piccola non avrà più bisogno del latte materno verranno separate.

Povera Rei *


La stessa cosa stava succedendo due camere più a destra: anche lì nasceva una bambina. Solo che insieme alla sua nascita, sorgevano molte polemiche: era albina e secondo molti, gli albini non sono in grado di sopportare questo tipo di “esami”.
<< Meglio! >> esclamò un medico << Vedremo se resisterà! >> Gli altri annuirono contenti dell’analisi che ne risulterà

Povera Nori **

9 anni dopo


Rei
<< Voglio la mammaaaa! >> Per la rabbia piantai un pugno nel muro di metallo ed esso si ammaccò. Un’infermiera cercò di calmarmi << Zitta! Vuoi o non vuoi andare nella sala svago? >>
<< Sì, puttana >> dissi ghignando
<< Come? >> Alzò un sopracciglio
<< Ti ho chiamato puttana e quindi? >> alzai la voce mantenendo sempre il ghigno.
<< Andiamo! >> l’infermiera mi prese per l’avambraccio e mi trascinò per i corridoi grigi e sporchi. Osservai le varie porte, tutte uguali. Le osservai in nei minimi dettagli: alte pù di due metri e larghe uno. Un uomo uscì frettolosamente da una di esse e vidi che la porta non si aprì completamente. Su ognuna di esse vi era una finestrella in vetro, apribile; l'unica porta diversa era quella della sala svago: era composta da diversi pezzi di vetro in vari colori che formavano un paesaggio floreale in basso e un rosone tendente al rosso in alto. La donna l'aprì e mi lanciò letteralmente dentro << Tu sta' qui! >>
-ma che gentile- pensai, facendo una smorfia con la bocca.

Nori
Sentii bussare. Ancora. Più forte. Ma che mi frega? Preferisco stare qui a contemplare la finestra e le sbarre. I medici dicono che ho un'intelligenza anormale e forse è pure una balla, ma mi accontento di come mi trattano. La porta si aprì cigolando -ma se non rispondo ci sarà un motivo!-
<< Nori, vieni nella sala giochi? >> chiese l'infermiera.
<< No, non ho molta voglia... >> dissi svogliata.
La donna mi prese per un braccio << Non era una richiesta, ma un ordine >>. Non feci resistenza e la seguii senza problemi. La guardai: capelli rossi raccoli in una coda malfatta, occhiali semplici, nessun gioiello ed una posture degna dei Marines. Aprì la "porta dal rosone" e mi fece accomodae. Vidi Rei legata al collo con una catena ad un gancio apposito per lei, posto al centro della stanza circolare di diametro circa tre metri. L'ultima volta aveva aggredito due inservienti e quindi...
Mi accomodai su una sedia, dopo averla spostata fino al gancio.

Rei
-eh, mi tocca- pensai sedendomi accanto a lei, per terra, in una posa che ricordava mlto quella di un animale
<< Chissà cosa ci faranno >> sussurrò, sentii che aveva paura.
<< Tranquilla, ci sono io >> dissi appoggiando la testa sulla sua gamba.... avevo paura anche io.


* Giapponese= zero, nulla
**Gapponese= codice
   
 
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