Illusione

Sembrava che ogni battaglia fosse finita, tutti gli Arcobaleno avevano ripreso la loro forma adulta e finalmente la pace era ritornata a Namimori.
Finalmente il decimo boss dei Vongola, Tsunayoshi Sawada, poteva prendersi una pausa da tutta quella storia di mafia, faide e chi più ne ha più ne metta.
Tutti i guardiani però, anche se ogni conflitto era finito, vollero restare assieme al loro boss, tutti tranne due; Mukuro Rokudo aveva lasciato l'incarico di guardiano della Nebbia alla piccola Chrome che in quei giorni se ne restava da sola nella sua tristezza. Hibari Kyoya invece se ne stava sempre a vigilare la sua amata scuola e a punire eventuali disertori che osavano disturbare la quiete di Namimori.
Quel giorno però il guardiano della Nuvola si stese come di consueto sul tetto della scuola, nulla di strano era successo in quei giorni e lui si stava annoiando. Mentre guardava svogliatamente la città che si stagliava oltre i suoi occhi grigi, una capigliatura che lui conosceva fin troppo bene gli passò sotto lo sguardo vigile.
“Mukuro!” Ringhiò il moro assottigliando gli occhi “Ti morderò a morte!”
Ci vollero solo pochi secondi e il guardiano della Nuvola era già fuori dalla scuola e con lo sguardo stava cercando quell'illusionista da strapazzo. Come osava quell'erbivoro passare vicino alla sua scuola? Come osava anche solo farsi vedere in giro?!
Ecco che gli occhi vigili del presidente del comitato disciplinare rividero nuovamente quell'assurda capigliatura, con uno scatto corse verso la figura che ignara stava passeggiando. Nelle mani teneva saldi i suoi fidati tonfa e ben preso Mukuro avrebbe capito la lezione, l'ultima nella sua vita.

Quando ormai i tonfa erano arrivati a circa mezzo millimetro dal collo del malcapitato, Hibari si fermò spalancando gli occhi, l'esile figura che ora si trovava di fronte agli occhi non era per niente Mukuro Rokudo. Chrome Dokuro era terrorizzata, le gambe le tremavano incontrollabilmente e gli occhi erano spalancati mentre fissava con terrore i due tonfa che le stavamo ad un soffio dal collo.
“Hi...Hibari-San” Furono solo quelle le parole che la ragazzina riuscì a dire prima di svenire per lo spavento. Hibari fu costretto a lasciare cadere i suoi amati tonfa per sorreggere il corpo di quella ragazzina che stava cadendo a terra come una pera cotta.
“Giuro che appena ti svegli ti morderò a morte per avermi fatto buttare a terra i tonfa.” Le parole di Hibari erano una promessa e di certo l'avrebbe mantenuta.